Museo Civico Archeologico

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Cratere a campana apulo a figure rosse

La produzione apula a figure rosse costituisce certamente l’ambito più importante, per numero di attestazioni e continuità artigianale, tra i cinque ambiti della ceramica italiota figurata. Epicentro della produzione è Taranto, città che riveste un ruolo politico preminente nell’area apula e in cui vanno anche situate le più antiche botteghe, a partire dagli ultimi decenni del V sec. a.C. (fase proto-apula, 430-400 a.C.).
Nel corso del primo trentennio del IV secolo a.C. si vengono a creare i principali filoni produttivi, tradizionalmente distinti in due correnti decorative, che fanno riferimento a due livelli produttivi differenti, destinati a distinte tipologie di committenza. A vasi di maggiore impegno tettonico si associa una più complessa decorazione (Ornate Style), mentre una scelta più semplificata dei temi si associa a forme vascolari meno elaborate e di dimensioni modeste (Plain Style). Il secondo filone è tradizionalmente legato alla figura del Pittore di Tarporley, alla cui cerchia appartiene il decoratore di questo bel cratere, in cui è raffigurato Dioniso, in compagnia di un Sileno e di una giovane, nel corso della preparazione del kottabos. Il gioco, effettuato durante il banchetto, consisteva nel colpire, con il vino gettato dalle coppe, un piatto posto in equilibrio su un bastone al centro della sala del banchetto.

Informazioni aggiuntive

Vaso – Primo ventennio del IV sec. a.C.

Corpo ceramico di colore arancio; vernice nera compatta, coprente, lucente. Suddipinture in giallo.
Sul labbro ghirlanda d'alloro sopra un filetto a risparmio. Il campo figurato è delimitato inferiormente da un motivo a meandro triplice, intervallato da quadrati con angoli con croci al centro. Attacchi delle anse a risparmio con baccellatura, sotto ciascuna ansa due palmette sovrapposte, fiancheggiate da girali fogliati.
Lato A: gioco del kottabos in presenza di Dioniso. Al centro una fanciulla nuda mette in bilico sulla sommità del bastone un disco, mentre Dioniso, giovane, imberbe, nudo con il mantello sul braccio sinistro e il tirso nella destra e una fiaccola nella sinistra assiste alla scena. Fra i due, sopra uno a sgabello a tre piedi, un cratere a calice a figure nere. Alle spalle della fanciulla è un satiro nudo, con alti calzari e tenia sul capo; nella destra impugna un tirso, nella sinistra regge una fiaccola accesa. Alla sua gamba destra è appoggiato un tympanon.
Lato B: tre giovani ammantati a colloquio: quallo al centro e auello a destra si appoggiano a bastoni ricurvi. Nel campo tenia con frange e una coppia di halteres.

Informazioni
Provenienza: Provenienza ignota
Materiale: Argilla, a figure rosse
Dimensioni: Altezza: 31.7 cm - Diametro orlo: 36.5 cm
Numero di inventario: MCA-GRE-G_0250
Biografia: Pellegrini, Giuseppe, Catalogo dei vasi antichi dipinti delle Collezioni Palagi ed Universitaria, Bologna, 1900, p. 72, n. 425; Laurenzi, Luciano, Corpus Vasorum Antiquorum, Italia 12, Bologna Museo Civico, Fascicolo 3, in: Corpus Vasorum Antiquorum, Italia, Roma, 1936, IV, Er, tav. 3,5-6.; Pelagio Palagi artista e collezionista, Bologna, 1976, p. 265, n. 228; Cambitoglou, Alexander, The red-figured vases of Apulia. 1. Early and Middle Apulian, Oxford, 1978, n. 4/199, p. 92.
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