QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'ALTEZZA DEI DEHORS
L'assessore al Commercio Nadia Monti ha risposto oggi, nella seduta di Question time, all'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl) sull'altezza dei dehors.
L'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"A seguito delle seg...
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L'assessore al Commercio Nadia Monti ha risposto oggi, nella seduta di Question time, all'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl) sull'altezza dei dehors.
L'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"A seguito delle segnalazioni di alcuni operatori interessati, chiedo se corrisponde al vero che, alcuni dehors di tipologia B, abbiano ottenuto il permesso ad essere realizzati, avendo gli elementi di delimitazione, di altezza pari a mt 1,40, anche se il regolamento vigente stabilisce che essi debbano averla al massimo di mt 1,10.
Permesso che in altre occasioni similari è stato invece diniegato, adducendo proprio al disposto regolamentare vigente chiedo quindi, perché in alcuni casi si e in altri no, ovvero quale sia la motivazione di questa differenziazione che di fatto costituisce una situazione in cui pare esistano figli e figliastri, cosa oggettivamente non tollerabile.
Si coglie l'occasione per ribadire che lo scrivente ritiene più congrua,utile e sicura, sotto molteplici aspetti, la misura di mt 1,40 che non quella di mt 1,10 e che il senso della domanda, tende ad auspicare, che chiunque lo ritenga, soprattutto coloro che appronteranno le costosissime pedane riscaldanti, possa realizzare gli elementi di delimitazione alti proprio mt 1,40".
La risposta dell'assessore Nadia Monti:
"In relazione a questa interpellanza io presumo che il consigliere faccia riferimento ai dehors concessi nell’ambito del cosiddetto progetto SAIE 3 e riguarda il complesso Orefici/Caprarie e alcuni numeri civici di via Murri. Queste richieste furono rubricate come progetti in deroga e inviati in Soprintendenza per il nulla osta; la richiesta di via Murri fu restituita al Comune con la motivazione che non si trattava di strada soggetta a vincolo. La Soprintendenza restituì poi anche le altre richieste al Comune dopo la sottoscrizione dell’Accordo a tre, che demandava all’Unità Tutela del centro storico, o Tutela del paesaggio, la verifica e valutazione delle occupazioni richieste per il vincolo di competenza; le richieste di occupazione suolo pubblico vennero poi rilasciate sulla base della valutazione favorevole dell’Unità Centro storico, che voglio riportare per evidenziare il tema in questione:
“Vista la documentazione prodotta dal richiedente, dalla quale risulta che trattasi di dehors di tipoB avente le seguenti caratteristiche:
il dehors è composto da una pedana, da elementi di delimitazione laterali sui tre lati prospicienti la strada ed aperto sul lato prospiciente il marciapiede, da tenda a sbraccio e da elementi di arredo;
la delimitazione sui tre lati prospicienti la strada è attenuta con pannelli in lexan trasparente antigraffio dello spessore di 18 mm e di altezza 140 cm dal piano della pedana, fissati alla struttura con cosciali perimetrali aventi anch'essi finitura in cor-ten;
Questo Unità, valutato il progetto come parte di una proposta unitaria e coordinata per il sistema via Orefici – via Caprarie “strada del jazz” che, nel suo insieme, persegue la qualità dello spazio pubblico e il corretto inserimento nel contesto urbano, ai sensi dell'articolo 1 comma 4 del Regolamento Dehors, esprime parere favorevole.”
Ora, rispetto al suggerimento di adeguare il regolamento all’art. 17, commi 12 e 15, permettendo di adeguare l’altezza delle delimitazioni in funzione della reale motivazione di una scelta funzionale di avere una pedana riscaldata: l’utilizzo del dehors in condizioni meteorologiche avverse e nei mesi invernali, come anche recentemente chiarito Il Regolamento Dehors ha individuato uno “standard” per strutture e arredamenti che ha l'obiettivo di limitare le interferenze con il contesto, contrastando un eccessivo proliferare di oggetti privi di un coordinamento complessivo, scegliendo forme semplici, materiali di facile manutenzione ed elevata durabilità e una gamma ristretta di colori.
Soluzioni più accurate di quelle individuate come standard possono essere proposte e verranno esaminate, o dall'Ufficio Tutela e Gestione Centro Storico o dalla Soprintendenza (a seconda delle competenze fissate dall'Accordo con la stessa Soprintendenza).
Le proposte alternative agli standard devono essere opportunamente studiate in relazione ai luoghi specifici, in modo da valorizzare le qualità presenti nella città storica e accrescere in modo significativo la qualità urbana.
Il Regolamento infatti non approfondisce i singoli contesti, che differiscono per caratteristiche storiche, monumentali e architettoniche, cosa che invece è possibile fare qualora si predisponga un “progetto speciale”, che interpreti i luoghi e proponga soluzioni specifiche.
Un elemento che può contribuire alla qualità urbana è limitare l'eccessivo proliferare di stili di dehors nel medesimo tratto di strada. In contesti omogenei per tipologia di edifici, toni cromatici, pavimentazioni stradali, per avere sullo spazio pubblico strutture per la somministrazione all'aperto molto eterogenee certamente non contribuisce a migliorare la qualità urbana. L'articolo 1 comma 4 del Regolamento ammette che possano essere fatte valutazioni di questo tipo, ovvero che si possano presentare dehors con elementi diversi per forma, materiali e colori da quelli stabiliti al Titolo II delle stesso Regolamento se le proposte alternative siano migliorative.
Ora io concludo dicendo sono in corso tavoli di monitoraggio insieme alle associazioni di categoria in cui naturalmente ci vengono fatte proposte e presente delle osservazioni e delle segnalazioni e delle valutazioni. All'articolo 16 del Regolamento noi avevamo incluso che per quest'anno ci riservavamo la possibilità di verificare eventuali modifiche e aggiornamenti al Regolamento, abbiamo visto recentemente che si è resa necessaria una modifica anche in virtù dei cambiamenti e delle proroghe che sono dipese dagli accordi ultimi siglati con la Soprintendenza. C'è stato un confronto molto approfondito con le categorie economiche anche su che cosa intendiamo con "progetto speciale" è stata inviata anche comunicazione formale, son stati fatti gli incontri. Quindi il confronto continuerà e si continuerà anche nel valutare se sono davvero necessarie delle modifiche al Regolamento, fermo restando che comunque, come ho detto prima, i cosiddetti progetti speciali sono accoglibili e ricevibili".
L'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"A seguito delle segnalazioni di alcuni operatori interessati, chiedo se corrisponde al vero che, alcuni dehors di tipologia B, abbiano ottenuto il permesso ad essere realizzati, avendo gli elementi di delimitazione, di altezza pari a mt 1,40, anche se il regolamento vigente stabilisce che essi debbano averla al massimo di mt 1,10.
Permesso che in altre occasioni similari è stato invece diniegato, adducendo proprio al disposto regolamentare vigente chiedo quindi, perché in alcuni casi si e in altri no, ovvero quale sia la motivazione di questa differenziazione che di fatto costituisce una situazione in cui pare esistano figli e figliastri, cosa oggettivamente non tollerabile.
Si coglie l'occasione per ribadire che lo scrivente ritiene più congrua,utile e sicura, sotto molteplici aspetti, la misura di mt 1,40 che non quella di mt 1,10 e che il senso della domanda, tende ad auspicare, che chiunque lo ritenga, soprattutto coloro che appronteranno le costosissime pedane riscaldanti, possa realizzare gli elementi di delimitazione alti proprio mt 1,40".
La risposta dell'assessore Nadia Monti:
"In relazione a questa interpellanza io presumo che il consigliere faccia riferimento ai dehors concessi nell’ambito del cosiddetto progetto SAIE 3 e riguarda il complesso Orefici/Caprarie e alcuni numeri civici di via Murri. Queste richieste furono rubricate come progetti in deroga e inviati in Soprintendenza per il nulla osta; la richiesta di via Murri fu restituita al Comune con la motivazione che non si trattava di strada soggetta a vincolo. La Soprintendenza restituì poi anche le altre richieste al Comune dopo la sottoscrizione dell’Accordo a tre, che demandava all’Unità Tutela del centro storico, o Tutela del paesaggio, la verifica e valutazione delle occupazioni richieste per il vincolo di competenza; le richieste di occupazione suolo pubblico vennero poi rilasciate sulla base della valutazione favorevole dell’Unità Centro storico, che voglio riportare per evidenziare il tema in questione:
“Vista la documentazione prodotta dal richiedente, dalla quale risulta che trattasi di dehors di tipoB avente le seguenti caratteristiche:
il dehors è composto da una pedana, da elementi di delimitazione laterali sui tre lati prospicienti la strada ed aperto sul lato prospiciente il marciapiede, da tenda a sbraccio e da elementi di arredo;
la delimitazione sui tre lati prospicienti la strada è attenuta con pannelli in lexan trasparente antigraffio dello spessore di 18 mm e di altezza 140 cm dal piano della pedana, fissati alla struttura con cosciali perimetrali aventi anch'essi finitura in cor-ten;
Questo Unità, valutato il progetto come parte di una proposta unitaria e coordinata per il sistema via Orefici – via Caprarie “strada del jazz” che, nel suo insieme, persegue la qualità dello spazio pubblico e il corretto inserimento nel contesto urbano, ai sensi dell'articolo 1 comma 4 del Regolamento Dehors, esprime parere favorevole.”
Ora, rispetto al suggerimento di adeguare il regolamento all’art. 17, commi 12 e 15, permettendo di adeguare l’altezza delle delimitazioni in funzione della reale motivazione di una scelta funzionale di avere una pedana riscaldata: l’utilizzo del dehors in condizioni meteorologiche avverse e nei mesi invernali, come anche recentemente chiarito Il Regolamento Dehors ha individuato uno “standard” per strutture e arredamenti che ha l'obiettivo di limitare le interferenze con il contesto, contrastando un eccessivo proliferare di oggetti privi di un coordinamento complessivo, scegliendo forme semplici, materiali di facile manutenzione ed elevata durabilità e una gamma ristretta di colori.
Soluzioni più accurate di quelle individuate come standard possono essere proposte e verranno esaminate, o dall'Ufficio Tutela e Gestione Centro Storico o dalla Soprintendenza (a seconda delle competenze fissate dall'Accordo con la stessa Soprintendenza).
Le proposte alternative agli standard devono essere opportunamente studiate in relazione ai luoghi specifici, in modo da valorizzare le qualità presenti nella città storica e accrescere in modo significativo la qualità urbana.
Il Regolamento infatti non approfondisce i singoli contesti, che differiscono per caratteristiche storiche, monumentali e architettoniche, cosa che invece è possibile fare qualora si predisponga un “progetto speciale”, che interpreti i luoghi e proponga soluzioni specifiche.
Un elemento che può contribuire alla qualità urbana è limitare l'eccessivo proliferare di stili di dehors nel medesimo tratto di strada. In contesti omogenei per tipologia di edifici, toni cromatici, pavimentazioni stradali, per avere sullo spazio pubblico strutture per la somministrazione all'aperto molto eterogenee certamente non contribuisce a migliorare la qualità urbana. L'articolo 1 comma 4 del Regolamento ammette che possano essere fatte valutazioni di questo tipo, ovvero che si possano presentare dehors con elementi diversi per forma, materiali e colori da quelli stabiliti al Titolo II delle stesso Regolamento se le proposte alternative siano migliorative.
Ora io concludo dicendo sono in corso tavoli di monitoraggio insieme alle associazioni di categoria in cui naturalmente ci vengono fatte proposte e presente delle osservazioni e delle segnalazioni e delle valutazioni. All'articolo 16 del Regolamento noi avevamo incluso che per quest'anno ci riservavamo la possibilità di verificare eventuali modifiche e aggiornamenti al Regolamento, abbiamo visto recentemente che si è resa necessaria una modifica anche in virtù dei cambiamenti e delle proroghe che sono dipese dagli accordi ultimi siglati con la Soprintendenza. C'è stato un confronto molto approfondito con le categorie economiche anche su che cosa intendiamo con "progetto speciale" è stata inviata anche comunicazione formale, son stati fatti gli incontri. Quindi il confronto continuerà e si continuerà anche nel valutare se sono davvero necessarie delle modifiche al Regolamento, fermo restando che comunque, come ho detto prima, i cosiddetti progetti speciali sono accoglibili e ricevibili".
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Piazza Maggiore, 6