Museo Civico Archeologico

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Anfora attica a figure nere

A partire dalla fine del VII secolo a.C., si afferma ad Atene la produzione di vasi decorati a figure nere, a imitazione della contemporanea produzione corinzia. Ben presto però i vasai attici abbandonano i motivi ornamentali geometrici e vegetali per dedicare maggior spazio alle rappresentazioni della figura umana e a temi di ispirazione mitologica; in un breve volgere di tempo questi vasi si impongono non solo sul mercato greco, ma anche lungo le principali rotte marittime del Mediterraneo fino all’Etruria e raggiungendo ad est le rive del Mar Nero.
L'anfora è un bell'esemplare della tipica produzione di Nikosthénes, un vasaio attico attivo tra il terzo venticinquennio e la fine del VI sec. a. C., che avvia una produzione speciale di vasi dalla peculiare sagoma ad imitazione dei recipienti in metallo. Nikosthénes fu ceramista e pittore al tempo stesso e le sue produzioni trovarono grande favore in Etruria, dove sono stati trovati la maggior parte degli esemplari a lui attribuiti.
L'attribuzione dell'anfora a Nikosthénes è certa, grazie alla presenza di un'iscrizione in caratteri greci, visibile all'altezza della prima fascia: "Nikosthénes (mi) fece".

Informazioni aggiuntive

Vaso – 540 - 510 a.C.

L’anfora è un bell’esemplare della tipica produzione di Nikosthénes, un vasaio attico attivo tra il terzo venticinquennio e la fine del VI sec. a. C., che avvia una produzione speciale di vasi dalla peculiare sagoma ad imitazione dei recipienti in metallo. Nikosthénes fu ceramista e pittore al tempo stesso e le sue produzioni trovarono grande favore in Etruria, da dove proviene la maggior parte degli esemplari a lui attribuiti.
La decorazione dell’anfora è suddivisa in fasce che recano per lo più motivi geometrici e vegetali, palmette e fiori di loto; da notare, nella prima fascia, il fregio di animali feroci con preziosi ritocchi in paonazzo e bianco e sulle anse le due figure di Menadi danzanti.
L’attribuzione dell’anfora a Nikosthénes è certa, grazie alla presenza di un’iscrizione in caratteri greci, visibile all'altezza della prima fascia: “Nikosthénes (mi) fece”.

Informazioni
Provenienza: Italia, Lazio, Roma, Cerveteri, Caere
Materiale: Argilla, a figure nere
Dimensioni: Altezza: 32 cm - Diametro massimo: 17.6 cm - Diametro orlo: 12.6 cm
Numero di inventario: MCA-GRE-G_0009
Biografia: Meistersign., p.63,n.40; Heydemann, Heinrich, Mitteilungen aus den Antikensammlungen in Ober- und Mittelitalien. Drittes hallisches Winckelmannsprogram, Halle, 1879, p.59,n.1585; Pellegrini, Giuseppe, Catalogo dei vasi antichi dipinti delle Collezioni Palagi ed Universitaria, Bologna, 1900, p. 28, n. 197, figg. 22-23; Ducati, Pericle, Guida del Museo Civico di Bologna, Bologna, 1923, p.66; 1924, p.322,n.5; Laurinsich, Luciano, Corpus Vasorum Antiquorum, Italia 7, Bologna Museo Civico, Fascicolo 2, in: Corpus Vasorum Antiquorum, Italia, 1926 (dopo il), III H e, tav. 10, 1-6; Beazley, John Davidson, Attic black-figure vase painters, Oxford, 1956, p.218, n. 15; Masterpieces of Greek Art, 1961, tav.15; Pelagio Palagi artista e collezionista, Bologna, 1976, p. 258, n. 203; p. 282 fig. 203; Sassatelli, Giuseppe, Dalla stanza delle Antichità al Museo Civico. Storia della formazione del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1984, p. 203, n. 99; Morigi Govi, Cristiana, Il Museo Civico Archeologico di Bologna (2. ed.), Imola, 1988, p. 165, n. 197; Carpenter, Thomas H., Beazley Addenda (2. ed.), Oxford, 1989, p. 57; Tosto, Vincent, The black-figure pottery signed NIKOSTHENES EPOIESEN, in: Allard Pierson series, 11, Amsterdam, 1999, pls 13.12; 66.12; 91.12.
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