IL MITO

DEL MITO

DEL MITO

DEL MITO

DEL MITO


Classi: 4^ S1 - 4^ S2 - 5^A  (a. s. 1998 - 1999)

Prof.sse: Laura Finelli (Italiano), Alessandra Nardi (Italiano), Manuela Pollini (Italiano), Maria Giuseppa Stanco (Trattamento Testi).

Bibliografia


PER ENTRARE NEL LABIRINTO

 

Poche parole per spiegare la scelta operata e cercare di chiarire il percorso fatto dai ragazzi.

Si è pensato di costruire una sorta di mappa del testo narrativo partendo dalla sua origine ed evoluzione e focalizzando l’attenzione sulle sue funzioni principalmente per due ragioni: la prima è di carattere tecnico, in quanto il testo narrativo è quello base nella programmazione del biennio, è comune a molte materie e permette quindi un lavoro pluridisciplinare favorendo negli allievi l’abitudine al collegamento, al confronto, alla selezione, in poche parole è funzionale alla costruzione del metodo di studio, scopo primo di questa attività. La seconda è di carattere "affettivo", se così si può dire, perché si è cercato di collegare un progetto didattico al vissuto dei ragazzi, alla loro memoria e nulla è sembrato più opportuno del familiare "C’era una volta….." che si accompagna ai ricordi dell’infanzia, alla voce narrante di genitori o nonni e quindi rievoca un mondo immaginario e affascinante.

"Immaginario e affascinante" è senza dubbio il ricco patrimonio mitologico classico, che attrae i giovani con il suo mondo di eroi e di dei, con le sue vicende eccezionali, spesso drammatiche. Per questo il tema del mito è divenuto una sorta di filo conduttore che ha guidato gli studenti di tre classi nei diversi percorsi di lettura, ha dato vita alle varie sezioni di questo lavoro all’interno delle quali ognuno ha cercato il suo "filo di Arianna" e si è costruito il suo spazio in sintonia con gli interessi e le attitudini: si passa quindi dal racconto mitologico base dei poemi epici al racconto mitologico inserito in opere storiche di grande complessità, dal racconto divenuto quasi un repertorio di mitologia classica, al racconto rivissuto all’interno di opere teatrali, tragedie o commedie, fondamento del patrimonio culturale e sociale dell’antichità, al mito che offre lo spunto per opere divertenti e un po’ dissacranti quali i Dialoghi di Luciano o alcune novelle.

Altro "gioco" coinvolgente è stato rintracciare in testi moderni i segni delle antiche leggende e tradizioni: dall’anello di Policrate al soldatino di stagno, entrambi rinvenuti nel ventre di un pesce; dalla scarpetta di Rodopi a quella di Cenerentola, entrambe strumento del destino; dalla balena di Luciano a quella di Pinocchio. Così i ragazzi hanno colto il perdurare di certe forme di cultura, spesso popolare, e hanno sperimentato l’attualità di leggende e miti che hanno fornito materia ad autori più o meno recenti, da La Fontaine a Trilussa, da Racine a Pavese, da Moliére a Disney, tutti grandi in tempi diversi, in generi diversi e con destinatari assai diversificati.

Proprio perché i ragazzi hanno scelto il percorso più adatto alle loro capacità, l’opera nel complesso può apparire non sempre omogenea, con sezioni più ricche di documenti o più approfondite di altre più semplicemente narrative o riassuntive, ma proprio questo è a nostro avviso il senso del lavoro, quello cioè di costruire un testo in cui ogni ragazzo abbia messo del suo, abbia seguito un traccia ma si sia anche sentito libero di operare delle scelte. Il lavoro delle docenti è stato quello di aiutare gli studenti nella stesura del canovaccio, di coordinare i diversi gruppi di lavoro, di controllare e limare i testi prodotti senza tuttavia modificare l’impianto dato dagli allievi; lavoro arduo, faticoso e lungo che pare aver prodotto un risultato gradevole ed efficace.

 


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