I racconti del colonialismo

Radici

Shaka Zulu

Cuore di tenebra

Il crollo

L'arco dei traditori

Il mio nome è Rigoberta Menchù

La morte di Artemio Cruz

L'odore dell'India

Passaggio in India

La grande proletaria si è mossa

Lord Jim

Colpo di luna

 

 

I personaggi

Stanley

Gordon

Livingstone

Colombo

 

 

 

Alex Haley: “Radici”

 

Jeffure è un villaggio della Gambia dove permangono tradizioni antichissime basate sulla famiglia e sulla religione; il destino degli abitanti dipende dagli Dei che bisogna venerare e ringraziare con sacrifici.

In questa parte centrale dell’Africa i doveri e i diritti sono attribuiti ad ogni membro della comunità a seconda dell’età; è importante il rispetto per gli anziani, che devono guidare i giovani verso la saggezza e i valori della vita.

Kunta è il primogenito di Omoro e Binta Kinte; cresce portando con onore il nome del nonno, personaggio famosissimo e  molto rispettato; infatti Kunta Kinte grazie alla sua preghiera e alla sua saggezza aveva salvato in passato molti villaggi sulla via della rovina per cause naturali.

Poche sono le ricchezze materiali, ma come spiegava il saggio Kunta kinte, sono quelle morali che conducono ad una vita serena sia sulla terra che dopo la morte.

Parallelamente a questo mondo, non lontano da Juffure, i primi colonizzatori europei conquistano numerose regioni dell’Africa, schiavizzandone gli abitanti. Tuttavia i bianchi, chiamati “taubob”, sono ancora un mistero e sono considerati temili cannibali.

Ma nel villaggio Kunta, ancora non del tutto a conoscenza di queste vicende,vive tra le difficoltà dei lavori manuali necessari alla sopravvivenza,  riflettendo sul significato della vita senza mai dimenticarsi chi è, nemmeno quando viene allontanato dalla sua famiglia e dalla sua patria.

 A diciassette anni viene rapito e deportato in America su una nave negriera europea.

In cosi poco tempo quindi viene stravolta la vita di Kunta,  abituato ad una posizione di rilievo nel suo villaggio e ora succube di umiliazioni di ogni genere. Nessuno è a conoscenza del suo passato e delle sue nobili origini e a nessuno importa, perché i negri africani sono considerati oggetto di manodopera.

Riesce però anche nelle difficoltà a mantenere la propria dignità, a crearsi la famiglia che egli aveva sempre ritenuto come una priorità.

Non riuscirà mai ad accettare la nuova patria, tramandando sempre ai suoi figli le proprie origini.

La trama del libro non è un semplice vicenda inventata, ma la storia frutto di una lunghissima ricerca da parte di Alex Haley, discendente della famiglia Kinte.

C’è una ricerca da parte dell’autore delle sue “radici”, nemmeno lui si è dimenticato delle sue origini, nonostante ora sia un famoso scrittore e professore nordamericano.

Dal modo con il quale egli scrive, sembra emergere una domanda: perché la sua famiglia come molte altre ha subito tante sofferenze? Quale diritto avevano i colonizzatori di rapire persone civili che abitavano la propria terra?

Più che la trama in sé bisogna considerare le usanze di questi popoli, quei riti che a causa della colonizzazione  sono spariti nel tempo. E’ un mondo basato su tradizioni, che vengono tramandate di padre in figlio oralmente.

(Ludovica Chiussi e Lucia Campogrande)