Taci, anzi parla. Dal 7 novembre al 4 dicembre la XIII edizione del Festival contro la violenza sulle donne

Un mese di iniziative e 60 appuntamenti per la XIII edizione del festival La violenza illustrata, le iniziative culturali della Casa delle donne di Bologna, con il supporto di Comune e Regione, per celebrare il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. "Molto più di un evento o un festival, sottolinea l'assessora alle Pari opportunità Susanna Zaccaria, ma il modo in cui Casadonne raccoglie tanti soggetti della città per far passare un messaggio importante, da far arrivare a ogni donna: esiste una rete a cui le donne possono chiedere aiuto per uscire da relazioni violente".

E proprio la presa di parola delle donne è il tema di questa edizione, dal 7 novembre al 4 dicembre a Bologna e Città metropolitana, fin dal titolo: "Taci, anzi parla" che riconduce subito al grande movimento #metoo: il racconto in prima persona e la presa di parola collettiva delle donne che hanno subito violenza, a partire dal mondo del cinema e dello spettacolo, fino agli spazi del lavoro e della quotidianità di ognuna. "Quando una donna racconta la violenza subita lo fa per richiedere condivisione e riconoscimento, perché non accada più a lei né alle altre, e insieme rivendica un cambiamento possibile che va al di là dell'esperienza singola", spiega la direttrice Valeria D'Onofrio.

La disegnatrice Rita Petruccioli ha regalato al Festival l'immagine di copertina, che rimanda al famoso libro del 1978 scritto dalla femminista Carla Lonzi, Taci, anzi parla, per dirci come sia ancora importante e rivoluzionaria la presa di parola delle donne, la necessità di inventare un nuovo linguaggio condiviso, e insieme di cambiare le condizioni economiche, politiche, sociali e culturali in cui vivono le donne. Per immaginare e proporre una diversa idea di società, come rivendicato dal movimento Non Una Di Meno.

Il programma include presentazione di libri, spettacoli teatrali, convegni, laboratori di formazione e di empowerment, proiezioni di film, mostre, uno spazio di espressione per tante associazioni, enti e istituzioni che collaborano per la realizzazione del ricco calendario, senza i quali il Festival non potrebbe esistere. L’edizione 2018 del Festival è sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Bando per la presentazione di progetti rivolti alla promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazione e della violenza di genere. Si parte mercoledì 7 novembre con un concerto di musica da camera alla Biblioteca Amilcar Cabral.

Tra gli eventi teatrali, all'Oratorio San Filippo Neri, il 27 novembre, lo spettacolo teatrale "Raptus. Dal mito greco al femminicidio", di e con Rossella Dassu. Molti i seminari formativi: il 12 novembre "Donne con disabilità e violenza di genere", in collaborazione con l'associazione Accaparlante; il 22 novembre "La violenza assistita intrafamiliare e il sistema di protezione"; il 30 novembre "Genere e violenza, violenza di genere. Discriminazioni e pratiche d’accoglienza nei percorsi di asilo delle donne"; il 20 novembre "Il lavoro e l’autonomia delle donne: l’esperienza dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, limiti strutturali e possibili risposte collettive e femministe". L'Università di Bologna porta il suo contributo ad esempio il 23 novembre una riflessione su: "Misoginia 2.0: il discorso d’odio e la violenza di genere su internet".

Sul fronte artistico, il collettivo Cheap porta sui muri di Bologna il lavoro di Miss Me, una delle autrici femministe più radicali e potenti della scena internazionale della street art. E poi continua la collaborazione con il Festival Bilbolbul con l'obiettivo di narrare e innescare riflessioni anche attraverso l'immagine.

Musica di ottimo livello si potrà ascoltare l'11 novembre alla Sala Mozart dell'Accademia Filarmonica in via Guerrazzi 13, con i chitarristi Matteo Mela e Lorenzo Micheli, che compongono il SoloDuo, uno dei più attivi e conosciuti nel mondo, suoneranno brani del musicista Mario Castelnuovo-Tedesco, di Debussy e di Beethoven, l'ingresso è a offerta libera a favore della Casa delle donne. Si inaugura inoltre la collaborazione tra Uisp e Casa delle donne con un evento sportivo il 18 novembre presso Fico e diverse azioni di sensibilizzazione all’interno degli impianti sportivi.

Nei primi 10 mesi di quest’anno hanno chiesto aiuto per la prima volta alla Casa 563 donne (di cui 361 italiane e 174 straniere) e 526 di queste lo hanno fatto per motivi di violenza (345 italiane e 165 straniere). Nell'ospitalità invece la quasi totalità di donne e bambini è straniera: nei tre rifugi segreti 32 su 37 ospiti tra donne e minori; nelle case di emergenza Save e Riuscire su 68 ospiti, sono 13 le italiane/i e 55 le straniere/i; nei 9 alloggi di transizione su 18 ospiti, 1 è italiana e 17 le/i straniere/i. I dati non presentano grandi differenze rispetto agli anni precedenti, se non che le donne straniere sembrano avere percorsi più lunghi della italiane, segno delle maggiori difficoltà che incontrano verso l'autonomia. Dal 1990, quando la Casa ha aperto i battenti, ad oggi le nuove donne accolte sono arrivate a 12.142.

Il servizio Oltre la strada dal 1° gennaio al 31 ottobre 2018 ha seguito 27 percorsi di protezione e inclusione socio-lavorativa rivolti a donne vittime di tratta e sfruttamento. Si tratta nella maggior parte di casi di donne molto giovani: 17 hanno infatti un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. La quasi totalità delle donne accolte è stata sfruttata nella prostituzione; a tutte è stato offerto un supporto per rielaborare l’esperienza vissuta, individuare risorse e difficoltà vissute nelle situazioni traumatiche che passano dallo sradicamento dal proprio paese e dalla propria cultura, alle violenze fisiche sessuali e psicologiche che caratterizzano la tratta e lo sfruttamento. Sono state aiutate a ricostruire un proprio progetto migratorio, attraverso un inserimento sociale e lavorativo.

Un gruppo di volontarie, coordinate da Anna Pramstrahler, ha proseguito la ricerca a mezzo stampa sui femicidi avvenuti in Italia nel 2017, che sono stati 112 (per l’Emilia-Romagna si è trattato di 8 casi). In 14 anni di ricerche l'elenco di donne uccise in Italia è arrivato a 1.507 donne, e questo ci deve far interrogare sulla necessità di politiche di prevenzione più efficace, per ora bloccate sul piano nazionale.