QUESTION TIME, CHIARIEMNTI SULLA PROGETTAZIONE DEL VERDE PUBLICO
L'assessore all'Ambiente, Patrizia Gabellini, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni (LegaN) sulla progettazione del verde pubblico.
Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Visto l'articolo di stampa - I...
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L'assessore all'Ambiente, Patrizia Gabellini, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni (LegaN) sulla progettazione del verde pubblico.
Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Visto l'articolo di stampa - Il Resto del Carlino Bologna, 27 aprile, p. 17 - relativo alla progettazione del verde pubblico, si chiede al Sindaco ed in particolare all'assessore Gabellini:
se condivide quanto riportato nell'articolo allegato ed in caso di risposta affermativa se ritiene che il verde pubblico a Bologna debba tornare ad essere progettato in tutta la sua globalità;
se, qualora non ritenesse valide le critiche avanzate sempre nell'articolo, ritiene che il verde pubblico a Bologna sia gestito nel migliore dei modi e pertanto nulla di più può essere fatto sulla città;
riprendendo una sua intervista sull'assenza della cultura dei fiori in città, si chiede quali siano gli intendimenti della Giunta per incentivare la cultura dei fiori in città".
La risposta dell'assessore Gabellini
"Grazie. Sulla questione relativa alla opportunità di riprogettazione di tutto il verde a Bologna, lei fa riferimento alla lettera del dott.Vaccari che le ricordo essere stato dirigente del Settore Verde del Comune di Bologna proprio nel periodo in cui si decise l'esternalizzazione del servizio stesso. Che cosa possa voler dire una riprogettazione in tutta la sua globalità mi sembra difficile da intendere. Io cercherò quindi di rispondere alle sue domande facendo alcuni riferimenti, in particolare al fatto che la gestione del Verde risente delle condizioni generali nelle quali ci si trova ad intervenire e per questo deve essere una gestione capace di adattarsi alle situazioni che oggi sono molto diverse dal passato anche per gli stili di vita; infatti ci siamo trovati più volte, nelle diverse sedi, a considerare come sia cambiato il modo di utilizzare gli spazi verdi nel corso degli anni, talvolta in modo comunque molto più intenso del passato e in maniere che non sempre sono convincenti. Poi c'è la grossa questione delle risorse. Occorre dire infatti che con le risorse che abbiamo e con i tagli che continuamente si impongono per diverse ragioni e che non vale la pena di richiamare qui, obiettivamente ci troviamo a dover agire in maniera selettiva e per priorità. Ciò non di meno affinché non si pensi che questo abbia significato lasciar perdere l'arricchimento del patrimonio del verde, ricordo che ci sono stati negli ultimi anni importanti nuove immissioni nel sistema, quali il Parco di San Donnino, il Parco di via Larga. il completamento di Villa Contri ossia il Parco Nicholas Green. Quindi, nonostante le situazioni che vanno cambiando, la politica di acquisizione e di arricchimento di sistema del Verde e di progettazione secondo criteri che mi sento di definire internazionali, perché la progettazione del Verde a Bologna riflette gli orientamenti già ampiamente praticati in altri Pesi Europei, si è continuato ad arricchire il patrimonio e a progettarlo con una cura non piccola.
Allora, se si presuppone la necessità di una riqualificazione diffusa di tutte le 400 aree fruibili, è chiaro che questo oggi non è possibile e che si è costretti a limitarsi, sulla base di monitoraggi di ordine sia tecnico che sociale, a pianificare degli interventi sulla base della necessità di riqualificazione parziale o totale di singole aree, ricorrendo anche ad aiuti economici esterni come per esempio quelli delle fondazioni bancarie che sul Verde hanno effettivamente contribuito a rendere possibili le azioni degli ultimi anni. Però, sempre per mitigare l'idea che il tutto sia in qualche modo gestito senza prospettive, mi sento anche di aggiungere che quel sistema di Verde che si è costituito nei decenni ha una sua precisa conformazione e quello che oggi noi ci possiamo consentire di fare e che stiamo facendo è di intervenire ricucendolo allo scopo di metterlo a sistema per favorire nuove forme di fruizione, corridoi verdi, percorsi pedonali e ciclabili che consentano appunto di vivere gli spazi non come autoconclusi, ma come parte di sistemi più ampi.
Per quanto riguarda al gestione ordinaria del Verde pubblico, l'attuale appalto di servizi e quello nuovo che si attiverà a breve consentono di garantire un livello di decoro che noi abbiamo sempre detto essere di base e un livello di sicurezza che a confronto con altri Comuni italiani, a parità di risorse, sono di un livello certamente importante. Tra l'altro abbiamo alcuni elementi di eccellenza che non vanno dimenticati che sono legati, per esempio, alla conoscenza del patrimonio; infatti il fatto che si possano riconoscere uno per uno, grazie alla targhetta informativa, gli alberi di Bologna, mi sembra una presenza di attenzione e di peculiarità di gestione tutt'altro che irrilevante. Questo ci consente tra l'altro d fare continui monitoraggi e anche di decidere con tranquillità quali sono le situazioni che prioritariamente vanno riqualificate. Cioè possiamo permetterci questa politica proprio perché conosciamo il patrimonio. Per cui mi sembra che con questo quadro di risorse e con la pressione a cui sono sottoposti gli spazi verdi oggi sia difficile fare meglio di quanto già stiamo facendo.
Per quanto riguarda la mancanza di cultura rispetto ai fiori di Bologna io terrei a precisare che quell'intervista è stata un "po' speciale", nel senso che lo stesso giornalista quando mi ha cercata mi ha detto "le porrò una domanda strana" nel senso che dei fiori, presi come un tema, non se ne era mai trattato prima e io mi sono limitata a fare delle constatazioni e non a delineare una politica, cercando di spiegare, anche a me stessa che per la prima volta mi confrontavo con una domanda di quel genere, che effettivamente la cultura dei fiori a Bologna, probabilmente non è così diffusa a causa del tipo di architettura di molte parti del centro storico, l'austerità delle linee medievali e rinascimentali e la presenza di verde soprattutto in giardini privati. Ciò non di meno anche per questo sono stati presi contatti con Ascom che si è detto disponibile a fare insieme all'Amministrazione una proposta di arredo floreale e si vedrà se questo potrà essere attivato già dal prossimo autunno. Quindi qualcosa si muove e in ogni caso non è certo mia intenzione impedire il diffondersi di questa cultura che mi pare possa essere di arricchimento per questa città."
Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Visto l'articolo di stampa - Il Resto del Carlino Bologna, 27 aprile, p. 17 - relativo alla progettazione del verde pubblico, si chiede al Sindaco ed in particolare all'assessore Gabellini:
se condivide quanto riportato nell'articolo allegato ed in caso di risposta affermativa se ritiene che il verde pubblico a Bologna debba tornare ad essere progettato in tutta la sua globalità;
se, qualora non ritenesse valide le critiche avanzate sempre nell'articolo, ritiene che il verde pubblico a Bologna sia gestito nel migliore dei modi e pertanto nulla di più può essere fatto sulla città;
riprendendo una sua intervista sull'assenza della cultura dei fiori in città, si chiede quali siano gli intendimenti della Giunta per incentivare la cultura dei fiori in città".
La risposta dell'assessore Gabellini
"Grazie. Sulla questione relativa alla opportunità di riprogettazione di tutto il verde a Bologna, lei fa riferimento alla lettera del dott.Vaccari che le ricordo essere stato dirigente del Settore Verde del Comune di Bologna proprio nel periodo in cui si decise l'esternalizzazione del servizio stesso. Che cosa possa voler dire una riprogettazione in tutta la sua globalità mi sembra difficile da intendere. Io cercherò quindi di rispondere alle sue domande facendo alcuni riferimenti, in particolare al fatto che la gestione del Verde risente delle condizioni generali nelle quali ci si trova ad intervenire e per questo deve essere una gestione capace di adattarsi alle situazioni che oggi sono molto diverse dal passato anche per gli stili di vita; infatti ci siamo trovati più volte, nelle diverse sedi, a considerare come sia cambiato il modo di utilizzare gli spazi verdi nel corso degli anni, talvolta in modo comunque molto più intenso del passato e in maniere che non sempre sono convincenti. Poi c'è la grossa questione delle risorse. Occorre dire infatti che con le risorse che abbiamo e con i tagli che continuamente si impongono per diverse ragioni e che non vale la pena di richiamare qui, obiettivamente ci troviamo a dover agire in maniera selettiva e per priorità. Ciò non di meno affinché non si pensi che questo abbia significato lasciar perdere l'arricchimento del patrimonio del verde, ricordo che ci sono stati negli ultimi anni importanti nuove immissioni nel sistema, quali il Parco di San Donnino, il Parco di via Larga. il completamento di Villa Contri ossia il Parco Nicholas Green. Quindi, nonostante le situazioni che vanno cambiando, la politica di acquisizione e di arricchimento di sistema del Verde e di progettazione secondo criteri che mi sento di definire internazionali, perché la progettazione del Verde a Bologna riflette gli orientamenti già ampiamente praticati in altri Pesi Europei, si è continuato ad arricchire il patrimonio e a progettarlo con una cura non piccola.
Allora, se si presuppone la necessità di una riqualificazione diffusa di tutte le 400 aree fruibili, è chiaro che questo oggi non è possibile e che si è costretti a limitarsi, sulla base di monitoraggi di ordine sia tecnico che sociale, a pianificare degli interventi sulla base della necessità di riqualificazione parziale o totale di singole aree, ricorrendo anche ad aiuti economici esterni come per esempio quelli delle fondazioni bancarie che sul Verde hanno effettivamente contribuito a rendere possibili le azioni degli ultimi anni. Però, sempre per mitigare l'idea che il tutto sia in qualche modo gestito senza prospettive, mi sento anche di aggiungere che quel sistema di Verde che si è costituito nei decenni ha una sua precisa conformazione e quello che oggi noi ci possiamo consentire di fare e che stiamo facendo è di intervenire ricucendolo allo scopo di metterlo a sistema per favorire nuove forme di fruizione, corridoi verdi, percorsi pedonali e ciclabili che consentano appunto di vivere gli spazi non come autoconclusi, ma come parte di sistemi più ampi.
Per quanto riguarda al gestione ordinaria del Verde pubblico, l'attuale appalto di servizi e quello nuovo che si attiverà a breve consentono di garantire un livello di decoro che noi abbiamo sempre detto essere di base e un livello di sicurezza che a confronto con altri Comuni italiani, a parità di risorse, sono di un livello certamente importante. Tra l'altro abbiamo alcuni elementi di eccellenza che non vanno dimenticati che sono legati, per esempio, alla conoscenza del patrimonio; infatti il fatto che si possano riconoscere uno per uno, grazie alla targhetta informativa, gli alberi di Bologna, mi sembra una presenza di attenzione e di peculiarità di gestione tutt'altro che irrilevante. Questo ci consente tra l'altro d fare continui monitoraggi e anche di decidere con tranquillità quali sono le situazioni che prioritariamente vanno riqualificate. Cioè possiamo permetterci questa politica proprio perché conosciamo il patrimonio. Per cui mi sembra che con questo quadro di risorse e con la pressione a cui sono sottoposti gli spazi verdi oggi sia difficile fare meglio di quanto già stiamo facendo.
Per quanto riguarda la mancanza di cultura rispetto ai fiori di Bologna io terrei a precisare che quell'intervista è stata un "po' speciale", nel senso che lo stesso giornalista quando mi ha cercata mi ha detto "le porrò una domanda strana" nel senso che dei fiori, presi come un tema, non se ne era mai trattato prima e io mi sono limitata a fare delle constatazioni e non a delineare una politica, cercando di spiegare, anche a me stessa che per la prima volta mi confrontavo con una domanda di quel genere, che effettivamente la cultura dei fiori a Bologna, probabilmente non è così diffusa a causa del tipo di architettura di molte parti del centro storico, l'austerità delle linee medievali e rinascimentali e la presenza di verde soprattutto in giardini privati. Ciò non di meno anche per questo sono stati presi contatti con Ascom che si è detto disponibile a fare insieme all'Amministrazione una proposta di arredo floreale e si vedrà se questo potrà essere attivato già dal prossimo autunno. Quindi qualcosa si muove e in ogni caso non è certo mia intenzione impedire il diffondersi di questa cultura che mi pare possa essere di arricchimento per questa città."
A cura di
Piazza Maggiore, 6