QUESTION TIME, CHIARIMENTI SU CUP 2000
L'assessore Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) su Cup 2000.
La domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli:
"La stampa dà notizia de...
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L'assessore Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) su Cup 2000.
La domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli:
"La stampa dà notizia del prossimo sciopero dei dipendenti del Cup 2000, previsto per giovedì 18 luglio; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta: come possano essere assunte le dichiarazioni del direttore Moruzzi alla stampa che l'azienda è sana e occorre spostare 100 persone all'ASL; quali siano le risposte che le i soci pubblici dovrebbero dare a Cup 2000; il motivo per cui si sia decisa la riduzione del personale; quale ruolo abbiano i sindacati che, dalla stampa, pare non siano stati informati dei piani della azienda pubblica; quali siano i motivi del ridimensionamento del personale paventato visto che l'azienda è sana".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo:
"Provo a mettere in fila un po' di cose perché, consigliera Cocconcelli, rispetto ad altre occasioni del nostro appuntamento settimanale, stavolta l'ho trovata meno preparata del solito. Alcune cose meritano qualche precisazione e puntualizzazione.
La prima è che non ci sono esuberi nell'Azienda Cup 2000. Non c'è nessun elemento legato al budget e al bilancio di Cup 2000 che motivi o necessiti un taglio del personale. E' bene dirlo, per non evocare allarmi che non trovano corrispondenza nei bilanci peraltro pubblici dell'azienda.
Ciò che da qualche mese i soci pubblici stanno portando avanti è una riflessione sul futuro di Cup 2000, una società importante del nostro territorio che ha svolto negli anni un fondamentale ruolo nell'informatizzazione sanitaria e ancor più nei processi di accesso dei cittadini ai servizi sanitari della nostra città e della nostra regione. E come tutte le società, però, chiede di aggiornare la propria mission aziendale, la propria vocazione e i propri compiti intorno alla trasformazione degli ambiti di cui si occupa. E l'ambito della sanità e della sanità elettronica non fa eccezione e quindi anch'esso chiede di maturare nuove strategie, nuove valutazioni intorno alla propria vocazione imprenditoriale. Per questo è stata avviata una riflessione dai soci pubblici che scontano, faccio fatica ad ammetterlo con serenità, un qualche ritardo rispetto ai tempi che avevamo annunciato, peraltro avevo annunciato io personalmente in sede di commissione consiliare comunale, a nome di tutti i soci pubblici, un ritardo determinato dalla volontà di mettere insieme tutti gli elementi e infine una complessiva coerenza delle posizioni dei diversi soci intorno a una riflessione non banale su un'impresa importante.
Una riflessione che, penso di poter dire con sufficiente grado di certezza, porterà i soci pubblici agli inizi di settembre a poter formulare una proposta di strategia futura dell'azienda che però, già oggi posso anticiparlo, non potrà prescindere da tre elementi fondamentali:
il primo, la tutela base occupazionale, il secondo è quello di non disperdere questo patrimonio di conoscenze, competenze e professionalità che Cup rappresenta in questa città e costruire una prospettiva che guardi a un medio e lungo periodo.
Per questo, si sono sviluppati dei ragionamenti che troveranno spazio in questa riflessione che credo non sia bene anticipare per pezzi, ma che debba essere riportata nella sua sede.
Rispetto al tema della cosiddetta reinternalizzazione dei servizi di front office degli sportelli Cup, ciò che è bene ricordare è che già una Delibera regionale del 2007 e conseguentemente nel Piano poliennale di programmazione delle attività societarie di Cup 2007 - 2010, poi ulteriormente rinnovato e approvato dall'assemblea dei soci veniva già previsto, quindi nel 2007, lo spostamento delle attività prenotative di sportello da Cup 2000 alle stesse aziende sanitarie ospedaliere di Bologna. Cioè la valutazione era che nell'evoluzione della mission aziendale la parte relativa alla prenotazione, all'accesso, poteva, rispetto ad altre attività caratterizzanti di Cup, passare alle aziende sanitarie, anche in coerenza con un processo, che lei consigliera conosce molto bene, teso a sviluppare i percorsi diagnostico terapeutici facendo sì che sia sempre più lo specialista che fa la prima visita a determinare e a prenotare i successivi passaggi, prendendo in carico fin dall'inizio il paziente. Come abbiamo detto più volte, oltre trenta sono i percorsi attivati.
In questo senso, sembrava più coerente già allora spostare dentro le aziende questo servizio. E' evidente che per farlo bisogna trovare una formulazione, una possibilità che non può che passare per percorsi ad evidenza pubblica, che garantisca quella tutela occupazionale che richiamavo prima.
Certamente, c'è un secondo elemento che spinge a percorrere questa strada verso la reinternalizzazione in azienda di questi operatori, è che nel passaggio fra Cup e azienda viene meno il costo Iva che come sapete il Cup paga e le aziende sanitarie invece non pagano, quindi producendo anche un elemento di risparmio.
C'è un'attenzione a sviluppare un ragionamento, un coinvolgimento dei sindacati fin dall'inizio del percorso e un primo appuntamento il 23 luglio in cui ripartirà il confronto fra di noi.
Perché se l'azienda è sana si pensa a come ridefinire la mission aziendale? Perché tutte le strutture, anche quelle sane, in questa fase ancor di più devono guardare a sé stesse con attenzione aggiornata alla loro sostenibilità economica, come ad esempio sta facendo il Servizio sanitario regionale, che è pur uno dei sistemi sanitari più avanzati d'Italia e uno dei migliori in Europa, per aggiornare la sua sostenibilità economica. Ugualmente il Cup sta facendo questa riflessione che arriverà a sua conclusione e comunicazione ai primi di settembre".
La domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli:
"La stampa dà notizia del prossimo sciopero dei dipendenti del Cup 2000, previsto per giovedì 18 luglio; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta: come possano essere assunte le dichiarazioni del direttore Moruzzi alla stampa che l'azienda è sana e occorre spostare 100 persone all'ASL; quali siano le risposte che le i soci pubblici dovrebbero dare a Cup 2000; il motivo per cui si sia decisa la riduzione del personale; quale ruolo abbiano i sindacati che, dalla stampa, pare non siano stati informati dei piani della azienda pubblica; quali siano i motivi del ridimensionamento del personale paventato visto che l'azienda è sana".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo:
"Provo a mettere in fila un po' di cose perché, consigliera Cocconcelli, rispetto ad altre occasioni del nostro appuntamento settimanale, stavolta l'ho trovata meno preparata del solito. Alcune cose meritano qualche precisazione e puntualizzazione.
La prima è che non ci sono esuberi nell'Azienda Cup 2000. Non c'è nessun elemento legato al budget e al bilancio di Cup 2000 che motivi o necessiti un taglio del personale. E' bene dirlo, per non evocare allarmi che non trovano corrispondenza nei bilanci peraltro pubblici dell'azienda.
Ciò che da qualche mese i soci pubblici stanno portando avanti è una riflessione sul futuro di Cup 2000, una società importante del nostro territorio che ha svolto negli anni un fondamentale ruolo nell'informatizzazione sanitaria e ancor più nei processi di accesso dei cittadini ai servizi sanitari della nostra città e della nostra regione. E come tutte le società, però, chiede di aggiornare la propria mission aziendale, la propria vocazione e i propri compiti intorno alla trasformazione degli ambiti di cui si occupa. E l'ambito della sanità e della sanità elettronica non fa eccezione e quindi anch'esso chiede di maturare nuove strategie, nuove valutazioni intorno alla propria vocazione imprenditoriale. Per questo è stata avviata una riflessione dai soci pubblici che scontano, faccio fatica ad ammetterlo con serenità, un qualche ritardo rispetto ai tempi che avevamo annunciato, peraltro avevo annunciato io personalmente in sede di commissione consiliare comunale, a nome di tutti i soci pubblici, un ritardo determinato dalla volontà di mettere insieme tutti gli elementi e infine una complessiva coerenza delle posizioni dei diversi soci intorno a una riflessione non banale su un'impresa importante.
Una riflessione che, penso di poter dire con sufficiente grado di certezza, porterà i soci pubblici agli inizi di settembre a poter formulare una proposta di strategia futura dell'azienda che però, già oggi posso anticiparlo, non potrà prescindere da tre elementi fondamentali:
il primo, la tutela base occupazionale, il secondo è quello di non disperdere questo patrimonio di conoscenze, competenze e professionalità che Cup rappresenta in questa città e costruire una prospettiva che guardi a un medio e lungo periodo.
Per questo, si sono sviluppati dei ragionamenti che troveranno spazio in questa riflessione che credo non sia bene anticipare per pezzi, ma che debba essere riportata nella sua sede.
Rispetto al tema della cosiddetta reinternalizzazione dei servizi di front office degli sportelli Cup, ciò che è bene ricordare è che già una Delibera regionale del 2007 e conseguentemente nel Piano poliennale di programmazione delle attività societarie di Cup 2007 - 2010, poi ulteriormente rinnovato e approvato dall'assemblea dei soci veniva già previsto, quindi nel 2007, lo spostamento delle attività prenotative di sportello da Cup 2000 alle stesse aziende sanitarie ospedaliere di Bologna. Cioè la valutazione era che nell'evoluzione della mission aziendale la parte relativa alla prenotazione, all'accesso, poteva, rispetto ad altre attività caratterizzanti di Cup, passare alle aziende sanitarie, anche in coerenza con un processo, che lei consigliera conosce molto bene, teso a sviluppare i percorsi diagnostico terapeutici facendo sì che sia sempre più lo specialista che fa la prima visita a determinare e a prenotare i successivi passaggi, prendendo in carico fin dall'inizio il paziente. Come abbiamo detto più volte, oltre trenta sono i percorsi attivati.
In questo senso, sembrava più coerente già allora spostare dentro le aziende questo servizio. E' evidente che per farlo bisogna trovare una formulazione, una possibilità che non può che passare per percorsi ad evidenza pubblica, che garantisca quella tutela occupazionale che richiamavo prima.
Certamente, c'è un secondo elemento che spinge a percorrere questa strada verso la reinternalizzazione in azienda di questi operatori, è che nel passaggio fra Cup e azienda viene meno il costo Iva che come sapete il Cup paga e le aziende sanitarie invece non pagano, quindi producendo anche un elemento di risparmio.
C'è un'attenzione a sviluppare un ragionamento, un coinvolgimento dei sindacati fin dall'inizio del percorso e un primo appuntamento il 23 luglio in cui ripartirà il confronto fra di noi.
Perché se l'azienda è sana si pensa a come ridefinire la mission aziendale? Perché tutte le strutture, anche quelle sane, in questa fase ancor di più devono guardare a sé stesse con attenzione aggiornata alla loro sostenibilità economica, come ad esempio sta facendo il Servizio sanitario regionale, che è pur uno dei sistemi sanitari più avanzati d'Italia e uno dei migliori in Europa, per aggiornare la sua sostenibilità economica. Ugualmente il Cup sta facendo questa riflessione che arriverà a sua conclusione e comunicazione ai primi di settembre".
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Piazza Maggiore, 6