QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA MOROSITÀ DEI KOSOVARI OSPITATI IN VIA DELLA CANAPA
L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (lega nord) sui Kosovari ospitati in via della Canapa.
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nor...
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Descrizione
L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (lega nord) sui Kosovari ospitati in via della Canapa.
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"La stampa cittadina riporta i fatti che abbiamo vissuto in Consiglio Comunale nella seduta di lunedì scorso; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta:
il motivo per cui siano trascorsi circa 4 anni prima di contestare la morosità ai Kosovari ospitati in via della Canapa e le giustificazioni di tale ritardo;
a quanto ammonti il costo delle locazioni dovute e non pagate da parte dei Kosovari interessati;
se non ritengano azzardate, in questo momento, le affermazioni dell'assessore Frascaroli secondo cui saranno aiutate le famiglie più bisognose, fatte prima che sia stato valutato quale sia il grado di bisogno e quanti altri ci siano nelle medesime condizioni;
se non ritengano che i Kosovari di via della Canapa siano già stati aiutati e che a coloro che manifestano in maniera così violenta e anti sociale non debbano essere riconosciuti privilegi che vengono meno di diritto per i prepotenti;
quali saranno i provvedimenti che intendano assumere nei confronti di chi abbia provocato l'agitazione e l'occupazione della sala consigliare".
La risposta dell'assessore Amelia Frascaroli:
"Rispetto alla prima domanda credo di poter dire che c'è questo ritardo, che secondo me non è un ritardo, è quello che ha permesso di tentare di dare un accompagnamento sociale di queste famiglie, che comunque venivano da situazioni di guerra, e per questo sono state accolte e sostenute nella misura del possibile, con la prospettiva e la speranza che l'inserimento e l'ambientamento in una città come Bologna comportasse poi un radicamento e un percorso di autonomia. Quindi tutto è stato fatto in questi anni proprio per affiancare questi nuclei familiari in un modo molto serrato e preciso e per aiutarle e sostenerli in modo che riuscissero, ognuno coi suoi tempi, a realizzare una condizione di autonomia e di gestione della propria vita. E' con rammarico che riconosco che questo non è stato realizzato ed è con dispiacere che arrivo alla decisione di superare definitivamente la situazione di via della Canapa. Sono la prima a non voler né riprodurre, né moltiplicare, né sostenere situazioni di tipo assistenziale, che non hanno nessuno scopo di bene né per la collettività né per le singole persone, se non creare situazioni di dipendenza cronica che non ci è più permesso di affrontare in questo modo e non ci è più possibile sostenere. Sono atteggiamenti che non mi riguardano. A questo punto credo sia stato fatto tutto il possibile per sostenere i percorsi delle persone, e l'aver formalizzato con una lettera precisa, che hanno ricevuto nei giorni scorsi e che ha dato appunto addito alla protesta, è il segnale che nonostante sia stato appunto detto molte volte nel rapporto con gli operatori sociali e con i servizi che questa situazione andava superata e che ognuno doveva cominciare a cercare con le sue risorse altre soluzioni in autonomia. Questo discorso non è stato accolto, la lettera che hanno ricevuto è stato un segnale invece concreto per dire che così non si può andare avanti e che c'è un limite e una data entro la quale non si può andare. Quindi io rivendico questa decisione, con dispiacere lo dico, perchè avrei preferito poter raccontare che i percorsi sociali sono andati a buon fine e che hanno messo la persone in condizioni di badare a se stesse, invece registriamo un fallimento. Perchè di fatto evidentemente non c'erano le condizioni, non c'erano gli strumenti, però credo che tutto quello che si poteva fare, e anche di più, è stato fatto. Quindi la decisione è presa.
Rispetto alla seconda domanda, la morosità Acer accumulata in questi anni è di circa 59.000 euro complessivi. Rispetto alle mie presunte affermazioni secondo le quali dicevo che tutti verranno aiutati, o chi ha bisogno sarà aiutato, invece voglio ribadire che l'aiuto è stato già ampiamente dato in questi anni, è evidente, e le situazioni sono già ampiamente conosciute, quindi non hanno bisogno di essere conosciute adesso o che cominci adesso un percorso di valutazione delle singole situazioni. Quelle persone e quei nuclei familiari sono conosciuti, è evidente che se nel momento dello sfratto, dell'allontanamento delle persone dagli stabili di via della Canapa, si verificassero situazioni di particolare fragilità, soprattutto dove ci sono minori, è evidente che come si fa sempre nelle situazioni anche di sgombero, soprattutto in relazione ai minori, misure di protezione vanno prese. Ma questo non significa che andiamo a mettere in atto chi sa quale sostegni, ché appunto credo che siano stati già tutti giocati. Le persone so che stanno incontrando i servizi proprio per essere spinte, stimolate a trovare ognuno le proprie soluzioni, abbiamo ragione di pensare che comunque siano situazioni che nel tempo, qui a Bologna, abbiano avuto modo di crearsi reti, relazioni personali e punti di riferimento autonomi che nel caso sapranno e dovranno usare. Chi dimostrerà di non aver nulla di tutto questo e sarà particolarmente esposto allora si vedrà con gli strumenti e i dispositivi, non dispositivi straordinari, ma con quello che usiamo di solito in questi casi e nulla di più. L'ultima domanda che si riferiva a particolari sanzioni o provvedimenti che si intenda assumere in quest'aula, io da parte mia ho posto una condizione l'altro giorno rispetto al ricevimento della delegazione e cioè che avrei ricevuto la delegazione soltanto nella misura in cui avessero rispettato le regole e si fossero fatti identificare, cosa che è preliminare all'accesso all'aula sempre e comunque, e che avessero tolto l'esposizione dei bambini da quella situazione in cui li avevano messi, nel momento in cui si sono verificate queste condizioni li ho ricevuti. Per quanto riguarda eventuali altri provvedimenti credo che sia la presidenza del Consiglio comunale a dover decidere".
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"La stampa cittadina riporta i fatti che abbiamo vissuto in Consiglio Comunale nella seduta di lunedì scorso; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta:
il motivo per cui siano trascorsi circa 4 anni prima di contestare la morosità ai Kosovari ospitati in via della Canapa e le giustificazioni di tale ritardo;
a quanto ammonti il costo delle locazioni dovute e non pagate da parte dei Kosovari interessati;
se non ritengano azzardate, in questo momento, le affermazioni dell'assessore Frascaroli secondo cui saranno aiutate le famiglie più bisognose, fatte prima che sia stato valutato quale sia il grado di bisogno e quanti altri ci siano nelle medesime condizioni;
se non ritengano che i Kosovari di via della Canapa siano già stati aiutati e che a coloro che manifestano in maniera così violenta e anti sociale non debbano essere riconosciuti privilegi che vengono meno di diritto per i prepotenti;
quali saranno i provvedimenti che intendano assumere nei confronti di chi abbia provocato l'agitazione e l'occupazione della sala consigliare".
La risposta dell'assessore Amelia Frascaroli:
"Rispetto alla prima domanda credo di poter dire che c'è questo ritardo, che secondo me non è un ritardo, è quello che ha permesso di tentare di dare un accompagnamento sociale di queste famiglie, che comunque venivano da situazioni di guerra, e per questo sono state accolte e sostenute nella misura del possibile, con la prospettiva e la speranza che l'inserimento e l'ambientamento in una città come Bologna comportasse poi un radicamento e un percorso di autonomia. Quindi tutto è stato fatto in questi anni proprio per affiancare questi nuclei familiari in un modo molto serrato e preciso e per aiutarle e sostenerli in modo che riuscissero, ognuno coi suoi tempi, a realizzare una condizione di autonomia e di gestione della propria vita. E' con rammarico che riconosco che questo non è stato realizzato ed è con dispiacere che arrivo alla decisione di superare definitivamente la situazione di via della Canapa. Sono la prima a non voler né riprodurre, né moltiplicare, né sostenere situazioni di tipo assistenziale, che non hanno nessuno scopo di bene né per la collettività né per le singole persone, se non creare situazioni di dipendenza cronica che non ci è più permesso di affrontare in questo modo e non ci è più possibile sostenere. Sono atteggiamenti che non mi riguardano. A questo punto credo sia stato fatto tutto il possibile per sostenere i percorsi delle persone, e l'aver formalizzato con una lettera precisa, che hanno ricevuto nei giorni scorsi e che ha dato appunto addito alla protesta, è il segnale che nonostante sia stato appunto detto molte volte nel rapporto con gli operatori sociali e con i servizi che questa situazione andava superata e che ognuno doveva cominciare a cercare con le sue risorse altre soluzioni in autonomia. Questo discorso non è stato accolto, la lettera che hanno ricevuto è stato un segnale invece concreto per dire che così non si può andare avanti e che c'è un limite e una data entro la quale non si può andare. Quindi io rivendico questa decisione, con dispiacere lo dico, perchè avrei preferito poter raccontare che i percorsi sociali sono andati a buon fine e che hanno messo la persone in condizioni di badare a se stesse, invece registriamo un fallimento. Perchè di fatto evidentemente non c'erano le condizioni, non c'erano gli strumenti, però credo che tutto quello che si poteva fare, e anche di più, è stato fatto. Quindi la decisione è presa.
Rispetto alla seconda domanda, la morosità Acer accumulata in questi anni è di circa 59.000 euro complessivi. Rispetto alle mie presunte affermazioni secondo le quali dicevo che tutti verranno aiutati, o chi ha bisogno sarà aiutato, invece voglio ribadire che l'aiuto è stato già ampiamente dato in questi anni, è evidente, e le situazioni sono già ampiamente conosciute, quindi non hanno bisogno di essere conosciute adesso o che cominci adesso un percorso di valutazione delle singole situazioni. Quelle persone e quei nuclei familiari sono conosciuti, è evidente che se nel momento dello sfratto, dell'allontanamento delle persone dagli stabili di via della Canapa, si verificassero situazioni di particolare fragilità, soprattutto dove ci sono minori, è evidente che come si fa sempre nelle situazioni anche di sgombero, soprattutto in relazione ai minori, misure di protezione vanno prese. Ma questo non significa che andiamo a mettere in atto chi sa quale sostegni, ché appunto credo che siano stati già tutti giocati. Le persone so che stanno incontrando i servizi proprio per essere spinte, stimolate a trovare ognuno le proprie soluzioni, abbiamo ragione di pensare che comunque siano situazioni che nel tempo, qui a Bologna, abbiano avuto modo di crearsi reti, relazioni personali e punti di riferimento autonomi che nel caso sapranno e dovranno usare. Chi dimostrerà di non aver nulla di tutto questo e sarà particolarmente esposto allora si vedrà con gli strumenti e i dispositivi, non dispositivi straordinari, ma con quello che usiamo di solito in questi casi e nulla di più. L'ultima domanda che si riferiva a particolari sanzioni o provvedimenti che si intenda assumere in quest'aula, io da parte mia ho posto una condizione l'altro giorno rispetto al ricevimento della delegazione e cioè che avrei ricevuto la delegazione soltanto nella misura in cui avessero rispettato le regole e si fossero fatti identificare, cosa che è preliminare all'accesso all'aula sempre e comunque, e che avessero tolto l'esposizione dei bambini da quella situazione in cui li avevano messi, nel momento in cui si sono verificate queste condizioni li ho ricevuti. Per quanto riguarda eventuali altri provvedimenti credo che sia la presidenza del Consiglio comunale a dover decidere".
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Piazza Maggiore, 6