F.A.Q. Protezione Civile

Emergenza

 

Cos'è un piano comunale di protezione civile?
E' un documento che descrive l'insieme delle procedure operative di intervento necessarie a fronteggiare qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio. Il Piano comunale di Protezione Civile è uno strumento di prevenzione che viene adottato dal Comune per dirigere e coordinare le attività necessarie per il contrasto delle emergenze, nell'interesse dei cittadini. Permette al Sindaco (Autorità Comunale di Protezione Civile) di predisporre e coordinare le azioni indispensabili alla la tutela della popolazione e dei beni in un'area a rischio. In caso di pericolo consente di seguire l'evoluzione dell'accadimento assicurando una risposta immediata ed efficace, assistendo la popolazione e fornendo le informazioni ed i comportamenti da adottare nelle situazioni di pericolo, favorendo un migliore funzionamento della macchina dei soccorsi. Vedi anche "Cosa fare in caso di emergenza"

Dove si possono consultare le ultime allerte di protezione civile?
Ogni giorno, l'Agenzia Regionale di Protezione Civile, unitamente al servizio Idro Meteo Clima dell'Arpa ed al Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione Emilia-Romagna, valutano le condizioni atmosferiche. Tale valutazione si completa, in base agli effetti, con la predisposizione di bollettini di criticità idrogeologica e, se del caso, con appropriati avvisi che si possono trasformare in allerte. Le allerte possono essere di tre tipologie: “fase di attenzione” (di livello 1 o livello 2), “fase di preallarme” e da ultimo, quando il pericolo è grave con possibili ripercussioni per i beni e la popolazione, “fase di allarme”. Le allerte sono consultabili nel sito dell’Agenzia Regionale Protezione Civile , nella sezione “Allerte e avvisi di protezione civile” e nel sito dell'Arpa.

E' possibile fornire dati sui risparmi che si possono ottenere, sia in termini di vite umane che sotto il profilo economico, da interventi di prevenzione rispetto a eventi metereologici importanti ?
La valutazione preventiva dei danni potenzialmente riconducibili ad un evento metereologico estremo è complessa perchè legata non solo all'intensità dell'evento, ma anche alle sue caratteristiche ed alla sua localizzazione. Inoltre è importante mettere a confronto i costi con cui vengono quantificati i danni con i costi che sarebbero necessari per la prevenzione di questi danni.
Da questo confronto, nei casi in cui è stato effettuato, emerge chiaramente il vantaggio economico di interventi di prevenzione rispetto ai costi dei rimedi da applicare successivamente . Sul tema è disponibile molta letteratura di carattere scientifico . Si segnala in particolare il documento relativo allo studio di APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) e CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici).

Perché non fare prevenzione e corsi di protezione civile nelle scuole? Perché non tutti gli istituti pubblicano i loro piani emergenza?
La Protezione Civile partecipa a iniziative sul tema della sicurezza e della prevenzione e a progetti anche d'intesa con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Fornisce consulenza anche in materia di rischi naturali ed antropici che interessano il mondo scolastico e ha realizzato un manuale, destinato agli operatori scolastici, che fornisce istruzioni sul comportamento da tenere in situazioni di pericolo (es. incendio, terremoto, allarme bomba, ecc..). In collaborazione poi con un'Associazione di volontariato, per stimolare e diffondere la cultura della protezione civile, ha effettuato numerose esercitazioni di evacuazioni di edifici scolastici.

E' possibile pensare di promuovere (a livello nazionale o regionale) una giornata "Io non rischio" in tutte le scuole, per creare un evento diffuso con attenzione specifica sui rischi e sulle buone pratiche?
E' possibile, specie se rapportato a livello metropolitano e regionale, previe intese con il Dipartimento e l'Agenzia Regionale di Protezione Civile, oltre agli Enti Locali che verrebbero coinvolti.

Come coinvolgere le aziende per promuovere il piano di protezione civile in merito ai comportamenti da adottare in caso di emergenza? Esiste una normativa al riguardo?
Si sta valutando l'opportunità di eventuali sponsorizzazioni con aziende operanti in ambiti connessi con l'attività di protezione civile, cercando di indirizzare il loro interesse proprio sul volontariato. Queste attività verranno svolte ovviamente nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di contratti e trasparenza.

Sono un'impresa: come faccio a entrare in contatto con gli Enti per informare sugli strumenti ad oggi sviluppati?
Contattandoli direttamente.
Protezione Civile: protezionecivile@comune.bologna.it oppure scrivendo al Protocollo Generale del Comune di Bologna: protocollogenerale@pec.comune.bologna.it

Come si fa a valutare l'impatto positivo delle allerte per rischio calore sul sistema sanitario e sociale? Quali indicatori sono stati utilizzati?
Nel periodo 15 maggio - 15 settembre vengono monitorati giornalmente dall’Unità Operativa Epidemiologia, Promozione della salute e Comunicazione del rischio dell’AUSL di Bologna i decessi avvenuti nel Comune di Bologna, le chiamate al 118 e gli accessi al pronto soccorso dell’Azienda USL di Bologna e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria S.Orsola-Malpighi. Le informazioni di natura meteorologica derivano da ARPA-Servizio IdroMeteoClimatico e dal Dipartimento della Protezione Civile - Centro di Competenza Nazionale Prevenzione degli effetti del Caldo sulla Salute. I dati relativi ai decessi provengono dall’Ufficio Stato Civile del Comune di Bologna, mentre i dati sanitari (accessi al Pronto Soccorso e interventi del 118) sono rilevati dalle banche dati sanitarie. La valutazione si basa sul confronto fra il valore osservato (giornaliero e dell’intero periodo di ondata, come definito dal sistema previsionale di ARPA e Protezione Civile) con quello atteso calcolato sullo storico come valore medio di periodo (anni 1993-2014 per i dati di decesso, anni 2008-2014 per i dati di accesso al PS e anni 2003-2014 per le chiamate al 118). Per valutare se la differenza fra il valore osservato e quello atteso è statisticamente significativa, si applicano test statistici (test zeta). Nell’analisi della mortalità si tiene conto del fatto che gli eventi si manifestano con una latenza (lag) di 24 ore dall’inizio dell’ondata e di 48 ore dalla fine della stessa. Le analisi vengono effettuate sull’intera popolazione e sono orientate in modo specifico verso la popolazione di età superiore ai 65 anni, con una particolare attenzione agli ultra 75enni.A fine periodo viene anche effettuato il confronto dell’intero periodo 15 maggio -15 settembre con i dati storici e vengono confrontati per l’anno in esame gli stessi eventi sanitari (decessi, accessi al PS e chiamate al 118) durante l’ondata e fuori ondata. Valutazioni di efficacia vengono inoltre fatti a livello nazionale dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio come Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile.

Perché la donna è considerata un soggetto fragile nel caso delle ondate di calore?
Numerosi studi hanno dimostrato che il genere femminile, nella classe di età al di sopra dei 75 anni, ha un maggior rischio di mortalità durante le ondate di calore. Un aumento di  rischio è legato anche alla condizione di stato civile senza  coniuge. Le donne nella classe di età over 75 sono più rappresentate e hanno maggior probabilità di vivere sole e di avere più patologie. Infatti  la povertà di rete familiare amplifica gli effetti della suscettibilità clinica e funzionale.

Cos'è il tempo di ritorno di un'alluvione?
Il tempo di ritorno di un evento naturale è una modalità di definire la sua probabilità di accadimento. Tra probabilità e tempo di ritorno esiste infatti una corrispondenza data da una relazione matematica ben definita. La definizione corretta è: "il tempo in cui un evento di assegnata intensità (o portata) viene immediatamente uguagliato o superato una sola volta".

Bologna é a rischio inondazione? I corsi d'acqua sotterranei possono rappresentare un pericolo per la città?
Da un punto di vista del rischio idraulico Bologna non è certamente nelle stesse condizioni di gravità che presenta ad esempio una città come Genova. Questo per esempio per una serie di ragioni sia di natura strettamente meteorologica sia di posizionamento territoriale. Certamente però a Bologna è presente il rischio connesso all'inondazione dei piccoli rii e torrenti del reticolo secondario che scendendo dalla collina vengono poi fatti confluire in tubazioni sotterranee. In certi casi, anche precipitazioni non eccezionali ma improvvise e intense, possono determinare delle piene locali tali da creare situazioni di pericolosità che mettono a rischio i territori circostanti e gli esposti presenti. Vi sono poi certamente anche le condizioni di rischio associate alle piene del fiume Reno che possono arrecare problemi nella vicina Casalecchio.

Perchè non utilizzare i volontari per la pulizia delle rive dei fiumi?
La pulizia delle rive è un operazione complessa e da fare con mezzi specifici che non sono in dotazione alla Protezione Civile. La pulizia è compito degli Enti preposti e dei privati dove responsabili in quanto frontisti su zone che sono di loro competenza. L'attività di prevenzione dei volontari di protezione civile consiste nel monitoraggio e nella segnalazione delle situazioni critiche in maniera da potere poi organizzare gli interventi necessari.

 

Come e a chi segnalare ostruzioni di tombini e canali che possono essere pericolose?
La segnalazione deve essere fatta immediatamente o alla Centrale Operativa della Polizia Municipale che si impegna ad inoltrare la richiesta di intervento a chi di competenza mentre esclusivamente per i tombini e le caditoie si può chiamare direttamente il Pronto Intervento Acqua di Hera al numero 800.713.900.

Come faccio a diventare volontario di protezione civile del Comune di Bologna?
La figura del volontario di protezione civile del Comune di Bologna non esiste ma è prevista quella all'interno di una delle Associazioni di volontariato, parte della Consulta provinciale di Volontariato di Protezione Civile  che opera congiuntamente con l'Agenzia di Protezione Civile della Regione Emilia Romagna. Per diventare volontario bisogna rivolgersi pertanto ad una Associazione ed iscriversi secondo le modalità previste. L'elenco è presente sul portale della Consulta all'indirizzo: www.protezionecivile.bo.it nella sezione associazioni.

Qual è l'età minima per entrare nel gruppo comunale di Protezione Civile?
A Bologna non esiste il gruppo comunale di Protezione Civile. In ogni caso l'età minima “consigliata”, visto che non è normata, è di essere maggiorenni, questo perchè ci si trova ad operare anche in contesti extraterritoriali, in orari notturni ed in situazioni particolari.

Presentata l'apposita richiesta di volontario, posso operare immediatamente?
No, non si opera immediatamente dato che gli scenari nei quali si interviene sono oggetto di rischi che vanno ridotti con apposita formazione per lavorare in sicurezza e in squadra. Anche se motivati da spirito di aiuto verso gli altri, la professionalità dei volontari va raggiunta mediante una formazione e addestramento specifico.

Un volontario di Protezione Civile é assicurato?
Si, il volontario è assicurato tramite l'organizzazione alla quale appartiene; l'assicurazione è obbligatoria e prevista dalla legge vigente.

Il volontario di Protezione Civile riceve compensi per il servizio prestato?
No assolutamente. Lo stabilisce la Legge Quadro sul volontariato: “l'attività deve essere prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l'organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro ma solo per fini di solidarietà”. Anche il Regolamento Regionale sul volontariato di Protezione Civile ribadisce la gratuità del servizio prestato.

Come si sostiene una organizzazione di volontariato di Protezione Civile?
Si sostiene attraverso convenzioni con i Comuni di appartenenza, con il cinque per mille, attraverso contributi di privati a sostegno di quell'organizzazione e/o mediante l'impegno dei singoli soci. E' importante, soprattutto in questo particolare momento aiutare il volontariato di Protezione Civile per i costi che si trova ad affrontare: divise, mantenimento mezzi, gestione sedi, ecc...

Ho conseguito specializzazioni con un'associazione diversa da quella in cui sono iscritto oggi. Mantengo le competenze acquisite o devo ripetere il percorso?
Bisogna valutare la singola specializzazione, al fine di capire come è stata acquisita e se vi sono tutti i presupposti affinchè sia validata nel contesto di Protezione Civile. La prima condizione per operare è infatti il corso Base di Protezione Civile che viene fatto a seguito di un periodo di valutazione anche da parte dell'associazione alla quale poi si aderisce. Il corso è organizzato dalla Consulta per le associazioni aderenti.

 

 

 

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