Il Canale di Reno si accende dopo il tramonto

Uno dei luoghi più suggestivi di Bologna è ora visibile anche dopo il tramonto. Dal 17 dicembre il Canale di Reno, nel tratto che si può vedere dagli affacci tra via Malcontenti e via Oberdan, si è acceso con il nuovo sistema di illuminazione artificiale realizzato anche grazie ai contributi dei cittadini.

Il progetto d’illuminazione propone un intervento non invasivo che rispetta il luogo. A bassa intensità di luce, si avvale del potere riflettente dell'acqua e distribuisce morbide e rade pennellate sul canale nella direzione della corrente, creando un lieve riflesso e movimento di ombre sulla parte bassa delle facciate prospicienti.
Inoltre, per ricordare gli antichi mestieri legati alle acque del Canale di Reno e del Canale delle Moline, ogni sera sono proiettate, sul muro dell’affaccio di via Oberdan, delle immagini evocative ispirate alle incisioni di Annibale Carracci e Giuseppe Maria Mitelli.

L'intero progetto di valorizzazione notturna è stato realizzato grazie anche ai contributi dei visitatori raccolti dal 2015 durante le iniziative organizzate da Canali di Bologna (come Notte blu, Effetto blu e le visite nei sotterranei). La nuova illuminazione artificiale è stata curata dall’architetto Giordana Arcesilai, realizzata dalla ditta Elettro-Z con il patrocinio del Comune di Bologna.

"Quel tratto di canale è ora visibile, anche dopo il tramonto, in particolare dalla finestra di via Piella, meta ormai immancabile per chi visita la città e segnalata in tutte le principali guide - affermano la Vicesindaca Valentina Orioli e l'assessore alla cultura Matteo Lepore -. Ringraziamo Canali di Bologna per avere deciso di valorizzare uno dei simboli di Bologna e del patrimonio storico-idraulico”.

Quando i canali erano scoperti
Le strade corrispondenti alle attuali vie della Grada, Riva di Reno, Capo di Lucca, Castiglione e Rialto fiancheggiavano i canali scoperti di Reno e di Savena. In questi spazi le attività della comune vita quotidiana convivevano con le attività lavorative. Fino ai primi decenni del XX secolo in questi canali molti attingevano acqua, lavavano i panni e gli animali, nuotavano incuranti delle ripetute proibizioni delle autorità. Già all’inizio del ‘900, ma soprattutto nel dopoguerra, furono coperti i tratti cittadini del canale di Reno ancora corrente, a cielo aperto, lungo le vie della Grada e Riva di Reno. Vennero risparmiati solo due brevissimi tratti, uno posto fra le vie Augusto Righi e Bertiera, l’altro fra le vie Alessandrini e Capo di Lucca, rimasti unici testimoni di un paesaggio urbano scomparso. Grazie alla riapertura, realizzata nel 1998, degli affacci delle vie de’ Malcontenti e Piella, seguita da quella di via Oberdan, il tratto fra le vie Augusto Righi e Bertiera è stato rivalutato e oggi la riqualificazione continua grazie a questo progetto.