QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'AGGRESSIONE SUBITA DAL PROF. PANEBIANCO
L'assessore Nadia Monti, ha risposto questa mattina , in sede di Question time, alle domande d'attualità dei consiglieri Michele Facci (FI-PDL) e Manes Bernardini (Lega nord) in merito all'aggressione subita dal professor Panebianco.
La domanda d'...
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L'assessore Nadia Monti, ha risposto questa mattina , in sede di Question time, alle domande d'attualità dei consiglieri Michele Facci (FI-PDL) e Manes Bernardini (Lega nord) in merito all'aggressione subita dal professor Panebianco.
La domanda d'attualità del consigliere Facci
"In relazione all'aggressione subita dal prof. Panebianco nei giorni scorsi si chiede al Sindaco ed alla Giunta, se non ritenga che tale fatto meritasse una decisa presa di posizione da parte delle Istituzioni, stante la sua profonda gravità e significato; se non ritenga che occorra una precisa azione di contrasto nei confronti di queste forme di intolleranza e violenza; se e, in caso positivo, in che misura, il collettivo Hobo abbia rapporti con le Istituzioni comunali complessivamente considerate".
La domanda d'attualità del consigliere Bernardini
"Alcuni giorni fa è successo un fatto gravissimo nel nostro Ateneo: contestazione rabbiosa e offese ad un docente e l'imbrattamento della porta dell'aula con scritte insultanti; sulla stampa abbiamo letto la unanime condanna del collettivo Hobo autore di queste "prodezze", ma non si è letta una riga da parte del Sindaco e della Giunta comunale.
A questo proposito, chiedo:
quale sia stato il motivo di questo assordante silenzio e se non si ritenga un atto politico doveroso quello di condannare ogni episodio di violenza bieca ed inutile che avvenga in città;
se non ritengano gravissimo l'episodio accaduto nel nostro Ateneo nei confronti di uno dei suoi docenti più conosciuti per il suo impegno politico e sociale, oltre che per quello accademico;
se non credano opportuno e giusto condannare questo episodio di violenza gratuita;
se non ritengano giusto mettere in campo tutte le azioni politiche necessarie affinchè la nostra città non diventi ostaggio dei collettivi c.d. studenteschi".
La risposta dell'assessore Monti
"Gentili Consiglieri Facci e Bernardini,
in merito alle vostre domande, posso dire che anche tramite la sottoscritta, titolare della delega alla sicurezza, è stata presa posizione dall’amministrazione, agenzie di stampa hanno riportato la cosa in data mercoledì 15 alle ore 19:16.
Riprendendo i concetti già esposti in quel frangente, al di là che si condivida o meno il contenuto dello scritto, per quanto mi riguarda le modalità utilizzate dagli studenti di HOBO per contestare il professor Panebianco, non solo sono inaccettabili, ma pongono un tema non da poco, ossia azioni oggettivamente intimidatorie alla libera espressione di pensiero tutelata dall'art. 19 della Costituzione.
La conferma di ciò a mio avviso, è l'aver negato il dialogo da parte degli studenti al Professore, il quale si era reso disponibile nell’immediato.
Sia chiaro, il diritto alla protesta è legittimo, ma la forma con cui si protesta se sfocia nell'illegalità palese, si trasforma in violenta intolleranza, non peggiore dell’intolleranza che, a detta di HOBO stesso, si sarebbe manifestata nell’articolo apparso sul Corriere.
Pretendere a questo punto che tali atti non abbiano come logica conseguenza le denunce, è una richiesta alquanto paradossale da parte di questi studenti, che non più tardi di ieri hanno definito l’azione come “dura, ma comunque solo di vernice rossa su di una porta si è trattato”.
La cosa ancor più grave se possibile, è leggere certe dichiarazioni, sempre da parte degli stessi studenti dell'HOBO, frasi perlomeno bizzarre nell'annunciare nuove proteste come: "non ci fate paura" oppure “andremo a contestare direttamente chi propugna massacri sociali” e ancora “andremo a trovare tutti quanti”.
Al netto di queste affermazioni, credo necessario palesare che nessuno vuole far paura a nessuno, ci mancherebbe, ma il messaggio che come amministrazione non possiamo e non vogliamo far passare, è quello per il quale proprio HOBO con atti come quello dell’altro ieri, si arroghi il diritto di poter impunemente far paura al prossimo senza conseguenze.
Le opinioni naturalmente possono esser diametralmente opposte, ma certi metodi per dimostrare il proprio disappunto non possono, non sono e non saranno tollerati".
La domanda d'attualità del consigliere Facci
"In relazione all'aggressione subita dal prof. Panebianco nei giorni scorsi si chiede al Sindaco ed alla Giunta, se non ritenga che tale fatto meritasse una decisa presa di posizione da parte delle Istituzioni, stante la sua profonda gravità e significato; se non ritenga che occorra una precisa azione di contrasto nei confronti di queste forme di intolleranza e violenza; se e, in caso positivo, in che misura, il collettivo Hobo abbia rapporti con le Istituzioni comunali complessivamente considerate".
La domanda d'attualità del consigliere Bernardini
"Alcuni giorni fa è successo un fatto gravissimo nel nostro Ateneo: contestazione rabbiosa e offese ad un docente e l'imbrattamento della porta dell'aula con scritte insultanti; sulla stampa abbiamo letto la unanime condanna del collettivo Hobo autore di queste "prodezze", ma non si è letta una riga da parte del Sindaco e della Giunta comunale.
A questo proposito, chiedo:
quale sia stato il motivo di questo assordante silenzio e se non si ritenga un atto politico doveroso quello di condannare ogni episodio di violenza bieca ed inutile che avvenga in città;
se non ritengano gravissimo l'episodio accaduto nel nostro Ateneo nei confronti di uno dei suoi docenti più conosciuti per il suo impegno politico e sociale, oltre che per quello accademico;
se non credano opportuno e giusto condannare questo episodio di violenza gratuita;
se non ritengano giusto mettere in campo tutte le azioni politiche necessarie affinchè la nostra città non diventi ostaggio dei collettivi c.d. studenteschi".
La risposta dell'assessore Monti
"Gentili Consiglieri Facci e Bernardini,
in merito alle vostre domande, posso dire che anche tramite la sottoscritta, titolare della delega alla sicurezza, è stata presa posizione dall’amministrazione, agenzie di stampa hanno riportato la cosa in data mercoledì 15 alle ore 19:16.
Riprendendo i concetti già esposti in quel frangente, al di là che si condivida o meno il contenuto dello scritto, per quanto mi riguarda le modalità utilizzate dagli studenti di HOBO per contestare il professor Panebianco, non solo sono inaccettabili, ma pongono un tema non da poco, ossia azioni oggettivamente intimidatorie alla libera espressione di pensiero tutelata dall'art. 19 della Costituzione.
La conferma di ciò a mio avviso, è l'aver negato il dialogo da parte degli studenti al Professore, il quale si era reso disponibile nell’immediato.
Sia chiaro, il diritto alla protesta è legittimo, ma la forma con cui si protesta se sfocia nell'illegalità palese, si trasforma in violenta intolleranza, non peggiore dell’intolleranza che, a detta di HOBO stesso, si sarebbe manifestata nell’articolo apparso sul Corriere.
Pretendere a questo punto che tali atti non abbiano come logica conseguenza le denunce, è una richiesta alquanto paradossale da parte di questi studenti, che non più tardi di ieri hanno definito l’azione come “dura, ma comunque solo di vernice rossa su di una porta si è trattato”.
La cosa ancor più grave se possibile, è leggere certe dichiarazioni, sempre da parte degli stessi studenti dell'HOBO, frasi perlomeno bizzarre nell'annunciare nuove proteste come: "non ci fate paura" oppure “andremo a contestare direttamente chi propugna massacri sociali” e ancora “andremo a trovare tutti quanti”.
Al netto di queste affermazioni, credo necessario palesare che nessuno vuole far paura a nessuno, ci mancherebbe, ma il messaggio che come amministrazione non possiamo e non vogliamo far passare, è quello per il quale proprio HOBO con atti come quello dell’altro ieri, si arroghi il diritto di poter impunemente far paura al prossimo senza conseguenze.
Le opinioni naturalmente possono esser diametralmente opposte, ma certi metodi per dimostrare il proprio disappunto non possono, non sono e non saranno tollerati".
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Piazza Maggiore, 6