IL MONUMENTO DI MONTE SABBIUNO
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  IL PARCO DEI CALANCHI DI SABBIUNO
ASPETTI AMBIENTALI

(Testo tratto da un articolo della Fondazione Villa Ghigi pubblicato su un inserto di Repubblica)

l parco collinare di Sabbiuno, nel quartiere Santo Stefano, è situato all'estremità meridionale del territorio bolognese, a circa 9 km dal centro cittadino.
Si estende per una quindicina di ettari sul crinale tra Reno e Savena, a 300 m di altitudine, e per la sua posizione dominante offre ampie vedute panoramiche sulle due vallate.
Lo scenario del parco, sorto a partire dal ’74 è costituito da un impressionante an- fiteatro di calanchi che si apre a formare la testata di valle del rio dei Rii. Accanto a quest'area piuttosto selvaggia e non praticabile il parco comprende, oltre la via di Sabbiuno, una parte a prato con siepi, boschetti e filari alberati di recente impianto.

LA GEOLOGIA
L'area del parco è situata su una dorsale di argille di colore grigio uniforme, messe in luce dalla erosione nelle balze calanchive che scendono verso il Reno. L'origine di queste argille è marina, legata alla presenza di un profondo golfo che nel corso di tutto il Pliocene (da 5 a 2 milioni di anni fa circa) si estendeva, a sud del vasto bacino padano, nelle zone oggi comprese tra Reno e Idice.


 
 


In questo bacino intrappenninico il mare avanzò per due volte sopra i rilievi dell’Appennino che si era da poco sollevato, dando vita a due cicli di sedimentazione, separati da una fase di ritiro del mare, durante i quali si depositarono oltre 1000 m di sedimenti. Subito a sud, verso Pieve del Pino, si può osservare un fronte di dirupi, la cui sommità è formata da strati arenacei facilmente riconoscibili per il colore giallastro, che scende dal Monte Sammorrè sino al rio i Prati. Lungo queste pareti si trova il passaggio tra le argille del Pliocene inferiore e gli strati arenacei del Pliocene superiore.
Questi ultimi sono i depositi di antichi apparati deltizi che si sedimentarono durante la seconda ingressione marina; gli strati sabbiosi si chiudono a lente verso nord, in direzione del mare aperto, mentre nella direzione opposta proseguono acquisendo sempre maggiore spessore sino a formare le alte pareti del Contrafforte Pliocenico, dove le arenarie rappresentano i sedimenti di antiche spiagge.

 

Le argille del Pliocene inferiore, su cui si sono approfonditi i calanchi di Sabbiuno, si accumularono, invece, durante il primo ciclo di sedimentazione, su fondali marini piuttosto profondi (tra 200 e 500 m) e raggiungono quasi i 500 m di spessore. Queste argille sono a tratti molto fossilifere; nella zona del parco, tra i calanchi, sono abbondanti i gusci di gasteropodi del genere Natica e quelli di scafopodi del genere Dentalium.
L'estrema erodibilità e impermeabilità delle argille favorisce la formazione di aree calanchive. Il processo di erosione si esplica soprattutto attraverso lo scorrimento delle acque lungo le linee di massima pendenza, dando vita a numerosi rivoli e rii confluenti che disegnano bacini idrografici in miniatura. Non tutti i versanti argillosi, però, sono calanchivi. Lo stesso crinale di Sabbiuno, che sul versante più ripido è movimentato da spettacolari solchi e creste, dall’altro lato scende con un dolce pendio sul quale si estendono prati e coltivi. Alla formazio-ne dei calanchi, infatti, insieme all’erodibilità dell’argilla, concorro-no altri fattori: la pendenza dei versanti, la giacitura degli strati rispetto al pendio, l’esposizione e la presenza di copertura vegetale. Il calanco è spesso anche una conseguenza di pratiche silvicolturali, agricole e di pascolo su pendii argillosi instabili, che hanno impoverito il manto vegetale originario e innescato il fenomeno erosivo.(Continua)


 

 

 

 

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SACRARIO AI CADUTI DELLA RESISTENZA NEL PARCO COLLINARE