QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA LEGGE REGIONALE PER LA RIFORMA DELLE ASP


L'assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha risposto nella seduta di Question time odierna alle domande d'attualità dei consiglieri Lorenzo Tomassini (Pdl), Massimo Bugani e Marco Piazza (Movimento 5 stelle), sulla legge regionale per la riforma ...

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L'assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha risposto nella seduta di Question time odierna alle domande d'attualità dei consiglieri Lorenzo Tomassini (Pdl), Massimo Bugani e Marco Piazza (Movimento 5 stelle), sulla legge regionale per la riforma delle ASP.

La domanda d'attualità del consigliere Lorenzo Tomassini (Pdl):

"Letto l'articolo di stampa riportato a pagina 11 della Cronaca di Bologna del quotidiano Il Resto del Carlino del 16 luglio, a proposito delle ASP e degli emendamenti al progetto di legge regionale presentati dai gruppi fds, sel, idv, misto e pd, chiede al Sindaco di sapere se Palazzo D'Accursio sia in contatto con "Via Aldo Moro" e se il Comune sia stato coinvolto dal "livello regionale".
Chiede pertanto di sapere come il Sindaco valuti gli emendamenti al disegno di legge suggeriti da esponenti della maggioranza regionale (maggioranza sostanzialmente analoga a quella che sorregge la Giunta comunale) e se non ritenga che gli stessi rappresentino una sconfessione della politica e del lavoro dell'esecutivo di Palazzo D'Accursio".

La domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (M5S):

"In relazione alla notizia apparsa sulla stampa in merito alla presentazione in Regione del testo di Legge per la riforma delle ASP, chiede al Sindaco e alla Giunta: quali sono le vostre valutazioni in merito a questa riforma, ed in particolare sulla parte che riguarda l’esclusione dei servizi scolastici dalla gestione delle ASP; cosa ne pensa delle dichiarazioni riportate nell’articolo, dove si ipotizza che l’azienda non sarebbe esentata dai vincoli del Patto di stabilità?"

La domanda d'attualità del consigliere Marco Piazza (M5S):

"In relazione alla notizia apparsa sulla stampa in merito alla presentazione in Regione, del testo di Legge per la riforma delle ASP, chiede al Sindaco e alla Giunta:
se è possibile che il progetto di legge regionale preveda la possibilità di ingresso consistente ai privati (con quote di controllo) nel capitale delle ASP;
se così fosse, l'Amministrazione conferirebbe comunque i servizi educativi?"

La risposta dell'assessore alla Scuola, Marilena Pillati:

"Le domande che mi sono state presentate dai consiglieri hanno tutte origine da un medesimo articolo di stampa, ma poiché l'accento delle varie domande presentate in forma scritta è un po' diverso preferisco rispondere nell'ordine con cui le domande mi sono state presentate.
Parto dalla risposta al consigliere Tomassini, al quale torno a dire che il Comune di Bologna ha sempre avuto un ruolo attivo nella discussione sul progetto di legge che è attualmente all'esame dell'Assemblea legislativa e che ha come oggetto “Disposizioni ordinamentali e di riordino delle forme pubbliche di gestione del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo e norme di interpretazione autentica in materia di aziende pubbliche di servizi alla persona”. Questa discussione a cui il Comune di Bologna ha preso parte, si è svolta all'interno della Cabina di regia regionale sulle politiche sanitarie e sociali. Il Comune ha contribuito in quelle sedi ha contribuito ad arricchire la discussione e il confronto facendo parte sia dell'ufficio di presidenza che dell'assemblea. E in quelle sedi il Comune di Bologna non ha mai fatto mancare il proprio contributo fattivo alla redazione del testo di legge. Credo si possa affermare, senza timore di smentita, che la determinata volontà del Comune di Bologna di intraprendere la strada della semplificazione del quadro dei produttori pubblici di servizi abbia condizionato positivamente la scelta della Regione di arrivare a una nuova normativa, che vede come obiettivo quello di semplificare un quadro che si presenta assai frammentato nei soggetti e nelle responsabilità, individuando un'unica forma pubblica di gestione dei servizi sociali e socio-sanitari in un ambito distrettuale. Molte parti di quel progetto di legge sono state proposte e difese dal Comune di Bologna. Un progetto di legge che il Comune condivide e sostiene la volontà degli enti locali di darsi degli strumenti pubblici di produzione ed erogazione di servizi, senza i quali non vi sarebbe altra prospettiva che l'esternalizzazione degli stessi. Un disegno di legge che centra gli obiettivi di semplificazione e rilancio dello strumento delle ASP, che erano ambizioni del Comune di Bologna. Rispetto al testo licenziato dalla “cabina di regia” è stato introdotto un emendamento soppressivo della parola "servizi scolastici", fra i servizi soggetti all'unica forma pubblica di gestione a livello distrettuale previsto dalla legge. L'emendamento soppressivo non esclude la possibilità che taluni di questi servizi possano essere gestiti dalle ASP, come del resto avviene in alcune realtà locali diverse da Bologna. Ci sono già realtà in cui le ASP gestiscono parte dei servizi che ricomprendono ovviamente una fattispecie molto ampia, non solo quelli all'infanzia. Pertanto il progetto del Comune di Bologna non è messo in discussione, e non si ravvisa in questa scelta una sconfessione dell'operato della Giunta, anzi, il testo di legge contribuisce a fare chiarezza in modo definitivo sulla natura giuridica delle ASP. Aspettiamo comunque lo svolgersi della discussione in assemblea legislativa che dovrebbe martedì prossimo arrivare in aula, certi che il legislatore regionale lavori per rafforzare e non per indebolire le possibilità di confermare la risposta pubblica alla richiesta di scuola dell'infanzia.
Per rispondere alle domande del consigliere Bugani vorrei sottolineare nuovamente le finalità della legge stessa. Il progetto di legge in questione è un progetto di riordino delle forme pubbliche di gestione dei servizi sociali e socio sanitari, per superare, lo sottolineo ancora una volta, la frammentazione esistente dei servizi e garantire maggiore adeguatezza gestionale, qualità ed integrazione dei servizi, realizzando al contempo dei percorsi di razionalizzazione amministrativa rispetto alle diverse competenze ora operanti. Con tale finalità viene individuato l'ambito di riferimento che è quello del distretto, per ragioni di adeguatezza, di coerenza con le politiche sanitarie e con l'esperienza che si sono fin qui strutturatasi, rappresentando il distretto la circoscrizione territoriale nella quale vengono assicurate le funzioni di programmazione, gestione e realizzazione dei servizi sociali e socio-sanitari. Si tratta di un progetto di legge, lo voglio sottolineare ancora una volta, che condivide e sostiene la volontà degli enti locali di darsi degli strumenti pubblici di produzione ed erogazione dei servizi. Alla forma pubblica unica di gestione operante in ambito distrettuale si perviene mediante l'aggregazione degli enti e delle forme giuridiche già esistenti. Un punto che voglio sottolineare a tale riguardo è che gli Enti possono in tale ambito scegliere forme alternative alle ASP, fermo restando che la scelta deve ricomprendere tutti i servizi. Allo stesso tempo il progetto di legge contribuisce a fare chiarezza in modo definitivo sulla natura giuridica delle ASP, che sono Enti pubblici non economici e contribuisce alla semplificazione e rilancio di questo strumento. Non costituisce una finalità della legge quella di ridefinire gli ambiti di operatività delle ASP. Il mancato riferimento ai servizi scolastici fra quelli soggetti all'unica forma pubblica di gestione a livello distrettuale, che è previsto dalla legge non esclude la possibilità che, come già avviene, taluni di questi servizi possano essere gestiti dalle ASP. Per quanto riguarda il secondo quesito, non si comprende sulla base di quali elementi siano state espresse dichiarazioni sull'esclusione delle ASP dalla deroga al patto di stabilità. Il progetto di legge, lo ricordo, stabilisce espressamente che alle ASP si applicano le esclusioni dai divieti e dalle limitazioni nell'assunzione di personale di cui all'art. 114 comma 5 bis del decreto legislativo n. 267/2000.
Per quanto riguarda invece la richiesta avanzata nelle domande del consigliere Marco Piazza, circa la possibilità d'ingresso di privati nel capitale delle ASP, in qualche modo la risposta è già implicita nel titolo del provvedimento, che all'art.3, comma 1, ribadisce esplicitamente, come ho già ricordato, la natura giuridica pubblica delle ASP, per altro già affermata dalla legge regionale 12 marzo 2003, n.2, che istitutiva le Aziende medesime. Il progetto di legge, attualmente all'esame dell'Assemblea legislativa, afferma espressamente che le Aziende pubbliche di servizi alla persona sono enti pubblici non economici, ai quali si applicano le norme valevoli per l'organizzazione e il funzionamento delle pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, 165 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Il progetto di legge, quindi, lungi dal prevedere la possibilità di “privatizzare” le ASP con l'inserimento di privati fino ad acquisire il controllo delle aziende, al contrario, stabilisce, chiaramente e in modo indubitabile, che le ASP sono enti pubblici sottoposti alle norme valevoli per tutte le pubbliche amministrazioni. In generale, la proposta di legge in oggetto ha lo scopo di integrare la disciplina regionale già esistente, con l'obiettivo di introdurre azioni di riordino e semplificazione delle forme di gestione esistenti, in un'ottica di contenimento della spesa, di maggiore efficienza nelle gestione dei servizi e di migliore garanzia per gli enti territoriali nell'esercizio delle funzioni di governo. Nulla si innova, dunque, per quanto attiene alla 'compagine societaria' delle Aziende, per le quali valgono le disposizioni esistenti. Tutto ciò precisato non si pone la questione richiamata nella seconda domanda, che faceva riferimento, qualora ci fosse la possibilità di un consistente ingresso dei privati, alle possibili scelte dell'Amministrazione, il consistente ingresso dei privati non è previsto dalla legge".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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