QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL PASSAGGIO AD ASP DELLE ASSISTENTI SOCIALI
L'assessore all'Integrazione socio - sanitaria, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Piazza (M5S) sul passaggio ad ASP delle assistenti sociali.
Domanda d'attualità del consigliere Piazza
"Alla luce delle pr...
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L'assessore all'Integrazione socio - sanitaria, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Piazza (M5S) sul passaggio ad ASP delle assistenti sociali.
Domanda d'attualità del consigliere Piazza
"Alla luce delle proteste delle assistenti sociali in Consiglio Comunale sul loro passaggio a all’ASP, pone la seguente domanda di attualità:
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta come valutano le preoccupazioni degli assistenti sociali;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta se hanno intenzione di rimandare il trasferimento del personale a quando i bilanci dell’ASP Città di Bologna saranno migliorati".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Ringrazio per la domanda che mi consente di precisare la natura di una scelta e le valutazioni che la motivano e provare anche ad argomentare perché questa scelta non è un salto nel buio, non mette a rischio i servizi sociali del Comune, ma al contrario è la traduzione della volontà di reinvestire sui servizi sociali, dopo molti anni di difficoltà, facendosi carico di una forte sofferenza che è arrivata oltre il limite della sopportazione e rischia tutti i giorni di mettere in difficoltà i nostri operatori e la qualità dei servizi, che se non sono calati in qualità e quantità è solo per uno sforzo di abnegazione che gli operatori stessi mettono nel loro lavoro.
Una scelta che non ha nulla di burocratico e di organizzativo, lei stesso nella domanda ha riconosciuto che questo è un obiettivo di mandato di questa Amministrazione, fissato nel suo programma di mandato, ribadito nel progetto di unificazione delle ASP cittadine e portato avanti con una serie di passaggi che hanno voluto dare compimento a quella che è una previsione normativa innanzitutto, cioè la legge 12 del 2013, che prevede che i Comuni si organizzino, organizzino la propria risposta pubblica relativa ai servizi alla persona attraverso una sola forma pubblica di gestione dei servizi.
Tuttavia, questa scelta ultima di portare i servizi sociali in ASP non è una scelta necessitata, non trov aun vincolo normativo, ma è una scelta, un'ambizione alta ch enoi vogliamo portare, che è quella di un investimento vero, tangibile sui servizi sociali del Comune e sulla funzione pubblica in ambito sociale del Comune, attraverso un ente strumentale quale è l'ASP ora unificata. L'obiettivo è quello di andare oltre le previsioni della Regione Emilia-Romagna, che fa di ASP, rimanendo un po' in mezzo al guado, un soggetto meramente gestore fra i gestori, peraltro in un sistema che continua a essere a condizioni inique fra operatori e produttori pubblici e produttori del privato sociale, di cui altre volte ho avuto modo di parlare. Una previsione che va oltre e che vuole creare un'azienda per il sociale, che abbia come proprio cuore e obiettivo l'intera filiera del sociale, che ricomponga il frazionamento di cui anche gli operatori dei servizi sociali territoriali ci hanno parlato spesso, la filiera assistenziale che riconduca a responsabilità unitaria i diversi target di popolazione, attraverso il riconoscimento di un'azienda di professionisti sociali su cui fare maggiori investimenti, maggiore formazione, attraverso le sinergie con gli altri operatori sociali presenti già in ASP, trovando una maggiore divisione dei carichi e affrontando un 'altro problema che è quello della sicurezza. Un tema non più eludibile, quello dell'esposizione dei nostri operatori ai rischi che la relazione e il contatto con il pubblico porta loro.
Questo attraverso la ricomposizione unitaria del corpo professionale sotto un'unica direzione, ricomposizione della comunità professionale che oggi invece vede alcuni assistenti sociali, la parte preponderante, in Comune, una parte in ASP rispetto all'ambito della disabilità adulti e altri ambiti sanitari. Una ricomposizione professionale attraverso la quale anche ritrovare una maggiore forza negoziale nei confronti degli altri servizi, penso ad esempio all'integrazione socio - sanitaria: non si fa integrazione da una posizione servente, il fatto di avere un'azienda del sociale del Comune credo che possa agevolare la relazione, che peraltro in questi anni ha fatto dei passi in avanti importanti, con la sanità nell'ambito dell'integrazione socio- sanitaria.
Abbiamo chiarito che il passaggio avviene con la stessa organizzazione, con le stesse responsabilità attuali e con lo stesso contratto di lavoro, primo tema che vorrei chiarire per non introdurre nel confronto che ci sarà un elemento di dubbio che non ha ragione di essere: il contratto che l'Aran prevede per gli operatori che operano in ASP è il contratto degli Enti locali, uguale in tutto e per tutto a quelo che hanno i dipendenti che oggi operano presso il Comune di Bologna. Quindi, la stessa organizzazione verrebbe portata in ASP. Certo, vogliamo sfruttare questo tempo che ci separa dal passaggio, che non è così imminente, e anche a passaggio avvenuto, per avviare un processo di miglioramento organizzativo dei servizi proprio sulla base di una fatica che gli operatori sociali ci indicano da molto tempo rispetto all'attuale organizzazione dei servizi. Deve essere uno spazio di condivisione creativa per aggiornare e migliorare i servizi.
In questi giorni, in relazione alla pubblicazione dell'atto di aggiornamento dell'organizzazione dell'ente si è generata una certa confusione rispetto al progetto di riordino e di sviluppo del Servizio sociale territoriale. L'atto di riorganizzazione coinvolge il settore dei Servizi sociali, oggi inserito nel Dipartimento Benessere di comunità, che dal primo maggio andrà a costituire l'Area benessere di Comunità assieme al settore Salute, Sport e Città sana. L'atto, invece, non modifica in alcun modo l'organizzazione dei Quartieri da cui dipendono funzionalmente i Servizi sociali territoriali (SST) né l'Area Affari istituzionali e quartieri, che coordina l'attività. Il processo di riordino, così come già descritto e approvato in diversi documenti del Consiglio comunale, il passaggio degli operatori dei SST in ASP è contenuto ad esempio nel DUP (Documento Unico di Programmazione).
Sono dunque avviate tutte le necessarie sedi di confronto, ieri abbiamo avuto un primo incontro con i Responsabili dei SST dei diversi Quartieri, da lì partirà un lavoro nei quartieri e in maniera unitaria, quindi c'è lo spazio di una condivisione.
Ci tengo a chiudere sul Bilancio ASP. Per quanto riguarda il Bilancio ASP bisognerebbe dire qualche parola di verità, pure nella rapidità necessaria. La prima è che l'ASP è forse l'ente pubblico tra i più patrimonializzati della Regione Emilia-Romagna e quindi una così forte patrimonializzazione le garantisce una solidità che molti altri enti pubblici non hanno.
La seconda cosa è che il piano di rientro che sta per essere presentato con il passaggio in Consiglio, si prevede di arrivare a giugno a un consuntivo, ma già il consuntivo 2014 è molto migliorativo rispetto alle previsioni; un previsionale 2015 che rispetto alla previsione pluriennale vedrà un dimezzamento del deficit e un obiettivo, ovviamente misurato su azioni concrete, non legate al razionamento del personale, che porterà nel 2016 al pareggio di Bilancio. Quindi una situazione di solidità e, ci tengo a dire un'ultima cosa, che nulla ha a che fare con il passaggio dei servizi, ricordo a tutti noi , che trasferiamo un servizio e accompagnamo a quel trasferimento i costi di quel servizio, quindi i costi del servizio che passiamo ad ASP sono sostenuti dal Bilancio del Comune di Bologna".
Domanda d'attualità del consigliere Piazza
"Alla luce delle proteste delle assistenti sociali in Consiglio Comunale sul loro passaggio a all’ASP, pone la seguente domanda di attualità:
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta come valutano le preoccupazioni degli assistenti sociali;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta se hanno intenzione di rimandare il trasferimento del personale a quando i bilanci dell’ASP Città di Bologna saranno migliorati".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Ringrazio per la domanda che mi consente di precisare la natura di una scelta e le valutazioni che la motivano e provare anche ad argomentare perché questa scelta non è un salto nel buio, non mette a rischio i servizi sociali del Comune, ma al contrario è la traduzione della volontà di reinvestire sui servizi sociali, dopo molti anni di difficoltà, facendosi carico di una forte sofferenza che è arrivata oltre il limite della sopportazione e rischia tutti i giorni di mettere in difficoltà i nostri operatori e la qualità dei servizi, che se non sono calati in qualità e quantità è solo per uno sforzo di abnegazione che gli operatori stessi mettono nel loro lavoro.
Una scelta che non ha nulla di burocratico e di organizzativo, lei stesso nella domanda ha riconosciuto che questo è un obiettivo di mandato di questa Amministrazione, fissato nel suo programma di mandato, ribadito nel progetto di unificazione delle ASP cittadine e portato avanti con una serie di passaggi che hanno voluto dare compimento a quella che è una previsione normativa innanzitutto, cioè la legge 12 del 2013, che prevede che i Comuni si organizzino, organizzino la propria risposta pubblica relativa ai servizi alla persona attraverso una sola forma pubblica di gestione dei servizi.
Tuttavia, questa scelta ultima di portare i servizi sociali in ASP non è una scelta necessitata, non trov aun vincolo normativo, ma è una scelta, un'ambizione alta ch enoi vogliamo portare, che è quella di un investimento vero, tangibile sui servizi sociali del Comune e sulla funzione pubblica in ambito sociale del Comune, attraverso un ente strumentale quale è l'ASP ora unificata. L'obiettivo è quello di andare oltre le previsioni della Regione Emilia-Romagna, che fa di ASP, rimanendo un po' in mezzo al guado, un soggetto meramente gestore fra i gestori, peraltro in un sistema che continua a essere a condizioni inique fra operatori e produttori pubblici e produttori del privato sociale, di cui altre volte ho avuto modo di parlare. Una previsione che va oltre e che vuole creare un'azienda per il sociale, che abbia come proprio cuore e obiettivo l'intera filiera del sociale, che ricomponga il frazionamento di cui anche gli operatori dei servizi sociali territoriali ci hanno parlato spesso, la filiera assistenziale che riconduca a responsabilità unitaria i diversi target di popolazione, attraverso il riconoscimento di un'azienda di professionisti sociali su cui fare maggiori investimenti, maggiore formazione, attraverso le sinergie con gli altri operatori sociali presenti già in ASP, trovando una maggiore divisione dei carichi e affrontando un 'altro problema che è quello della sicurezza. Un tema non più eludibile, quello dell'esposizione dei nostri operatori ai rischi che la relazione e il contatto con il pubblico porta loro.
Questo attraverso la ricomposizione unitaria del corpo professionale sotto un'unica direzione, ricomposizione della comunità professionale che oggi invece vede alcuni assistenti sociali, la parte preponderante, in Comune, una parte in ASP rispetto all'ambito della disabilità adulti e altri ambiti sanitari. Una ricomposizione professionale attraverso la quale anche ritrovare una maggiore forza negoziale nei confronti degli altri servizi, penso ad esempio all'integrazione socio - sanitaria: non si fa integrazione da una posizione servente, il fatto di avere un'azienda del sociale del Comune credo che possa agevolare la relazione, che peraltro in questi anni ha fatto dei passi in avanti importanti, con la sanità nell'ambito dell'integrazione socio- sanitaria.
Abbiamo chiarito che il passaggio avviene con la stessa organizzazione, con le stesse responsabilità attuali e con lo stesso contratto di lavoro, primo tema che vorrei chiarire per non introdurre nel confronto che ci sarà un elemento di dubbio che non ha ragione di essere: il contratto che l'Aran prevede per gli operatori che operano in ASP è il contratto degli Enti locali, uguale in tutto e per tutto a quelo che hanno i dipendenti che oggi operano presso il Comune di Bologna. Quindi, la stessa organizzazione verrebbe portata in ASP. Certo, vogliamo sfruttare questo tempo che ci separa dal passaggio, che non è così imminente, e anche a passaggio avvenuto, per avviare un processo di miglioramento organizzativo dei servizi proprio sulla base di una fatica che gli operatori sociali ci indicano da molto tempo rispetto all'attuale organizzazione dei servizi. Deve essere uno spazio di condivisione creativa per aggiornare e migliorare i servizi.
In questi giorni, in relazione alla pubblicazione dell'atto di aggiornamento dell'organizzazione dell'ente si è generata una certa confusione rispetto al progetto di riordino e di sviluppo del Servizio sociale territoriale. L'atto di riorganizzazione coinvolge il settore dei Servizi sociali, oggi inserito nel Dipartimento Benessere di comunità, che dal primo maggio andrà a costituire l'Area benessere di Comunità assieme al settore Salute, Sport e Città sana. L'atto, invece, non modifica in alcun modo l'organizzazione dei Quartieri da cui dipendono funzionalmente i Servizi sociali territoriali (SST) né l'Area Affari istituzionali e quartieri, che coordina l'attività. Il processo di riordino, così come già descritto e approvato in diversi documenti del Consiglio comunale, il passaggio degli operatori dei SST in ASP è contenuto ad esempio nel DUP (Documento Unico di Programmazione).
Sono dunque avviate tutte le necessarie sedi di confronto, ieri abbiamo avuto un primo incontro con i Responsabili dei SST dei diversi Quartieri, da lì partirà un lavoro nei quartieri e in maniera unitaria, quindi c'è lo spazio di una condivisione.
Ci tengo a chiudere sul Bilancio ASP. Per quanto riguarda il Bilancio ASP bisognerebbe dire qualche parola di verità, pure nella rapidità necessaria. La prima è che l'ASP è forse l'ente pubblico tra i più patrimonializzati della Regione Emilia-Romagna e quindi una così forte patrimonializzazione le garantisce una solidità che molti altri enti pubblici non hanno.
La seconda cosa è che il piano di rientro che sta per essere presentato con il passaggio in Consiglio, si prevede di arrivare a giugno a un consuntivo, ma già il consuntivo 2014 è molto migliorativo rispetto alle previsioni; un previsionale 2015 che rispetto alla previsione pluriennale vedrà un dimezzamento del deficit e un obiettivo, ovviamente misurato su azioni concrete, non legate al razionamento del personale, che porterà nel 2016 al pareggio di Bilancio. Quindi una situazione di solidità e, ci tengo a dire un'ultima cosa, che nulla ha a che fare con il passaggio dei servizi, ricordo a tutti noi , che trasferiamo un servizio e accompagnamo a quel trasferimento i costi di quel servizio, quindi i costi del servizio che passiamo ad ASP sono sostenuti dal Bilancio del Comune di Bologna".
A cura di
Piazza Maggiore, 6