IL MONUMENTO DI MONTE SABBIUNO
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Comitato per le onoranze...
ai Caduti di Sabbiuno...



7 • IL RITROVAMENTO
E IL RICONOSCIMENTO

Agosto 1945
La scoperta delle fosse comuni e l’identificazione dei caduti

 

PRESENTAZIONE
1 • FUNERALI DI PARTIGIANI
2 • DALLA GUERRA ALLA RESISTENZA
3 • DOPO PORTA LAME

4 • ANZOLA DELL’EMILIA, AMOLA DI PIANO
5 • SAN GIOVANNI IN MONTE

6 • SABBIUNO DI PADERNO
7 • IL RITROVAMENTO E IL RICONOSCIMENTO

8 • LA MEMORIA E LA COSTITUZIONE
9. FUCILATI A SABBIUNO

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  Il 21 Aprile 1945 Bologna è liberata, e nei mesi successivi, mentre si ricostruiscono gradualmente condizioni civili di esistenza, vengono alla luce le grandi stragi che hanno caratterizzato l’ultima fase della guerra.
• Tornano dalla Germania anche alcuni deportati sopravvissuti, e tra loro anche
Bruno Tura, che era stato rinchiuso in un campo di concentramento dopo l’arresto del 14 dicembre: “Vladimiro” racconta quello che ha visto a Sabbiuno prima dell’arresto, e la notizia comincia a circolare.
• Il 3 agosto Tura sale ai calanchi assieme ad un cronista del “Giornale dell’Emilia” e ad un fotografo: così il quotidiano bolognese può documentare il ritrovamento di decine di cadaveri in avanzato stato di decomposizione (figg. 1 - 2)
• I corpi dei fucilati, fatti rotolare nel ripido e profondo calanco, erano stati trascinati
verso il basso dalla naturale erosione invernale e primaverile del terreno argilloso, ed erano rimasti nascosti alla vista per quasi otto mesi. Le salme sono rinvenute in parte ammucchiate lungo il calanco, in parte isolate: è probabile, quindi, che Sabbiuno sia stato luogo abituale di esecuzioni sommarie, almeno fino al febbraio del 1945, quando si preferisce, per le fucilazioni, San Ruffillo.
• Comicia l’esumazione ed lo straziante pellegrinaggio ai calanchi dei parenti e degli amici dei partigiani scomparsi, per il riconoscimento: padri, madri, fratelli e sorelle cercano di individuare il proprio caro scomparso dai vestiti, da una cintura, da un paio di scarpe.
• Entro l’8 di agosto vengono composte e registrate 47 salme riconosciute e 8 sconosciute: dei primi fucilati del 14 dicembre si è già detto che era circolato, pochi giorni dopo l’esecuzione, un elenco in un manifesto cittadino. Ora è possibile dare un nome anche molti di quelli che furono giustiziati a Sabbiuno il 23 dicembre e nelle settimane successive.
• Per molti resti umani la ricomposizione ed il riconoscimento è impossibile: è per questo motivo che, quando verrà edificato il monumento, nel 1973, la cifra dei caduti verrà simbolicamente elevata a 100.
• La composizione della lista definitiva dei nomi accertati è un lavoro complesso, data l’incongruenza delle informazioni: nella lapide del monumento compaiono 53 nomi, ma in quell’elenco figurano 4 partigiani che, in seguito, saranno riconosciuti tra i fucilati a San Ruffillo, a riprova di quanto sia intricato il rapporto tra le stragi bolognesi nell’inverno-primavera 1944/45.
• Tolti quei quattro caduti, rettificati alcuni dati anagrafici, aggiunti i nomi di nove fucilati emersi grazie alle ricerche successive, ed in particolare a quella svolta da Alberto Preti nel volume realizzato per il cinquantenario dell’eccidio, l’elenco, non “definitivo”, ma quantomeno aggiornato, riporta i 58 nomi che sono stati riprodotti sulle colonne di questa sala.
   
1.  

Alcuni dei corpi ricomposti

   
 
2.   Articolo del “Giornale dell’Emilia” del 4 Agosto 1945
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3.   Particolare del “muro della memoria” di palazzo
    D’Accursio in piazza Nettuno. Nato spontaneamente dalla deposizione di “santini” e fiori da parte delle madri dei partigiani uccisi, si è poi trasformato nell’attuale sacrario dei Caduti della Resistenza

 

 

 

 

 

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Informazioni per la realizzazione di percorsi didattici: Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri E-R tel. 051 3397211
 
SACRARIO AI CADUTI DELLA RESISTENZA NEL PARCO COLLINARE