QUESTION TIME, CHIARIMENTI DONAZIONI EMATICHE DA PARTE DI CITTADINI VOLONTARI
L'assessore alla Sanità, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli (LegaN) sulle donazioni volontarie di sangue.
Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
"Vi è stata una riorganizzazione ...
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L'assessore alla Sanità, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli (LegaN) sulle donazioni volontarie di sangue.
Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
"Vi è stata una riorganizzazione nel sistema che regola le donazioni ematiche da parte di cittadini volontari. Le suddette donazioni risultano programmate preventivamente, ma gli appuntamenti vengono disattesi. Il Presidente Avis Bologna, Bresciani, denuncia proteste degli associati che attendono oltre 4 ore prima di poter eseguire le "preziose" donazioni. Questi gravi disservizi sarebbero imputabili all'assenza di 7 dipendenti ASL su 10 e le assenza si verificano soprattutto il venerdì ed il lunedì in concomitanza con il week end! Dato che da 54.000 donazioni nel 2013, nel 2014 se ne sono perse 4.100 unità sul territorio di Bologna e provincia di cui 2.400 solo nel centro di raccolta di v ia dell'Ospedale chiedo all'Assessore Rizzo Nervo:
se sia a conoscenza del problema;
se il disservizio riguarda il personale carente presso l'ASL;
se il sistema di prenotazione obbligatoria presenti delle carenze o pecche e sia da rivalutare;
se si stia valutando di concerto con la Medicina Trasfusionale altre soluzioni e quali esse siano al fine di garantire il normale svolgimento di un servizio che risulta essere fondamentale per l'approvvigionamento ematico cittadino".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Gentile consigliera,
la sua domanda mi permette di intervenire su un tema particolarmente sensibile, che giustamente sta preoccupando i volontari del sangue. La questione è alla mia attenzione e a quella della Conferenza territoriale socio-sanitaria dal febbraio 2014, quando ci è stato presentato il progetto complessivo per il servizio trasfusionale unico dell'area vasta Emilia centrale che comprende Bologna e Imola, le aziende di Bologna, Imola e Ferrara che si iscrive nel più ampio contesto di un rinnovamento che la regione Emilia Romagna sta attuando su tutto l'ambito della raccolta sangue attraverso la predisposizione di un piano regionale 2013/2015 che appunto ha dato avvio a un importante riordino sia del settore della raccolta sia di quello della lavorazione del sangue e dei suoi componenti , e ha introdotto l'idea che la programmazione della raccolta sangue non sia una questione da definire all'interno di ogni singola Azienda ma risponda ad un piano di carattere regionale, dove peraltro i diversi territori vivono anche di compensazione fra loro. C'è quindi un bilancio complessivo delle donazioni e quindi della disponibilità di sangue che va fatto sul contesto regionale e non solo su quelli aziendali.
Fra i trancianti principali di questo progetto oltre all'attenzione e alla garanzia di elevati livelli di sicurezza per il paziente, alla qualità complessiva di tutta la filiera trasfusionale, va anche citata la spinta ad una evoluzione culturale che attraverso il coinvolgimento della associazioni dei donatori promuova il valore aggiunto del ruolo attivo del donatore per garantire anche l'appropriatezza dei tempi, delle modalità, dei luoghi della donazione. Questo progetto comprende anche l'individuazione del Centro regionale del sangue con sede presso l'Azienda sanitaria di Bologna e una riorganizzazione del sistema della raccolta sangue. Devo dirle, con assoluta franchezza, che a un anno ormai dalla presentazione di questo progetto e dall'attuazione di molti aspetti di questa riorganizzazione, a oggi permangono elementi di problematicità e sono emersi nel corso di questo anno, con molta più forza, gli aspetti problematici che quelli delle opportunità legati a questo progetto di cui la validità scientifica non ho le competenze, non posso mettere in alcun modo in discussione, anzi sono certo che sia stata fatta con assoluta precisione, ma certo che i problemi che ha prodotto sono tanti e diffusi, problemi che sono stati durante questo anno anche affrontati.
Come le dicevo il passaggio da 27 punti di raccolta sangue a un numero inferiore non è di diretta derivazione dei tagli nazionali ma è dentro un quadro di lettura più complessiva regionale, e in cui altre Aziende hanno già da tempo iniziato un processo di razionalizzazione, ma anche questo percorso ha visto dei cambiamenti in corso d'opera, la proposta iniziale che era stata presentata alla Conferenza territoriale socio-sanitaria era un passaggio da 27 a 3 punti di raccolta. Abbiamo ritenuto come sindaci della Conferenza questa ipotesi come non sostenibile, perchè faceva venire meno la capillarità dei punti di raccolta e quindi anche quello straordinario, importante lavoro volontario legata alle associazioni del sangue, per cui qull'ipotesi è stata superata individuando 11 punti di raccolta sangue, che dovevano essere oggetto durante questo anno di un percorso di accreditamento. Questo percorso di accreditamento è avvenuto, degli 11 punti 7 sono risultati immediatamente accreditabili, 4 hanno presentato delle problematicità, in particolare quelli di Castiglione, San Pietro in Casale, Molinella e Medicina. In accordo con le Aziende abbiamo sottolineato che il risultato dei sette punti accreditati non fosse sufficiente e che quindi ci dovesse essere un impegno anche finanziario, anche di investimento delle diverse Aziende perchè questi punti potessero essere in un lasso di tempo medio-breve accreditati. Questo processo è avvenuto sia Medicina, sia Molinella, sia Castiglione saranno oggetto di lavori che acconsentiranno il loro accreditamento, rimane una problematicità rispetto al punto di raccolta sangue di San Pietro in Casale, ma diciamo rispetto a questa preoccupazione il dato di una capillarità di presenza dei punti di raccolta in tutti i distretti della nostra Azienda è una conquista raggiunta lungo questo percorso.
Rimane molto problematico per altri aspetti il percorso di riorganizzazione, siamo consapevoli di molte problematicità. I ritardi nella esecuzione dei prelievi di sangue, dice l'Azienda, non sono da imputare alla dotazione complessiva del personale infermieristico, che a tutt’oggi non presenta alcuna carenza, quanto piuttosto a picchi di assenze, imprevedibili e non programmabili. A fronte di ciò l’Azienda sta valutando con il Direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, dr. Claudio Velati, le soluzioni organizzative più idonee da adottare per garantire, dice l'Azienda, il rispetto puntuale degli appuntamenti. Alcune misure sono già state attivate e dovrebbero produrre i primi effetti positivi già a partire dalla prossima settimana. Non ci è dato sapere in questo momento quali siano queste novità organizzative, certo è che alcuni casi segnalati e che l'Azienda non ha potuto che confermare, cioè attese di 2-3 ore su appuntamenti programmati o le mancate uscite del punto mobile su Budrio, su Bazzano, disdettate la mattina stessa con 30-40 volontari già presenti sul posto. Questi problemi sono un fatto assolutamente intollerabile, che credo che offenda un po' anche la cultura del dono che invece va preservata, valorizzata, agevolata. Per questo non ci lomiteremo al monitoraggio di come andranno le cose ma insisteremo con molta forza , pretendendo soluzioni strutturali che superino queste difficoltà e consentano di esprimere lo potenzialità che questo riordino del piano del sangue regionale ha in seno di produrre. Quindi su questo la nostra attenzione si manterrà viva nelle prossime settimane, nei prossimi mesi".
Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
"Vi è stata una riorganizzazione nel sistema che regola le donazioni ematiche da parte di cittadini volontari. Le suddette donazioni risultano programmate preventivamente, ma gli appuntamenti vengono disattesi. Il Presidente Avis Bologna, Bresciani, denuncia proteste degli associati che attendono oltre 4 ore prima di poter eseguire le "preziose" donazioni. Questi gravi disservizi sarebbero imputabili all'assenza di 7 dipendenti ASL su 10 e le assenza si verificano soprattutto il venerdì ed il lunedì in concomitanza con il week end! Dato che da 54.000 donazioni nel 2013, nel 2014 se ne sono perse 4.100 unità sul territorio di Bologna e provincia di cui 2.400 solo nel centro di raccolta di v ia dell'Ospedale chiedo all'Assessore Rizzo Nervo:
se sia a conoscenza del problema;
se il disservizio riguarda il personale carente presso l'ASL;
se il sistema di prenotazione obbligatoria presenti delle carenze o pecche e sia da rivalutare;
se si stia valutando di concerto con la Medicina Trasfusionale altre soluzioni e quali esse siano al fine di garantire il normale svolgimento di un servizio che risulta essere fondamentale per l'approvvigionamento ematico cittadino".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Gentile consigliera,
la sua domanda mi permette di intervenire su un tema particolarmente sensibile, che giustamente sta preoccupando i volontari del sangue. La questione è alla mia attenzione e a quella della Conferenza territoriale socio-sanitaria dal febbraio 2014, quando ci è stato presentato il progetto complessivo per il servizio trasfusionale unico dell'area vasta Emilia centrale che comprende Bologna e Imola, le aziende di Bologna, Imola e Ferrara che si iscrive nel più ampio contesto di un rinnovamento che la regione Emilia Romagna sta attuando su tutto l'ambito della raccolta sangue attraverso la predisposizione di un piano regionale 2013/2015 che appunto ha dato avvio a un importante riordino sia del settore della raccolta sia di quello della lavorazione del sangue e dei suoi componenti , e ha introdotto l'idea che la programmazione della raccolta sangue non sia una questione da definire all'interno di ogni singola Azienda ma risponda ad un piano di carattere regionale, dove peraltro i diversi territori vivono anche di compensazione fra loro. C'è quindi un bilancio complessivo delle donazioni e quindi della disponibilità di sangue che va fatto sul contesto regionale e non solo su quelli aziendali.
Fra i trancianti principali di questo progetto oltre all'attenzione e alla garanzia di elevati livelli di sicurezza per il paziente, alla qualità complessiva di tutta la filiera trasfusionale, va anche citata la spinta ad una evoluzione culturale che attraverso il coinvolgimento della associazioni dei donatori promuova il valore aggiunto del ruolo attivo del donatore per garantire anche l'appropriatezza dei tempi, delle modalità, dei luoghi della donazione. Questo progetto comprende anche l'individuazione del Centro regionale del sangue con sede presso l'Azienda sanitaria di Bologna e una riorganizzazione del sistema della raccolta sangue. Devo dirle, con assoluta franchezza, che a un anno ormai dalla presentazione di questo progetto e dall'attuazione di molti aspetti di questa riorganizzazione, a oggi permangono elementi di problematicità e sono emersi nel corso di questo anno, con molta più forza, gli aspetti problematici che quelli delle opportunità legati a questo progetto di cui la validità scientifica non ho le competenze, non posso mettere in alcun modo in discussione, anzi sono certo che sia stata fatta con assoluta precisione, ma certo che i problemi che ha prodotto sono tanti e diffusi, problemi che sono stati durante questo anno anche affrontati.
Come le dicevo il passaggio da 27 punti di raccolta sangue a un numero inferiore non è di diretta derivazione dei tagli nazionali ma è dentro un quadro di lettura più complessiva regionale, e in cui altre Aziende hanno già da tempo iniziato un processo di razionalizzazione, ma anche questo percorso ha visto dei cambiamenti in corso d'opera, la proposta iniziale che era stata presentata alla Conferenza territoriale socio-sanitaria era un passaggio da 27 a 3 punti di raccolta. Abbiamo ritenuto come sindaci della Conferenza questa ipotesi come non sostenibile, perchè faceva venire meno la capillarità dei punti di raccolta e quindi anche quello straordinario, importante lavoro volontario legata alle associazioni del sangue, per cui qull'ipotesi è stata superata individuando 11 punti di raccolta sangue, che dovevano essere oggetto durante questo anno di un percorso di accreditamento. Questo percorso di accreditamento è avvenuto, degli 11 punti 7 sono risultati immediatamente accreditabili, 4 hanno presentato delle problematicità, in particolare quelli di Castiglione, San Pietro in Casale, Molinella e Medicina. In accordo con le Aziende abbiamo sottolineato che il risultato dei sette punti accreditati non fosse sufficiente e che quindi ci dovesse essere un impegno anche finanziario, anche di investimento delle diverse Aziende perchè questi punti potessero essere in un lasso di tempo medio-breve accreditati. Questo processo è avvenuto sia Medicina, sia Molinella, sia Castiglione saranno oggetto di lavori che acconsentiranno il loro accreditamento, rimane una problematicità rispetto al punto di raccolta sangue di San Pietro in Casale, ma diciamo rispetto a questa preoccupazione il dato di una capillarità di presenza dei punti di raccolta in tutti i distretti della nostra Azienda è una conquista raggiunta lungo questo percorso.
Rimane molto problematico per altri aspetti il percorso di riorganizzazione, siamo consapevoli di molte problematicità. I ritardi nella esecuzione dei prelievi di sangue, dice l'Azienda, non sono da imputare alla dotazione complessiva del personale infermieristico, che a tutt’oggi non presenta alcuna carenza, quanto piuttosto a picchi di assenze, imprevedibili e non programmabili. A fronte di ciò l’Azienda sta valutando con il Direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, dr. Claudio Velati, le soluzioni organizzative più idonee da adottare per garantire, dice l'Azienda, il rispetto puntuale degli appuntamenti. Alcune misure sono già state attivate e dovrebbero produrre i primi effetti positivi già a partire dalla prossima settimana. Non ci è dato sapere in questo momento quali siano queste novità organizzative, certo è che alcuni casi segnalati e che l'Azienda non ha potuto che confermare, cioè attese di 2-3 ore su appuntamenti programmati o le mancate uscite del punto mobile su Budrio, su Bazzano, disdettate la mattina stessa con 30-40 volontari già presenti sul posto. Questi problemi sono un fatto assolutamente intollerabile, che credo che offenda un po' anche la cultura del dono che invece va preservata, valorizzata, agevolata. Per questo non ci lomiteremo al monitoraggio di come andranno le cose ma insisteremo con molta forza , pretendendo soluzioni strutturali che superino queste difficoltà e consentano di esprimere lo potenzialità che questo riordino del piano del sangue regionale ha in seno di produrre. Quindi su questo la nostra attenzione si manterrà viva nelle prossime settimane, nei prossimi mesi".
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Piazza Maggiore, 6