I racconti del colonialismo

Radici

Shaka Zulu

Cuore di tenebra

Il crollo

L'arco dei traditori

Il mio nome è Rigoberta Menchù

La morte di Artemio Cruz

L'odore dell'India

Passaggio in India

La grande proletaria si è mossa

Lord Jim

Colpo di luna

 

 

I personaggi

Stanley

Gordon

Livingstone

Colombo

 

 

 

Chinua Achebe: “Il Crollo”

 

“Il Crollo” è la storia di un uomo chiamato Okonkwo, abitante di un villaggio tribale dell’Africa Centrale chiamato Umuofia, persona dall’indole molto severa, in alcuni casi fin troppo, tutto ciò dovuto a un rigetto nei confronti del padre che, al contrario di lui, era sempre stato considerato un fallito.

In questo villaggio vi sono usanze particolari come per esempio la “Settimana della Pace”, quattro giorni prima della semina (una settimana corrispondeva a quattro giorni), nella quale non si poteva fare del male fisico ad altre persone, poiché si credeva che gli dei lo avrebbero punito, compromettendo l’intero raccolto del villaggio. Oppure la “Festa degli Ignami vecchi”dove le donne cucinavano tutti gli ignami rimasti dall’anno passato e tutti gli abitanti mangiavano e facevano festa insieme. Tutta la vita del villaggio ruotava intorno ai raccolti e al forte rispetto nei confronti degli dei, che,durante quasi tutte le cerimonie pubbliche, erano rappresentati da uomini anziani del villaggio.

La più grande sconfitta per Okonkwo era rappresentata dall’esilio dal villaggio per aver ucciso involontariamente un membro di una famiglia importante. E’ intorno al suo desiderio sfrenato di tornare a casa per ricominciare la propria vita, che si articola tutta la terza parte del romanzo,sulle riflessioni che il protagonista fa nei confronti del cambiamento che colpisce la società anche con l’arrivo dell’uomo bianco.

La colonizzazione in queste zone è anche caratterizzata dall’inserimento graduale del cristianesimo, una religione che mettevaChinua Achebe in dubbio tutti i principi e le credenze del villaggio. Molto evidente è l’opinioni che i membri dei villaggi africani hanno del colonizzatore, portatore di danni e visto a priori come un pericolo anche se non sempre provano a stabilire un rapporto con  lo straniero.

Una caratteristica del libro che può colpire molto un lettore moderno è la rappresentazione della donna all’interno della società. Infatti le donne venivano considerate poco importanti anche se in verità erano fondamentali per la vita domestica e anche per un appoggio psicologico nei confronti degli uomini, ad esempio, nella prima metà del romanzo viene esplicitamente evidenziata l’importanza di una moglie di un capo del villaggio senza la quale l’uomo stesso non  avrebbe ottenuto il rispetto e il potere che aveva.

Pur essendo un libro che tratta argomenti non sempre facili da comprendere per la nostra mentalità, l’articolazione della trama porta il lettore a interessarsi veramente alla fine che il protagonista avrà, il suicidio, molto tragica, che rispecchia benissimo l’età coloniale, che infatti ha portato alla rovina di molte tribù e delle loro credenze e tradizioni.

(Calanchini - Ubaldini, 5^B)