IL MONUMENTO DI MONTE SABBIUNO
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Comitato per le onoranze...
ai Caduti di Sabbiuno...



8 • LA MEMORIA E LA COSTITUZIONE
2 Giugno 1973
La costruzione del monumento e l’eredità della Resistenza

 

PRESENTAZIONE
1 • FUNERALI DI PARTIGIANI
2 • DALLA GUERRA ALLA RESISTENZA
3 • DOPO PORTA LAME

4 • ANZOLA DELL’EMILIA, AMOLA DI PIANO
5 • SAN GIOVANNI IN MONTE

6 • SABBIUNO DI PADERNO
7 • IL RITROVAMENTO E IL RICONOSCIMENTO

8 • LA MEMORIA E LA COSTITUZIONE
9. FUCILATI A SABBIUNO

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  Il 2 giugno 1973, ventinove anni dopo le fucilazioni di Sabbiuno e, significativamente, nel ventisettesimo anniversario della proclamazione della Repubblica nata dalla Resistenza, si inaugura il monumento ai caduti di Sabbiuno, realizzato dagli architetti del Gruppo “Città Nuova”: Letizia Gelli Mazzucato, Umberto Maccaferri, Giampaolo Mazzucato (fig. 1 ). L’opera è uno tra i più importanti insiemi monumentali della Resistenza bolognese, e segna il prevalere di uno “spazio celebrativo e anche partecipativo” sul monumento inteso in senso tradizionale. Sabbiuno è divenuto così un suggestivo luogo della memoria.
• Scrive Bruno Zevi, descrivendo il monumento: “…(gli autori) hanno cadenzato il percorso dal casolare al punto dell'eccidio con cinquantatré massi (figg. 2- 4), su ognuno dei quali è inciso il nome di un trucidato, più un cinquantaquattresimo per ricordare i quarantasette caduti ignoti (fig. 3). Poi, un muro curvo di cemento a vista, alto come una spalla, che rappresenta lo schieramento dei soldati tedeschi: dentro le feritoie, ancorate con supporti cromati, mitragliatrici fuse, ricalcate da un modello del tempo, con fari puntiformi innestati dalla parte dello sparo. Il precipitare dei corpi nel calanco è riprodotto da rulli di filo spinato rosso che scendono fino a valle, dove è posata una croce bianca. Null'altro.”
• Come confermano le note di presentazione redatte per l’inaugurazione, è intenzione degli autori realizzare “un’opera collettiva” non chiusa e non finita nel tempo, un “monumento che non è più un monumento”, ossia che “non c’è più”. E che si dilata, nel tempo e nello spazio, al di là delle stragi di partigiani che in quei luoghi si sono realmente consumate (fig. 5).
• In questa prospettiva, il numero dei 100 morti ai quali il monumento è dedicato non può che assumere un valore puramente simbolico.
• Così come fortemente simbolico è il legame, che in questo luogo esplicitamente viene richiamato, tra la memoria delle vittime della Resistenza e la costruzione del tessuto morale e civile che dovrebbe essere alla base della storia repubblicana, come sancito dalla Costituzione.
• Come scriveva Piero Calamandrei solo dieci anni dopo la fine della guerra,
La Costituzione italiana potrà riprendere la sua strada verso una democrazia sempre più piena e diventare una realtà politica, se le nuove generazioni sentiranno il dovere di andare in pellegrinaggio col loro pensiero riconoscente in tutti i luoghi di lotta e di dolore dove i fratelli sono caduti per restituire a tutti i cittadini italiani dignità e libertà. Nelle montagne della guerra partigiana, nelle carceri dove furono torturati, nei campi di concentramento dove furono impiccati, nei deserti e nelle steppe dove caddero combattendo, ovunque un italiano ha sofferto e versato il suo sangue per colpa del fascismo, ivi è nata la nostra Costituzione. (…), essa può diventare per le nuove generazioni, che saranno il ceto dirigente di domani, il testamento spirituale di centomila morti, che indicano ai vivi i doveri dell’avvenire”.
( P.Calamandrei, “Questa nostra Costituzione”, Bompiani 1995)
   
1.  

Progetto del monumento (prospetto)

   
 
2.   La fila dei massi con il casolare sullo sfondo
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3.   Il masso che ricorda i caduti “senza nome”
     

 

 

 

 

 

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Informazioni per la realizzazione di percorsi didattici: Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri E-R tel. 051 3397211
 
SACRARIO AI CADUTI DELLA RESISTENZA NEL PARCO COLLINARE