QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA REFEZIONE SCOLASTICA


L'assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Pasquale Caviano (CentrDem) sulla refezione scolastica.

Domanda d'attualità del consigliere Caviano:

"Gli articoli della stampa locale riportano...

Descrizione

L'assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Pasquale Caviano (CentrDem) sulla refezione scolastica.

Domanda d'attualità del consigliere Caviano:

"Gli articoli della stampa locale riportano le lamentele e le richieste di alcuni componenti della Commissione Mensa Cittadina;
il Regolamento in materia definisce i compiti della Commissione Mensa Cittadina che appaiono più orientati alla valutazione qualitativa del servizio;
la qualità e la diffusione del Servizio di Refezione scolastica cittadina è storicamente attestata e le politiche tariffarie del Comune hanno da sempre tenuto a salvaguardare il diritto dei bambini al pasto applicando tariffe in relazione alla capacità contributiva delle famiglie, utilizzando lo strumento dell'ISEE;
domanda di esprimere valutazioni o repliche nel merito delle richieste avanzate e di aggiornare ulteriormente il Consiglio comunale sui tempi per la definizione del bando per l'affidamento del servizio di refezione scolastica".

Risposta dell'assessore Pillati:

"Gentile Consigliere
le sue domande mi danno l'occasione di chiarire alcune importanti questioni che attengono sia al futuro contratto di servizio relativo alla refezione scolastica che al ruolo della Commissione mensa cittadina, chiamata in causa proprio dagli articoli di stampa da lei citati.
Come ho già avuto modo di dire altre volte la questione giuridica che attiene al contratto di gestione del servizio da parte di Seribo è di estrema complessità; complessità che voglio provare a riassumere nuovamente in poche battute.
Gli atti del Consiglio comunale che nel 2003 deliberavano la scelta gestionale della società mista configuravano un affidamento del servizio per 30 anni, scelta alla quale sono seguiti altri atti anche più recenti, del 2008, che, coerentemente con la lunga durata di quell'affidamento, hanno approvato un ambizioso piano industriale di investimenti in capo alla società, che, lo voglio ricordare, prevede la realizzazione di tre nuovi centri pasti, di cui solo 1 già realizzato. Sono quegli stessi atti che, nell'ambito di un affidamento trentennale, prevedevano, allo scadere dei primi 10 anni di contratto, la possibilità di rinnovarlo rivedendone i contenuti. Aggiungo, a tale proposito, che si trattava di una impostazione dell'affidamento del tutto comprensibile, considerati i cambiamenti che in 10 anni possono realizzarsi, e che si sono realizzati, in un ambito come quello della refezione.
Nel frattempo la normativa in materia di rinnovi dei contratti della PA (e la giurisprudenza conseguente) è cambiata: ciò che l'impostazione contrattuale del 2003, con l'opzione del rinnovo dopo 10 anni, rendeva possibile, oggi non è più scontato.
A conclusione di una lunga istruttoria, l'Amministrazione si è, quindi, orientata a procedere all’acquisizione della quota di minoranza dal socio privato per avviare, subito dopo, una procedura di gara a doppio oggetto (individuazione del nuovo socio privato e contestuale nuovo contratto di servizio). Tale scelta è motivata, sotto il profilo dell'indirizzo politico-amministrativo, dalla convinzione che il mantenimento della società controllata dal Comune sia concretamente la soluzione più idonea in relazione alle caratteristiche del servizio di refezione.
La procedura della gara presuppone la riacquisizione in capo all'Amministrazione della quota di minoranza e, quindi, un accordo con l'attuale socio sulla cessione della quota stessa; diversamente si prospetterebbero procedure lunghe e molto complesse, foriere di un probabile contenzioso e certamente non vantaggiose per il futuro del servizio.
Futuro del servizio che, invece, sta molto a cuore a questa Amministrazione e i cui contenuti, come è noto, debbono in parte essere modificati. Su quest'ultimo argomento si è discusso molto in questi mesi, anche con il contributo della Commissione Mensa Cittadina, che, sulla base di quanto è previsto dal regolamento che la istituisce, svolge il proprio ruolo prioritariamente su temi correlati alla qualità del servizio.
Il mio impegno, dunque, quale componente della giunta, è quello di portare una proposta in Consiglio comunale, una proposta che sia ovviamente percorribile sul piano giuridico e che al contempo si ponga quegli obiettivi di miglioramento del servizio di cui da tempo discutiamo.
Consentitemi anche a proposito del miglioramento del servizio di aggiungere alcuni elementi interessanti sotto questo profilo. E' in corso in queste settimane l'introduzione di una novità di rilievo che, tuttavia, mi spiace rilevarlo, non ha trovato adeguato spazio di comunicazione: la sostituzione delle stoviglie di plastica monouso con quelle lavabili. Sono già molte le scuole che progressivamente sono interessate da questo cambiamento e a regime lo saranno tutte, per ultime le scuole d'infanzia (solo perché occorre verificarne la fattibilità logistica ed organizzativa). E ancora: da gennaio in tutte le scuole viene distribuito il pane direttamente affettato a scuola, in sostituzione dei panini, con un evidente miglioramento della qualità.
Da ultimo, il tema delle nuove tariffe a consumo, che hanno sostituito quelle a forfait.
Al riguardo, ribadisco che ci siamo impegnati prima di tutto come Consiglio comunale a verificare l'andamento del nuovo sistema dopo il primo anno di sperimentazione ed è quello che faremo. Vorrei, però, anche evidenziare che siamo a marzo e sono state calcolate le tariffe di gennaio, quindi stiamo ragionando di 4 mesi, di cui due poco significativi, settembre e dicembre perché riguardano due mesi in cui per ragioni di calendario la frequenza non è attendibile. Le verifiche di una sperimentazione necessitano di avere qualche dato in più. Quando avremo dati significativi, li porteremo doverosamente, e in maniera trasparente, all'attenzione delle commissioni consiliari competenti. Vorrei però, fin da subito, chiarire un aspetto: le entrate delle tariffe che incassa Seribo coprono solo una parte del costo del servizio, visto che il nostro sistema tariffario, anche quello a consumo - come quello precedente, forfetario - prevede molte agevolazioni e sconti. La tariffa massima potenziale di 135 euro mensili, che a Bologna si raggiunge con un ISEE di 25.000 euro circa, in altre città della nostra Regione si raggiunge per livelli di ISEE molto inferiori, intorno ai 15.000 euro e comunque se anche con il nuovo sistema tariffario si dovesse verificare un aumento o una diminuzione delle entrate, valutazione che non siamo ancora in grado di fare, non è affatto corretto dire che la maggiore o la minore entrata incideranno sugli utili di SERIBO".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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