QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA SANITA'


L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla sanità.

La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega n...

Descrizione

L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla sanità.

La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):

"La stampa cittadina riporta la notizia che l'assessore regionale Lusenti si impegna a non diminuire i servizi e si danno notizie su come cambieranno i servizi nei piccoli ospedali; l'assessore Rizzo Nervo mi ha già dato alcune risposte la scorsa settimana sul tema dei tagli alla sanità regionale, ora, invece, chiedo al Sindaco e alla Giunta di sapere quale sia la posizione in relazione alla riorganizzazione della rete dei piccoli ospedali della provincia alla luce dell'allugamento delle liste di attesa presso i corrispettivi servizi ospedalieri cittadini; come considerino le aperture di ambulatori privati gestiti dalla Legacoop che forniscono servizi di base, come avviene già a Genova; se sia nella politica del Comune di Bologna consentire che possa avvenire un cambio di sanità dal pubblico al privato anche nella nostra città".

La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:

"Grazie consigliera, come ricordava prima la presidente Lembi, le mimose non hanno spine, quindi men che mai oggi il suo intervento rappresenta per me una spina quindi ben volentieri le rispondo, le rispondo sulla parte che più conosco che è quella che riguarda la sanità emiliano-romagnola, di cui mi occupo pro-quota, meno di quella ligure e le anticipo che non le riuscirò a rispondere a dove sono finiti gli eroi del socialismo reale perché è una domanda oggettivamente troppo complessa per me, la cosa che le posso dire è che alcune cose che lei ha detto e che sono state anche riportate negli organi di stampa nei giorni scorsi, in termini affermativi, in termini di certezza, non sono tali - glielo dico - per fortuna, non vi è alcuna intenzione di ridimensionare a strutture intermedie gli ospedali di Budrio, di San Giovanni in Persiceto, di Vergato, di Loiano, di Porretta, come un articolo di stampa nei giorni scorsi riportava, né tanto meno far diventare questi ospedali strutture intermedie a gestione infermieristica, per quanto io sia notoriamente un fautore delle possibilità tante e nuove che la formazione degli infermieri oggi ci da' in termini di autonomia gestionale e dentro al quadro della riorganizzazione sanitaria degli infermieri (ovviamente non solo della loro), non c'e' nessuna intenzione di trasformare gli ospedali in questione in strutture intermedie a gestione infermieristica, questa cosa è stata detta in più occasioni, il documento della regione parla in generale di una possibilità data alle aziende sanitarie e ai territori di valutare se alcune strutture hanno caratteristiche, volumi di utenza che non motivano più la loro permanenza in ospedale e chiamano una trasformazione, vuoi per la presenza di strutture sanitarie molto più grandi e articolate a pochissima distanza (me ne vengono in mente alcune nel territorio regionale) vuoi perché i volumi di utenza non motivano la permanenza di un ospedale nelle caratteristiche tali per essere chiamati ospedali.
Queste condizioni non riguardano gli ospedali di Bologna, non riguardano neanche la rete provinciale, che è una rete ricca di qualità, ricca di investimenti che sono stati fatti negli ultimi anni, penso solo all'ospedale di Budrio che negli ultimi anni ha visto investimenti per diversi milioni di euro, in sale operatorie di assoluta qualità che sarebbe assolutamente folle oggi dismettere, trasformandoli in strutture intermedie a gestione infermieristica. Ciò che noi faremo nel nostro territorio, con responsabilità, a fronte di un taglio che c'è, ed è nazionale, e che non è figlio di accordi per favorire il sistema mutualistico integrato. Sono tagli che derivano da ministri che portano i nomi di Tremonti e Monti, vedere in questi la volontà di favorire il mondo della mutualità complementare è francamente difficile e fantasioso. Al contrario noi abbiamo detto: non taglieremo ospedali, non chiuderemo ospedali, non accetteremo ridimensionamenti nei termini che l'articolo da lei citato riporta, di ospedali del territorio bolognese. Siamo invece disponibili, come è necessario fare in un momento come questo, a rimodulare l'offerta, le attività che dentro quegli ospedali si realizzano, come ho più volte già avuto modo di dire a sue precedenti interrogazioni, a estendere il modello che c'è in tutta Europa per intensità di cura, alla generalità delle strutture ospedaliere - esperienze che già peraltro negli ospedali di Porretta e San Giovanni già funzionano bene. Quindi noi siamo disposti e siamo nella necessità, ovviamente, anche di fare questo, nella convinzione che questo non provochi un calo della qualità dell'offerta sanitaria ma che anzi la rimoduli attorno a nuove esigenze, nuovi bisogni, al fatto che oggi sempre di più l'ospedale è il luogo delle acuzie e non il luogo delle lungodegenze. Questo noi faremo, non siamo invece disponibili a tagliare posti, a chiudere ospedali o a ridimensionarli a strutture intermedie a gestione infermieristica. Peraltro, autorevolmente, l'assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna che ha la competenza prima su questa materia, ha chiarito anche sulla pagina dello stesso quotidiano che aveva posto la notizia all'attenzione nella giornata di ieri.
Per quanto riguarda il progetto ligure di Legacoop io devo dirle, lo conosco molto poco e quindi me ne scuso, ho avuto modo di vedere sia in questa esperienza ligure sulla quale mi sono, sia pure minimamente, documentato, in alcune esperienze che ci sono già anche nel territorio dell'Emilia Romagna, la volontà di riempire dei buchi, non di sostituirsi, di mettere fuori da tutto ciò che è LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), di mettere in campo delle soluzioni, delle possibilità per i cittadini che siano appunto legati ad una mutua complementarietà, e quindi ad un'offerta complementare a quella del pubblico, quell'offerta che già oggi (penso a tutta la parte dell'ortodonzia e a tutta una serie di voci che già oggi sono fuori dal sistema sanitario nazionale) che invece oggi possono sempre più essere oggetto di questo intervento complementare che ovviamente è a base volontaristica. Questo è quello di cui sono a conoscenza, di un altro progetto, che però riguarda un'altra regione, di un altro sistema sanitario regionale onestamente non so".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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