QUESTION TIME, CHIARIMENTI IN MERITO AL CONTRATTO SERIBO
L'assessore alla Scuola Marilena Pillati ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda del consigliere comunale Marco Piazza (M5S) in merito al contratto Seribo.
La domanda del consigliere comunale Marco Piazza (M5S)
"In merito all'...
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L'assessore alla Scuola Marilena Pillati ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda del consigliere comunale Marco Piazza (M5S) in merito al contratto Seribo.
La domanda del consigliere comunale Marco Piazza (M5S)
"In merito all'articolo di stampa Repubblica Bologna 16/02/15 relativo al contratto in essere con Seribo pone la seguente domanda d’attualità per conoscere dal Sindaco e dalla Giunta le valutazioni politiche alla luce delle dichiarazioni dell'Assessore Pillati riportata dalla stampa del 16 febbraio u.s. che si riportano per comodità: "... come il contratto di servizio delle mense scolastiche in vigore, nel disciplinare i rapporti contrattuali tra Comune e società, preveda anche i casi di rischio di interruzione totale o parziale del servizio per scioperi o per cause di forza maggiore. Anche in questi casi, permanendo l'obbligo generale di somministrare i pasti nelle scuole, la Società deve comunque fornirli, nei limiti del possibile, attraverso un servizio alternativo". Di conseguenza, per conoscere inoltre sempre dal Sindaco e dalla Giunta le motivazione per cui nella giornata di venerdì 6 febbraio non è stata applicata la prescrizione contenuto all'art 14 del Contratto tra Comune di Bologna e SERIBO che all'art 14 cita: "A. 14 – Scioperi o interruzioni del servizio per forza maggiore. In caso di sciopero dei propri dipendenti o di eventi che possano interrompere o influire in modo sostanziale sul normale espletamento del servizio, la Società sarà tenuta a darne comunicazione scritta al Settore Acquisti, al Settore Istruzione ed al Settore Entrate, in via preventiva e tempestiva. Dovrà essere assicurato, nei limiti del possibile, un servizio alternativo alla somministrazione dei pasti".
Per conoscere altresì dal Sindaco e dalla Giunta se non ritenga in questi lunghissimi anni di gestione Seribo, di avere abdicato al ruolo di controllo che spetta al Comune di Bologna non solo come socio di maggioranza all'interno della società ma soprattutto come organo di controllo e di garanzia nell'erogazione di un servizio così importante e delicato per i "piccoli" utenti delle scuole cittadine".
"Gentile consigliere,
il contratto di servizio con Seribo, nella parte che lei cita e che io stessa ho richiamato nella recente dichiarazione riportata dalla stampa, prevede che la società debba, nei limiti del possibile, anche nei casi di forza maggiore o di scioperi, assicurare un servizio alternativo. E non è previsto che ciò avvenga a seguito di una richiesta formale da parte del Comune. È un obbligo della società assicurare un servizio alternativo, ma - è questo il punto - nel limite del possibile.
In occasione di scioperi passati, ad esempio, solo in alcuni casi è stato possibile fornire un pasto semplificato. In particolare ciò si è verificato quando lo sciopero ha riguardato solo una categoria del personale che lavora in Seribo e pertanto è stato possibile fare affidamento con certezza sulla presenza di una parte di personale.
Vorrei ricordare che costituisce un obbligo contrattuale per Seribo avere sempre scorte sufficienti di prodotti non facilmente deperibili utili per produrre un pasto di emergenza.
Nei casi in cui lo sciopero ha visto coinvolto l'intero settore della ristorazione e quindi tutto il personale di Seribo, non è stato possibile né produrre nei centri un pasto semplificato né ricorrere a un servizio alternativo (es. panini prodotti esternamente).
Questo è quanto è accaduto da sempre nella refezione scolastica bolognese ed è quello che accade relativamente a questo servizio nelle altre città. Del resto, è forse necessario ricordare, che la refezione scolastica, pur essendo un servizio pubblico, non rientra nei servizi riconosciuti dalla normativa come servizi essenziali per i quali deve essere garantito un servizio minimo anche in caso di sciopero.
Non vi è dubbio, tuttavia, che nel caso di sciopero si è sempre potuto informare con anticipo le famiglie.
Ritornando ai fatti del 6 febbraio, voglio ribadire ciò che ho dichiarato. A fronte di un obbligo contrattuale di Seribo di fornire il pasto, così come previsto dall’articolo da lei citato la società ha comunicato solo poco prima delle 8 del mattino, a servizi già aperti, agli uffici comunali l'impossibilità di garantire a tutte le scuole un pasto, anche solo un pasto di emergenza (si tratta ora, ex post, di capire se sono stati esperiti tutti i tentativi di fornire il servizio “nei limiti del possibile”).
Nessuno, quindi, ha sottovalutato gli effetti della situazione, la cui gravità era ed è evidente a tutti, ma non potendo che prendere atto dell'impossibilità, dichiarata dal gestore, di fornire anche solo il menù di emergenza a tutte le scuole, il Comune ha ritenuto prioritario darne informazione alle scuole e attraverso di esse alle famiglie, per limitarne gli inevitabili disagi.
Una cosa è certa: il Comune non ha evidentemente ordinato ai genitori alcunché.
Su questa vicenda, voglio ricordare, ci sono indagini in corso e ho piena fiducia nel lavoro della Procura.
Nel frattempo anche l'AC sta completando gli approfondimenti di sua competenza per valutare se la Società abbia effettivamente fatto tutto il possibile per adempiere agli obblighi contrattuali sopra richiamati.
Da ultimo vorrei ribadire ciò che ho detto in varie sedi, per ultima la commissione che si è tenuta nella giornata di ieri.
Da un lato ritengo che il Comune di Bologna abbia sempre avuto negli anni la necessaria attenzione al rispetto da parte di Seribo di tutti gli obblighi contrattuali. Un compito che gli spetta in quanto committente del servizio di refezione scolastica.
Per quanto attiene invece al funzionamento degli organi societari, in particolare al CdA, cui spetta in base alle norme del codice civile l'amministrazione dell'azienda, ricordo che, in base allo Statuto e all'accordo parasociale, viene attribuito al componente designato dal socio privato l'incarico di amministratore delegato, con compiti e responsabilità tali da attribuirgli la gestione operativa dell'azienda. Ed è, quindi, lo stesso che risponde delle scelte gestionali".
La domanda del consigliere comunale Marco Piazza (M5S)
"In merito all'articolo di stampa Repubblica Bologna 16/02/15 relativo al contratto in essere con Seribo pone la seguente domanda d’attualità per conoscere dal Sindaco e dalla Giunta le valutazioni politiche alla luce delle dichiarazioni dell'Assessore Pillati riportata dalla stampa del 16 febbraio u.s. che si riportano per comodità: "... come il contratto di servizio delle mense scolastiche in vigore, nel disciplinare i rapporti contrattuali tra Comune e società, preveda anche i casi di rischio di interruzione totale o parziale del servizio per scioperi o per cause di forza maggiore. Anche in questi casi, permanendo l'obbligo generale di somministrare i pasti nelle scuole, la Società deve comunque fornirli, nei limiti del possibile, attraverso un servizio alternativo". Di conseguenza, per conoscere inoltre sempre dal Sindaco e dalla Giunta le motivazione per cui nella giornata di venerdì 6 febbraio non è stata applicata la prescrizione contenuto all'art 14 del Contratto tra Comune di Bologna e SERIBO che all'art 14 cita: "A. 14 – Scioperi o interruzioni del servizio per forza maggiore. In caso di sciopero dei propri dipendenti o di eventi che possano interrompere o influire in modo sostanziale sul normale espletamento del servizio, la Società sarà tenuta a darne comunicazione scritta al Settore Acquisti, al Settore Istruzione ed al Settore Entrate, in via preventiva e tempestiva. Dovrà essere assicurato, nei limiti del possibile, un servizio alternativo alla somministrazione dei pasti".
Per conoscere altresì dal Sindaco e dalla Giunta se non ritenga in questi lunghissimi anni di gestione Seribo, di avere abdicato al ruolo di controllo che spetta al Comune di Bologna non solo come socio di maggioranza all'interno della società ma soprattutto come organo di controllo e di garanzia nell'erogazione di un servizio così importante e delicato per i "piccoli" utenti delle scuole cittadine".
"Gentile consigliere,
il contratto di servizio con Seribo, nella parte che lei cita e che io stessa ho richiamato nella recente dichiarazione riportata dalla stampa, prevede che la società debba, nei limiti del possibile, anche nei casi di forza maggiore o di scioperi, assicurare un servizio alternativo. E non è previsto che ciò avvenga a seguito di una richiesta formale da parte del Comune. È un obbligo della società assicurare un servizio alternativo, ma - è questo il punto - nel limite del possibile.
In occasione di scioperi passati, ad esempio, solo in alcuni casi è stato possibile fornire un pasto semplificato. In particolare ciò si è verificato quando lo sciopero ha riguardato solo una categoria del personale che lavora in Seribo e pertanto è stato possibile fare affidamento con certezza sulla presenza di una parte di personale.
Vorrei ricordare che costituisce un obbligo contrattuale per Seribo avere sempre scorte sufficienti di prodotti non facilmente deperibili utili per produrre un pasto di emergenza.
Nei casi in cui lo sciopero ha visto coinvolto l'intero settore della ristorazione e quindi tutto il personale di Seribo, non è stato possibile né produrre nei centri un pasto semplificato né ricorrere a un servizio alternativo (es. panini prodotti esternamente).
Questo è quanto è accaduto da sempre nella refezione scolastica bolognese ed è quello che accade relativamente a questo servizio nelle altre città. Del resto, è forse necessario ricordare, che la refezione scolastica, pur essendo un servizio pubblico, non rientra nei servizi riconosciuti dalla normativa come servizi essenziali per i quali deve essere garantito un servizio minimo anche in caso di sciopero.
Non vi è dubbio, tuttavia, che nel caso di sciopero si è sempre potuto informare con anticipo le famiglie.
Ritornando ai fatti del 6 febbraio, voglio ribadire ciò che ho dichiarato. A fronte di un obbligo contrattuale di Seribo di fornire il pasto, così come previsto dall’articolo da lei citato la società ha comunicato solo poco prima delle 8 del mattino, a servizi già aperti, agli uffici comunali l'impossibilità di garantire a tutte le scuole un pasto, anche solo un pasto di emergenza (si tratta ora, ex post, di capire se sono stati esperiti tutti i tentativi di fornire il servizio “nei limiti del possibile”).
Nessuno, quindi, ha sottovalutato gli effetti della situazione, la cui gravità era ed è evidente a tutti, ma non potendo che prendere atto dell'impossibilità, dichiarata dal gestore, di fornire anche solo il menù di emergenza a tutte le scuole, il Comune ha ritenuto prioritario darne informazione alle scuole e attraverso di esse alle famiglie, per limitarne gli inevitabili disagi.
Una cosa è certa: il Comune non ha evidentemente ordinato ai genitori alcunché.
Su questa vicenda, voglio ricordare, ci sono indagini in corso e ho piena fiducia nel lavoro della Procura.
Nel frattempo anche l'AC sta completando gli approfondimenti di sua competenza per valutare se la Società abbia effettivamente fatto tutto il possibile per adempiere agli obblighi contrattuali sopra richiamati.
Da ultimo vorrei ribadire ciò che ho detto in varie sedi, per ultima la commissione che si è tenuta nella giornata di ieri.
Da un lato ritengo che il Comune di Bologna abbia sempre avuto negli anni la necessaria attenzione al rispetto da parte di Seribo di tutti gli obblighi contrattuali. Un compito che gli spetta in quanto committente del servizio di refezione scolastica.
Per quanto attiene invece al funzionamento degli organi societari, in particolare al CdA, cui spetta in base alle norme del codice civile l'amministrazione dell'azienda, ricordo che, in base allo Statuto e all'accordo parasociale, viene attribuito al componente designato dal socio privato l'incarico di amministratore delegato, con compiti e responsabilità tali da attribuirgli la gestione operativa dell'azienda. Ed è, quindi, lo stesso che risponde delle scelte gestionali".
A cura di
Piazza Maggiore, 6