Giusti, Lorenzo

Bologna, 21/09/1890 - Bologna, 19/01/1962

Lorenzo Giusti nasce il 21 aprile 1890 a Bologna da Giovanni e Giulia Venturi.

Ottenuto il diploma di licenza tecnica, nel 1908 inizia a lavorare alla stazione ferroviaria di Domodossola. Sin da giovane si interessa di politica e inizia a militare negli ambienti anarchici. Durante gli anni della prima guerra mondiale è sindacalista a livello regionale per l’SFI (Sindacato Ferrovieri Italiani) e nel 1919 è eletto dirigente del SFI, iniziando a operare a livello nazionale. Con l’avvento del fascismo è tra i sostenitori che propongono la necessità di costruire un fronte unico antifascista, l’Alleanza del Lavoro, che tuttavia ha vita breve. Per le sue posizioni politiche e per la sua promozione e partecipazione a scioperi ferroviari, nel luglio 1923 è licenziato con il pretesto di “scarso rendimento di lavoro“, secondo il decreto introdotto il 28 gennaio dello stesso anno. Rifiutato un incarico di rilievo come segretario della federazione fascista dei lavoratori dei trasporti propostogli personalmente da Mussolini, gira per l’Italia come rappresentate di macchine automatiche e nel 1931, tracciato da informatori fascisti, lascia il paese cercando fortuna tra Francia e Spagna. In questi anni si tiene in contatto con numerosi antifascisti italiani in esilio e per la sua attività politica subisce diversi arresti. Dal 1936 è in Spagna e ricopre incarichi di responsabilità all’interno della Confederazione sindacale dei lavoratori anarchici e della federazione anarchica iberica; con l’inizio della guerra civile spagnola riceve l’incarico di addestrare i volontari repubblicani. È tra i fondatori della colonna italiana della divisione Ascaso e partecipa a diverse battaglie. Dopo l’assassinio del dirigente anarchico Camillo Berneni ad opera della polizia stalinista entra in contrasto con i dirigenti del PCI locale e, al termine della guerra, è costretto a tornare in Francia dove è internato per 15 mesi nel campo di prigionia ad Argeles sur mer, assieme a centinaia di migliaia di altri ex combattenti repubblicani che avevano trovato rifugio nel paese.

Ottenuta la libertà, partecipa alla resistenza contro l’invasore tedesco nel 1940 e, catturato a Dunkerque, riesce ad evadere dal campo di prigionia.

Tornato in Italia, sotto il governo Badoglio non risulta più come ricercato politico, aderisce al PSI e dopo l’8 settembre 1943 partecipa alla Resistenza nell’imolese.

Nel secondo dopoguerra è eletto nella segreteria nazionale del SFI ed è nominato presidente della Cooperativa Ferrovieri di Bologna, partecipando all’attività riorganizzativa della sezione.

Nella primavera del 1946 gli viene chiesto di partecipare alla lista del PSI per le elezioni comunali di Bologna, con Francesco Zanardi (il sindaco del pane degli anni 1914 – 1919) capolista per i socialisti. Alle elezioni del 24 marzo 1946 i socialisti, con 49 mila voti, ottengono 16 seggi, e a Giusti, con 39 preferenze, è affidato l’incarico di assessore effettivo della polizia municipale, con deleghe relative alla circolazione e al rispetto delle norme stradali, al commercio abusivo, alla nettezza e al decoro urbani.

Giuseppe Dozza è eletto sindaco. Il Partito comunista risulta essere il primo in termini di voti. La guerra ha lasciato un profondo segno sulla città e Giusti deve affrontare una serie di problemi, primo dei quali quello della mobilità pubblica data la carenza del servizio tranviario fortemente provato dalla guerra e bisognoso di rinnovamento, sia nei mezzi che nel riordino delle linee. Si occupa della normale amministrazione del corpo di vigili urbani e tra i primi provvedimenti vi è quello relativo all’ammodernamento dei mezzi disponibili con l’acquisto di 40 biciclette, 5 moto e dell’armamento necessario, andato quasi completamente perso per cause belliche.

In consiglio evidenzia la situazione di disagio del servizio di nettezza urbana affidato, a partire dal 1932, alla ditta milanese OTSU che tuttavia non riesce a garantire livelli di efficienza adeguati, per cui propone la municipalizzazione (già avanzata dall’amministrazione precedente) tramite assunzione di netturbini, investimenti nelle attrezzature necessarie (tra cui la sostituzione dei carretti a trazione equina con mezzi motorizzati) e il miglioramento della raccolta in periferia, sempre nei limiti di un bilancio gravato da eccessive voci di spesa per il ristabilimento dei servizi.

Giusti affronta il problema del traffico nel centro cittadino presentando i progetti per la viabilità a Bologna con il fine di decongestionare le strade tramite il disciplinamento delle imprese di autotrasporti, l’individuazione di nuove linee di collegamento con altri comuni per mezzo di corriere, la limitazione della velocità di alcuni automezzi (specialmente quelli militari alleati, causa di non pochi incidenti tra cui il crollo di alcune colonne del portico dei servi) e l’acquisto di ulteriore segnaletica stradale.

Nell’esercizio del suo ufficio si occupa anche di affidare al comune la gestione dei parcheggi, gestiti fino a quel momento per concessione dall’ACI, di trovare una soluzione alla sparizione delle grate di ghisa e dei tombini rubati nottetempo e rivenduti a fonderie anonime, delle tassazioni per l’occupazione di spazi pubblici e del regolamento per la disciplina dei mercati rionali, con lo scopo di migliorare le condizioni dei commercianti ambulanti.

Nel 1947 organizza una cooperativa di consumo tra i ferrovieri, visti gli ancora persistenti problemi di approvvigionamento, divenendone presidente e garantendo la vendita ai soci di beni alimentari e materiali a prezzi avvantaggiati. In qualità di assessore, si confronta con il problema delle scritte e delle affissioni abusive di manifesti politici sulle facciate degli edifici, tanto che il Comune spende tre milioni e mezzo per la ripulitura di manifesti non autorizzati per la campagna elettorale del 1948. Si occupa anche del problema dei rumori molesti arrivando a vietare con un’ordinanza l’utilizzo di altoparlanti in città e delle orchestre nei bar.

Non si ripropone alle elezioni del 1951; nel settembre 1952 entra in pensione dopo aver prestato servizio per 44 anni nelle ferrovie.

Negli anni continua a partecipare alla vita politica cittadina, con frequenti interventi ai comizi e alle riunioni sindacali di partito e dei ferrovieri.

Il 19 gennaio 1962, durante un’assemblea del PSI della sua sezione, Giusti perde la vita battendo la testa in seguito a una caduta.

Nel 1966 gli viene conferita la medaglia d'oro alla memoria nel XX anniversario dell'elezione in Consiglio comunale.

Eugenio Delcroix

 

Fonti consultate

Atti del consiglio comunale di Bologna, anni 1946 – 1951 (n. 86 - 92)

L. Arbizzani, N. S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945) Vol. IV, (M – Q), Comune di Bologna, Istituito per la storia di Bologna, 1995

S. d’Onofrio, Libertà vò cercando, Bologna 1890 – 1962, Storia dell’anarchico Lorenzo Giusti, ferroviere ed assessore nel Comune socialista di Bologna, Le Coq, 1990

 

 

Giusti, Lorenzo è parte dei seguenti Mandati elettorali

  • 1946 (24.3.1946) (Assessore effettivo: Polizia municipale) vedi
  • 1946 (24.3.1946) (Consigliere) vedi

Fatti/Avvenimenti

Elezione del Sindaco e della Giunta

9.4.1946

Il 9 aprile 1946 si riunisce il primo Consiglio comunale dopo le elezioni amministrative del 24 marzo 1946, le prime nel Comune di Bologna dopo il ventennio fascista. Giuseppe Dozza viene eletto sindaco…

XXI Anniversario della Liberazione e XX Anniverario della Civica Assemblea

21.4.1966

Il Consiglio si riunisce in seduta straordinaria il 21 aprile 1966 per celebrare solennemente il ventennale delle elezioni amministrative del 24 marzo 1946, le prime dopo il fascismo. Sono presenti alla…