QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA RIQUALIFICAZIONE DELLE NOSTRE PERIFERIE
L'assessore Patrizia Gabellini, ha risposto in sede di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord) in merito alla riqualificazione generale delle nostre periferie urbane
La domanda della consigliera Cocc...
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L'assessore Patrizia Gabellini, ha risposto in sede di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord) in merito alla riqualificazione generale delle nostre periferie urbane
La domanda della consigliera Cocconcelli:
"Dopo l'approvazione dell'avvio di nuovi cantieri che potranno valorizzare alcune aree della nostra città, chiedo al Sindaco e alla Giunta, ricollegandomi alla intervista di Renzo Piano, se non ritengano che sia necessario avviare anche un piano urbanistico di riqualificazione generale delle nostre periferie urbane, non lasciando il compito agli interventi di micro urbanizzazione o di urbanizzazione privata, eseguita con il piano operativo comunale, ma con interventi di riqualificazione generalizzata e complessiva di intere aree e comparti periferici,con una riqualificazione/recupero del patrimonio esistente,secondo le linee di tendenza più recenti dell'urbanistica".
La risposta dell'assessore Patrizia Gabellini:
"Prima di farle degli esempi di come noi di fatto seguiamo da tempo i principi che nella sua autorevolezza ha riproposto Renzo Pianio, che non solo nuovi, ma vengono da un pulpito che le rende più rilevanti, vorrei fare una piccola premessa sull'esistenza di una politica urbanistica che va esattamente in quella direzione. I nostri strumenti, sia il Piano strutturale (Psc), che il Piano operativo (Poc) e il Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue), sono all'insegna della riqualificazione generalizzata. Gli interventi previsti sono concentrati all'esterno della città storica, che volutamente io evito sempre di chiamare periferia, perché ritengo importunate guardare alle caratteristiche ormai molto articolate della Bologna contemporanea, con una distribuzione delle centralità e delle opportunità e quindi della qualità urbana al di fuori dei viali di circonvallazione. Utilizzo questo termine mal volentieri perché in qualche modo ripropone un idea che ci sia una città con nucleo interno e centrale che ha tutto, e un nuovo esterno che non ha niente: non è così.
In questa città fin dalla decisione di demolire le mura che sapete ultra centenaria, tra gli anni '60 e '70 è stato dato avvio ad un decentramento di alcune funzioni catalizzanti che hanno realizzato centralità all'esterno. Quindi quando diciamo periferia in realtà mettiamo assieme situazioni molto diverse. Il Piano strutturale contiene l'identificazione di tutte le strategie necessarie per una riqualificazione generalizzata. La proposta di leggere il territorio comunale attraverso 7 figure territoriali che mettono in evidenza diverse peculiarità, come hanno anche riconosciuto in varie sedi, è un modo decisamente diverso di leggere la città contemporanea. E comunque per gli ambiti consolidati di qualificazione diffusa il Psc ha previsto interventi puntuali di rammendo e recupero come quelli inclusi nel nuovo Poc, perché siamo all'interno di parti della città consolidata, che non ha grandi margini di trasformabilità e nella quale proprio per questo i piccoli interventi estremamente preziosi possono creare sinergie.
Poi abbiamo gli ambiti da riqualificare che sono individuati per le possibilità di riqualificazione ampia e da coordinare, più rilevanti degli ambiti consolidati. Per esempio parliamo della parte est della Bolognina, della zona tra Scandellara e Cirenaica, della zona tra via Battindarno e il Reno, come di ambiti specializzati quali le Roveri. Questi sono quelli che noi chiamiamo ambiti da riqualificare, e nel Poc diffuso insistono alcuni interventi.
Poi ci sono gli interventi di sostituzione che hanno bisogno di un ridisegno urbano, a cui fa riferimento soprattutto Piano, perché è abituato a lavorare nelle grandi città, anche se in realtà i suo interventi sono molto spesso, tranne pochi episodi, all'interno di gradi aree dismesse, militari e ferroviaria soprattutto. Se poi nel Psc si va a vedere nel quadro normativo le 30 situazioni si può osservare come già abbiamo diviso il territorio comunale in parti che non coincidono con i quartieri e che sono molto più ampie degli ambiti dove abbiamo individuato punto per punto i luoghi dove rafforzare le centralità i percorsi, dove ci sono scuole da riqualificare, ecc.. Questo lavoro è stato prezioso per esempio nel momento in cui abbiamo dovuto valutare gli interventi del Poc di qualificazione diffusa.
In ultimo sempre riguardo al lavoro e agli strumenti di cui disponiamo, per andare nella direzione auspicata, cito la variante al Rue che avremo modo a breve di adottare e che ora è al vaglio dei Quartieri. Con la variante, attraverso una gamma ampia di modifiche alle norme vigenti, tentiamo di sostenere il recupero e la riqualificazione del patrimonio esistente dal punto di vista fisico e della possibilità di usi molteplici.
Se andiamo a vedere i punti sui quali insiste nella sua intervista Renzo Piano, possiamo fare anche degli esempi concreti. Lui parla di portare nelle periferie le funzioni della città, prima di tutto le scuole poi biblioteche, teatri, musei, ospedali, tribunali, ecc.. Possiamo fare l'esempio dell'Università al Lazzaretto, del Tecnopolo in via Stalingrado, del programma per le nuove scuole. Tutto ciò va esattamente in questa direzione. Se consideriamo invece quando Piano richiama il consolidamento strutturale degli edifici, i piccoli cantieri e i micro-finanziamenti senza allontanamento degli abitanti, o l'adeguamento energetico degli edifici esistenti, è quello che abbiamo incluso nel Rue e nel Paes con sperimentazioni interessanti, come lo studio di intervento di riqualificazione energetica senza l'allontanamento degli abitanti a San Donato, o la riqualificazione energetica di Corticella che presenteremo mercoledì sera. Quando Renzo Piano richiama il verde per il clima e il consolidamento idrogeologico non possiamo non fare riferimento al nostro progetto europeo Gaia che è stato premiato tra i migliori in Europa sulla riforestazione e il lavoro sul Parco città-campagna di Villa Bernaroli e quello prossimo di rilancio per l'orticoltura urbana. Ancora, sulle piazze e le attività di quartiere, sui luoghi di incontro, l'esempio più semplice e calzante è quello di Bella fuori, condiviso per tre edizioni con la Fondazione Del Monte, ma anche altri progetti che riguardano le centralità al Pilastro e a Scandellara. E ancora sui processi partecipativi, mi sembra che su questo abbiamo ormai una tradizione consolidata. Sui trasporti, il potenziamento del filobus dal punto di vista ecologico, la rete del Tpl su strada e l'integrazione con il Sistema ferroviario metropolitano, il miglioramento delle piste ciclabili e della pedonalità, vanno tutte in questa direzione.
In conclusione, ben venga il rilievo dato ad alcune questioni da Renzo Piano, il suo parere dà vigore alle politiche che in alcune situazioni, compresa la nostra, sono in atto da anni, e con sforzi e vari strumenti vengono portate avanti".
La domanda della consigliera Cocconcelli:
"Dopo l'approvazione dell'avvio di nuovi cantieri che potranno valorizzare alcune aree della nostra città, chiedo al Sindaco e alla Giunta, ricollegandomi alla intervista di Renzo Piano, se non ritengano che sia necessario avviare anche un piano urbanistico di riqualificazione generale delle nostre periferie urbane, non lasciando il compito agli interventi di micro urbanizzazione o di urbanizzazione privata, eseguita con il piano operativo comunale, ma con interventi di riqualificazione generalizzata e complessiva di intere aree e comparti periferici,con una riqualificazione/recupero del patrimonio esistente,secondo le linee di tendenza più recenti dell'urbanistica".
La risposta dell'assessore Patrizia Gabellini:
"Prima di farle degli esempi di come noi di fatto seguiamo da tempo i principi che nella sua autorevolezza ha riproposto Renzo Pianio, che non solo nuovi, ma vengono da un pulpito che le rende più rilevanti, vorrei fare una piccola premessa sull'esistenza di una politica urbanistica che va esattamente in quella direzione. I nostri strumenti, sia il Piano strutturale (Psc), che il Piano operativo (Poc) e il Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue), sono all'insegna della riqualificazione generalizzata. Gli interventi previsti sono concentrati all'esterno della città storica, che volutamente io evito sempre di chiamare periferia, perché ritengo importunate guardare alle caratteristiche ormai molto articolate della Bologna contemporanea, con una distribuzione delle centralità e delle opportunità e quindi della qualità urbana al di fuori dei viali di circonvallazione. Utilizzo questo termine mal volentieri perché in qualche modo ripropone un idea che ci sia una città con nucleo interno e centrale che ha tutto, e un nuovo esterno che non ha niente: non è così.
In questa città fin dalla decisione di demolire le mura che sapete ultra centenaria, tra gli anni '60 e '70 è stato dato avvio ad un decentramento di alcune funzioni catalizzanti che hanno realizzato centralità all'esterno. Quindi quando diciamo periferia in realtà mettiamo assieme situazioni molto diverse. Il Piano strutturale contiene l'identificazione di tutte le strategie necessarie per una riqualificazione generalizzata. La proposta di leggere il territorio comunale attraverso 7 figure territoriali che mettono in evidenza diverse peculiarità, come hanno anche riconosciuto in varie sedi, è un modo decisamente diverso di leggere la città contemporanea. E comunque per gli ambiti consolidati di qualificazione diffusa il Psc ha previsto interventi puntuali di rammendo e recupero come quelli inclusi nel nuovo Poc, perché siamo all'interno di parti della città consolidata, che non ha grandi margini di trasformabilità e nella quale proprio per questo i piccoli interventi estremamente preziosi possono creare sinergie.
Poi abbiamo gli ambiti da riqualificare che sono individuati per le possibilità di riqualificazione ampia e da coordinare, più rilevanti degli ambiti consolidati. Per esempio parliamo della parte est della Bolognina, della zona tra Scandellara e Cirenaica, della zona tra via Battindarno e il Reno, come di ambiti specializzati quali le Roveri. Questi sono quelli che noi chiamiamo ambiti da riqualificare, e nel Poc diffuso insistono alcuni interventi.
Poi ci sono gli interventi di sostituzione che hanno bisogno di un ridisegno urbano, a cui fa riferimento soprattutto Piano, perché è abituato a lavorare nelle grandi città, anche se in realtà i suo interventi sono molto spesso, tranne pochi episodi, all'interno di gradi aree dismesse, militari e ferroviaria soprattutto. Se poi nel Psc si va a vedere nel quadro normativo le 30 situazioni si può osservare come già abbiamo diviso il territorio comunale in parti che non coincidono con i quartieri e che sono molto più ampie degli ambiti dove abbiamo individuato punto per punto i luoghi dove rafforzare le centralità i percorsi, dove ci sono scuole da riqualificare, ecc.. Questo lavoro è stato prezioso per esempio nel momento in cui abbiamo dovuto valutare gli interventi del Poc di qualificazione diffusa.
In ultimo sempre riguardo al lavoro e agli strumenti di cui disponiamo, per andare nella direzione auspicata, cito la variante al Rue che avremo modo a breve di adottare e che ora è al vaglio dei Quartieri. Con la variante, attraverso una gamma ampia di modifiche alle norme vigenti, tentiamo di sostenere il recupero e la riqualificazione del patrimonio esistente dal punto di vista fisico e della possibilità di usi molteplici.
Se andiamo a vedere i punti sui quali insiste nella sua intervista Renzo Piano, possiamo fare anche degli esempi concreti. Lui parla di portare nelle periferie le funzioni della città, prima di tutto le scuole poi biblioteche, teatri, musei, ospedali, tribunali, ecc.. Possiamo fare l'esempio dell'Università al Lazzaretto, del Tecnopolo in via Stalingrado, del programma per le nuove scuole. Tutto ciò va esattamente in questa direzione. Se consideriamo invece quando Piano richiama il consolidamento strutturale degli edifici, i piccoli cantieri e i micro-finanziamenti senza allontanamento degli abitanti, o l'adeguamento energetico degli edifici esistenti, è quello che abbiamo incluso nel Rue e nel Paes con sperimentazioni interessanti, come lo studio di intervento di riqualificazione energetica senza l'allontanamento degli abitanti a San Donato, o la riqualificazione energetica di Corticella che presenteremo mercoledì sera. Quando Renzo Piano richiama il verde per il clima e il consolidamento idrogeologico non possiamo non fare riferimento al nostro progetto europeo Gaia che è stato premiato tra i migliori in Europa sulla riforestazione e il lavoro sul Parco città-campagna di Villa Bernaroli e quello prossimo di rilancio per l'orticoltura urbana. Ancora, sulle piazze e le attività di quartiere, sui luoghi di incontro, l'esempio più semplice e calzante è quello di Bella fuori, condiviso per tre edizioni con la Fondazione Del Monte, ma anche altri progetti che riguardano le centralità al Pilastro e a Scandellara. E ancora sui processi partecipativi, mi sembra che su questo abbiamo ormai una tradizione consolidata. Sui trasporti, il potenziamento del filobus dal punto di vista ecologico, la rete del Tpl su strada e l'integrazione con il Sistema ferroviario metropolitano, il miglioramento delle piste ciclabili e della pedonalità, vanno tutte in questa direzione.
In conclusione, ben venga il rilievo dato ad alcune questioni da Renzo Piano, il suo parere dà vigore alle politiche che in alcune situazioni, compresa la nostra, sono in atto da anni, e con sforzi e vari strumenti vengono portate avanti".
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Piazza Maggiore, 6