QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUGLI OPERATORI DELLE BIBLIOTECHE
L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle testimonianze degli operatori delle biblioteche.
La domanda d'attualità della consigliera Paola Fr...
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L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle testimonianze degli operatori delle biblioteche.
La domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord):
"Visto l'articolo di stampa relativo alle denunce di alcuni operatori nelle biblioteche, si chiede al Sindaco e alla Giunta:
se non ritenga che le testimonianze dei dipendenti in servizio presso le biblioteche non debbano cadere nel vuoto ma ma al contrario debbano essere un necessario punto di partenza per comprendere appieno la situazione di profonda povertà in cui vivono alcuni concittadini;
se non ritenga sia il caso di incontrare personalmente gli operatori culturali sia per conoscere le loro problematiche sia per conoscere la domanda che tali concittadini avanzano alle istituzioni attraverso gli operatori;
se non convenga con la scrivente che considerare la biblioteca come "unico spazio sociale" ove poter "entrare, chiedere, sedersi e leggere senza consumare e senza pagare" dia l'idea di una città che ormai da troppo tempo è carente sul fronte delle politiche sociali, ove nessun progetto viene presentato, valorizzato e attuato".
La risposta dell'assessore ai Servizi sociali Amelia Frascaroli:
"Rispondo volentieri anche se forse il diretto interessato rispetto a questa domanda e rispetto al rapporto con i bibliotecari è l'assessore Ronchi, e d'altra parte siccome stiamo lavorando insieme a questa tematica ho accettato di rispondere a questa domanda.
Ho letto questo articolo e ne ho valutato prima di tutto i dati positivi, nel senso che quello che emerge è una lettura della crisi che fa aumentare la domanda culturale, perchè se il prestito è aumentato del 4,3% vuol dire sicuramente che ci sono meno soldi per comprare libri, ma che la domanda, il bisogno di leggere continua, è permanente se non addirittura in aumento. Questo è un dato interessante anche per quello che riguarda una popolazione che comunque dimostra caratteristiche di fragilità. Però va in biblioteca a prendere in prestito dei libri anche se si tratta di anziani, di immigrati di giovani ecc, tutte categorie che in questo momento sono esposte alla fragilità, quindi io ho preso questo come un dato positivo. Dopo di che è verissimo che le biblioteche essendo punti di incontro, e luoghi di relazione sono anche punti in cui vengono portate domande nuove, che prima forse una biblioteca, in tempi passati non si sarebbe aspettata, quando le domande erano ben differenziate.
E' proprio per questo che noi abbiamo cominciato un percorso che non trasforma le biblioteche in luoghi di servizi sociali, posto che la parola sia una parola negativa, che invece credo possiamo ottenere con la sua accezione positiva, e comunque prima di tutto consapevoli del fatto che questi luoghi, questi contenitori sono luoghi di incontro e di relazioni in cui vengono portate nuove domande consapevoli del fatto che le nuove domande non si possono scaricare sui bibliotecari, che sono figure appunto che danno una risposta culturale. Abbiamo cominciato in via del tutto sperimentale, a partire dal piccolo strumento dello sportello lavoro, delle esperienze che raggiungano le persone là dove vanno. Sono cominciati a cura dello Sportello cittadino del lavoro, che è stato concentrato da tre aperture in tre quartieri diversi a un unico sportello che proprio per raggiungere le persone là dove sono si trasforma in uno sportello itinerante, dei laboratori di inclusione digitale e di ricerca attiva del lavoro presso le biblioteche di Corticella, di Sala Borsa e la Biblioteca delle donne . Sono in cantiere altri corsi in altre biblioteche e delle sperimentazione che cominceranno in particolare in un quartiere, forse in due per esempio il corso "Pane e Internet" per gli utenti dello sportello lavoro che si svolge negli spazi di sala Borsa. Questa è una sperimentazione appena partita rispetto all'idea che le biblioteche mantengano il loro volto di luoghi preposti alla cultura ma che siccome sono anche luoghi di relazione e di incontri in cui le persone vanno, e le persone sono portatrici in questo momento di altri bisogni e di altre domande, li le persone possono essere anche raggiunte da altre proposte, che non vanno a pesare sulle spalle degli operatori delle biblioteche ma si aggiungono in quei luoghi risorse umane, di diverse competenze, di proposte in più.
Questi sono i progetti che sto condividendo con l'assessore Ronchi e con l'assessore Lepore perchè si parla ovviamente del coinvolgimento anche degli operatori degli URP, degli sportelli ecc,, per reperire nelle biblioteche anche "altre" informazioni"
La domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord):
"Visto l'articolo di stampa relativo alle denunce di alcuni operatori nelle biblioteche, si chiede al Sindaco e alla Giunta:
se non ritenga che le testimonianze dei dipendenti in servizio presso le biblioteche non debbano cadere nel vuoto ma ma al contrario debbano essere un necessario punto di partenza per comprendere appieno la situazione di profonda povertà in cui vivono alcuni concittadini;
se non ritenga sia il caso di incontrare personalmente gli operatori culturali sia per conoscere le loro problematiche sia per conoscere la domanda che tali concittadini avanzano alle istituzioni attraverso gli operatori;
se non convenga con la scrivente che considerare la biblioteca come "unico spazio sociale" ove poter "entrare, chiedere, sedersi e leggere senza consumare e senza pagare" dia l'idea di una città che ormai da troppo tempo è carente sul fronte delle politiche sociali, ove nessun progetto viene presentato, valorizzato e attuato".
La risposta dell'assessore ai Servizi sociali Amelia Frascaroli:
"Rispondo volentieri anche se forse il diretto interessato rispetto a questa domanda e rispetto al rapporto con i bibliotecari è l'assessore Ronchi, e d'altra parte siccome stiamo lavorando insieme a questa tematica ho accettato di rispondere a questa domanda.
Ho letto questo articolo e ne ho valutato prima di tutto i dati positivi, nel senso che quello che emerge è una lettura della crisi che fa aumentare la domanda culturale, perchè se il prestito è aumentato del 4,3% vuol dire sicuramente che ci sono meno soldi per comprare libri, ma che la domanda, il bisogno di leggere continua, è permanente se non addirittura in aumento. Questo è un dato interessante anche per quello che riguarda una popolazione che comunque dimostra caratteristiche di fragilità. Però va in biblioteca a prendere in prestito dei libri anche se si tratta di anziani, di immigrati di giovani ecc, tutte categorie che in questo momento sono esposte alla fragilità, quindi io ho preso questo come un dato positivo. Dopo di che è verissimo che le biblioteche essendo punti di incontro, e luoghi di relazione sono anche punti in cui vengono portate domande nuove, che prima forse una biblioteca, in tempi passati non si sarebbe aspettata, quando le domande erano ben differenziate.
E' proprio per questo che noi abbiamo cominciato un percorso che non trasforma le biblioteche in luoghi di servizi sociali, posto che la parola sia una parola negativa, che invece credo possiamo ottenere con la sua accezione positiva, e comunque prima di tutto consapevoli del fatto che questi luoghi, questi contenitori sono luoghi di incontro e di relazioni in cui vengono portate nuove domande consapevoli del fatto che le nuove domande non si possono scaricare sui bibliotecari, che sono figure appunto che danno una risposta culturale. Abbiamo cominciato in via del tutto sperimentale, a partire dal piccolo strumento dello sportello lavoro, delle esperienze che raggiungano le persone là dove vanno. Sono cominciati a cura dello Sportello cittadino del lavoro, che è stato concentrato da tre aperture in tre quartieri diversi a un unico sportello che proprio per raggiungere le persone là dove sono si trasforma in uno sportello itinerante, dei laboratori di inclusione digitale e di ricerca attiva del lavoro presso le biblioteche di Corticella, di Sala Borsa e la Biblioteca delle donne . Sono in cantiere altri corsi in altre biblioteche e delle sperimentazione che cominceranno in particolare in un quartiere, forse in due per esempio il corso "Pane e Internet" per gli utenti dello sportello lavoro che si svolge negli spazi di sala Borsa. Questa è una sperimentazione appena partita rispetto all'idea che le biblioteche mantengano il loro volto di luoghi preposti alla cultura ma che siccome sono anche luoghi di relazione e di incontri in cui le persone vanno, e le persone sono portatrici in questo momento di altri bisogni e di altre domande, li le persone possono essere anche raggiunte da altre proposte, che non vanno a pesare sulle spalle degli operatori delle biblioteche ma si aggiungono in quei luoghi risorse umane, di diverse competenze, di proposte in più.
Questi sono i progetti che sto condividendo con l'assessore Ronchi e con l'assessore Lepore perchè si parla ovviamente del coinvolgimento anche degli operatori degli URP, degli sportelli ecc,, per reperire nelle biblioteche anche "altre" informazioni"
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Piazza Maggiore, 6