Servizi per l’inclusione sociale

Asse 3

La città di Bologna si ritrova, come tante altre città europee, ad affrontare le conseguenze di una lunga crisi socio-economica che investe un’ampia fascia della popolazione. A fianco delle fragilità già note al sistema dei servizi, emergono nuove forme di povertà e di esclusione sociale: fenomeni di calo occupazionale, di riduzione quali-quantitativa dei consumi, condizioni di deprivazione materiale. Nel contempo, la geografia del disagio è variata, con un’estensione dal territorio cittadino ad ampie zone dell’area metropolitana.

La vastità e l’interconnessione delle componenti essenziali del disagio richiede oggi di costruire una strategia in grado di accrescere il grado di coesione sociale tra gli abitanti della città. Uno degli approcci più qualificanti e innovativi che il Comune di Bologna ha adottato e intende perseguire nei prossimi anni è quello del welfare community: considerare i singoli cittadini e le loro aggregazioni sociali non solo come potenziali beneficiari dei servizi ma come risorse della comunità locale.

Particolare attenzione è rivolta anche ai giovani grazie al progetto per il rilancio dell’educazione tecnica che prevede una più diffusa e stretta collaborazione tra scuola, impresa e pubblica amministrazione per favorire l’allineamento tra domanda e offerta di lavoro, l’ampliamento delle competenze e il rafforzamento dello spirito imprenditoriale nelle giovani generazioni. Infine, in un’ottica di innovazione sociale, si collocano i progetti che utilizzino la cultura, declinata nei suoi differenti linguaggi, quali il teatro, i musei, la lettura, come leva di integrazione, inclusione e partecipazione. Attraverso progetti di welfare culturale vengono promossi progetti volti anche all’occupabilità dei ragazzi coinvolti, in coerenza con il Patto Insieme per il Lavoro, siglato tra Arcidiocesi e Comune per creare condizioni favorevoli all’inserimento nel mercato del lavoro delle persone più fragili.

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