QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL SISTEMA SANITARIO REGIONALE


L'assessore alla Sanità, Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sul sistema sanitario regionale.

Domanda d'attualità della consigliera Cocc...

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L'assessore alla Sanità, Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sul sistema sanitario regionale.

Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
"Con riferimento ad un articolo di stampa e nell'ambito della razionalizzazione del sistema sanitario regionale e cittadino, chiedo alla Giunta di sapere quante siano le case della salute effettivamente esecutive sul territorio; sulla carta dovrebbero essere 23, quelle effettivamente aperte dovrebbero essere 9, ne mancherebbero all'appello ben 14. Si chiede il parere in merito del Sig. Sindaco. Si chiede, inoltre, come la Giunta comunale intenda relazionarsi con il piano sanitario regionale al fine di assicurare un'assistenza sanitaria adeguata sul territorio cittadino avendo una carenza così vistosa di una rete di servizi di assistenza primaria, quali sono rappresentati gli ospedali di comunità e le case della salute. Nell'ottica della costituenda Città Metropolitana si chiede se si unificherà l'Asl di Bologna con quella di Imola".

Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"La sua domanda mi da' l'opportunità di fare il punto sul progetto dell'offerta di sanità territoriale oltre alle tante occasioni in cui abbiamo avuto modo, anche all'interno del Consiglio, delle commissioni di chiarire il processo di ridefinizione invece della rete più strettamente ospedaliera.
Per quanto riguarda le case della salute, come lei ricordava, sono 23 nel complesso, le Case della Salute che l’Azienda USL di Bologna ha programmato di realizzare, 9 delle quali sono già funzionanti e 14 in via di realizzazione, in vari stadi di avanzamento.
Per quanto riguarda anche Bologna città abbiamo, proprio poche settimane fa, inaugurato la Casa della Salute di Borgo Panigale-Reno, quindi quella posta in via Nanni e presto faremo una ulteriore inaugurazione per quanto riguarda la casa della Salute di via Beroaldo, sono in questo casi, come è ben noto, case della salute che insistono su strutture, poliambulatori già esistenti, e quindi non stiamo parlando di nuove strutture in senso fisico, ma stiamo parlando di una nuova strategia perché forse è bene anche chiarire anche questo qui. Forse la parola "casa" richiama una materialità per cui se non si vede il taglio del nastro di un nuovo palazzo si pensa che non si sia fatto nulla. In realtà la Casa della Salute è sopratutto un nuovo processo assistenziale, una nuova attenzione, una nuova scommessa sulla medicina del territorio con la capacità di mettere insieme quelli che sono i servizi che offre la Asl in termini territoriali con la rete dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta e con tutta la rete dell'offerta sanitaria in modo più funzionale, più integrato, creando meno discontinuità per il cittadino e quindi dando un punto di riferimento ai suoi bisogni di cura.
Il piano aziendale, sulla base delle indicazioni fornite dalla Regione Emilia-Romagna, che sono state anche oggetto di confronto e partecipazione attiva nella Conferenza territoriale socio-sanitaria di Bologna, prevede che le Case della Salute si inseriscano, sul territorio, in una rete già esistente di sedi di Nuclei delle Cure Primarie, ricordo anche che la scelta dell'ASL di Bologna di costituire un dipartimento sulle cure primarie è proprio a segnalare un impegno evidente e una responsabilità specifica su questo ambito, una rete, dicevo, già esistente di sedi di poliambulatori ed ambulatori di medici singoli o associati, questi ultimi ormai pari al 72% dei medici di famiglia. La pianificazione ha tenuto conto di una serie di elementi, specifici di ciascuna realtà territoriale, una cosa è fare una casa della salute a Sasso Marconi, una cosa è ovviamente farla in un contesto urbano come quello di Bologna, che hanno a che fare con le caratteristiche orogeografiche, la densità della popolazione, la demografia, la viabilità, la distribuzione dei servizi sanitari e socio-sanitari, puntando ad un modello di risposta ai bisogni della popolazione flessibile e basato sulla multiprofessionalità e multidisciplinarietà.
La pianificazione delle Case della Salute si inserisce nel quadro più generale della ridefinizione del modello delle cure primarie, che punta ad implementare un modello assistenziale più fortemente centrato sulla anticipazione dei bisogni (quella che chiamiamo frequentemente 'medicina d’iniziativa'), con particolare attenzione per le cronicità, la continuità delle cure e della assistenza, la prevenzione delle riacutizzazioni e dei ricoveri ospedalieri ripetuti, con l'obiettivo di limitare il ritorno in struttura ospedaliera, e sulla promozione più generale della salute anche come forma di prevenzione. Le Case della Salute assicurano assistenza e cure più vicino possibile al domicilio, in ogni punto del territorio metropolitano e in continuità con quelle offerte dall’ospedale, e rappresentano un tassello importante per le strategie di sviluppo della Azienda USL di Bologna e di questo territorio. Mettendo al centro l’evoluzione dei bisogni di salute dei cittadini e operando come realtà territoriali all’interno della rete integrata di servizi.
In relazione alla loro collocazione, l’Azienda Usl di Bologna ha previsto forme diverse di integrazione tra medici di medicina generale e della continuità assistenziale, pediatri di libera scelta, professionisti ospedalieri e servizi territoriali. All’interno della maggior parte delle Case della Salute peraltro saranno progressivamente integrati anche i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica) con un progetto di profonda revisione e riforma dei medici di continuità assistenziale.
L’innovazione tecnologica, attraverso lo sviluppo ulteriore delle reti informatiche, giocherà un ruolo sempre più rilevante, in particolare con l’introduzione della refertazione (anche a distanza) informatizzata, la condivisione telematica della documentazione sanitaria, l’utilizzo sempre più crescente del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Una visione dell’organizzazione delle cure primarie, come si può vedere, che si sviluppa in continuità con quanto già realizzato in questi anni. Il territorio di Bologna ha certamente bisogno di dosi significative di innovazione, e di interventi in grado di migliorare, la capacità di presa in carico, rendendola più efficace, e la progettualità che riguarda le Case della Salute, che procede, va esattamente in questa direzione. Ma può contare, comunque, su una rete integrata di servizi che, in attesa che la progettualità riguardante la realizzazione delle Case della salute, anche in relazione a quelle che invece avranno bisogno di interventi strutturali, penso a quella importante nel comparto del navile, sia compiutamente a regime, non solo nei suoi aspetti strutturali, questa rete strutturale di servizi è in grado, già oggi, di farsi carico dei bisogni dei cittadini e anche la rimodulazione dell'offerta come declinata a Bologna anche in modo differente rispetto a quella che era l'esperienza di altri territori regionali e di quella che era l'indicazione regionale, consente oggi di avere, anche nell'offerta ospedaliera differenziata con vocazione specifica e l'investimento sulle case della salute e la medicina del territorio una offerta integrata di buona qualità rispetto alla quale credo che non vi sia quella carenza che lei nella sua domanda richiamava. Infine non vi è molto di tecnico ma anche qui di scelta strategica rispetto a quanto lei mi chiedeva circa il rapporto con l'Asl di Imola, è del tutto evidente che l'avvento imminente della città metropolitana e della sua istituzione porti anche un nuovo ragionamento in ambito sanitario e socio-sanitario nei rapporti con l'Asl di Imola e più in generale è obiettivo dichiarato quello di rafforzare le politiche di area vasta quindi anche per quanto riguarda le scelte complessive dell'area vasta Emilia centrale che oltre Imola e Bologna comprende anche l'Asl di Ferrara. L'Asl unica di Imola in questo momento ad oggi non è all'ordine del giorno anche se è del tutto evidente che questo processo di più forte relazione in ambito di area vasta con l'Asl di Imola, in un contesto metropolitano, così aggiornato potrà forse mettere presto questo tema nel prossimo futuro all'ordine del giorno".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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