Antonio Zannoni. Il Centenario della morte 17 agosto 1910 – 17 agosto 2010

Antonio Zannoni muore a Certolo, vicino a Bologna, il 17 agosto 1910. Figura straordinaria di studioso al servizio della città in diversi campi della conoscenza scientifica, Antonio Zannoni contribuisce in modo determinante alla formazione della Bologna post-unitaria. Molteplici sono i meriti attribuiti ad Antonio Zannoni, tra i quali ricordiamo: la riapertura dell'antico acquedotto romano, la progettazione della ferrovia direttissima tra Bologna e Firenze, le scoperte archeologiche, i numerosi interventi architettonici, l'attività di insegnante dell'algebra e della geometria. Le opere di Antonio Zannoni costituiscono un contributo fondamentale alla formazione culturale, sociale e civile del nuovo stato italiano e la loro portata innovativa ben si inserisce all'interno delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.

In occasione del Centenario della morte, la figura di Antonio Zannoni viene ricordata attraverso alcuni dei più significativi interventi nella sua vita di studioso, di ricercatore e d'artista.

Cristiana Morigi Govi, L'Archeologo

Il 23 agosto 1869, nel Chiostro delle Madonne viene casualmente scoperta una tomba etrusca “a cista” in bronzo, contenente ossa combuste e suppellettili funebri. Antonio Zannoni, ingegnere dell'Ufficio tecnico ed incaricato della direzione dei lavori del Cimitero della Certosa, intuisce che il ritrovamento è parte di una vasta necropoli; ottiene l'autorizzazione e i mezzi per poter procedere agli scavi che proseguono esplorando il Campo degli Spedali. È l'inizio di una passione archeologica che prosegue nel tempo.

Francisco Giordano, La riattivazione dell'acquedotto romano

In un’epoca in cui il Comune di Bologna si distingue per il fiorire dell’attività edilizia anche a scala urbana, nel 1861 nel centro cittadino fu individuato quasi per caso, durante la realizzazione di alcuni lavori, un tratto di un antico condotto dell’acquedotto romano. Si interessò particolarmente al caso un giovane ingegnere da poco assunto dal Comune, Antonio Zannoni che, grazie all’appoggio dell’ingegnere capo Coriolano Monti, che lo volle al suo fianco nella struttura tecnica comunale, con ardore intraprese una lunga ricerca per rintracciare l’originale percorso del condotto romano.

Maria Beatrice Bettazzi, L'insegnamento

Antonio Zannoni è anche un insegnante molto impegnato nella diffusione dell'istruzione tecnica e professionale. Per quasi dodici anni insegna gli elementi della geometria e dell'architettura ad operai ed artigiani nella scuola serale comunale delle Arti Costruttive, da lui fondata a Bologna. Nel 1883 consegue la libera docenza in Architettura tecnica e insegna Ornato e architettura nella Regia università e architettura tecnica nella Regia Scuola d'Ingegneria di Bologna. Nel 1892 viene nominato professore straordinario di quest'ultima materia e nel 1899 diviene ordinario. Si ricostruire brevemente la sua fisionomia di docente di architettura agli ingegneri, attraverso il pluriennale operato presso la cattedra di Architettura Tecnica, al terzo e ultimo anno di corso.

Elda Brini, Paola Furlan, I Palazzi e gli edifici

In qualità di ingegnere ed architetto, Antonio Zannoni compie numerosi interventi tra cui il completamento di Palazzo Pizzardi; le case Zappoli e Pierantoni in via Indipendenza; le case Ratta e Bottrigari di piazza Cavour; la Galleria degli Angioli nel cimitero della Certosa; il nuovo palazzo Pallavicini in via Galliera; il Museo Civico Archeologico; la riduzione del Palazzo Ranuzzi-Baciocchi a nuova sede degli uffici giudiziari; l'antico ufficio delle Poste nel Palazzo comunale in seguito Tesoreria della Cassa di Risparmio in Bologna ed il villino Vitta, fuori Porta Santo Stefano. In particolare, il riadattamento di alcuni locali a piano terra del Palazzo comunale in nuovi Uffici postali viene ricostruito da Elda Brini attraverso i documenti dell'Archivio storico. Mentre Paola Furlan ripercorre le vicende di Palazzo Legnani Pizzardi nel 1868, quando viene ristrutturato sotto la direzione dell’architetto Antonio Zannoni, in perfetta consonanza con il rigore della facciata cinquecentesca prospiciente via d’Azeglio. Il lato più interessato alla trasformazione urbanistica è quello su via Carlo Luigi Farini, che vede l'introduzione dell’elemento architettonico del portico per dare linearità all’edificio, in rapporto alle esigenze di ampliamento della via e del conseguente arretramento di alcune sue parti.

A corredo vengono riprodotte undici illustrazioni che compongono: La raccolta donata dalla figlia Zemina alla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio nel 1939, a testimonianza dell'attività di Antonio Zannoni nella progettazione, costruzione e riqualificazione di molti palazzi bolognesi.

Maurizio Avanzolini, Bibliografia degli scritti

Dalla Biblioteca dell'Archiginnasio, una preziosa bibliografia degli scritti di Antonio Zannoni presenti nel Catalogo Frati-Sorbelli della Biblioteca dell'Archiginnasio e nel catalogo on line (OPAC) del Polo bolognese fotografa i molteplici interessi e l'attività scrittoria di Zannoni che si dispiega nei diversi campi del suo sapere e delle opere compiute.

L'ingegnere ferroviario

Ad Antonio Zannoni va attribuita la definizione del percorso della ferrovia direttissima Bologna-Firenze, proposta nel 1882 (Proposte e studi, Regia Tipografia) e nel 1888 (Progetto dettagliato, pubblicato dalla tip. Azzoguidi). Il nuovo tratto ferroviario, che diventa opera nazionale pubblica con la legge del 1908, viene inaugurato il 22 aprile 1934 e riduce il percorso Bologna-Firenze da 132, a poco più di 97 chilometri con un risparmio di due ore di percorrenza tra le due città.

Alberto Bortolotti ci offre una panoramica dei problemi legati a questo argomento ne: Il nodo ferroviario di Bologna ed il collegamento transappenninico negli anni di formazione della rete nazionale.

Si ringrazia la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio per la preziosa collaborazione.

 

paola furlan

Questa storia attraversa i seguenti mandati elettorali

  • 1928 (29.12.1933) vedi

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