HOME

L'eroe nell'epica classica

Il teatro

La satira

Temi classici

Classici della letteratura italiana

 

Sofocle, Edipo re, coro IV

IL TEATRO
----------

Edipo re
Sofocle

Adelchi
Manzoni

 Le Troiane
Euripide

L'Istruttoria
P. Weiss

Le Troiane e L’Istruttoria a confronto

 

 

Coro

strofe 1

 

O mortali, come la vostra vita

considero uguale al nulla!

Quale, quale uomo,

è in sé felice?

Felicità è un’ombra

che subito precipita.

E in fatti la tua sorte,

la tua, o misero Edipo,

non è felice tra gli uomini

 

 

Un primo aspetto peculiare dell'opera è rappresentato dal posto in essa occupato dalla divinità. E' già stato evidenziato come Edipo, pur avendo una notevole fiducia nelle possibilità dell'intelligenza dell'uomo, tuttavia non osa neppure mettere in dubbio il potere incontrastato del dio. In tutta la tragedia vengono infatti ripetutamente sottolineate alcune prerogative indiscusse di Zeus: egli risulta essere giusto, potente, ma anche e soprattutto incomprensibile. In questa immagine della divinità è possibile scorgere l'idea di Sofocle; egli infatti, nella complessa situazione che si può registrare ad Atene e più in generale in Grecia in questo periodo, si colloca quasi sicuramente tra coloro che difendono la tradizione, in contrasto con le nuove correnti di pensiero che tendono a distruggerla. Nella sua opera egli cercherebbe quindi di riaffermare la fede nelle divinità tradizionali.