IL MONUMENTO DI MONTE SABBIUNO
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Comitato per le onoranze...
ai Caduti di Sabbiuno...



4 • ANZOLA DELL’EMILIA,
AMOLA DI PIANO

Dicembre 1944
Le delazioni e i rastrellamenti

 

PRESENTAZIONE
1 • FUNERALI DI PARTIGIANI
2 • DALLA GUERRA ALLA RESISTENZA
3 • DOPO PORTA LAME

4 • ANZOLA DELL’EMILIA, AMOLA DI PIANO
5 • SAN GIOVANNI IN MONTE

6 • SABBIUNO DI PADERNO
7 • IL RITROVAMENTO E IL RICONOSCIMENTO

8 • LA MEMORIA E LA COSTITUZIONE
9. FUCILATI A SABBIUNO
.
  • Dopo le battaglie combattute in città contro tedeschi e fascisti, molti partigiani si disperdono, tornando alla basi dalle quali erano partiti, nelle campagne che circondano Bologna. Gli uomini della 63^ “Bolero”, ad esempio, che avevano già subito la distruzione del loro comando a Casteldebole, riparano nelle campagne di Calderara di Reno e di San Giovanni in Persiceto, così come tornano nelle basi dell’anzolese oltre sessanta gappisti del distaccamento “Tarzan”, protagonisti della battaglia di Porta Lame.
• Il radicamento della lotta di liberazione in queste zone agricole è testimoniato dalla scelta di molte famiglie coloniche di offrire basi d’appoggio logistiche e strategiche al movimento partigiano: tra Anzola, Calderara e le frazioni meridionali di San Giovanni le basi di questo tipo sono oltre sessanta. Ma, pur se galvanizzati dall’esito vittorioso delle battaglie bolognesi, i partigiani sono anche in campagna “visibili” e vulnerabili come mai lo erano stati.
• All’alba del 5 dicembre 1944 tedeschi e fascisti danno il via ad un ampio rastrellamento
(fig. 1) a nord-est di Bologna, tra Anzola, Calderara di Reno e Amola di piano.
• In particolare ad Anzola sono guidati dalle precise indicazioni di un delatore (nelle figg. 2 -3 i compensi per le delazioni) infiltrato nella 7^ GAP, Ugo Lambertini, un ex repubblichino di appena sedici anni, e di due tedeschi che avevano combattuto, dopo avere disertato, con i partigiani della zona (di questi due si conoscono solo i nomi di battesimo, Hans e Fred); entrano nelle case coloniche, le perquisiscono, portano via gli uomini e i ragazzi e li ammassano, in un centinaio, nelle scuole comunali. In qualche caso bruciano le abitazioni, in altre si limitano a razziare denaro, animali, frumento.
• Molti partigiani sono catturati, alcuni nelle case coloniche che hanno offerto
loro rifugio, altri nelle loro abitazioni: in qualche caso, non trovando il “ribelle” ricercato, si arresta il padre, o qualche altro parente. Il rastrellamento anzolese
è talmente devastante che mette fuori causa, per diverse settimane, l’organizzazione
della resistenza in quella zona: tra le “prede” più importanti cade nella rete
anche “GingillinoDrusiani, catturato tra Ponte Samoggia e Calcara.
Contemporaneamente i nazi-fascisti compiono un’altra retata che ha come base Amola di Piano, alla caccia degli uomini del battaglione “Marzocchi”. Rastrellano circa 250 persone, che vengono concentrate prima nel forno, poi nella sagrestia, infine nel teatro di Sant’Agata.
• Ancora una volta, grazie alle indicazioni di Lambertini, di Hans e di Fred, i tedeschi vanno a colpo sicuro, ma rastrellano anche la gente che passa sulla Persicetana
in direzione del capoluogo: il 5 dicembre è un mercoledì, giorno di mercato.
Anche qui il danno all’organizzazione è enorme: sono una sessantina i partigiani arrestati, tra i quali otto donne. Anche nel Persicetano, come ad Anzola, i nazifascisti saccheggiano, e in qualche caso bruciano, le case dei rastrellati.
   
1.  

Battaglie, eccidi e rastrellamenti

  (autunno - inverno 1944)
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2.   Manifesto del Comando supremo germanico
 
con i compensi per i delatori
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      3.   Articolo da “Il Resto del Carlino”, 17 Novembre 1944  
         
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Informazioni per la realizzazione di percorsi didattici: Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri E-R tel. 051 3397211
 
SACRARIO AI CADUTI DELLA RESISTENZA NEL PARCO COLLINARE