QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA POSSIBILITÀ DI IMPIEGARE I PROFUGHI IN LAVORI DI MANUTENZIONE DEL VERDE E DI AREE E ZONE PUBBLICHE


L'assessore Nadia Monti, ha risposto in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord) in merito alla possibilità di impiegare i profughi arrivati nella nostra città con Mare Nostrum e Triton in lav...

Descrizione

L'assessore Nadia Monti, ha risposto in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord) in merito alla possibilità di impiegare i profughi arrivati nella nostra città con Mare Nostrum e Triton in lavori di manutenzione del verde e di aree e zone pubbliche

Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Visto l'articolo di stampa relativo alle dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Monti in merito alla possibilità di impiegare i "profughi" arrivati nella nostra città con Mare Nostrum e Triton in lavori di manutenzione del verde e di aree e zone pubbliche si chiede al signor Sindaco e all'assessore Monti se l'opportunità di trovare lavori di pubblica utilità o simili ai richiedenti asilo, non sia in qualche modo un'offesa verso tutti i bolognesi che avrebbero bisogno di un aiuto in questo senso e se ritenga che bisogni almeno aspettare il trascorrere dei sei mesi dalla richiesta di asilo prima di fare questi percorsi o la volontà politica della Giunta è di muoversi perchè partano prima. Visti i problemi occupazionali nel nostro territorio, soprattutto per le fasce svantaggiate, chiedo se ritenga inopportuno attingere al fondo Fse Europeo 2014/2020, se invece l'intenzione è quella, Le chiedo quali motivazioni vi abbiano spinto a tale decisione. Se l'amministrazione si è data un "tetto massimo" per l'accoglienza oppure ritiene che la nostra città possa continuare ad accogliere profughi e sedicenti tali, di cui una grossa quantità si allontana dalle strutture prima ancora di essere foto-segnalato"

Risposta dell'assessore Monti
"Rispetto alla tematica anagrafica, abbiamo già avuto modo di confrontarci, non si parla di carta d'identità, c'è stata anche recentemente una nota della Prefettura che ha precisato che non viene prodotta carta d'identità perché la materia anagrafica, peraltro inderogabile, è il decreto 223 prevede l'iscrizione allo schedario temporaneo che è un'altra cosa rispetto alla carta d'identità, non può produrre alcun tipo di certificazione anagrafica, questo proprio da decreto. A livello normativo la meteria angrafica su questo è inderogabile e non è certamente abrogabile da questa circolare. Quindi si sta provvedendo anche perché all'interno della stessa circolare i requisiti per questa iscrizione temporanea che non da alcun tipo di certificazione o di ulteriori agevoalzioni rispetto a chi è iscritto in via definitiva all'anagrafe del comune di Bologna.
Ci sono dei requisiti minimi tra cui essere titolare di un permesso di soggiorno, rilasciato ai sensi dell'art. 2 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, e che abbiano chiesto protezione internazionale e siano in attesa della relativa decisione da parte delle commissioni competenti.
Su questa circolare sono ancora in fase di istruttoria dei chiarimenti perché da un punto di vista di anagrafica l'interpretazione è che si attenda il rilascio e la conferma del regime di protezione umanitaria internazionale per poter procedere con l'iscrizione anagrafica temporanea, ma ribadisco, non è il rilascio di una carta d'identità, ne' può per legge consentire il rilascio di certificazione anagrafica di altro tipo.
Detto questo, quello su cui il comune sta lavorando è un progetto di accoglienza-formazione che integra varie attività: lo studio della lingua italiana, la conoscenza di alcune normative fondamentali del Paese che li accoglie, l’apprendimento di alcuni lavori manuali per occupare le persone e comunque è un progetto che dovrà essere approvato dalla Prefettura, che vedrà anche il coinvoglimento del Terzo settore, dell'associazionismo con cui noi già da tempo collaboriamo per altre forme di volontariato, di cooperazione e che manifestano la disponibilità anche a farsi carico dei costi delle coperture assicurative e che nasce dalla volontà di impiegare individui in condizione di frustrante inattività, con anche il rischio di aumento di percezione del disagio da parte della comunità che accoglie, in attesa della valutazione della loro richiesta di asilo da parte degli Organi Competenti.
Non giudico in alcun modo un'offesa verso i bolognesi, come lei mi sta chiedendo, perché parliamo di lavori socialmente utili non retribuiti, parliamo dell'impegno delle persone che potrebbero essere impegnate per fornire un aiuto in più o servizi che non sarebbero effettuati per conclamate scarsità di risorse.
Parliamo di lavori che fuoriescono dai lavori dei global, che comunque riguardano l'esigenza di fare manutenzione di alcune parti del territorio che hanno bisogno di essere riqualificate.
Nel nostro caso, per esempio, saranno indirizzati alla cura del verde, dei piccoli interventi di manutenzione in città e in questo modo potrà loro essere concessa la possibilità di riempire le giornate e rendere un servizio alla comunità che li ha accolti.
Se ci fossero bolognesi disposti a offrire ore del loro tempo per bonificare aree verdi, ripulire parchi e giardini, dedicare tempo per la riqualificazione urbana, il comune sarebbe ben felice di accogliere questa forma di collaborazione, questo deve esser chiaro a tutti, anche se dispiace doverlo rimarcare in quanto palesato in più di una occasione.
In tal contesto ricordo che a breve pubblicheremo il nuovo bando per Assistenti civici, settore chiaramente diverso da quello auspicato per l'impiego dei richiedenti asilo, al quale comunque auspico nuovamente vi sia grande adesione.
Tornando alla tematica di riferimento, preciso nuovamente si tratta di un lavoro che svolgeranno su base volontaria. È importante sapere che i profughi per legge non possono svolgere nessun lavoro nei primi sei mesi di presenza nel nuovo Paese e vivono in una situazione in cui non fanno niente e della quale sono i primi a soffrire per tale condizione.
Sarà loro spiegato che potranno svolgere dei compiti che saranno utili alle comunità che li ospitano, non saranno naturalmente pagati ma il loro impegno sarà inserito nei rispettivi fascicoli.
Per quanto riguarda il fondo che lei ha citato io non ho mai parlato ne' nelle mie interviste ne' ho ancora affrontato con la Prefettura il tema di copertura di costi anche perché parliamo di lavori non retribuiti, parliamo di coperture assicurative in capo alle associazioni che intendono collaborare con il progetto che verrà esteso anche al terzo settore, anche perché molti di loro stanno già collaborando a progetti di questo tipo che secondo me vale al pena di riaffrontare in maniera strutturata sotto un coordinamento operativo della Prefettura più forte da cui poter sottoscrivere un protocollo d'intesa come già effettuato in altri territori.
Per quanto riguarda i numeri o un tetto massimo, ricordo che semplicemente non spetta all'amministrazione definire un tetto massimo di accoglienza, che viene definito in prima battuta dal Ministero dell'Interno, il quale a fronte di alcuni casi di scarsa collaborazione, ha emanato la famosa circolare ai prefetti sulle requisizioni.
Per questo nell'ultima circolare non si esclude la possibilità che i prefetti ricorrano a misure drastiche pur di reperire delle strutture disponibili per l'accoglienza a fronte della mancanza di disponibilità su altri territori di farsi carico di accogliere persone in questa condizione.
Come Comune di Bologna rimarco che non corriamo nessun pericolo in tal senso in quanto attraverso la concertazione e la collaborazione siamo riusciti a strutturare l'accoglienza in modo e maniera tali da non creare criticità alla città".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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