CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA PRESIDENTE LEMBI IN RICORDO DI LINO WILLIAM MICHELINI. IL CONSIGLIO OSSERVA UN MINUTO DI SILENZIO
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del Consiglio comunale dedicato dalla presidente Simona Lembi al ricordo del partigiano Lino William Michelini. Al termine, il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.
"Signor Sindaco, Signori Con...
Pubblicato il:
Descrizione
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del Consiglio comunale dedicato dalla presidente Simona Lembi al ricordo del partigiano Lino William Michelini. Al termine, il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.
"Signor Sindaco, Signori Consiglieri, saluto le autorità civili presenti e in particolare rivolgo un saluto alle persone dell'Anpi presenti in sala.
La conferenza dei capigruppo unanimente ha convenuto oggi di aprire i lavori del Consiglio comunale ricordando, in questo luogo che è il simbolo della democrazia bolognese, il cuore del Comune di Bologna, uno dei bolognesi più illustri: Lino Michelini, il comandante William nella Resistenza, il Presidente dell’Anpi di Bologna.
William Michelini a soli 17 anni aderì alla resistenza. Non ebbe dubbi su quale parte scegliere: sapeva da che parte erano valori come verità e giustizia. Scelse, giovanissimo, di aderire alla Resistenza.
Comunista, sempre impegnato nella lotta per i diritti delle persone, Michelini è stato per quattro generazioni di bolognesi un maestro. Non perché salisse in cattedra o tenesse lezione, anche se di incontri con gli studenti ne ha avuti moltissimi e sosteneva il dialogo costante tra i Partigiani e le giovani generazioni delle nostra città.
William è stato un maestro perché con il suo esempio quotidiano ha continuato a praticare quei valori per cui si è battuto nella Resistenza fino a rischiare la vita.
Uomo di parte, quindi, capace di dialogare con parti politiche diverse, con Giunte di diverso colore e a tutti ha sempre posto con coerenza e onestà i temi su cui confrontarsi.
Ha tenuto alta la bandiera dell’antifascismo. Sapeva benissimo che quel mito fondativo della nostra Repubblica, che si chiama Resistenza, non andava svilito nella baruffa politica quotidiana. Lo sapeva e ce lo ricordava. Con garbo, ma in modo fermo.
William Michelini se ne è andato come è vissuto. Con stile e discrezione. Sapeva di essere un monumento alla storia della nostra città. Ma non l’ha mai ostentato. Ha sempre retto il ruolo a cui i compagni partigiani lo avevano chiamato con il rigore morale che è proprio delle cariche pubbliche, quello che viene da chi ha percorso, tappa dopo tappa, un lungo percorso.
In questi giorni in tanti, dentro e fuori da quest'aula, abbiamo pianto la sua scomparsa. Nell’orazione funebre, nel giorno dei funerali per cui il Sindaco ha dichiarato il lutto cittadino, il Sindaco ha ricordato le tappe principali della vita di Michelini. E voglio qui riprendere le sue parole:
'Oggi noi rendiamo omaggio ad un protagonista della storia della nostra città. La storia di William è la storia di una generazione, un giovane del popolo che in maniera determinata e coraggiosa ha deciso di schierarsi apertamente contro il nazifascismo, e successivamente nel dopoguerra ha tenuto fede ai suoi ideali, nel suo partito prima e nell’ Anpi poi, con un obbiettivo ben chiaro: difendere e tramandare i valori della Resistenza, legandoli alla città, facendo dell’Anpi non solo un luogo del ricordo, ma un luogo attivo di impegno alla memoria, un luogo di elaborazione politica continua, al passo con i tempi, capace di far convivere generazioni diverse nel confronto di posizioni diverse.
Per capire la grandezza di Michelini basta scorrere la sua biografia: nasce a Bologna nel 1922. S'iscrive al Partito comunista italiano nel 1942, quando l'organizzazione che agisce clandestinamente nell'officina dove lavora come meccanico gli affida l'incarico di agitatore politico contro il fascismo e la guerra. Dopo gli atti di sabotaggio, è tra i primi gappisti che si aggregano alla 7a brigata Gap Gianni Garibaldi, formazione militare partigiana che opera a Bologna città, di cui diventa per un breve periodo comandante di distaccamento. Partecipa alle più audaci imprese di guerriglia. Il 9 agosto 1944, durante l'azione che porta alla liberazione dei detenuti dal carcere di San Giovanni in Monte, è ferito gravemente a una gamba. Il 7 novembre 1944, nella battaglia di Porta Lame, è commissario politico della base di via del Macello quando circa settanta combattenti vengono circondati durante un rastrellamento da fascisti e tedeschi. Sostituisce il comandante ferito Bruno "Aldo" Gualandi e, dopo molte ore di combattimento e tre attacchi, guida lo sganciamento attraverso il canale del Cavaticcio, mettendo in salvo i partigiani della base'.
Desidero ricordare brevemente che Willam Michelini ha condiviso e partecipato alla seduta solenne che questo Consiglio comunale ha voluto dedicare al 70esimo anniversario della Fondazione dei Gruppi di Difesa delle Donne. Voglio ricordare l'applauso che il Consiglio gli ha riservato in quell'occasione, sono certa che ha apprezzato l'iniziativa dedicata al ricordo della partigiana Edera De Giovanni, la prima caduta nella lotta di Liberazione in Italia, nella nostra città, 70 anni fa.
Mi scrisse allora un messaggio affettuoso che oggi conservo gelosamente. Affermava:
'Voglio ancora sinceramente ringraziarLa per avere aderito alla nostra manifestazione e, più in generale, per il continuo e sincero interesse che esprime per tutte le iniziative tese a ricostruire la memoria del periodo resistenziale, con particolare attenzione e sensibilità per le figure di donne che sono state in prima fila nella battaglia contro nazisti e fascisti'. E poiché questo è un ringraziamento rivolto complessivamente all'attenzione che il Consiglio in modo trasversale ha riservato alla storia della Resistenza, mi sembra doveroso richiamarlo in questa sede.
Infine, ci tengo a ricordare la giornata di inaugurazione della Festa dell'ANPI, cui il Sindaco mi ha chiesto di partecipare in rappresentanza dell'Amministrazione tutta.
Tante, quindi, le iniziative cui Willimam Michelini dedicava attenzione e impegno, certo che i valori della Resistenza vanno difesi e trasmessi.
È questo lavoro profondo, di lunga durata, che i bolognesi gli hanno riconosciuto. Con una grande partecipazione alla camera ardente, poi con un’affollata presenza ai funerali, Bologna ha saputo rendere omaggio e rendere onore un uomo tanto semplice, quanto importante.
Si dice sempre che bisogna coltivare il valore della memoria. Mai come in questo caso dobbiamo davvero saperlo fare. Non per aggiungere una foto al nostro pantheon laico dei padri della patria, ma per sapere davvero tenere vive le nostre radici, i valori che ci hanno fatto crescere e migliorare, sia come Paese, sia come singoli individui. È questo un obbligo morale che quest’aula deve assumersi. È quello che dobbiamo alla generazione di donne e di uomini che hanno liberato l’Italia e costruito la democrazia.
Dobbiamo, io penso, essere tutti sempre più attenti a dimostrare la nostra capacità di essere all’altezza del grande insegnamento di persone come Lino William Michelini.
E per queste ragioni abbiamo unanimemente scelto di ricordarlo oggi in apertura e invito per questo il Consiglio comunale a tenere un minuto di silenzio a seguito della sua scomparsa e in memoria della sua figura".
"Signor Sindaco, Signori Consiglieri, saluto le autorità civili presenti e in particolare rivolgo un saluto alle persone dell'Anpi presenti in sala.
La conferenza dei capigruppo unanimente ha convenuto oggi di aprire i lavori del Consiglio comunale ricordando, in questo luogo che è il simbolo della democrazia bolognese, il cuore del Comune di Bologna, uno dei bolognesi più illustri: Lino Michelini, il comandante William nella Resistenza, il Presidente dell’Anpi di Bologna.
William Michelini a soli 17 anni aderì alla resistenza. Non ebbe dubbi su quale parte scegliere: sapeva da che parte erano valori come verità e giustizia. Scelse, giovanissimo, di aderire alla Resistenza.
Comunista, sempre impegnato nella lotta per i diritti delle persone, Michelini è stato per quattro generazioni di bolognesi un maestro. Non perché salisse in cattedra o tenesse lezione, anche se di incontri con gli studenti ne ha avuti moltissimi e sosteneva il dialogo costante tra i Partigiani e le giovani generazioni delle nostra città.
William è stato un maestro perché con il suo esempio quotidiano ha continuato a praticare quei valori per cui si è battuto nella Resistenza fino a rischiare la vita.
Uomo di parte, quindi, capace di dialogare con parti politiche diverse, con Giunte di diverso colore e a tutti ha sempre posto con coerenza e onestà i temi su cui confrontarsi.
Ha tenuto alta la bandiera dell’antifascismo. Sapeva benissimo che quel mito fondativo della nostra Repubblica, che si chiama Resistenza, non andava svilito nella baruffa politica quotidiana. Lo sapeva e ce lo ricordava. Con garbo, ma in modo fermo.
William Michelini se ne è andato come è vissuto. Con stile e discrezione. Sapeva di essere un monumento alla storia della nostra città. Ma non l’ha mai ostentato. Ha sempre retto il ruolo a cui i compagni partigiani lo avevano chiamato con il rigore morale che è proprio delle cariche pubbliche, quello che viene da chi ha percorso, tappa dopo tappa, un lungo percorso.
In questi giorni in tanti, dentro e fuori da quest'aula, abbiamo pianto la sua scomparsa. Nell’orazione funebre, nel giorno dei funerali per cui il Sindaco ha dichiarato il lutto cittadino, il Sindaco ha ricordato le tappe principali della vita di Michelini. E voglio qui riprendere le sue parole:
'Oggi noi rendiamo omaggio ad un protagonista della storia della nostra città. La storia di William è la storia di una generazione, un giovane del popolo che in maniera determinata e coraggiosa ha deciso di schierarsi apertamente contro il nazifascismo, e successivamente nel dopoguerra ha tenuto fede ai suoi ideali, nel suo partito prima e nell’ Anpi poi, con un obbiettivo ben chiaro: difendere e tramandare i valori della Resistenza, legandoli alla città, facendo dell’Anpi non solo un luogo del ricordo, ma un luogo attivo di impegno alla memoria, un luogo di elaborazione politica continua, al passo con i tempi, capace di far convivere generazioni diverse nel confronto di posizioni diverse.
Per capire la grandezza di Michelini basta scorrere la sua biografia: nasce a Bologna nel 1922. S'iscrive al Partito comunista italiano nel 1942, quando l'organizzazione che agisce clandestinamente nell'officina dove lavora come meccanico gli affida l'incarico di agitatore politico contro il fascismo e la guerra. Dopo gli atti di sabotaggio, è tra i primi gappisti che si aggregano alla 7a brigata Gap Gianni Garibaldi, formazione militare partigiana che opera a Bologna città, di cui diventa per un breve periodo comandante di distaccamento. Partecipa alle più audaci imprese di guerriglia. Il 9 agosto 1944, durante l'azione che porta alla liberazione dei detenuti dal carcere di San Giovanni in Monte, è ferito gravemente a una gamba. Il 7 novembre 1944, nella battaglia di Porta Lame, è commissario politico della base di via del Macello quando circa settanta combattenti vengono circondati durante un rastrellamento da fascisti e tedeschi. Sostituisce il comandante ferito Bruno "Aldo" Gualandi e, dopo molte ore di combattimento e tre attacchi, guida lo sganciamento attraverso il canale del Cavaticcio, mettendo in salvo i partigiani della base'.
Desidero ricordare brevemente che Willam Michelini ha condiviso e partecipato alla seduta solenne che questo Consiglio comunale ha voluto dedicare al 70esimo anniversario della Fondazione dei Gruppi di Difesa delle Donne. Voglio ricordare l'applauso che il Consiglio gli ha riservato in quell'occasione, sono certa che ha apprezzato l'iniziativa dedicata al ricordo della partigiana Edera De Giovanni, la prima caduta nella lotta di Liberazione in Italia, nella nostra città, 70 anni fa.
Mi scrisse allora un messaggio affettuoso che oggi conservo gelosamente. Affermava:
'Voglio ancora sinceramente ringraziarLa per avere aderito alla nostra manifestazione e, più in generale, per il continuo e sincero interesse che esprime per tutte le iniziative tese a ricostruire la memoria del periodo resistenziale, con particolare attenzione e sensibilità per le figure di donne che sono state in prima fila nella battaglia contro nazisti e fascisti'. E poiché questo è un ringraziamento rivolto complessivamente all'attenzione che il Consiglio in modo trasversale ha riservato alla storia della Resistenza, mi sembra doveroso richiamarlo in questa sede.
Infine, ci tengo a ricordare la giornata di inaugurazione della Festa dell'ANPI, cui il Sindaco mi ha chiesto di partecipare in rappresentanza dell'Amministrazione tutta.
Tante, quindi, le iniziative cui Willimam Michelini dedicava attenzione e impegno, certo che i valori della Resistenza vanno difesi e trasmessi.
È questo lavoro profondo, di lunga durata, che i bolognesi gli hanno riconosciuto. Con una grande partecipazione alla camera ardente, poi con un’affollata presenza ai funerali, Bologna ha saputo rendere omaggio e rendere onore un uomo tanto semplice, quanto importante.
Si dice sempre che bisogna coltivare il valore della memoria. Mai come in questo caso dobbiamo davvero saperlo fare. Non per aggiungere una foto al nostro pantheon laico dei padri della patria, ma per sapere davvero tenere vive le nostre radici, i valori che ci hanno fatto crescere e migliorare, sia come Paese, sia come singoli individui. È questo un obbligo morale che quest’aula deve assumersi. È quello che dobbiamo alla generazione di donne e di uomini che hanno liberato l’Italia e costruito la democrazia.
Dobbiamo, io penso, essere tutti sempre più attenti a dimostrare la nostra capacità di essere all’altezza del grande insegnamento di persone come Lino William Michelini.
E per queste ragioni abbiamo unanimemente scelto di ricordarlo oggi in apertura e invito per questo il Consiglio comunale a tenere un minuto di silenzio a seguito della sua scomparsa e in memoria della sua figura".
A cura di
Piazza Maggiore, 6