Selezione di cortometraggi (54'). Dai anni 6 in su
Il festival francese Ciné-Jeune propone una speciale selezione di corti animati realizzati da giovani autori provenienti da tutta l'Europa, tutti senza dialoghi ma con accompagnamento musicale. In Forward, March! Una banda militare attraversa Londra, ma un piccolo mostro si unisce alla marcia. Kippik racconta dello strano incontro tra un riccio e una castagna, mentre in Rabbit and Deer l'idillio in cui vivono il cervo e il coniglio e messo a dura prova dall'irruzione della terza dimensione. In collaborazione con ECFA (European Children's Film Association) Animazione.
(Minuscule - La vallee des fourmis perdues, Francia- Belgio/2014) di Hélene Giraud e Thomas Szabo (89')
Dopo lo straordinario successo dell'omonima serie televisiva, approdano sul grande schermo le avventure della coccinella dispettosa, del ragno spilungone, di mosche, zanzare e tanti altri insetti. Vedremo il mondo microscopico che si estende tra la terra e l'erba come attraverso una magica lente d'ingrandimento, dal punto di vista dei suoi piccoli abitanti. Un viaggio sorprendente, fatto di peripezie e voli spericolati, alla scoperta di minuscole meraviglie.
Animazione. Dai 6 anni in su
(USA/2009) di Mary Wharton (85')
In occasione del concerto al Teatro Manzoni di Bologna, un ritratto della folk singer che con la sua voce cristallina ha accompagnato decenni di lotte e proteste negli Stati Uniti. Ha intonato We Shall Overcome alla marcia su Washington, cantato contro la guerra, contro la pena di morte. E stata l''usignolo' di Woodstock. Attraverso rare immagini di repertorio e interviste, tra gli altri a Bob Dylan, David Crosby, al reverendo Jesse James, il documentario ripercorre vita privata e carriera di una cantautrice per cui musica e impegno sociale sono sempre stati una cosa sola.
(Italia/2013) di Dagmawi Yimer (55')
Le storie, la vita quotidiana, le emozioni di quattro senegalesi vittime di odio razziale (tre scampati alla strage al mercato fiorentino di San Lorenzo nel 2011, un altro accoltellato a Milano) e il loro faticoso tentativo di rinascita. "Cosa vuol dire essere un immigrato oggi? In Italia quelli come me che hanno avuto la fortuna di arrivare a destinazione non sono benvenuti. Non c'è uno spazio ufficiale per loro nella società e quindi non hanno altra scelta se non vivere negli interstizi, [...] in un contesto ostile, condizionato da un'informazione superficiale che li riduce a puri numeri e alimenta populismo e strumentalizzazioni razziste" (Dagmawi Yimer). (ac)
Introducono Laity Fall e Mamadou Fall, Takku Ligey Théâtre (Senegal)
Nell'ambito di 'La misura del teatro', rassegna in collaborazione con Laminarie/DOM la cupola del Pilastro
(USA/2010) di Frederick Wiseman (91')
Lord Gym's, una palestra di Austin, Texas, fondata dall'ex pugile professionista Richard Lord, e per Wiseman un microcosmo rappresentativo della societa americana, un amalgama di uomini, donne, vecchi e bambini di ogni razza e classe sociale. Un luogo in cui ci si scontra sul ring, ma dove le persone soprattutto s'incontrano. "'Bisogna solo prendere il ritmo' spiega un habitué della palestra a un nuovo arrivato [...]. Ed e particolarmente facile essere trascinati dal ritmo del film perché Wiseman rifugge da commenti over, interviste, immagini di repertorio, e da simili espedienti convenzionali e spesso superflui" (The New York Times).
Introduce Enrico Ghezzi
(Italia-Francia/1971) di Giuliano Montaldo (111')
Arde di sdegno sotto la compostezza formale la ricostruzione di Montaldo del processo a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Merito anche di Gian Maria Volonté e Roberto Cucciolla, che perfettamente incarnano i due anarchici emigrati italiani ingiustamente accusati di omicidio e condannati a morte nell'America degli anni Venti. Sei anni dopo il film, cinquanta dopo l'esecuzione capitale, la loro memoria è stata ufficialmente riabilitata. Sui titoli di coda, Joan Baez canta Here's to you, toccante ballata firmata da Ennio Morricone. (aa)
Introduce Giuliano Montaldo
In collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale
(Italia/2003) di Ferdinando Vicentini Orgnani (100')
"La storia di Ilaria Alpi è ancora troppo recente, scottante e controversa per trarne un film in qualche misura 'pacificato': il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, in collaborazione con Marcello Fois, ha scelto la via della denuncia e della militanza" (Alberto Crespi). Sono passati oltre vent'anni dall'uccisione della giornalista Rai Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin ma la verità non è ancora stata accertata. La tesi del film, tuttora la più accreditata, è che l'omicidio fosse legato a un traffico d'armi e rifiuti tossici che la giornalista stava portando alla luce. In occasione della mostra Ladies for Human Rights di Marcello Reboani (Palazzo d'Accursio, 19 febbraio-15 marzo 2015), promossa dal Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights.
Introduce Marcello Fois
(USA/1975) di Frederick Wiseman (167')
Girato in quattro settimane, nel 1973, all'interno del Waverly Center di New York, mostra il volto kafkiano della burocrazia che presiede alla previdenza sociale statunitense. Wiseman filma gli incontri tra i funzionari del centro e la massa disperata dei richiedenti, cogliendo il tragico sconforto suscitato in entrambe le parti dalla selva di astruse normative che ingolfano il sistema. Un girone infernale che la macchina da presa si 'limita' a cogliere in tutta la sua manifesta assurdita. Il welfare del titolo resta un lontano e beffardo miraggio.
(USA/2007) di Brian De Palma (90')
L'immagine come abisso di verità e menzogna. La traccia narrativa del film (un gruppetto di soldati americani in Iraq nel 2006 coinvolti nel barbaro stupro di una quindicenne) si spezza in una babele di punti di vista che, per quanto continuamente intrecciati, non possono lasciare emergere un senso univoco: il reportage di uno dei commilitoni, i servizi dei telegiornali, le testimonianze postate sul web, i nastri delle telecamere a circuito chiuso... L'unica verità che De Palma sembra considerare indiscutibile è un sentimento di disgusto e pietà. (am)
Introduce Leonardo Gandini
In collaborazione con il corso di Iconografia del cinema condotto da Alberto Boschi e Leonardo Gandini presso l'Università di Bologna sul tema della violenza nel cinema contemporaneo.
Presentazione di Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo di Leonardo Gandini (Mimesis, 2014)
Come l'uomo, anche il cinema cerca i propri simili. Nella violenza ne trova uno, essendo l'uno e l'altra ossessionati dallo sguardo: il cinema lo produce, la violenza lo sollecita. Ne scaturiscono visioni colpevoli, talvolta complici, implicate con l'estetica e la morale, la bellezza e la giustizia, la profondità di un dolore e la superficialità di una ferita. Per il cinema contemporaneo la sfida consiste nell'affrontare il rapporto di complicità e attrazione che la violenza intrattiene, lontano dagli schermi e dalle sale, con le nozioni di sguardo, visione e spettacolo.
Saranno presenti Leonardo Gandini, Giacomo Manzoli, Roy Menarini e Sara Pesce
Evento patrocinato da Dipartimento delle Arti - Università di Bologna
(Italia/1968) di Carmelo Bene (124')
Ricordi, visioni e ossessioni di uno scrittore pugliese, un'autobiografia barocca senza tempo, dove l'immagine sdoppia continuamente i corpi e la Storia. Il cor-tocircuito culturale che il cinema di Bene provoca investe tutto, dalla religione alle regole della convivenza umana: tutto è da contraddire e sospendere, privando lo spettatore di ogni certezza, costringendolo a confrontarsi con la libertà dello sguardo, del racconto e del senso. Il film chiude la rassegna organizzata in collaborazione con la Galleria de' Foscherari.
In collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale
Introduce Vittorio Boarini
(Italia/1960) di Vittorio De Sica (110')
Dal romanzo omonimo di Moravia, un potente ritratto femminile sullo sfondo della Seconda guerra mondiale. Tra Roma e la Ciociaria si consuma il dramma della vedova Cesira e della figlia adolescente, violentate da un gruppo di soldati marocchini proprio quando la liberazione si fa portatrice di nuova speranza. De Sica non poté avere Anna Magnani per il ruolo della madre. Fu così che il film divenne l'apice del sodalizio con Sofia Loren, incoronata agli Oscar per quella che resta una delle sue più intense interpretazioni. Merito anche del regista, capace di far risuonare in lei le corde pro-fondamente umane di un dolore universale.
Introducono Valeria Paola Babini e Andrea Morini
In collaborazione con Rai Cinema. Nell'ambito del Seminario sulla violenza contro le donne (Corso di Laurea in Filosofia). Rassegna promossa da Università di Bologna, con il patrocinio oneroso di AMMI Emilia-Romagna
(2001: A Space Odyssey, USA-GB/1968) di Stanley Kubrick (140')
"Stanley era deciso a creare un'opera d'arte che su-scitasse le emozioni della meraviglia, del timore re-verenziale e anche, se fosse stato il caso, del terrore" (Arthur C. Clarke). Furiosamente ateo, Kubrick fissa su pellicola un'immagine di Dio in grado di soddisfarlo: un parallelepipedo regolare, senza asperità, opaco e perfetto. E un buco nero, e chi lo attraversa compie 'the ultimate trip', come promettevano le locandine dell'epoca (con doppi e tripli sensi). Come capita spesso alle anticipazioni, il tempo ha trasformato 2001 in ucronia. (as)
(URSS/1924) di Jakov Protazanov (100')
Il primo kolossal fantascientifico del cinema sovietico, dal romanzo omonimo di Aleksej Nikolaevic Tolstoj. "È molto probabile che alcune sue scene - in particolare quella dei sotterranei in cui sono rinchiusi gli schiavi marziani - abbiano influenzato Lang nella concezione di Metropolis. Sul piano figurativo (scenografico), il film è caratterizzato da un violento contrasto fra il realismo dell'ambientazione sovietica e l'artificialità esibita delle scene e dei costumi marziani. [...] Sul piano narrativo, la descrizione realistica della vita quotidiana del protagonista negli anni difficili del comunismo di guerra, si contrappone al carattere avventuroso e fantastico del volo su Marte". (Alberto Boschi)
Accompagnamento al piano di Daniele Furlati
(Italia/1976) di Luciano Salce (105')
È una delle scene culto del secondo capitolo della serie dedicata al ragioniere più tragico d'Italia. Durante il dibattito successivo alla proiezione aziendale che ha impedito a lui e ai suoi colleghi di guardare la partita della nazionale, Fantozzi grida a gran voce un liberatorio e irriverente: "La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!". Oggetto della parodia è il film di Eisenstein (storpiato in Einstein), di cui Fantozzi sarà condannato a ripetere la drammatica sequenza della scalinata nel ruolo del bambino dentro la carrozzella. Tra le citazioni del capolavoro sovietico, la più sfrontata e spassosa. (aa)
(Bronenosec Potemkin, URSS/1925) di Sergej M. Ejzenštejn (69')
Nato su commissione per celebrare la rivoluzione del 1905, il film solleva immediati entusiasmi internazionali. "La Potëmkin non e di quelle navi che si possano affondare con dei siluri. Ha levato l'ancora per sempre. Naviga. La sua scia contiene tutto" (Robert Desnos). Tenendo ferma la potenza delle idee e della loro forma cinematografica, possiamo osare: il Potemkin e anche un film di straordinario intrattenimento. (am) Restaurato da Stiftung Deutsche Kinemathek
Accompagnamento al piano di Daniele Furlati
Indue Jazz
Gaia Mattiuzzi: voce
Fabrizio Puglisi: piano
Cristiano Calcagnile: batteria.
laboratorio con l'artista Fausto Gilberti in occasione della mostra
Fausto Gilberti e i suoi libri. Un artista racconta gli artisti: Manzoni, Pollock, Klein...
Cosa ha messo nella scatola Piero Manzoni? Strabiliante, sorprendente, divertente, intelligente... Essere Piero Manzoni. Fausto Gilberti racconta il grande artista e TU realizzi le sue opere. Per bambini da 6 a 11 anni. Prenotazione obbligatoria: mamboedu@comune.bologna.it
promosso da: Corraini Edizioni
in collaborazione con: Dipartimento educativo MAMbo e Bologna Children's Book Fair.
con Fausto Mesolella
La straordinaria voce di Nada, calda e roca allo stesso tempo, e il tocco incalzante della chitarra di Fausto Mesolella, chitarrista degli Avion Travel.
live con Luca Giordano
SAX GORDON sax e voce
LUCA GIORDANO chitarra e voce
FABRIZIO GINOBILE piano e organo
VALTER CERASANI basso
LORENZO POLIANDRI batteria.