Dozza, Giuseppe

Bologna, 29/11/1901 - Bologna, 28/12/1974

Giuseppe Dozza nasce a Bologna il 29 novembre 1901. La sua è una famiglia modesta. Il padre è fornaio e la madre casalinga. Giovane socialista, nei primi anni del novecento, Dozza sarà a Livorno, nel gennaio del 1921, fra i fondatori del Partito comunista d'Italia. Perseguitato dal fascismo egli espatrierà in Francia nella seconda metà degli anni Venti. Dall'esilio, vissuto fra Parigi, Mosca e le principali capitali europee come esponente di spicco del suo partito e dell'antifascismo militante, rientrerà clandestinamente in Italia soltanto nel settembre 1943. Dopo un anno trascorso a Milano, dove è chiamato a rappresentare il Partito comunista italiano nel Comitato di liberazione nazionale, verrà per lui il momento di partecipare all'organizzazione della lotta armata. La scelta è senza incertezze: il suo posto è a Bologna. Quando parte per la sua città natale, sa già che, dal giorno della liberazione, ne diventerà il primo cittadino. Lo ha deciso il CLN: a Bologna dovrà esserci un sindaco comunista. Le sue prime iniziative sono rivolte all'organizzazione della resistenza armata e al dialogo con le forze politiche. Mette a frutto l'esperienza maturata a Milano e trova nella città largo consenso. Soprattutto fra i cattolici, che Dozza sceglie come i principali interlocutori, con un'attenzione che diventerà una costante della sua politica.

Il 21 aprile 1945 Bologna era liberata, ma in ginocchio. Solo l'entusiasmo incontenibile dei bolognesi per la sconfitta dei nazifascisti riusciva a nascondere, almeno per un momento, le ferite che la guerra aveva inferto alla città. Con quelle ferite il primo cittadino e la sua giunta, composta da tutti i partiti del CLN, dovevano fare i conti. Problemi igienici, abitativi, alimentari, sanitari, di ordine pubblico; tutto si scaricava sul suo tavolo, senza mediazioni. Due sono le carte che il sindaco gioca con abilità: infondere fiducia nei cittadini e incoraggiarli a partecipare alla ricostruzione, nella trasparenza. Ed è proprio sulla partecipazione che la giunta della liberazione punta tutte le sue carte. Due sono gli strumenti di democrazia diretta che vengono messi a disposizione dei bolognesi: i Consigli tributari e le Consulte popolari cittadine.

I Consigli tributari, primo esperimento in Italia, coniugavano il bisogno di autogoverno con il principio di "tassazione progressiva" e con quello di controllo dei cittadini nel reperimento delle risorse. In tutta la città venivano costituiti questi organismi decentrati, composti da uomini e donne eletti dal consiglio comunale in rappresentanza delle categorie economiche e sociali. C'erano l'imprenditore e l'operaio, il libero professionista, l'insegnante, l'impiegato, l'agricoltore, l'artigiano e il commerciante. Il loro compito era quello di gestire l'applicazione dell'imposta di famiglia; quell'imposta che colpiva il superfluo, cioè la parte di reddito complessivo eccedente il fabbisogno fondamentale di vita del nucleo famigliare. I consiglieri tributari disponevano poi di un corpo di agenti tributari che avevano il compito di indagare sulla massa dei contribuenti per scoprire gli evasori totali o parziali. Tuttavia non ci si fermava agli organi di controllo o di repressione. Il personale dell'assessorato veniva coinvolto in un lavoro collegiale che doveva stimolare la carica partecipativa di ognuno esaltandone la capacità, il senso di responsabilità, l'inventiva. Ma la "rivoluzione" non doveva toccare soltanto le "carte" e gli uomini. Bisognava dare anche un segnale di visibilità che rassicurasse i cittadini. Di qui l'idea di trasformare l'assessorato ai tributi in un "casa di vetro", e non solo in senso metaforico. Così gli uffici della ripartizione tributi, compresa la stanza dell'assessore, venivano separati dagli altri e racchiusi fra pareti trasparenti, attraverso le quali i cittadini potevano "vedere" come si lavorava sui loro redditi.
Le Consulte popolari cittadine volevano offrire ai bolognesi un surplus di democrazia. L'amministrazione era convinta che la partecipazione non potesse esaurirsi al solo diritto di voto, ma dovesse disporre di uno strumento di controllo, continuo e costante sull'operato degli eletti. In definitiva l'obiettivo politico era quello di accelerare le tappe della ricostruzione e di far giungere ai vertici municipali le domande, anche le più minute, che partivano dal territorio. Le Consulte nascono nel 1947, non sulla base di un provvedimento istituzionale, ma attraverso atti informali ispirati dalla giunta e dai partiti, comunista e socialista, che la componevano. Vengono chiamati a parteciparvi i "maggiorenti" del rione. Coloro, in pratica, che avevano più influenza e visibilità nella zona. C'è l'industriale, l'artigiano, l'operaio, lo studente universitario, il medico condotto, la levatrice, l'edicolante, il parroco e il comandante dei carabinieri. All'ordine del giorno delle assemblee erano sempre i temi locali, da quelli più spiccioli a quelli che coinvolgevano l'intero assetto del territorio. Si parlava di manutenzione stradale, di punti luce, di fontanelle, di assistenza, ma anche di piano regolatore e di sviluppo economico. Le istanze passavano poi alla giunta comunale che, con l'andar del tempo, cercava di affinare i propri sensori sul territorio. Un assessore, che veniva nominato tutor della Consulta, era incaricato di seguire passo, passo le richieste del rione e di tenerne conto nell'elaborazione del bilancio comunale. Nel corso degli anni il programma andava avanti e all'ordinaria amministrazione si aggiungevano iniziative d'avanguardia, come quella sperimentata nel 1958; quando alcuni rioni furono collegati con una telescrivente agli uffici comunali per il rilascio immediato di certificati anagrafici e di carte d'identità. Tutto sommato le Consulte possono essere considerate il "primo tempo" della partecipazione bolognese. Volutamente non si è mai nominata la parola "quartiere", proprio per non evocare una figura istituzionale che comparirà più tardi nel panorama partecipativo bolognese. Anche se Bologna sarà la prima città italiana a tagliare il traguardo del decentramento, dovranno passare ancora molti anni prima che i quartieri siano una realtà. Ci vorrà il "ciclone" Giuseppe Dossetti, con la sua incalzante sfida elettorale del 1956, a rilanciare questi temi in casa comunista. Ma ormai siamo alla seconda fase della partecipazione, quella della sua "maturità", che non era più solo richiesta del punto luce o della fontanella, ma di spazi vivibili con servizi sociali, culturali, verde pubblico e luoghi collettivi di ritrovo: dalla parrocchia alla biblioteca, dal centro civico ai campi sportivi.
Attraverso la partecipazione è passata anche la politica delle alleanze. Terreno d'incontro fra operai, ceti medi produttivi, intellettuali e l'amministrazione di sinistra fu la rivendicazione dell'autonomia. La lezione del fascismo parlava da sola. La sottomissione delle istituzioni locali al potere centrale le aveva ridotte a un ruolo ancillare. Dozza si spende in prima persona nella battaglia autonomista. Bologna, nel volger degli anni, diventa il simbolo di questa offensiva al centralismo. Più poteri decentrati significavano consolidamento della democrazia e allargamento delle libertà. Memorabile, in questo senso, fu il contributo dato da Dozza, nella sua veste di costituente, all'abolizione del controllo di merito sugli atti degli enti locali e la rivendicazione della loro autonomia finanziaria. Ma a Bologna la rivendicazione dell'autonomia non doveva fermarsi alle parole. Coerentemente si decise di presentare, per ben dieci anni, un bilancio non deficitario. Oltre che una politica di buona amministrazione i conti "in pareggio" rappresentavano una carta in più in mano dei comuni "virtuosi" A differenza di quelli che erano costretti al "rosso", il loro bilancio straordinario era sottratto al controllo statale e quindi erano più liberi di compiere scelte indipendenti.

Questo fare appello all'identità municipale è un tratto costante dei vent'anni di Dozza-sindaco. Ma il richiamo continuo alla Costituzione, alle radici della Resistenza e dell'antifascismo gli impedisce di cadere nel municipalismo. E proprio negli anni fra il 1951 e il 1955 si consolida il consenso nei suoi confronti. Le ferite della guerra erano state in parte risanate. Ora si poteva guardare con maggiore serenità allo sviluppo della città. Certo i problemi non mancavano. Il tessuto produttivo bolognese perdeva colpi: fabbriche in crisi, migliaia di licenziamenti e repressione nei reparti e nelle piazze. Ma l'amministrazione non viene travolta. Da un lato Dozza porta la solidarietà ai lavoratori; ma da un altro lato attrezza le prime aree industriali che rappresentano le avanguardie di quel "ciclone" economico - fatto di piccole e medie aziende - che esploderà negli anni del boom economico. Anche la politica tributaria aiutava la coesione sociale. I consigli tributari lavoravano a pieno ritmo con trasparenza e senza infliggere carichi fiscali troppo gravosi per i ceti medi e risparmiando le classi popolari. Si può pensare che i lavoratori bolognesi sentissero questa "protezione" da parte del loro comune e gli stessi piccoli e medi imprenditori, gli stessi artigiani - molti di loro erano operai appena espulsi dalle fabbriche - potevano guardare con simpatia a chi dimostrava di voler stare dalla loro parte nel rivendicare nuove regole di sviluppo: dal credito, all'apertura di nuovi mercati; dall'aumento del potere d'acquisto dei ceti popolari, al rispetto delle regole democratiche.
Un altro attore sociale doveva attirare l'attenzione dell'amministrazione Dozza: il mondo della cultura e in particolare l'Università. Proprio nei primi anni cinquanta sarà firmata una convenzione con la quale si elargivano all'Alma Mater somme sostanziose e, soprattutto, si sottoscriveva un accordo con l'Istituto di fisica al quale si erogava un contributo decennale di 500 milioni per ricerche sull'uso dell'energia nucleare a scopi pacifici. In un colpo solo si raccoglieva il consenso del mondo della cultura e quello delle forze produttive, perché energia significava nuove fonti di approvvigionamento da offrire allo sviluppo di Bologna e della sua economia.
Che il consenso avesse messo radici lo si poteva verificare di lì a poco. Dozza, nelle elezioni amministrative del 1956, veniva sfidato da un avversario temibile come Giuseppe Dossetti. Temibile non solo per la sua storia all'interno della Democrazia cristiana, ma soprattutto perché il professore era riuscito a mobilitare una parte importante di quel mondo cattolico, soprattutto giovanile, che fino ad allora aveva scelto di stare alla finestra. Ma Dozza aveva la città dalla sua parte e i risultati delle urne parlarono chiaro: i voti al suo partito erano cresciuti del 5%. La vittoria non poteva essere più netta.

Inizia proprio in quegli anni quella che può essere definita una "seconda stagione" del Dozza sindaco. Le asprezze della campagna elettorale vengono attenuate. Si cercano terreni d'intesa. Uno per tutti quello della partecipazione. Attraverso mediazioni, anche faticose, vengono istituiti i quartieri, in accordo con la maggioranza del consiglio comunale, compresa la DC. Quella DC che, su ispirazione di Giuseppe Dossetti, aveva fatto proprio dei quartieri il cavallo di battaglia del proprio programma elettorale.
Nel 1962 avviene una clamorosa svolta contabile. Viene abbandonato il bilancio in "pareggio" e si dimette l'assessore alla ragioneria , che di quel pareggio aveva fatto una bandiera. La buona amministrazione non bastava più. Se il comune voleva compiere un salto di qualità e rispondere ai bisogni inediti dei suoi cittadini, occorrevano finanziamenti straordinari che si potevano reperire soltanto sfondando il muro del bilancio in pareggio. Un'epoca era finita. L'austera politica che aveva realizzato la ricostruzione doveva cedere il passo al keynesiano "deficit spending" che avrebbe consentito di allargare la massa degli investimenti comunali generando da un lato una ricaduta positiva sull'economia cittadina e creando, dall'altro, con la moltiplicazione dei servizi, un deciso miglioramento della qualità della vita. Risalgono a quegli anni le progettazioni più ambiziose come quella della tangenziale, del quartiere fieristico e del rilancio della vita culturale della città. In quello stesso anno però Dozza si ammala. Una malattia grave che turberà gli ultimi anni della sua vita da sindaco, ma che non gli impedirà l'8 dicembre 1965 di compiere un atto politico molto significativo come quello di andare a ricevere personalmente alla stazione di Bologna il cardinale Lercaro, che tornava nella sua diocesi dopo avere partecipato alle sedute conclusive del Concilio Vaticano II . Questo gesto rappresenterà il suo addio alla città che avverrà formalmente pochi mesi dopo, con la presentazione delle sue dimissioni avvenuta il 4 aprile 1966. Rientrato nell'anonimato il sindaco si spegnerà il 28 dicembre 1974.


Luisa Lama


Le informazioni sulla vita di Giuseppe Dozza sono tratte dal volume:

Luisa Lama, Giuseppe Dozza. Storia di un sindaco comunista, Aliberti, 2007

 

Dozza, Giuseppe è parte dei seguenti Mandati elettorali

  • 1945 (21.4.1945) (Sindaco) vedi
  • 1945 (19.12.1945) (Sindaco) vedi
  • 1946 (24.3.1946) (Sindaco) vedi
  • 1951 (27.5.1951) (Sindaco) vedi
  • 1956 (27.5.1956) (Sindaco) vedi
  • 1960 (6.11.1960) (Sindaco) vedi
  • 1964 (22.11.1964) (Sindaco) vedi
  • 1946 (24.3.1946) (Consigliere) vedi
  • 1951 (27.5.1951) (Consigliere) vedi
  • 1956 (27.5.1956) (Consigliere) vedi
  • 1960 (6.11.1960) (Consigliere) vedi
  • 1964 (22.11.1964) (Consigliere) vedi
  • 1970 (7.6.1970) (Consigliere) vedi

Fatti/Avvenimenti

Elezione del Sindaco e della Giunta

9.4.1946

Il 9 aprile 1946 si riunisce il primo Consiglio comunale dopo le elezioni amministrative del 24 marzo 1946, le prime nel Comune di Bologna dopo il ventennio fascista. Giuseppe Dozza viene eletto sindaco…

Giacomo Donati e Mario Peloni

20.9.1948

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa degli assessori Giacomo Donati e Mario Peloni.

Anselmo Marabini

9.10.1948

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte di Anselmo Marabini, uno dei fondatori insieme ad Andrea Costa del movimento sindacale dei lavoratori e del movimento cooperativo. Il Sindaco ricorda anche…

Guido Deserti e Bartolo Nigrisoli

22.12.1948

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del consigliere Guido Deserti, mentre l'assessore Nino Samaja commemora la morte del prof. Bartolo Nigrisoli .

Enio Gnudi

21.3.1949

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del consigliere comunale socialista Enio Gnudi, eletto sindaco nel 1920.

Giovanni Bertini

30.12.1949

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte dell'onorevole Giovanni Bertini, rappresentante del Partito Popolare.

Giovanni Amedola e Giuseppe Massarenti

22.4.1950

Il sindaco Giuseppe Dozza si associa alla onoranze tributate nel Paese a Giovanni Amendola. Commemora, inoltre, la scomparsa del sindacalista Giuseppe Massarenti.

Ilio Barontini

23.1.1951

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del senatore Ilio Barontini (Dario), figura di spicco della Resistenza ed esponente del Partito Comunista.

Elezione Sindaco e Giunta

19.6.1951

Viene rieletto Sindaco Giuseppe Dozza. Vengono eletti Assessori effettivi: Nino Samaja, Sante Bentini, Paolo Fortunati, Renato Cenerini, Giuseppe Gabelli, Giuseppe Beltrame, Giovanni Bernardi e Leonida…

Giovanni Battista Nasalli Rocca (Arcivescovo di Bologna)

17.3.1952

Il sindaco Giuseppe Dozza ed il consiglio comunale commemorano la scomparsa dell'Arcivescovo di Bologna, il cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano.

Alfredo Dallolio

22.9.1952

Il sindaco Giuseppe Dozza ed il consiglio comunale commemorano la scomparsa del generale e senatore Alfredo Dallolio, fratello del sindaco Alberto Dallolio.

Vittorio Emanuele Orlando, Elena di Savoia

1.12.1952

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Vittorio Emanuele Orlando, mentre il consigliere Giorgio Giorgi Di Vistarino commemora la scomparsa di Elena di Savoia.

Francesco Saverio Nitti

25.2.1953

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Francesco Saverio Nitti, ex Presidente del Consiglio.

Ugo Lenzi

22.4.1953

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa dell'avv. Ugo Lenzi, ex consigliere comunale e Presidente dell'Ordine Forense per la città di Bologna.

Federico Cattelani, Pierpaolo Natali

30.6.1953

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Federico Cattelani, ex presidente dell'Azienda tranviaria Municipalizzata, mentre il consigliere Pietro Crocioni commemora la morte del socialista…

Federico Rendina

6.7.1953

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Federico Rendina, questore di Bologna.

Enea Alberti, Umberto Brizzi

18.9.1953

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Enea Alberti, ex assessore dell'amministrazione Zanardi. Il consigliere Paolo Bentivoglio commemora anche la morte del sindacalista Umberto Brizzi,…

Giorgio Stagni, Ottorino Guidi

12.5.1954

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Giorgio Stagni, Presidente della Cassa di Risparmio di Bologna, del consigliere socialista Ottorino Guidi e dei minatori morti nella tragedia di Ribolla.

Giovanni Crocioni

2.7.1954

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa a Reggio Emilia del prof. Giovanni Crocioni, libero docente dell'Università degli Studi di Bologna e padre del consigliere Pietro Crocioni. Il consiglio…

Ettore Bidone

18.12.1954

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del prof. Ettore Bidone, professore dell'Università di Bologna ed assessore all'Igiene sotto l'Amministrazione Zanardi.

Ruggero Grieco, Rodolfo Morandi

26.7.1955

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa dei senatori Ruggero Grieco e Rodolfo Morandi, eminenti personalità del movimento antifascista e democratico.

Clodoveo Bonazzi

17.9.1955

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del consigliere Clodoveo Bonazzi.

Gennaro Costantini

8.10.1955

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del consigliere comunale Gennaro Costantini.

Renato Tega

9.11.1955

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa dell'on. Renato Tega, socialista e deputato all'Assemblea costituente.

Ezio Vanoni, Giuseppe Macchiavelli

10.2.1956

L'assessore Paolo Fortunati commemora la scomparsa del senatore Ezio Vanoni, mentre il sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte dell'avv. Giuseppe Macchiavelli.

Elezione Sindaco e Giunta

30.6.1956

Viene confermato Sindaco Giuseppe Dozza e vengono eletti Assessori effettivi i signori Gianguido Borghese, Mirella Bartolotti, Athos Bellettini, Giuseppe Beltrame, Dino Bergonzoni, Lanfranco Bugatti,…

Raoul Cappello

2.10.1957

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora l'avv. Raoul Cappello, amministratore dell'Ente Autonomo del Teatro Comunale.

Giuseppe di Vittorio

11.11.1957

Commemorazione dell'on. Giuseppe di Vittorio fatta dal Sindaco Giuseppe Dozza.

Beniamino Gigli

2.12.1957

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora il tenore Beniamino Gigli e comunica al Consiglio l'invio di un telegramma di condoglianze alla famiglia del tenore.

Federico Alzona

13.1.1958

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora il consigliere comunale prof. Federico Alzona.

Augusto Franchi, Francesco Zani

24.3.1958

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora l'ex consigliere comunale Augusto Franchi, mentre il consigliere Leonida Casali commemora il generale Francesco Zani.

Abramo Tomba

30.6.1958

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora il consigliere comunale Abramo Tomba.

Papa Pio XII

11.10.1958

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del pontefice Pio XII (Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli).

Enrico De Nicola, don Luigi Sturzo e Nino Samaja

7.10.1959

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte di Enrico De Nicola, primo presidente della Repubblica italiana, di Don Luigi Sturzo e del prof. Nino Samaja, ex consigliere comunale.

Adone Zoli, Achille Battaglia

22.2.1960

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte del sen. Adone Zoli e del prof. Achille Battaglia.

Antonio Zoccoli, Eugenio Dugoni

14.9.1960

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte dell'avv. Antonio Zoccoli, presidente del Comitato Regionale di Liberazione e il Sindaco della città di Mantova, l'on. Eugenio Dugoni.

Elezione Sindaco e Giunta

7.12.1960

Viene confermato Sindaco l'on. Giuseppe Dozza. Sono eletti assessori effettivi i signori Gianguido Borghese, Delio Bonazzi, Athos Bellettini, Giuseppe Beltrame, Pietro Crocioni, Renato Cenerini, Giuseppe…

Centenario Unità d'Italia

17.4.1961

I Consiglieri si ritrovano presso l'Amministrazione provinciale, dove si concentrano i gonfaloni dei Comuni della Provincia e della Regione. Il corteo attraversa il centro della città diretto…

Edoardo Suriano

17.7.1961

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la morte del maresciallo del Corpo di Pubblica Sicurezza Edoardo Suriano "ucciso da un malvivente". http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/documenti/oggetti/378250/1

Alberto Tomba

28.3.1962

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa dell'ing. Alberto Tomba, direttore dell'Azienda dell'acqua di Bologna.

Ester Capponi

1.2.1963

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Ester Capponi, ex consigliera comunale.

Papa Giovanni XXIII

5.6.1963

Il Consiglio comunale attraverso la voce del Sindaco Giuseppe Dozza, esprime il proprio cordoglio per la morte di papa Giovanni XXIII.

Cino Macrelli

18.9.1963

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa dell'avv. Cino Macrelli, ex assessore comunale della città di Cesena, ex consigliere provinciale e deputato in Parlamento.

Cittadinanza onoraria ad Antonio Segni

21.10.1963

Conferimento della cittadinanza onoraria al Presidente della Repubblica Antonio Segni. Oltre al Presidente della Repubblica sono presenti, insieme a Giunta e Consiglio comunali, il vice presidente sen.…

Ennio Villone

11.11.1963

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del prof. Ennio Villone, presidente della Commissione amministratrice dell'Azienda municipalizzata Acqua e Gas.

Enrico Molè, Antonio Gasbarrini

15.11.1963

Il Sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del senatore Enrico Molè e del prof. Antonio Gasbarrini, docente presso l'Università di Bologna.

Elezione Sindaco e Giunta

6.2.1965

Viene rieletto Sindaco Giuseppe Dozza. Vengono eletti assessori effettivi i signori Gianguido Borghese, Athos Bellettini, Giuseppe Beltrame, Delio Bonazzi, Giuseppe Campos Venuti, Arcangelo Caparrini,…

Winston Churchill

6.2.1965

Il presidente della seduta, Giuseppe Dozza, commemora la scomparsa di Winston Churchill. La seduta viene sospesa per dieci minuti in segno di lutto.

Bruno Deserti

26.5.1965

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa in un tragico incidente sulla pista di Monza del pilota bolognese Bruno Deserti, figlio del consigliere comunale Luigi Deserti, durante le prove per la…

Carlo Felice Bonino

11.10.1965

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del consigliere Carlo Felice Bonino, rappresentante del Movimento Sociale Italiano.

Mario Soldati

27.10.1965

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa di Mario Soldati, appartenente al Partito comunista, eletto consigliere comunale nella lista Due Torri nel mandato 1960-1964, assessore dal 2 marzo al…

Marco Minghetti

28.11.1965

Il Consiglio comunale si riunisce in seduta straordinaria per commemorare Marco Minghetti nel primo Centenario dell'Unificazione Legislativa Italiana. Oltre ai membri del Consiglio sono presenti mon.…

Paolo Bentivoglio, Giovanni Tellerini

28.12.1965

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del presidente nazionale dell'Unione Italiana Ciechi, Paolo Bentivoglio, consigliere comunale per il Partito Socialista Italiano. Il consigliere Amatore…

Lal Bahdur Shastri

21.1.1966

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa del primo ministro indiano Lal Bahdur Shastri, impegnato nel consolidamento della pace in Asia.

Luciano Romagnoli, Benedetto Croce

25.2.1966

Il sindaco Giuseppe Dozza commemora la scomparsa dell'on. Luciano Romagnoli, protagonista della Resistenza nella bassa bolognese, membro del movimento sindacale e democratico italiano. Il consigliere…

Dimissioni del sindaco Giuseppe Dozza ed elezione di Guido Fanti

2.4.1966

Il sindaco Giuseppe Dozza si dimette dalla carica per motivi di salute. Il vice sindaco Gianguido Borghese presiede la seduta nella quale Guido Fanti viene eletto nuovo sindaco. GLI AUSPICI DEL NUOVO…

XXI Anniversario della Liberazione e XX Anniverario della Civica Assemblea

21.4.1966

Il Consiglio si riunisce in seduta straordinaria il 21 aprile 1966 per celebrare solennemente il ventennale delle elezioni amministrative del 24 marzo 1946, le prime dopo il fascismo. Sono presenti alla…

Omaggio a Giuseppe Dozza

27.11.1971

Il consiglio comunale si riunisce in seduta straordinaria per rendere omaggio a Giuseppe Dozza in occasione del suo settantesimo compleanno. Oltre agli assessori ed ai consiglieri sono presenti Mon. Giulio…

Giuseppe Dozza

18.1.1975

Il Consiglio comunale si riunisce in seduta straordinaria solenne per commemorare l'on. Giuseppe Dozza. Oltre ai Consiglieri e alla Giunta sono presenti: la sig.ra Lucetta Dozza Giovannini e i congliunti…

Consiglio straordinario per ricordare la figura del Sindaco Giuseppe Dozza

22.12.1994

Il Consiglio comunale in seduta straordinaria ricorda la figura di Giuseppe Dozza, Sindaco della Liberazione, a vent'anni dalla morte. Intervengono Achille Ardigò, Guido Fanti, Nicola Matteucci, Walter…