QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL BONUS ALLE FAMIGLIE PER COMPENSARE SPESA TASI
La vicesindaco Silvia Giannini ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Bernardini (LegaN) sul bonus alle famiglie per compensare la TASI.
Domanda del consigliere Bernardini:
"Visto l'articolo di stampa - Repubblica Bologna 15 ott...
Pubblicato il:
Descrizione
La vicesindaco Silvia Giannini ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Bernardini (LegaN) sul bonus alle famiglie per compensare la TASI.
Domanda del consigliere Bernardini:
"Visto l'articolo di stampa - Repubblica Bologna 15 ottobre - relativo ai contributi per il pagamento della TASI, si chiede al Sindaco:
quale siano stati gli intendimenti politici del Sindaco e della Giunta che hanno portato a concedere lo sgravio per i figli a carico solo per coloro che hanno un ISEE non superiore a 20 mila euro e solo per coloro che possiedono un immobile la cui rendita catastale non deve essere superiore a 892 euro;
se il Sindaco e la Giunta ritengano che i parametri sopra descritti siano socialmente ingiusti ovvero che danneggino anche famiglie che pur avendo dei figli non possono accedere a tale sgravio;
quale sia la linea politica che ha portato a non concedere lo sgravio a tutte le famiglie con figli a carico".
Risposta della vicesindaco Giannini:
"Una breve premessa per ricordare, innanzitutto, che quando c'era l'IMU sulla prima abitazione, la detrazione per figli, in realtà, era prevista soltanto per il 2012 - 2013 e dal 2014 scompariva la normativa. Con l'introduzione della TASI nel 2014, il Governo ha acconsentito di applicare quella maggiorazione dello 0,8, in modo tale da portare l'aliquota sull'abitazione principale ad un massimo del 3,3 per mille, per poter consentire di dare quella detrazione che una volta era fissa, data a tutti indipendentemente dalla presenza di figli, mentre l'addizionale dello 0,8 consentiva di finanziare solo quel tipo di detrazione. Quindi, nessuna possibilità di finanziare nell'ambito della stessa TASI, come era per la vecchia IMU, una detrazione per figli a carico.
Come voi sapete, noi abbiamo utilizzato l'addizionale 0,8 da noi è stata infatti usata per delle detrazioni a partire da 175 euro a scalare per scaglioni di reddito sulla Tasi, in modo da evitare che con la Tasi alcuni cittadini pagassero di più che con IMU al 2012 (il confronto va però fatto senza detrazione per figli, e con aliquota 4 per mille). Chiariti i termini della questione, perché non è mai semplice ed è opportuno ricordarli sempre.
Ora, l'Amministrazione fin da subito, in ambito della presentazione del Bilancio, è stata sensibile gli ordini del giorno sulle detrazioni per figli, che oggettivamente non erano finanziabili con il meccanismo TASI. Inoltre è ben consapevole, come abbiamo recentemente sottolineato presentando le dichairazioni dei redditi Bolognesi 2012, delle difficoltà che hanno soprattutto famiglie giovani con figli a carico e semmai lavori precari, o che perdono il lavoro, pur avendo una casa di proprietà, su cui stanno ancora però pagando un mutuo.
Dopodiché, la grande attenzione dell'Amministrazione deriva da una attenta considerazione legata all'esigenza di supplire alla carenza della legge nazionale che già dal 2014 ha eliminato tutte le detrazioni per figli nella tassazione sulla prima abitazione.
Il problema, purtroppo, era che una detrazione generalizzata a tutti i figli sotto i 26 anni, per esempio di 50 euro a figlio, avrebbe comportato un costo attorno a 2 milioni, che era insostenibile nell'ambito degli equilibri di Bilancio, risorse che non erano disponibili in bilancio: ricorderete anche quest'anno abbiamo avuto ripetuti e cumulativi tagli di risorse, che si sono susseguiti in corso d'anno (ad esempio, i circa 3,5 - 4 milioni del dl 66 dell'estate e gli ulteriori tagli di 2 milioni del fondo sperimentale di qualche settimana fa).
Il problema era dove e come trovare le risorse, se aumentare ancora l'imposizione o tagliare i servizi.
Poi si è deciso di limitare l'intervento alle situazioni di maggior disagio, in nome di un principio di equità pur nei vincoli di Bilancio, non quindi interventi di welfare universale, ma interventi mean tested, ovvero basati su alcuni indicatori che consentano di concentrare l'intervento su chi ha minori mezzi. Occorre fissare degli indicatori, chiaramente tutti gli indicatori sono discutibili. Quelli scelti nel caso del bonus in questione, sono il fatto di non avere altri immobili (se non marginalmente), due figli o più, una rendita di 892,85 euro (pari a un valore dell'immobile a fini Tasi di 150 milioni) e un ISEE inferiore (o non superiore) a 20mila euro.
Non c'è nessun riferimento negli indicatori alla categoria catastale, A2 o A3, c'è riferimento alla rendita, all'ISEE, ma non alla categoria catastale. E' vero che le rendite catastali sono poco rappresentative dei valori di mercato immobili e vanno riviste, ma è dimostrato con dati elaborati a Bologna c'è correlazione tra reddito e rendite: chi ha rendite più elevate tende ad avere capacità contributiva maggiore.
Quindi abbiamo scelto gli indicatori, tra quelli disponibili, che ci consentano di tarare il nostro intervento su chi è in maggiore difficoltà.
Pur con tutte le difficoltà e vincoli di BIlancio, il Comune ha messo in campo 500 mila euro e non sono pochi: potranno avere questo bonus di 50 euro 10.000 figli (circa un quarto dei figli sotto i 26 anni a Bologna), circa 3-4000 famiglie e pensiamo di riuscire a individuare chi ha maggior bisogno.
Dati i vincoli, credo che abbiamo fatto la scelta migliore.
Scelta che peraltro è stata condivisa con i Sindacati sia a giugno e settembre, dove sono stati discussi anche quegli indicatori,
oltre che in sede di Bilancio, in commissione e recentemente in sede di approvazione della Delibera.
Questi 500.000 euro sono già nel Bilancio pluriennale, quindi non vogliono essere un intervento estemporaneo, ma uno strumento per mappare anche quelle situazioni di maggiore difficoltà, che come ho detto, può riguardare anche giovani famiglie con figli.
Inoltre, avendo configurato questo intervento come un bonus e non come una detrazione fiscale, cui si potrà accedere con una semplice procedura on line, consente che il contributo possa andare a beneficio anche di chi non ha pagato la TASI perché era sotto i 12 euro oppure l'ha pagata di 30 euro di TASI e adesso con due figli si vede dare 100 euro. Ovvero, vale per i cosiddetti incapienti, cosa che non accade se il contributo è configurato in forma di detrazione".
Domanda del consigliere Bernardini:
"Visto l'articolo di stampa - Repubblica Bologna 15 ottobre - relativo ai contributi per il pagamento della TASI, si chiede al Sindaco:
quale siano stati gli intendimenti politici del Sindaco e della Giunta che hanno portato a concedere lo sgravio per i figli a carico solo per coloro che hanno un ISEE non superiore a 20 mila euro e solo per coloro che possiedono un immobile la cui rendita catastale non deve essere superiore a 892 euro;
se il Sindaco e la Giunta ritengano che i parametri sopra descritti siano socialmente ingiusti ovvero che danneggino anche famiglie che pur avendo dei figli non possono accedere a tale sgravio;
quale sia la linea politica che ha portato a non concedere lo sgravio a tutte le famiglie con figli a carico".
Risposta della vicesindaco Giannini:
"Una breve premessa per ricordare, innanzitutto, che quando c'era l'IMU sulla prima abitazione, la detrazione per figli, in realtà, era prevista soltanto per il 2012 - 2013 e dal 2014 scompariva la normativa. Con l'introduzione della TASI nel 2014, il Governo ha acconsentito di applicare quella maggiorazione dello 0,8, in modo tale da portare l'aliquota sull'abitazione principale ad un massimo del 3,3 per mille, per poter consentire di dare quella detrazione che una volta era fissa, data a tutti indipendentemente dalla presenza di figli, mentre l'addizionale dello 0,8 consentiva di finanziare solo quel tipo di detrazione. Quindi, nessuna possibilità di finanziare nell'ambito della stessa TASI, come era per la vecchia IMU, una detrazione per figli a carico.
Come voi sapete, noi abbiamo utilizzato l'addizionale 0,8 da noi è stata infatti usata per delle detrazioni a partire da 175 euro a scalare per scaglioni di reddito sulla Tasi, in modo da evitare che con la Tasi alcuni cittadini pagassero di più che con IMU al 2012 (il confronto va però fatto senza detrazione per figli, e con aliquota 4 per mille). Chiariti i termini della questione, perché non è mai semplice ed è opportuno ricordarli sempre.
Ora, l'Amministrazione fin da subito, in ambito della presentazione del Bilancio, è stata sensibile gli ordini del giorno sulle detrazioni per figli, che oggettivamente non erano finanziabili con il meccanismo TASI. Inoltre è ben consapevole, come abbiamo recentemente sottolineato presentando le dichairazioni dei redditi Bolognesi 2012, delle difficoltà che hanno soprattutto famiglie giovani con figli a carico e semmai lavori precari, o che perdono il lavoro, pur avendo una casa di proprietà, su cui stanno ancora però pagando un mutuo.
Dopodiché, la grande attenzione dell'Amministrazione deriva da una attenta considerazione legata all'esigenza di supplire alla carenza della legge nazionale che già dal 2014 ha eliminato tutte le detrazioni per figli nella tassazione sulla prima abitazione.
Il problema, purtroppo, era che una detrazione generalizzata a tutti i figli sotto i 26 anni, per esempio di 50 euro a figlio, avrebbe comportato un costo attorno a 2 milioni, che era insostenibile nell'ambito degli equilibri di Bilancio, risorse che non erano disponibili in bilancio: ricorderete anche quest'anno abbiamo avuto ripetuti e cumulativi tagli di risorse, che si sono susseguiti in corso d'anno (ad esempio, i circa 3,5 - 4 milioni del dl 66 dell'estate e gli ulteriori tagli di 2 milioni del fondo sperimentale di qualche settimana fa).
Il problema era dove e come trovare le risorse, se aumentare ancora l'imposizione o tagliare i servizi.
Poi si è deciso di limitare l'intervento alle situazioni di maggior disagio, in nome di un principio di equità pur nei vincoli di Bilancio, non quindi interventi di welfare universale, ma interventi mean tested, ovvero basati su alcuni indicatori che consentano di concentrare l'intervento su chi ha minori mezzi. Occorre fissare degli indicatori, chiaramente tutti gli indicatori sono discutibili. Quelli scelti nel caso del bonus in questione, sono il fatto di non avere altri immobili (se non marginalmente), due figli o più, una rendita di 892,85 euro (pari a un valore dell'immobile a fini Tasi di 150 milioni) e un ISEE inferiore (o non superiore) a 20mila euro.
Non c'è nessun riferimento negli indicatori alla categoria catastale, A2 o A3, c'è riferimento alla rendita, all'ISEE, ma non alla categoria catastale. E' vero che le rendite catastali sono poco rappresentative dei valori di mercato immobili e vanno riviste, ma è dimostrato con dati elaborati a Bologna c'è correlazione tra reddito e rendite: chi ha rendite più elevate tende ad avere capacità contributiva maggiore.
Quindi abbiamo scelto gli indicatori, tra quelli disponibili, che ci consentano di tarare il nostro intervento su chi è in maggiore difficoltà.
Pur con tutte le difficoltà e vincoli di BIlancio, il Comune ha messo in campo 500 mila euro e non sono pochi: potranno avere questo bonus di 50 euro 10.000 figli (circa un quarto dei figli sotto i 26 anni a Bologna), circa 3-4000 famiglie e pensiamo di riuscire a individuare chi ha maggior bisogno.
Dati i vincoli, credo che abbiamo fatto la scelta migliore.
Scelta che peraltro è stata condivisa con i Sindacati sia a giugno e settembre, dove sono stati discussi anche quegli indicatori,
oltre che in sede di Bilancio, in commissione e recentemente in sede di approvazione della Delibera.
Questi 500.000 euro sono già nel Bilancio pluriennale, quindi non vogliono essere un intervento estemporaneo, ma uno strumento per mappare anche quelle situazioni di maggiore difficoltà, che come ho detto, può riguardare anche giovani famiglie con figli.
Inoltre, avendo configurato questo intervento come un bonus e non come una detrazione fiscale, cui si potrà accedere con una semplice procedura on line, consente che il contributo possa andare a beneficio anche di chi non ha pagato la TASI perché era sotto i 12 euro oppure l'ha pagata di 30 euro di TASI e adesso con due figli si vede dare 100 euro. Ovvero, vale per i cosiddetti incapienti, cosa che non accade se il contributo è configurato in forma di detrazione".
A cura di
Piazza Maggiore, 6