QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE ISCRIZIONI AI NIDI
L'assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Bugani (M5S) sulle iscrizioni ai Nidi.
La domanda d'attualità del consigliere Bugani:
"Chiede:
come il Sindaco e la Giunta valutino questa notiz...
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Descrizione
L'assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Bugani (M5S) sulle iscrizioni ai Nidi.
La domanda d'attualità del consigliere Bugani:
"Chiede:
come il Sindaco e la Giunta valutino questa notizia anche alla luce del fatto che più volte dall'Esecutivo è stato sottolineato che le iscrizioni ai nidi di Bologna ( a differenza di molti altri comuni) facevano registrare numeri sostanzialmente invariati rispetto al passato grazie alla presenza di molte fasce tariffarie;
se vi è intenzione da parte del Sindaco e la Giunta di intervenire con qualche correzione;
se vi è timore che questo dato possa aggravarsi nei prossimi mesi".
La risposta dell'assessore Pillati:
"Gentilissimo,
in diverse occasioni, a partire già da luglio 2013, in occasione della prima elaborazione di graduatoria, l’Amministrazione comunale ha dichiarato che a Bologna, a differenza di quanto è accaduto in molti altri territori, la domanda di iscrizione ai nidi d’infanzia è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente.
E oggi lo ribadisco.
Le nuove domande sono state 2.586 nel 2012, 2.547 nel 2013, quindi 39 domande in meno per l'anno educativo in corso (2013/2014) rispetto all'anno 2012/2013, in presenza di un calo della popolazione in età di oltre 100 bambini.
Al contempo aggiungo un altro dato, quello delle rinunce, anche questo significativo ma rimasto in linea con quello degli anni passati. Lo dimostra in concreto il calo della lista di attesa che nel 2012 è passata da 828 di giugno a 426 di novembre, con una riduzione di circa 400 unità per effetto proprio delle rinunce.
Lo stesso dato lo ritroviamo quest'anno, in cui la lista di attesa, per effetto delle rinunce è passata da 775 di giugno a 363 di novembre, con un calo anche in questo caso di circa 400 unità.
Dunque il dato dei ritiri dal servizio diffuso nel corso della conferenza provinciale di qualche giorno fa e riportato dalla stampa, di circa 400, è in linea con lo stesso dato registrato negli anni passati, dato sempre molto elevato di cui più volte abbiamo parlato.
Le motivazioni delle rinunce, come abbiamo più volte detto, sono molteplici: vi sono in primo luogo cause di tipo familiare a partire dalla salute di bambini in quella particolare fascia di età, ma anche il fatto di avere un sistema di iscrizioni che prevede un bando con una sola finestra per la presentazione della domanda, e che porta a fare domanda anche a chi non ha particolare intenzione a fruire del servizio.
Il dato delle rinunce non presenta alcuna anomalia rispetto al pasto e dunque non può essere ascrivibile agli effetti della crisi economica, anche perché come altre volte ho sottolineato il nostro sistema tariffario si caratterizza per una forte proporzionalità delle tariffe: non solo ci sono 80 fasce ma anche una tariffa massima che si raggiunge a 33.000 euro di isee, e una tariffa minima che arriva ad azzerarsi.
Ricordo che in altri Comuni la tariffa massima si raggiunge con livelli di ISEE più contenuti e inoltre la tariffa non arriva mai ad azzerarsi anche per fasce di reddito molto basse, con tariffe minime che arrivano anche ad 80 euro mensili. L’effetto di questa politica tariffaria nel Comune di Bologna è una tariffa media intorno a 180 euro mensili.
Ricordo anche che da anni adottiamo delle misure straordinarie per limitare l’impatto della crisi, quando questa si traduce nella perdita del lavoro oppure nella riduzione del reddito. Sono infatti previsti adeguamenti in corso d'anno della retta per tenere conto tempestivamente della riduzione del reddito, fino ad arrivare alle esenzioni se ci si trova di fronte alla perdita del lavoro.
Per tornare a quanto emerso nei giorni scorsi durante la conferenza metropolitana dei Sindaci e diffusi dalla stampa e che poteva sembrare contraddire quanto da noi dichiarato nel corso degli ultimi mesi, oltre a quanto già detto in relazione al dato sulle rinunce, vorrei comunque sottolineare un punto.
E cioè i dati presentati dalla Provincia fanno riferimento non all'anno educativo in corso, a cui tutte le nostre valutazioni e dichiarazioni si riferiscono, ma all'anno scolastico 2012/2013 e le comparazioni sono state fatte con l'anno precedente cioè il 2011/2012. Le valutazioni che si possono trarre dai dati presentati dalla provincia sono riferibili al passato, ma come sappiamo da dati più recenti la situazione complessiva non è in generale migliorata.
La criticità rilevata sulle minori domande è una situazione che certamente sta interessando molti territori, e nel comune Bologna, se c'è una tenuta del sistema comunale, il problema sta comunque interessando i nidi privati, in particolare i posti non convenzionati, le cui tariffe sono quelle di mercato, ampiamente superiori a quelle comunali.
A questo proposito noi stessi più volte abbiamo evidenziato la difficoltà di alcune strutture private a coprire tutti i posti non convenzionati con il Comune e già quest'anno due nidi privati hanno chiuso".
La domanda d'attualità del consigliere Bugani:
"Chiede:
come il Sindaco e la Giunta valutino questa notizia anche alla luce del fatto che più volte dall'Esecutivo è stato sottolineato che le iscrizioni ai nidi di Bologna ( a differenza di molti altri comuni) facevano registrare numeri sostanzialmente invariati rispetto al passato grazie alla presenza di molte fasce tariffarie;
se vi è intenzione da parte del Sindaco e la Giunta di intervenire con qualche correzione;
se vi è timore che questo dato possa aggravarsi nei prossimi mesi".
La risposta dell'assessore Pillati:
"Gentilissimo,
in diverse occasioni, a partire già da luglio 2013, in occasione della prima elaborazione di graduatoria, l’Amministrazione comunale ha dichiarato che a Bologna, a differenza di quanto è accaduto in molti altri territori, la domanda di iscrizione ai nidi d’infanzia è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente.
E oggi lo ribadisco.
Le nuove domande sono state 2.586 nel 2012, 2.547 nel 2013, quindi 39 domande in meno per l'anno educativo in corso (2013/2014) rispetto all'anno 2012/2013, in presenza di un calo della popolazione in età di oltre 100 bambini.
Al contempo aggiungo un altro dato, quello delle rinunce, anche questo significativo ma rimasto in linea con quello degli anni passati. Lo dimostra in concreto il calo della lista di attesa che nel 2012 è passata da 828 di giugno a 426 di novembre, con una riduzione di circa 400 unità per effetto proprio delle rinunce.
Lo stesso dato lo ritroviamo quest'anno, in cui la lista di attesa, per effetto delle rinunce è passata da 775 di giugno a 363 di novembre, con un calo anche in questo caso di circa 400 unità.
Dunque il dato dei ritiri dal servizio diffuso nel corso della conferenza provinciale di qualche giorno fa e riportato dalla stampa, di circa 400, è in linea con lo stesso dato registrato negli anni passati, dato sempre molto elevato di cui più volte abbiamo parlato.
Le motivazioni delle rinunce, come abbiamo più volte detto, sono molteplici: vi sono in primo luogo cause di tipo familiare a partire dalla salute di bambini in quella particolare fascia di età, ma anche il fatto di avere un sistema di iscrizioni che prevede un bando con una sola finestra per la presentazione della domanda, e che porta a fare domanda anche a chi non ha particolare intenzione a fruire del servizio.
Il dato delle rinunce non presenta alcuna anomalia rispetto al pasto e dunque non può essere ascrivibile agli effetti della crisi economica, anche perché come altre volte ho sottolineato il nostro sistema tariffario si caratterizza per una forte proporzionalità delle tariffe: non solo ci sono 80 fasce ma anche una tariffa massima che si raggiunge a 33.000 euro di isee, e una tariffa minima che arriva ad azzerarsi.
Ricordo che in altri Comuni la tariffa massima si raggiunge con livelli di ISEE più contenuti e inoltre la tariffa non arriva mai ad azzerarsi anche per fasce di reddito molto basse, con tariffe minime che arrivano anche ad 80 euro mensili. L’effetto di questa politica tariffaria nel Comune di Bologna è una tariffa media intorno a 180 euro mensili.
Ricordo anche che da anni adottiamo delle misure straordinarie per limitare l’impatto della crisi, quando questa si traduce nella perdita del lavoro oppure nella riduzione del reddito. Sono infatti previsti adeguamenti in corso d'anno della retta per tenere conto tempestivamente della riduzione del reddito, fino ad arrivare alle esenzioni se ci si trova di fronte alla perdita del lavoro.
Per tornare a quanto emerso nei giorni scorsi durante la conferenza metropolitana dei Sindaci e diffusi dalla stampa e che poteva sembrare contraddire quanto da noi dichiarato nel corso degli ultimi mesi, oltre a quanto già detto in relazione al dato sulle rinunce, vorrei comunque sottolineare un punto.
E cioè i dati presentati dalla Provincia fanno riferimento non all'anno educativo in corso, a cui tutte le nostre valutazioni e dichiarazioni si riferiscono, ma all'anno scolastico 2012/2013 e le comparazioni sono state fatte con l'anno precedente cioè il 2011/2012. Le valutazioni che si possono trarre dai dati presentati dalla provincia sono riferibili al passato, ma come sappiamo da dati più recenti la situazione complessiva non è in generale migliorata.
La criticità rilevata sulle minori domande è una situazione che certamente sta interessando molti territori, e nel comune Bologna, se c'è una tenuta del sistema comunale, il problema sta comunque interessando i nidi privati, in particolare i posti non convenzionati, le cui tariffe sono quelle di mercato, ampiamente superiori a quelle comunali.
A questo proposito noi stessi più volte abbiamo evidenziato la difficoltà di alcune strutture private a coprire tutti i posti non convenzionati con il Comune e già quest'anno due nidi privati hanno chiuso".
A cura di
Piazza Maggiore, 6