Sostegno agli affitti agevolati per famiglie e studenti colpiti dall’emergenza coronavirus, un milione di euro dal Comune di Bologna

Immagine di una casa

Incentivare la trasformazione dei contratti di affitto da canone libero a canone concordato, sostenere la riduzione degli affitti per chi ha già un contratto a canone concordato prevedendo anche forme di sostegno per gli operatori dell’ospitalità extra alberghiera che vogliano affittare, in via transitoria, a studenti universitari, lavoratori in mobilità geografica e operatori sanitari: sono gli obiettivi del Protocollo d’intesa promosso dal Comune di Bologna con Città metropolitana di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Fondazione per l’Innovazione Urbana, Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, Apiab-Conia, Feder-Casa, Assocasa, Asppi, Uppi, Aipi Assoproprietari-Confappi, Unioncasa, Appc, Confabitare, e con l’adesione di Fondazione Ceur e Coop Nuovo Mondo.

Attualmente i contratti a canone concordato sono già incentivati dal Comune di Bologna attraverso un’agevolazione IMU per i proprietari immobiliari (aliquota allo 0,76% anziché 1,06%). In questo modo i contratti di affitto che utilizzano il canone concordato in città sono circa 32 mila.

Nel protocollo si prevedono incentivi per il sostegno agli affitti agevolati per: 

  • chi trasformerà il contratto da canone libero a canone concordato,
  • chi ridurrà il canone concordato già in essere
  • chi vorrà affittare in via transitoria a studenti universitari, lavoratori in mobilità geografica e operatori sanitari pur mantenendo come attività prevalente quella dell’ospitalità extra alberghiera.

Il Comune ha già messo a disposizione incentivi ai locatori per un milione di euro. L’obiettivo è sostenere affittuari che hanno un reddito medio basso e che sono stati colpiti nella capacità economica dalle misure di contenimento dell’emergenza coronavirus. In questo campo rientrano famiglie, lavoratori e anche studenti fuori sede a basso reddito e meritevoli secondo i criteri stabiliti dall’Azienda Regionale per il diritto allo studio ER.GO o il cui reddito familiare abbia subito sensibili riduzioni.

Nel protocollo tutti i firmatari assumono degli impegni per il raggiungimento degli obiettivi: 

  • il Comune s’impegna a farsi portavoce presso la Regione Emilia-Romagna e il Governo per reperire ulteriori risorse economiche utili alla realizzazione delle misure previste.
  • la Città metropolitana di Bologna s’impegna a divulgare i contenuti del Protocollo presso i comuni del territorio bolognese, al fine di promuoverne l'adesione.
  • l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna s’impegna a diffondere le misure alla popolazione studentesca; a valutare la possibilità di reperire risorse nell’ambito del proprio bilancio da destinare a misure per il diritto allo studio, complementari e integrative al Protocollo, a sostegno degli studenti provenienti da famiglie con redditi medio bassi, nonché volte ad agevolare l’accesso degli stessi studenti a servizi a loro dedicati (ad esempio attraverso incentivi alla mobilità urbana sostenibile).
  • la Fondazione per l’Innovazione Urbana, che ha promosso con il Comune il laboratorio permanente sulla condizione abitativa studentesca HousingBo, s’impegna a concorrere allo studio e all’analisi dei dati di supporto per lo sviluppo delle azioni, oltre a diffondere le misure del Protocollo.
  • i sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari s’impegnano ad assistere e informare i propri associati della necessità di modificare il contratto di locazione e di rinegoziare i contratti a canone concordato delle categorie svantaggiate; s’impegnano inoltre, nel rispetto della concorrenza, a valutare formule agevolate di gestione amministrativa degli atti funzionali all’attuazione delle misure di sostegno.