CONSIGLIO COMUNALE, IL SINDACO VIRGINIO MEROLA RICORDA VITTORIO VEZZALI
Si trasmette il testo dell'intervento del Sindaco Virginio Merola in ricordo di Vittorio Vezzali. Subito dopo il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio.
"Cari familiari, innanzitutto un ben venuto a voi e agli altri cittadini pr...
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Si trasmette il testo dell'intervento del Sindaco Virginio Merola in ricordo di Vittorio Vezzali. Subito dopo il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio.
"Cari familiari, innanzitutto un ben venuto a voi e agli altri cittadini presenti, cari consiglieri e care consigliere, oggi commemoriamo la figura di Vittorio Vezzali, nato a Bologna l'1 settembre 1925 da famiglia operaia, il padre era socialista e per queste sue posizioni politiche venne licenziato negli anni '30. Vittorio frequenta l'istituto tecnico Aldini-Valeriani ed aderisce al Partito comunista italiano.
Molto impegnato sui temi della pace, nel Dopoguerra, nell'ottobre del 1961 è chiamato a far parte della segreteria della federazione del Pci bolognese insieme a Dante Stefani.
Vittorio Vezzali entra in consiglio comunale, e qui comincia la sua carriera di amministratore, il 25 luglio 1962 nel gruppo Due Torri, nella stessa seduta fu nominato assessore supplente nella giunta del sindaco Giuseppe Dozza che gli affidò le deleghe alle imposte di consumo. In una nuova suddivisione dei compiti tra gli assessori, il 4 marzo 1964, oltre alle imposte di consumo è delegato alla Ripartizione patrimonio immobiliare, ai problemi dello sport e a quelli della gioventù. Rieletto consigliere nelle elezioni amministrative del 22-23 novembre 1964, è assessore effettivo alle imposte di consumo a cui si aggiunge la delega alla Ripartizione imposte e tasse dal marzo 1965. Stiamo, come vedete, anche ripercorrendo una storia amministrativa, il fatto che gli assessori fossero e continuassero ad essere consiglieri comunali, testimonia quanto le leggi siano state modificate ma testimonia anche la grande capacità di queste figure amministrative di godere direttamente di un consenso popolare in quanto venivano elette come consiglieri comunali e non come avviene oggi direttamente dal Sindaco con l'obbligo di dimettersi dallo stesso consiglio comunale.
Il 4 novembre 1966, e qui comincia a delinearsi con spessore e nettezza la storia amministrativa di Vittorio Vezzali, non appena avuta la notizia che alle quattro del mattino l’Arno aveva rotto gli argini, in una giunta straordinaria convocata urgentemente dal sindaco Fanti alle sei, due ore dopo l'alluvione, Vezzali è incaricato di far parte della delegazione della giunta bolognese per rendersi conto di come intervenire per portare l'aiuto concreto di Bologna. La delegazione parte immediatamente con un'automobile dei vigili urbani e raggiunge faticosamente il centro di Firenze dove registra la gravità della situazione e si rende conto che l'unica possibilità di intervento è il coinvolgimento indispensabile delle allora aziende municipalizzate bolognesi. Infatti, dopo soli due giorni, il 6 novembre, gli assessori Lodi e Vezzali ripartono alla volta di Firenze con un convoglio di duecento mezzi che comprendono: idrovore, gruppi elettrogeni, personale e materiali vari per provvedere allo sgombero delle strade dal fango e al prosciugamento delle abitazioni nel quartiere di Santa Croce, settore assegnato dalla prefettura di Firenze all'organizzazione bolognese. Il convoglio trasporta anche l’acqua dell’acquedotto di Bologna e un ingente quantitativo di generi alimentari di prima necessità per la popolazione. Questo impegno e questo lavoro organizzativo riceve la gratitudine, non solo per tutto il comune di Bologna, ma come ebbe a ricordare in un libro il sindaco Piero Bargellini: «A Vittorio Vezzali, assessore del Comune di Bologna, questa immagine di Firenze risorta anche per merito suo».
Continua il suo impegno, assumendo provvisoriamente le deleghe sul decentramento e i centri civici nonché la presidenza della commissione consigliare per il decentramento e con un successivo rimpasto di giunta nel novembre dello stesso anno conserva tutte le deleghe e assume anche quelle di assessore all'anagrafe e agli uffici elettorali, aumentando ulteriormente il proprio impegno. Nelle elezioni del 7-8 novembre 1970 è rieletto consigliere e in seguito nominato assessore effettivo dal nuovo sindaco Renato Zangheri sempre alle imposte di consumo e ai tributi e, dal settembre 1971, anche alla manutenzione. Qui si delinea la particolare vocazione di Vezzali in materia delle entrate fiscali in relazione al bilancio comunale e quello delle aziende municipalizzate assumono un ruolo centrale nell'impegno e nella formazione politica di Vezzali nella decennale direzione di un assessorato tra i più difficili del comune. Questa sua esperienza lo porta ad assumere la carica di presidente regionale della Consulta degli assessori ai tributi nonché a partecipare e presiedere numerosi incontri e studi di settore sul tema anche in corrispondenza della costituzione della sezione regionale dell'Associazione nazionale comuni italiani, l'Anci, nel maggio 1969, partecipando all'assemblea costitutiva.
Per Vezzali l'equità fiscale è strumento indispensabile per l'affermazione e lo sviluppo della democrazia e l'affermazione sociale dei nostri lavoratori. Il suo è un metodo partecipato nella formazione del bilancio con il confronto costante con i sindacati, i cittadini, il coinvolgimento dei quartieri in dialogo continuo per lo sviluppo sociale, civile ed economico della città. Lo possiamo anche documentare con gli interventi che svolse in consiglio comunale.
Nel 1968 dichiara in consiglio la ferma posizione «tradizionale» del Comune di Bologna «rivolta al proseguimento di una tassazione sempre più equa e perequata» e afferma che «solo allora sarà possibile una revisione generale della imposta di famiglia che non finisca per colpire in modo iniquo i redditi fissi, già abbondantemente falcidiati dalla imposta erariale e dal continuo aumento del costo della vita». (Consiglio comunale, seduta del 15 luglio 1968).
Continua il 25 giungo del 1969 con «Equità, corretta perequazione, democraticità nei metodi di prelievo fiscale sono le costanti di un'attività sempre tesa a contrastare l'evasione, sia parziale che totale, ad attenuare le iniquità di una legislazione arcaica e apertamente anti-popolare, a distribuire in giusta misura il carico fiscale tra i cittadini». E' passato molto tempo vero? Questo impegno continua anche oggi in questo consiglio comunale.
Nei 12 anni della sua attività come consigliere e assessore Vezzali assume un ruolo importantissimo per la formazione del bilancio comunale nell'ottica dell'autonomia degli enti enti locali prima della riforma tributaria degli inizi degli anni Settanta che sopprime il servizio delle imposte di consumo locali. Nel gennaio 1971, alla vigilia dell'applicazione della legge, respinge decisamente il piano del governo in nome dell'autonomia tributaria: «Non possiamo accettare e pertanto respingiamo il criterio accentratore come profondamente lesivo dell'autonomia locale: noi siamo per una visione unitaria delle istituzioni che qualifichi e che dia potere all'articolazione democratica dello stato (regioni, provincie, comuni) e ne esalti le funzioni perché questo è l'ordinamento voluto dalla costituzione», parole attualissime.
Nella seduta del 27 novembre 1972, Vittorio Vezzali rassegna le dimissioni da assessore, pur restando consigliere fino alla fine del mandato amministrativo, nel giugno 1975, per assumere «nuovi impegni politici ed incarichi di lavoro» dopo dodici anni che - come scrive nella lettera - «hanno significato per me una esperienza insostituibile e un patrimonio di grande valore per i quali sono a tutti grato, al mio partito, ai colleghi e all'interno Consiglio comunale». Riceve in questa occasione l'apprezzamento di tutti i gruppi consigliari e lo riceve con diverse sottolineature che sono apprezzamenti non dovuti e non retorici e non di maniera ma profondamente sinceri a cominciare da quello del sindaco Fanti e proseguire con tutti quelli dei capigruppo dell'allora consiglio comunale. Conclude il saluto dei consiglieri comunali il socialista Sergio Bacci che si associa a quanto detto dagli altri e augura a Vezzali «ogni bene e un proficuo lavoro» a nome del gruppo e suo personale per il nuovo incarico.
Vittorio Vezzali quindi continua il suo impegno, è presidente di Camst dal dicembre 1972 al 3 novembre 1977, anche qui in una nuova fase della cooperativa caratterizzata da un generale ammodernamento della struttura reso indispensabile per attuare un cambiamento generazionale e un orientamento in senso più imprenditoriale, con l'introduzione di strumenti avanzati come il controllo di gestione, l'uso dei primi elaboratori informatici, la formazione del personale in stretta collaborazione con il sindacato.
Vittorio si ritira dalla vita lavorativa ma non va in pensione, qui permettetemi una nota personale, perché ho avuto di conoscerlo da giovane presidente del consiglio del quartiere Savena, ho potuto godere del suo aiuto, della sua esperienza, del suo sostegno e del suo esempio che riassumo così: competenza, passione politica e civica, impegno e una grande capacità di ascolto e di dialogo che significa essere consapevoli delle proprie opinioni e cercare il confronto. Questo è stato Vittorio Vezzali, questo resterà come patrimonio di tutta la nostra amministrazione, per questo lo ricordiamo oggi tutti noi con gratitudine e stima".
"Cari familiari, innanzitutto un ben venuto a voi e agli altri cittadini presenti, cari consiglieri e care consigliere, oggi commemoriamo la figura di Vittorio Vezzali, nato a Bologna l'1 settembre 1925 da famiglia operaia, il padre era socialista e per queste sue posizioni politiche venne licenziato negli anni '30. Vittorio frequenta l'istituto tecnico Aldini-Valeriani ed aderisce al Partito comunista italiano.
Molto impegnato sui temi della pace, nel Dopoguerra, nell'ottobre del 1961 è chiamato a far parte della segreteria della federazione del Pci bolognese insieme a Dante Stefani.
Vittorio Vezzali entra in consiglio comunale, e qui comincia la sua carriera di amministratore, il 25 luglio 1962 nel gruppo Due Torri, nella stessa seduta fu nominato assessore supplente nella giunta del sindaco Giuseppe Dozza che gli affidò le deleghe alle imposte di consumo. In una nuova suddivisione dei compiti tra gli assessori, il 4 marzo 1964, oltre alle imposte di consumo è delegato alla Ripartizione patrimonio immobiliare, ai problemi dello sport e a quelli della gioventù. Rieletto consigliere nelle elezioni amministrative del 22-23 novembre 1964, è assessore effettivo alle imposte di consumo a cui si aggiunge la delega alla Ripartizione imposte e tasse dal marzo 1965. Stiamo, come vedete, anche ripercorrendo una storia amministrativa, il fatto che gli assessori fossero e continuassero ad essere consiglieri comunali, testimonia quanto le leggi siano state modificate ma testimonia anche la grande capacità di queste figure amministrative di godere direttamente di un consenso popolare in quanto venivano elette come consiglieri comunali e non come avviene oggi direttamente dal Sindaco con l'obbligo di dimettersi dallo stesso consiglio comunale.
Il 4 novembre 1966, e qui comincia a delinearsi con spessore e nettezza la storia amministrativa di Vittorio Vezzali, non appena avuta la notizia che alle quattro del mattino l’Arno aveva rotto gli argini, in una giunta straordinaria convocata urgentemente dal sindaco Fanti alle sei, due ore dopo l'alluvione, Vezzali è incaricato di far parte della delegazione della giunta bolognese per rendersi conto di come intervenire per portare l'aiuto concreto di Bologna. La delegazione parte immediatamente con un'automobile dei vigili urbani e raggiunge faticosamente il centro di Firenze dove registra la gravità della situazione e si rende conto che l'unica possibilità di intervento è il coinvolgimento indispensabile delle allora aziende municipalizzate bolognesi. Infatti, dopo soli due giorni, il 6 novembre, gli assessori Lodi e Vezzali ripartono alla volta di Firenze con un convoglio di duecento mezzi che comprendono: idrovore, gruppi elettrogeni, personale e materiali vari per provvedere allo sgombero delle strade dal fango e al prosciugamento delle abitazioni nel quartiere di Santa Croce, settore assegnato dalla prefettura di Firenze all'organizzazione bolognese. Il convoglio trasporta anche l’acqua dell’acquedotto di Bologna e un ingente quantitativo di generi alimentari di prima necessità per la popolazione. Questo impegno e questo lavoro organizzativo riceve la gratitudine, non solo per tutto il comune di Bologna, ma come ebbe a ricordare in un libro il sindaco Piero Bargellini: «A Vittorio Vezzali, assessore del Comune di Bologna, questa immagine di Firenze risorta anche per merito suo».
Continua il suo impegno, assumendo provvisoriamente le deleghe sul decentramento e i centri civici nonché la presidenza della commissione consigliare per il decentramento e con un successivo rimpasto di giunta nel novembre dello stesso anno conserva tutte le deleghe e assume anche quelle di assessore all'anagrafe e agli uffici elettorali, aumentando ulteriormente il proprio impegno. Nelle elezioni del 7-8 novembre 1970 è rieletto consigliere e in seguito nominato assessore effettivo dal nuovo sindaco Renato Zangheri sempre alle imposte di consumo e ai tributi e, dal settembre 1971, anche alla manutenzione. Qui si delinea la particolare vocazione di Vezzali in materia delle entrate fiscali in relazione al bilancio comunale e quello delle aziende municipalizzate assumono un ruolo centrale nell'impegno e nella formazione politica di Vezzali nella decennale direzione di un assessorato tra i più difficili del comune. Questa sua esperienza lo porta ad assumere la carica di presidente regionale della Consulta degli assessori ai tributi nonché a partecipare e presiedere numerosi incontri e studi di settore sul tema anche in corrispondenza della costituzione della sezione regionale dell'Associazione nazionale comuni italiani, l'Anci, nel maggio 1969, partecipando all'assemblea costitutiva.
Per Vezzali l'equità fiscale è strumento indispensabile per l'affermazione e lo sviluppo della democrazia e l'affermazione sociale dei nostri lavoratori. Il suo è un metodo partecipato nella formazione del bilancio con il confronto costante con i sindacati, i cittadini, il coinvolgimento dei quartieri in dialogo continuo per lo sviluppo sociale, civile ed economico della città. Lo possiamo anche documentare con gli interventi che svolse in consiglio comunale.
Nel 1968 dichiara in consiglio la ferma posizione «tradizionale» del Comune di Bologna «rivolta al proseguimento di una tassazione sempre più equa e perequata» e afferma che «solo allora sarà possibile una revisione generale della imposta di famiglia che non finisca per colpire in modo iniquo i redditi fissi, già abbondantemente falcidiati dalla imposta erariale e dal continuo aumento del costo della vita». (Consiglio comunale, seduta del 15 luglio 1968).
Continua il 25 giungo del 1969 con «Equità, corretta perequazione, democraticità nei metodi di prelievo fiscale sono le costanti di un'attività sempre tesa a contrastare l'evasione, sia parziale che totale, ad attenuare le iniquità di una legislazione arcaica e apertamente anti-popolare, a distribuire in giusta misura il carico fiscale tra i cittadini». E' passato molto tempo vero? Questo impegno continua anche oggi in questo consiglio comunale.
Nei 12 anni della sua attività come consigliere e assessore Vezzali assume un ruolo importantissimo per la formazione del bilancio comunale nell'ottica dell'autonomia degli enti enti locali prima della riforma tributaria degli inizi degli anni Settanta che sopprime il servizio delle imposte di consumo locali. Nel gennaio 1971, alla vigilia dell'applicazione della legge, respinge decisamente il piano del governo in nome dell'autonomia tributaria: «Non possiamo accettare e pertanto respingiamo il criterio accentratore come profondamente lesivo dell'autonomia locale: noi siamo per una visione unitaria delle istituzioni che qualifichi e che dia potere all'articolazione democratica dello stato (regioni, provincie, comuni) e ne esalti le funzioni perché questo è l'ordinamento voluto dalla costituzione», parole attualissime.
Nella seduta del 27 novembre 1972, Vittorio Vezzali rassegna le dimissioni da assessore, pur restando consigliere fino alla fine del mandato amministrativo, nel giugno 1975, per assumere «nuovi impegni politici ed incarichi di lavoro» dopo dodici anni che - come scrive nella lettera - «hanno significato per me una esperienza insostituibile e un patrimonio di grande valore per i quali sono a tutti grato, al mio partito, ai colleghi e all'interno Consiglio comunale». Riceve in questa occasione l'apprezzamento di tutti i gruppi consigliari e lo riceve con diverse sottolineature che sono apprezzamenti non dovuti e non retorici e non di maniera ma profondamente sinceri a cominciare da quello del sindaco Fanti e proseguire con tutti quelli dei capigruppo dell'allora consiglio comunale. Conclude il saluto dei consiglieri comunali il socialista Sergio Bacci che si associa a quanto detto dagli altri e augura a Vezzali «ogni bene e un proficuo lavoro» a nome del gruppo e suo personale per il nuovo incarico.
Vittorio Vezzali quindi continua il suo impegno, è presidente di Camst dal dicembre 1972 al 3 novembre 1977, anche qui in una nuova fase della cooperativa caratterizzata da un generale ammodernamento della struttura reso indispensabile per attuare un cambiamento generazionale e un orientamento in senso più imprenditoriale, con l'introduzione di strumenti avanzati come il controllo di gestione, l'uso dei primi elaboratori informatici, la formazione del personale in stretta collaborazione con il sindacato.
Vittorio si ritira dalla vita lavorativa ma non va in pensione, qui permettetemi una nota personale, perché ho avuto di conoscerlo da giovane presidente del consiglio del quartiere Savena, ho potuto godere del suo aiuto, della sua esperienza, del suo sostegno e del suo esempio che riassumo così: competenza, passione politica e civica, impegno e una grande capacità di ascolto e di dialogo che significa essere consapevoli delle proprie opinioni e cercare il confronto. Questo è stato Vittorio Vezzali, questo resterà come patrimonio di tutta la nostra amministrazione, per questo lo ricordiamo oggi tutti noi con gratitudine e stima".
A cura di
Piazza Maggiore, 6