Il mito

Il concilio degli Dei

 

L’ATTUALITÀ DEL MITO

 

La parola mito evoca in noi immagini strane e fantastiche; subito pensiamo ad un mondo dell’impossibile, dove ogni cosa può accadere, dove la fantasia può dispiegarsi in libertà, sottratta al rigore di quell’intelligenza che oggi sembra naturalmente governare il nostro pensiero. E più ci addentriamo in questo mondo, nella foresta sconfinata dei suoi motivi e personaggi, più questa nostra impressione ci sembra debba trovare conferma. Non riusciamo a trovare alcuna logica che possa soddisfare il nostro pensiero moderno, il nostro bisogno di ordine e sistematicità.

Mille racconti si intrecciano tra loro e in questi racconti tutto sembra lecito, gli uomini si trasformano in animali, gli animali si rivelano dei, le corde si tendono fino a raggiungere il cielo, la terra nasce da un uovo, i popoli seguono fiduciosi le orme di un animale guida.

Nella foresta dei miti scorgiamo motivi e personaggi relativamente recenti, ma basta guardarsi intorno, per accorgerci che la maggior parte dei miti affonda le sue radici in epoche remotissime.

Infatti è molto importante ricordare che gli antichi sistemi mitologici hanno da sempre fatto da supporto ed ispirato la vita egli uomini.

Lo studio delle culture ha dimostrato che leggende mitiche simili tra loro si ritrovano in ogni angolo della terra.

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Figure simboliche sono state e sono ancora i supporti della cultura del popolo, i sostegni dei suoi ordinamenti morali, elementi di coesione, vitalità e potenza creativa. Quando questi sostegni vengono a mancare si determina uno stato di incertezza e, con essa, di instabilità, poiché la vita ha bisogno di illusioni che la sostengano; e dove queste illusioni vengono disperse non vi è più nulla di sicuro a cui appigliarsi, nessuna legge morale, nessuna certezza.

Ciò è visibile, ad esempio, in certe comunità primitive sconvolte dalla civiltà dell’uomo bianco e i loro antichi tabù caduti in discredito: esse vanno immediatamente in frantumi, si disintegrano e diventano ricettacolo di vizi e di malattie. La stessa cosa sta avvenendo a noi. I tabù di un tempo fondati sulle antiche mitologie sono stati sconvolti dalle scienze moderne, ed in ogni parte del mondo civilizzato è un’incidenza sempre più diffusa di crimini, violenze e disperazioni.

Ci si chiede se sia più importante essere leali verso i miti che sostengono la nostra civiltà o verso le verità "provate con i fatti" della scienza.

Le due cose non sono inevitabilmente in contrasto tra di loro; infatti, essendo gli ordinamenti morali della società da sempre basati sui miti ed avendo l’impatto della scienza sul mito causato uno squilibrio morale, si deve giungere scientificamente ad un’esatta comprensione della natura dei miti come sostegno della vita in modo tale da non annullarne la necessità.

Rilievo (votivo) del V secolo a.C.Rilievo (votivo) del V secolo a.C.

L’uomo è la mente dello spazio, quindi le leggi dello spazio e quelle dell’uomo sono le stesse; dalle profondità dello spazio, l’assoluto, sorsero tutte quelle divinità che le menti degli uomini, in passato, proiettavano negli animali e nelle piante, nei monti, nei fiumi, ed infine nei loro stessi costumi e nei riti sociali.

Perciò la nostra mitologia deve essere quella dello spazio infinito che è fuori, ma anche dentro di noi. La nuova mitologia è e rimarrà sempre, fin tanto che esisterà la razza umana, la vecchia mitologia, eterna e perenne, ma rinnovata per adeguarsi al presente; una mitologia, cioè, tesa a risvegliare gli individui alla conoscenza di se stessi, non come tanti singoli "io", ma come componenti di una mente globale.

La vitalità della mitologia classica e dei suoi protagonisti è testimoniata dalle opere di autori di varie età; uno dei personaggi più ricorrenti è certamente Prometeo.

In età moderna e contemporanea si ispirano alle grandi figure del mito, ad esempio Racine in "Phèdre" e Pavese per Eracle, ne " I dialoghi di Leucò".


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