Linee guida Conferenza ECCAR

11 Gennaio 2021

LINEE GUIDA CONFERENZA ECCAR

Nell’ultima conferenza di ECCAR tutti i partecipanti erano concordi nel sostenere che le autorità locali svolgono un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto dei diritti umani, e le pari opportunità di accesso ai servizi pubblici.

Nello stesso tempo, si è ritenuto che il lavoro comune di più città europee sia fondamentale per creare un insieme di valori plurali e prevenire i radicalismi.

Il 9 e 20 novembre è stato quindi possibile riunire assieme numerosi enti locali, rappresentanti delle Istituzioni Europee, Organizzazioni Internazionali, attivisti, mass media e nuove generazioni, per discutere del lavoro svolto, o in fieri, dalle Istituzioni e dalla società civile sui diritti umani.

A seguito dei tre Gruppi di Lavoro svoltisi il 20 novembre durante la conferenza, ECCAR ha pubblicato sul proprio sito un elenco di raccomandazioni e linee guida volte a orientare e ispirare il lavoro delle città su tre macro-ambiti: protezione dei gruppi vulnerabili e contrasto all’Islamofobia, accesso al mercato degli affitti e nuove narrazioni sulle migrazioni.

Le linee guida, infatti, sono rivolte ai membri delle Istituzioni perchè anche a livello di ente territoriale si possa diffondere una cultura di rispetto ed educazione dei diritti umani.

1. Linee guida del gruppo di lavoro sull’Islamofobia

Il problema contemporaneo di una sempre maggiore diffusione di fake news, agevolata dai rapidi mezzi di comunicazione, contribuisce anche a creare un clima di intolleranza nei confronti della libertà religiosa.

L’hate speech, il cosiddetto “discorso d’odio”, trova infatti facile espressione nei social network, soprattutto se rivolto nei confronti di minoranze religiose.

I musulmani in Europa, in particolare, devono affrontare molteplici forme di discriminazione. I sondaggi e le relazioni delle organizzazioni della società civile mostrano che i musulmani non solo subiscono violenza, molestie o incitamento all’odio online, ma anche forme strutturali di discriminazione. Spesso viene negata loro parità di accesso a beni e servizi pubblici, ma anche a lavoro, istruzione o alloggio. Le politiche di inclusione a livello locale possono avere un impatto enorme, offrendo cioè modi facili e accessibili per segnalare episodi di discriminazione e razzismo e per sviluppare misure inclusive relative alla fornitura di servizi di base.

Le discussioni in questo gruppo di lavoro sono state organizzate lungo le tre dimensioni della conferenza: istruzione, comunicazione e gioventù. In ciascuna, durante la discussione sono state introdotte buone pratiche delle città con l’obiettivo di evidenziare strumenti chiave, approcci, gruppi target e sfide.

Una prima raccomandazione generale era quella di istituire un gruppo di lavoro strutturato per discutere le politiche locali per combattere il razzismo anti-musulmano all’interno dell’ECCAR. Tra le varie raccomandazioni, a partire dal dato che l’Islamofobia è alimentata anche dai mezzi di comunicazione, ECCAR si è posta l’obiettivo di arrivare a creare delle linee guida rivolte a chi ha intenzione di combattere questo fenomeno, attraverso l’educazione, la comunicazione ed un linguaggio rivolto alle nuove generazioni.

2. Linee guida del gruppo di lavoro sugli alloggi

Poter usufruire di un alloggio dignitoso permette di creare un senso di appartenenza, mettere radici, avere un luogo dove sentirsi al sicuro e rilassarsi. Significa avere la possibilità di creare una famiglia e di garantire ad ogni componente una vita dignitosa.

La ricerca di un alloggio dignitoso è una questione ancora più complessa per chi rischia di subire delle discriminazioni dovute all’appartenenza etnica e religiosa. Se infatti le persone possono discriminare chi è da loro diverso in vari modi, il dare in locazione un appartamento di proprietà è sicuramente uno di questi.

ECCAR, dunque, si è fatta promotrice di una serie di linee guida indirizzate alle Istituzioni locali e ad altre categorie di soggetti portatori di interesse affinché cerchino di rendere meno problematica la ricerca di un’alloggio per i neo residenti, indicando anche che, poiché l’alloggio è molto connesso ad aspetti come il lavoro, la salute e l’istruzione, è importante mantenere tutti questi aspetti collegati nel pensare a politiche che affrontino la discriminazione in questo campo.

3. Linee guida del gruppo di lavoro “Prendere la parola”

La comunicazione non è solo una parola astratta, ma ha anche degli importanti risvolti concreti. .

Con il gruppo di lavoro ‘Prendere la Parola’, ECCAR cerca di stimolare il dibattito pubblico su temi attuali come i diritti umani e l’immigrazione .-oltre alle problematiche che questo fenomeno comporta- affinchè più punti di vista diversi si possano confrontare e le persone possano parlare liberamente esprimendo la propria opinione.  E’ infatti solo dall’incontro di una pluralità di voci, che secondo ECCAR si può stimolare un punto di vista migliore e razionale.

Le azioni di sensibilizzazione rivolte sia alle comunità ospitanti che ai migranti svolgono un ruolo importante nel promuovere l’integrazione. Inquadrature negative sulla migrazione, che ritraggono gli stranieri come una minaccia per le identità e i costumi locali, possono aumentare le dicotomie all’interno delle comunità locali e alimentare l’ascesa del populismo e della xenofobia. Il gruppo di lavoro si è concentrato sul motivo per cui le narrazioni sulla migrazione sono importanti ed ha messo in campo esempi di pratiche su come i media, i giovani e le voci dei migranti possono educare l’opinione pubblica ad una corretta lettura dei fenomeni migratori nelle loro città.

Il gruppo ha seguito i 3 pilastri della strategia europea per la gioventù 2019-2027:

IMPEGNARE: Favorire la partecipazione dei giovani alla vita civica e democratica

CONNETTERE: collegare i giovani in tutta l’Unione europea e oltre per promuovere l’impegno volontario, la mobilità per l’apprendimento, la solidarietà e la comprensione interculturale

EMPOWER: sostenere l’emancipazione dei giovani attraverso la qualità, l’innovazione e il riconoscimento del lavoro con i giovani

 

locandina dell'evento

 

LINEE GUIDA PER UN LINGUAGGIO PIU’ RISPETTOSO DEL GENERE FEMMINILE

L’uso della lingua italiana può essere una delle forme di discriminazione più diffuse ma, allo stesso tempo, meno percepite come tali.

Per questo motivo il Comune di Bologna, da alcuni anni, organizza incontri formativi per il proprio personale con la linguista Cecilia Robustelli sul corretto uso del linguaggio di genere. 

Nel 2020, nell’ambito del progetto GOAL 2030, coordinato dall’Ufficio Nuove cittadinanze, cooperazione e diritti umani, il Comune di Bologna – Ufficio Pari opportunità e tutela delle differenze – ha organizzato due momenti di formazione sui temi della comunicazione poco rispettosa del genere femminile: il primo dedicato alle e ai dipendenti del Comune di Bologna, il secondo – con due diversi moduli – rivolto alle persone partecipanti al bando indetto da FIU per la creazione di una campagna di comunicazione sugli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030. 

Entrambi i momenti di formazione sono stati curati da Giovanna Cosenza, Ph.D in Filosofia e Teoria dei Linguaggi presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna.

Tra i risultati del progetto, vi è la redazione delle Linee Guida sull’uso di un linguaggio rispettoso del genere femminile, a cura di Manuela Corazza. Dalle raccomandazioni, emerge che per tutte le tipologie di testo, si devono guidare due principi base:

  1. Dare visibilità al genere femminile;
  2. Garantire semplicità e chiarezza al contenuto dei documenti.

Come farlo? Basta usare alcuni semplici accorgimenti chiaramente spiegati nelle raccomandazioni, ad esempio:

Usare la doppia formula se è possibile distribuirla in maniera poco frequente lungo il testo: “cittadine e cittadini,” “studentesse e studenti”, “bambine e bambini”, “lettrici e lettori” in modo che suoni naturale.

Evitare di anteporre sempre il maschile al femminile nella doppia formula, persistendo nel proporre una gerarchia che considera il maschio più importante, perchè viene prima.

Mettere in atto strategie di aggiramento dell’uso generalizzato del maschile.

Optare per la scelta esclusiva del femminile quando ci si rivolge consapevolmente a un target di donne, o quando il pubblico femminile è prevalente.

Evitare di usare il maschile di nomi di mestieri, professioni, cariche per segnalare posizioni di prestigio quando il femminile esiste e la posizione è occupata da una donna (es. ministra, sindaca, assessora, chirurga, magistrata, procuratrice, avvocata, ecc.)