I racconti del colonialismo

Radici

Shaka Zulu

Cuore di tenebra

Il crollo

L'arco dei traditori

Il mio nome è Rigoberta Menchù

La morte di Artemio Cruz

L'odore dell'India

Passaggio in India

La grande proletaria si è mossa

Lord Jim

Colpo di luna

 

 

I personaggi

Stanley

Gordon

Livingstone

Colombo

 

 

 

Mi chiamo Rigoberta Menchù

 

“Mi chiamo Rigoberta Menchù”è una preziosa testimonianza di come le popolazioni Latino Americane hanno affrontato il tormentato percorso verso l’emancipazione. Rigoberta Menchù, la protagonista, descrive la sua vita da bambina in Guatemala e in particolare dall’età di otto anni, quando è diventata una bracciante agricola.

Già da questa età, gli indios Guatemaltechi si rendevano conto delle dure condizioni di vita che avrebbero affrontato in seguito.Infatti i bambini, viste le condizioni di povertà delle famiglie, erano costretti ogni anno a scendere dai propri villaggi verso le Fincas, ovvero le piantagioni. Qui, le condizioni di lavoro imposte dal proprietario terriero che era di solito un Ladino, cioè un discendente degli antichi conquistatori spagnoli, fra cui Colombo, erano durissime e anche il salario era molto basso; tutta via era necessario subire queste ingiustizie per avere almeno il denaro sufficiente per mangiare.

Inoltre se una persona saltava un giorno di lavoro per malattia o per qualsiasi altro motivo,veniva licenziata o addirittura uccisa.

Quindi se una persona perdeva il lavoro nelle piantagioni era costretta, come nel caso di Rigoberta, a trovarsi una attività nella capitale e , purtroppo, neanche qui le condizioni erano migliori. Se ad esempio decideva di fare la domestica,i proprietari ladini della casa non davano neanche un letto per dormire e come cibo c’erano solamente gli avanzi.

Un altro aspetto negativo nella vita degli indios era che non potevano manifestare liberamente le loro idee politiche altrimenti, come nel caso dei genitori di Rigoberta,venivano messi in prigione,torturati e uccisi.

Tramite gli insegnamenti ricevuti da una vita difficile, Rigoberta riuscì ad ottenere la libertà e a liberare il suo popolo.Qualche anno prima di meritare il Premio Nobel per la pace nel 1992, Rigoberta ha catturato l’attenzione del mondo intero riguardo la drammatica condizione delle popolazioni amerindiane del Guatemala grazie a questo libro straordinario, in cui la sua voce trascorre dall’autobiografia al mito e dal rito religioso alla rivelazione poetica.

(Lorenzo Biagi, Andrea Lolli e Camilla Corticelli – 5^B)