Dimissioni del sindaco Giuseppe Dozza ed elezione di Guido Fanti

2 Aprile 1966

Il sindaco Giuseppe Dozza si dimette dalla carica per motivi di salute. Il vice sindaco Gianguido Borghese presiede la seduta nella quale Guido Fanti viene eletto nuovo sindaco.

GLI AUSPICI DEL NUOVO SINDACO DI BOLOGNA E
LA RISPOSTA DEL CARDINALE ARCIVESCOVO


IL MESSAGGIO DEL SINDACO GUIDO FANTI

Nell'assumere l'incarico di Sindaco della città, mi con-senta, Eminenza, di rivolgere a Lei, Capo e Pastore della Chiesa bolognese, il mio deferente saluto e quello dell'amministrazione comunale.
Un clima di civile rispetto ha contrassegnato la vita di Bologna in questi anni, come frutto degli sforzi appassionati di una popolazione per la quale il fermo impegno civile si è accompagnato a sentimenti di libertà ideale e politica.
Nella pace religiosa, che la Costituzione ha sancito, e che è stata voluta unitariamente dalle forze politiche e sociali avanzate uscite dalla Resistenza, mi auguro che possano instaurarsi rapporti sempre più fecondi fra la Chiesa bolognese e la civica amministrazione, consapevoli delle profonde esigenze umane che sorgono dalla gravità e urgenza dei problemi.
Le speranze di pace e di giustizia degli uomini, le esigenze di progresso del nostro tempo, l'obiettivo della salvaguardia della dignità e dell'uguaglianza della persona umana, richiedono un grande impegno di tutti, per costruire una vita non mistificata, ma rispondente ai valori più alti espressi dalla civiltà; a quei valori che nessuna parte può da sola pensare di rappresentare e attuare in modo esclusivo.
Il popolo bolognese, animato nella sua maggioranza da alti ideali di progresso sociale, ha veduto nel Concilio Vaticano II l'invito ad una rinnovata e attiva partecipazione del mondo cattolico alla realizzazione di tali valori; ed in Lei, come ebbe a dirLe il sindaco Dozza, l'autorevole Personalità che ha dato ai lavori conciliari «alto contributo di esperienza, di saggezza e di dottrina».
Da questo riconoscimento traggo motivo a formulare la fiducia che, nella nuova apertura della Chiesa ai problemi del nostro tempo, potrà dispiegarsi un apporto spirituale e civile sempre più ampio dei cattolici alla soluzione dei problemi della comunità bolognese, cui noi intendiamo dedicare tutte le nostre energie ed il più incondizionato impegno.
Alla Eminenza Vostra reverendissima mi è grato in questa occasione porgere il mio ossequio.

GUIDO FANTI
4 aprile 1966


LA LETTERA DI S. EM. IL CARDINALE LERCARO ARCIVESCOVO DI BOLOGNA

Illustrissimo signor Sindaco, La ringrazio molto della Sua lettera; ai sentimenti certo non convenzionali, ma sinceri e responsabili che hanno dettato la Sua gentile comunicazione, vogliono corrispondere, da parte mia, congratulazioni e auguri altrettanto consapevoli e sentiti.
Il Vescovo, infatti, nel ricambiare il saluto del nuovo Capo della Civica Amministrazione, sente di fare un atto di consapevolezza e di responsabilità, religiosa e umana, di fronte alla vicenda storica del nostro tempo, che è sempre più accelerata e impegnativa, sempre più indivisibile in tutti gli ambiti, dalla comunità cittadina alla comunità nazionale, alla stessa comunità universale di tutti gli uomini.
Ella ha voluto richiamare il Concilio Vaticano II. E' al suo spirito che la comunità cattolica bolognese vorrebbe attenersi con generosità piena, perseverante, costruttiva. Come dice sin dalle prime righe la Costituzione Conciliare sulla Chiesa nel mondo contemporaneo: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo; e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi un'eco nel loro cuore... Perciò la Chiesa si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia».
Questa solidarietà della Chiesa all'opera di edificazione e progresso civile vuole essere sempre più, dopo il Concilio, una solidarietà spirituale, religiosa, senza ambizioni e senza confusioni, sempre più pura e disinteressata, sempre più libera e liberante; perciò stesso solidarietà sempre più fedele, pur nell'impegno storico, al nucleo irriducibile della sua vocazione trascendente, come afferma ancora la stessa Costituzione Conciliare: «al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili: esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso, ieri, oggi e nei secoli» e «che è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito».
Guidata da questa ispirazione, la Chiesa bolognese - L'assicuro, signor Sindaco - non troverà difficile nutrire grande rispetto, comprensione spassionata e, nell'ordine che le è proprio, un impegno sincero di concreta operosità costruttiva per uno sviluppo più umano, per una società più giusta, per un costume più nobile ed elevato, per una pace che non sia solo esterno equilibrio di forze, ma frutto di rinnovata armonia interiore in segno di amore.
Con distinti ossequi. Dev.mo

GIACOMO CARDINALE LERCARO
ARCIVESCOVO DI BOLOGNA

Persone

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