QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL FESTIVAL GENDER BENDER
L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul Gender Bender.
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord)...
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L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul Gender Bender.
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"Visto gli articoli di stampa relativi all11° edizione del Festival Gender Bender che si terrà a Bologna dal 26 ottobre al 2 novembre, si chiede al Sindaco e alla Giunta se l'amministrazione di Bologna ha patrocinato economicamente questa 11° edizione del Festival ed in caso di risposta affermativa si chiede di saperne l'entità economica ma soprattutto la motivazione di tale scelta;
se non ritenga che tale tipo di festival che termina in data 2 novembre e che da quanto si apprende dal programma avrà un impatto notevole sulla città, possa in qualche modo suscitare fastidio verso quei cittadini che il 1° novembre ed il 2 novembre vorranno celebrare la gloria e l'onore di tutti i Santi nonché la commemorazione dei defunti; se non ritiene che questo festival ma così come il gay pride siano manifestazioni in cui il confine tra ostentazione e normalità, tra difesa di un diritto e violazione di un diritto sia talmente sottile da poter far definire la nostra amministrazione una amministrazione che discrimina la normalità del rapporto uomo/donna".
La risposta dell'assessore Ronchi:
"Gender Bender è un festival importante che noi sosteniamo convintamente, fa parte dell'insieme dei festival legati alla cultura contemporanea con cui ci siamo relazionati con la Regione Emilia-Romagna, c'è un insieme di convenzioni che legano questi festival, Gender Bender è uno di questi, poi c'è Bil Bol Boul, Angelica, Biografilm Fesitval, gliene potrei elencare altri.
E' una manifestazione che sta crescendo che ha dei riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale - c'è il patrocinio della Repubblica francese in quest'edizione - li sosteniamo, li finanziamo, 10 000 euro, cifra piccolissima rispetto all'insieme di progetti e di programmi che Gender Bender propone, 10 000 euro perché - è stata una cosa molto discussa - c'è una convenzione con il Cassero: non li facciamo pagare l'affitto e reinvestono i solidi in un progetto culturale. Quindi colgo anche l'occasione per dire che quello che avevo dichiarato tanto tempo fa, ormai un anno e mezzo fa, quando mi sono occupato della convenzione del Cassero - ricordo: non pagavano le utenze e l'affitto - questa amministrazione gli fa pagare le utenze e non l'affitto perché in un rapporto di sussidiarietà investono su programmi culturali importanti.
Lei forse non legge Repubblica, ma ieri, sulla pagina nazionale di Repubblica, c'era Bologna con il Gender Bender. Vede, io non vedo gli spettacoli prima, non faccio il censore. Io faccio le politiche culturali, do degli indirizzi, questo è un festival importante, che porta artisti nazionale ed internazionali a Bologna, che fa risaltare Bologna sui livelli nazionali - non è sempre così, non sempre le cose che facciamo, nonostante ce ne siano tante di belle, ci fanno andare sulle pagine dei giornali nazionali - e quindi io mi occupo di questo.
Sulla questione che lei ha sollevato le voglio dire che Babilonia Teatri è una delle realtà più importanti teatrali italiane, lo spettacolo "Lolita" è stato fatto in altri teatri nazionali, sono loro che hanno detto: noi non possiamo entrare in scena perché l'Ufficio del lavoro di Bologna - che poi ho letto delle dichiarazioni che non ho capito del tipo "no, non è vero che noi abbiamo chiesto di cambiare il testo" - è paradossale, solo in Italia succedono queste cose. L'ufficio del Lavoro di Roma dice si e l'Ufficio del Lavoro di Bologna dice no, forse basterebbe un solo unico Ufficio del Lavoro, no? Lei è di una formazione politica che picchia molto sulla burocrazia: le faccio un esempio sugli spettacoli - questa è una cosa un po' paradossale.
In Italia, a seconda dell'Ufficio del Lavoro si decide se si deve cambiare il testo o no, secondo me trattandosi di una compagnia teatrale italiana, basterebbe un ufficio competente, le ricordo anche che i genitori hanno dato il consenso, gli psicologi in appoggio hanno dato il consenso, guardi è proprio tutta una storia italiana.
Dopodiché, Babilonia Teatri siccome l'ufficio del Lavoro - poi sembra che non sia neanche così, adesso vediamo- ha detto che "dovete cambiare il testo", ma stiamo parlando di "Lolita" di Nabokov, cioè siamo ancora agli anni '50, ha detto "dovete cambiare il testo" questi hanno detto "Non vogliamo cambiare il testo e quindi rinunciamo allo spettacolo a Bologna "ma non è che è stato impedito: sono loro che hanno fatto questa scelta.
Emma Dante. Il suo ultimo film era alla mostra di Venezia, e' una delle artiste più importanti che abbiamo in Italia, ci mettiamo a discutere di Emma Dante?
Allora, io accetto la sua provocazione, è anche simpatica, però dobbiamo andare avanti, Vede, il problema è questo: io non obbligo nessuno ad andare a vedere questi spettacoli, e penso che il pubblico di Bologna sia talmente intelligente che può scegliere cosa andare a vedere e cosa non andare a vedere. Sa qual è il mio compito? Dare la possibilità di scegliere.
Perché - guardi - la faccio anch'io una provocazione: in Iran non hanno la possibilità di scegliere. Però io vorrei che non fossimo come in Iran - è una provocazione la mia, la prenda come tale, è una estremizzazione, però è così.
Allora non facciamo i censori, la gente può decidere di andare a vedere una cosa o di non andare a vedere una cosa, l'assessore alla Cultura non va a vedere tutti gli spettacoli prima - ne va a vedere tanti, quando ci sono, ci mancherebbe altro che io mi metto a vedere prima gli spettacoli, ci mancherebbe che io mi metto a vedere prima gli spettacoli per decidere "se", ci sono i direttori artistici per questo. Proviamo a valorizzare quello che abbiamo. E allora, datemi retta: Gender Beneder può piacere o non piacere, lei ci può non andare io ci posso andare, però è un'iniziativa importante all'interno di un progetto culturale che noi abbiamo definitivo, che ci da anche la possibilità di raccontare Bologna fuori da Bologna. Questo è il mio compito. Poi, io non faccio il censore, non decido cosa la gente deve andare a vedere o non deve andare a vedere: io mi fido dei cittadini, decidono loro, poi lei ha fatto un altro riferimento, all'1 e al 2 di novembre, vede io sono rispettoso di tutti, però - vede - faccio anch'io un'ulteriore provocazione oltre a quella dell'Iran, se proiettano "Ultimo Tango a Parigi" al Lumiere il 2 novembre devo dirgli che forse non lo devono proiettare perché forse c'è qualcuno che ci rimane male? Anche li' ci saranno quelli che faranno determinate cose l'1 e il 2 novembre e altri che andranno a vedere "Ultimo tango a Parigi".
Se lei vede i programmi di Bologna l'1 e il 2 novembre, altro che Gender Bender, ce n'é di tutto di più, poi lei è una frequentatrice di discoteche, lei lo sa che l'1 e il 2 novembre ci sono tante cose".
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"Visto gli articoli di stampa relativi all11° edizione del Festival Gender Bender che si terrà a Bologna dal 26 ottobre al 2 novembre, si chiede al Sindaco e alla Giunta se l'amministrazione di Bologna ha patrocinato economicamente questa 11° edizione del Festival ed in caso di risposta affermativa si chiede di saperne l'entità economica ma soprattutto la motivazione di tale scelta;
se non ritenga che tale tipo di festival che termina in data 2 novembre e che da quanto si apprende dal programma avrà un impatto notevole sulla città, possa in qualche modo suscitare fastidio verso quei cittadini che il 1° novembre ed il 2 novembre vorranno celebrare la gloria e l'onore di tutti i Santi nonché la commemorazione dei defunti; se non ritiene che questo festival ma così come il gay pride siano manifestazioni in cui il confine tra ostentazione e normalità, tra difesa di un diritto e violazione di un diritto sia talmente sottile da poter far definire la nostra amministrazione una amministrazione che discrimina la normalità del rapporto uomo/donna".
La risposta dell'assessore Ronchi:
"Gender Bender è un festival importante che noi sosteniamo convintamente, fa parte dell'insieme dei festival legati alla cultura contemporanea con cui ci siamo relazionati con la Regione Emilia-Romagna, c'è un insieme di convenzioni che legano questi festival, Gender Bender è uno di questi, poi c'è Bil Bol Boul, Angelica, Biografilm Fesitval, gliene potrei elencare altri.
E' una manifestazione che sta crescendo che ha dei riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale - c'è il patrocinio della Repubblica francese in quest'edizione - li sosteniamo, li finanziamo, 10 000 euro, cifra piccolissima rispetto all'insieme di progetti e di programmi che Gender Bender propone, 10 000 euro perché - è stata una cosa molto discussa - c'è una convenzione con il Cassero: non li facciamo pagare l'affitto e reinvestono i solidi in un progetto culturale. Quindi colgo anche l'occasione per dire che quello che avevo dichiarato tanto tempo fa, ormai un anno e mezzo fa, quando mi sono occupato della convenzione del Cassero - ricordo: non pagavano le utenze e l'affitto - questa amministrazione gli fa pagare le utenze e non l'affitto perché in un rapporto di sussidiarietà investono su programmi culturali importanti.
Lei forse non legge Repubblica, ma ieri, sulla pagina nazionale di Repubblica, c'era Bologna con il Gender Bender. Vede, io non vedo gli spettacoli prima, non faccio il censore. Io faccio le politiche culturali, do degli indirizzi, questo è un festival importante, che porta artisti nazionale ed internazionali a Bologna, che fa risaltare Bologna sui livelli nazionali - non è sempre così, non sempre le cose che facciamo, nonostante ce ne siano tante di belle, ci fanno andare sulle pagine dei giornali nazionali - e quindi io mi occupo di questo.
Sulla questione che lei ha sollevato le voglio dire che Babilonia Teatri è una delle realtà più importanti teatrali italiane, lo spettacolo "Lolita" è stato fatto in altri teatri nazionali, sono loro che hanno detto: noi non possiamo entrare in scena perché l'Ufficio del lavoro di Bologna - che poi ho letto delle dichiarazioni che non ho capito del tipo "no, non è vero che noi abbiamo chiesto di cambiare il testo" - è paradossale, solo in Italia succedono queste cose. L'ufficio del Lavoro di Roma dice si e l'Ufficio del Lavoro di Bologna dice no, forse basterebbe un solo unico Ufficio del Lavoro, no? Lei è di una formazione politica che picchia molto sulla burocrazia: le faccio un esempio sugli spettacoli - questa è una cosa un po' paradossale.
In Italia, a seconda dell'Ufficio del Lavoro si decide se si deve cambiare il testo o no, secondo me trattandosi di una compagnia teatrale italiana, basterebbe un ufficio competente, le ricordo anche che i genitori hanno dato il consenso, gli psicologi in appoggio hanno dato il consenso, guardi è proprio tutta una storia italiana.
Dopodiché, Babilonia Teatri siccome l'ufficio del Lavoro - poi sembra che non sia neanche così, adesso vediamo- ha detto che "dovete cambiare il testo", ma stiamo parlando di "Lolita" di Nabokov, cioè siamo ancora agli anni '50, ha detto "dovete cambiare il testo" questi hanno detto "Non vogliamo cambiare il testo e quindi rinunciamo allo spettacolo a Bologna "ma non è che è stato impedito: sono loro che hanno fatto questa scelta.
Emma Dante. Il suo ultimo film era alla mostra di Venezia, e' una delle artiste più importanti che abbiamo in Italia, ci mettiamo a discutere di Emma Dante?
Allora, io accetto la sua provocazione, è anche simpatica, però dobbiamo andare avanti, Vede, il problema è questo: io non obbligo nessuno ad andare a vedere questi spettacoli, e penso che il pubblico di Bologna sia talmente intelligente che può scegliere cosa andare a vedere e cosa non andare a vedere. Sa qual è il mio compito? Dare la possibilità di scegliere.
Perché - guardi - la faccio anch'io una provocazione: in Iran non hanno la possibilità di scegliere. Però io vorrei che non fossimo come in Iran - è una provocazione la mia, la prenda come tale, è una estremizzazione, però è così.
Allora non facciamo i censori, la gente può decidere di andare a vedere una cosa o di non andare a vedere una cosa, l'assessore alla Cultura non va a vedere tutti gli spettacoli prima - ne va a vedere tanti, quando ci sono, ci mancherebbe altro che io mi metto a vedere prima gli spettacoli, ci mancherebbe che io mi metto a vedere prima gli spettacoli per decidere "se", ci sono i direttori artistici per questo. Proviamo a valorizzare quello che abbiamo. E allora, datemi retta: Gender Beneder può piacere o non piacere, lei ci può non andare io ci posso andare, però è un'iniziativa importante all'interno di un progetto culturale che noi abbiamo definitivo, che ci da anche la possibilità di raccontare Bologna fuori da Bologna. Questo è il mio compito. Poi, io non faccio il censore, non decido cosa la gente deve andare a vedere o non deve andare a vedere: io mi fido dei cittadini, decidono loro, poi lei ha fatto un altro riferimento, all'1 e al 2 di novembre, vede io sono rispettoso di tutti, però - vede - faccio anch'io un'ulteriore provocazione oltre a quella dell'Iran, se proiettano "Ultimo Tango a Parigi" al Lumiere il 2 novembre devo dirgli che forse non lo devono proiettare perché forse c'è qualcuno che ci rimane male? Anche li' ci saranno quelli che faranno determinate cose l'1 e il 2 novembre e altri che andranno a vedere "Ultimo tango a Parigi".
Se lei vede i programmi di Bologna l'1 e il 2 novembre, altro che Gender Bender, ce n'é di tutto di più, poi lei è una frequentatrice di discoteche, lei lo sa che l'1 e il 2 novembre ci sono tante cose".
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A cura di
Piazza Maggiore, 6