L’arte campanaria bolognese, il teatro dialettale, la crescentina fritta, il pane del Reno e la spianata di Tolè diventano De.Co.

Nuovi riconoscimenti per attestare la tipicità dei saperi e dei prodotti gastronomici locali della tradizione bolognese

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La Commissione comunale per le Denominazioni Comunali (De.Co.) ha approvato all’unanimità nuove iscrizioni al Registro De.Co. della Città di Bologna, riconoscendo e valorizzando alcune eccellenze del territorio nei settori dei saperi tradizionali e dei prodotti agroalimentari. 

“Le nuove approvazioni testimoniano l’impegno dell’Amministrazione nel promuovere le tradizioni locali, tutelare il patrimonio immateriale e sostenere le realtà associative e produttive che ne mantengono viva la memoria e la pratica”, commentano l'assessore Daniele Ara e il delegato alla cultura popolare Marco Piazza.

Tra i saperi tradizionali, ottiene la De.Co. l’arte campanaria bolognese, una pratica unica nel panorama nazionale, le cui origini risalgono alla seconda metà del Cinquecento sulla torre della Basilica di San Petronio. È caratterizzata dalle quattro tipiche tecniche di suonata bolognese – scampanio, suono a doppio a cappio, tirabasse e suono a trave – che ancora oggi risuonano nei campanili della città.

A quest’arte si uniscono come promotori l’Unione Campanari Bolognesi, fondata nel 1912, con sede nel campanile di San Petronio e oltre 130 tesserati attivi nel territorio bolognese; il Gruppo Campanari Padre Stanislao Mattei di Casalecchio di Reno, attivo dal 1934 e fondato da campanari legati alla storica fonderia Brighenti e l’Associazione Campane in Concerto di San Giovanni in Persiceto, che diffonde l’arte campanaria con una struttura mobile di cinque campane per eventi e manifestazioni. Nel 2022 è stato siglato un accordo tra la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e le associazioni campanarie dell’Emilia per la tutela e valorizzazione del patrimonio campanario storico, riconosciuto nel 2024 come Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.

Il teatro dialettale bolognese, nato nelle piazze e poi approdato nei teatri cittadini, continua a essere oggi una forma viva di identità e coesione sociale e ottiene la Denominazione Comunale assieme a diverse compagnie promotrici, che hanno collaborato alla definizione del disciplinare: Compagnia del Corso, Fuori Porta, Bruno Lanzarini, ECO APS, I amigh ed Granarol, I MULTIPLI Odv, Dopolavoro DLF Bologna, Compagnia Marco Masetti, Al Nostar Dialatt di Castenaso APS, Compagnia Arrigo Lucchini APS, Centro Sociale Anziani Sandro Pertini APS e La Ragnatela APS.

Tra i prodotti agroalimentari ottiene la De.Co. il pane del Reno che rappresenta un simbolo della panificazione bolognese. Nato da una ricerca storica e gastronomica, unisce farine locali a basso tenore di glutine, acqua del bacino del Reno e la tipica lavorazione a pasta dura, che conferisce una mollica compatta e una crosta croccante. È proposto in due versioni: una forma a cassetta, con fioritura in superficie, e una pagnotta ovale da 400–600 grammi, che ricorda la forma di un pallone da rugby. La nuova De.Co. è promossa dall’Associazione Panificatori di Bologna e Provincia, con 17 forni aderenti.

Riconosciuta De.Co. anche la crescentina fritta, la celebre specialità bolognese già citata da Pellegrino Artusi nel suo capolavoro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Croccante fuori e morbida dentro, realizzata con pochi ingredienti semplici – farina, acqua, latte, lievito e strutto – la crescentina è un simbolo della convivialità emiliana, capace di raccontare la genuinità e l’autenticità della tradizione locale.

Tra i prodotti che merito i nuovi riconoscimenti De.Co., figura anche la spianata di Tolè, pane morbido e profumato simbolo dell’Appennino bolognese. Le sue origini risalgono al Medioevo e, secondo la tradizione, fu offerta a Matilde di Canossa durante una sosta nel borgo di Tolè. A custodirne oggi la ricetta e la memoria è Le Squisite di Tolè, cui viene attribuito il titolo di promotore De.Co.

Aderiscono poi alla rete dei Promotori De.Co. già assegnate, l’Associazione Nettuno di Notte, ARCI San Lazzaro APS, MB Sound SRLSE bene venga maggio – APS di Monghidoro per la Filuzzi; l’Associazione Punto Antico APS, promotrice dell’arte del Merletto Aemilia Ars; la Tenuta Poggio Pollino per il Garganello di Imola; l’Azienda Agricola La Rovere Colli di Paderno produttrice del Carciofo violetto di San Luca e ancora l’Associazione Panificatori di Bologna e Provincia con i cinque forni associati che a San Giovanni in Persiceto producono l’Africanetto.

Le nuove De.Co. testimoniano la straordinaria ricchezza delle tradizioni bolognesi, dai saperi artigianali e culturali ai prodotti di Bologna Città metropolitana. È un riconoscimento a chi custodisce con passione e competenza la memoria viva di Bologna e dei suoi territori.

 

Ultimo aggiornamento: 12/11/2025

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