“Oro rosso”, al Baraccano una riflessione sul fenomeno dello sfruttamento delle braccianti a partire dall’inchiesta internazionale della giornalista e fotografa Stefania Prandi

Venerdì 20 alle 18.30 nella sala museale del Baraccano di via Santo Stefano 119 sarà inaugurata la mostra fotografica di Stefania Prandi. 

L’appuntamento con l’autrice però è alle 16.45 insieme alla presidente del quartiere Santo Stefano Rosa Maria Amorevole, all’europarlamentare Elena Gentile, al parlamentare Andrea De Maria, alla consigliera nazionale di Parità Serenella Molendini, ad Anna Salfi della Camera del Lavoro Metropolitana e alle numerose associazioni femminili per discutere del fenomeno dello sfruttamento delle braccianti, proprio a partire dai risultati dell’inchiesta internazionale di Stefania Prandi raccolti nel libro-reportage “Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo”, Settenove edizioni, in libreria dallo scorso 4 aprile.

Il Quartiere Santo Stefano prosegue così il suo impegno sulle tematiche legate al lavoro e al contrasto alla violenza, organizzando questo momento di riflessione con le associazioni di donne attive sul territorio tra le quali Udi, Cif, Giulia giornaliste, Aser, Mondo donna onlus, Inner Wheel Club Bologna e promuovendo, allo stesso tempo, il lavoro di una giovane giornalista.

Oro Rosso è un racconto per immagini che si snoda in tre paesi affacciati sul mare Mediterraneo: Italia, Spagna e Marocco, tra i maggiori esportatori di ortaggi e frutta in Europa. Le braccianti, che raccolgono le fragole e le olive non solo sono pagate meno degli uomini e costrette a turni estenuanti, ma vengono molestate sessualmente, ricattate, subiscono violenze verbali, fisiche e stupri.

Questo libro è la sintesi di un lavoro di ricerca, inchiesta sul campo, documentazione giornalistica e traduzione che Stefania Prandi ha fatto per più di due anni e che restituisce il racconto di oltre centotrenta testimonianze di lavoratrici, sindacalisti e associazioni.

Dalle testimonianze delle braccianti dei primi del Novecento, dove fatica, insalubrità, malattie erano la realtà quotidiana di migliaia di lavoratrici, l’Italia e il mondo sembrano aver fatto passi da gigante, ma nelle storie di Kalima, Aicha, Elena, Adba, Hawa, Rachida, Tulipa, Petra non troviamo traccia di questa evoluzione legislativa.
Tra le pagine del libro, le voci e le vite delle molte lavoratrici che i media ignorano: la sopravvivenza quotidiana, la resistenza alla violenza, il coraggio delle denunce che, malgrado gli sforzi, cadono nel vuoto, un discorso molto attuale.

La mostra è realizzata con il sostegno di Coop Alleanza 3.0 nell’ambito della campagna “Buoni e Giusti” per la promozione e la lotta all’illegalità e il sostegno di quei produttori che operano nel rispetto dell’eticità, contro il lavoro nero, il caporalato e le truffe alimentari.

La mostra resterà allestita fino al 10 maggio e sarà possibile visitarla gratuitamente, tutti i giorni dalle 10 alle 19 (1° maggio escluso). 

Stefania Prandi, giornalista e fotografa, ha realizzato reportage in Italia, Europa, Africa e Sudamerica. Si occupa di questioni di genere, lavoro, diritti umani, società e ambiente. Ha lavorato per Elle, Azione, Radiotelevisione svizzera, Vice, El País, Open Society Foundations, Il Fatto Quotidiano online, Al Jazeera. Nel 2016 e nel 2017 ha ricevuto i riconoscimenti «The Pollination Project Grant» e «Volkart Stiftung Grant».

 

Foto in allegato di Stefania Prandi.