LETTURE, LETTRICI, LETTORI

Il secondo racconto di questa rubrica parte da alcuni interrogativi sorti nel corso del percorso di formazione sulla documentazione educativa promosso dal Centro RiEsco presso alcuni nidi e scuole dell’infanzia comunali. 

Quale contributo può dare la documentazione nella comprensione delle pratiche educative? Quali strumenti di analisi e riflessione può attivare nel gruppo di lavoro? Come può accompagnare e sostenere consapevolezza e intenzionalità nell’agire quotidiano?

A partire da queste domande, il gruppo di lavoro di un nido d’infanzia comunale ha iniziato a riflettere e indagare il momento della lettura e in particolare le abitudini e le modalità che connotano questo rituale all’interno del loro servizio.

Vi è mai capitato di vedere in un nido un’educatrice che legge? Il momento della lettura è un rituale ampiamente codificato all’interno dei servizi 06, definito da gesti e abitudini che si ripetono ogni giorno. Può precedere il momento del pasto o seguire quello del risveglio, in alcuni casi può scandire un momento di passaggio o un momento di attesa. Il più delle volte a bambini e bambine è richiesto di sedersi in semicerchio davanti all’educatrice che legge, tenendo il libro in alto rivolto verso di loro perché possano vederne le figure.

Raramente momenti così consolidati e abitudinari diventano oggetto di osservazione ma quando questo accade possono innescarsi interessanti processi di riflessione e cambiamento. È accaduto ad esempio al gruppo di educatrici del nido che sollecitate dalla formazione sulla documentazione hanno deciso di interrogare il momento della lettura. Attraverso la fotografia hanno iniziato ad osservare, mappare e documentare i modi in cui bambini e bambine partecipano a questo momento. L’attenzione si è soffermata in particolare sulle tante e diverse posture che assumono mentre ascoltano: chi sdraiato a pancia in giù sul pavimento, chi in piedi il più vicino possibile all’adulto, chi a carponi, chi apparentemente distratto con lo sguardo rivolto altrove, chi alla ricerca di un contatto fisico. Il primo grande cambiamento ha riguardato proprio il significato attribuito a queste diverse posture: da comportamenti che trasgrediscono l’indicazione di ascoltare con attenzione stando seduti a modalità personali di ascolto. Da questo punto di vista, è stato possibile mettere in evidenza e valorizzare i tanti e diversi  modi con cui bambine e bambine prendono parte a questo rituale. Ascoltare implica un coinvolgimento dell’intero corpo, un ascolto incarnato, un processo di immedesimazione nelle azioni e nelle situazioni descritte e narrate che si concretizza anche in e attraverso la mediazione del corpo. Dalle posture del gruppo di bambini e bambine, lo sguardo si è poi spostato successivamente anche sulle posture scelte in modo più o meno intenzionale dalle educatrici che hanno iniziato ad osservarsi e a riflettere sulle modalità di proporre i libri e la lettura sia a livello individuale che come gruppo di lavoro.

In una sorta di circolo virtuoso, osservare le modalità di partecipazione attivate da bambine e bambini ha parallelamente stimolato le educatrici a considerare tali modalità come possibili e ad accogliere più che a contenerle. Un’apertura verso il possibile. Un orientamento ai bambini e alle bambine che ha implicato un importante e virtuoso processo di cambiamento.

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