CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE BENEDETTO ZACCHIROLI (PD)


Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (Pd)

"E' l'ora della solidarietà.
Una premessa d'obbligo per non generare confusione: E' l'ora della solidarietà e va a tutti coloro che hanno subito violenza. T...

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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (Pd)

"E' l'ora della solidarietà.
Una premessa d'obbligo per non generare confusione: E' l'ora della solidarietà e va a tutti coloro che hanno subito violenza. Tutti.
I fatti li conosciamo. La provocazione politica che monta, unita a falsità artatamente costruite, come il fatto che in via erbosa sostino dei Rom, quando invece sostano cittadini italiani sinti, e i centri sociali che abboccano. La miscela diventa esplosiva, al punto, che grazie alle immagini, si potrebbe parlare di dimostrazione della teoria dell'involuzione, piuttosto che quella dell'evoluzione. Proprio così. Perché quella violenza, quel saltare scimmiesco sul tetto di una macchina, lo spaccare i vetri della stessa, gli urli sguaiati, tutti quei comportamenti, sommati, ricordano scene da Safari, quando si inquadrano i litigi tra scimpanzé per fare una foto, piuttosto che il bisticcio tra umani, che la possono pensare anche in maniere opposte, ma quando abdicano all'essere homo sapiens arrivano a questi livelli deteriori di violenza.
In questa terra, nella nostra città, quel tipo di violenza non troverà mai patria. L'ho detto e l'abbiamo detto dopo gli scontri di qualche settimana fa in piazza Galvani e lo ripeto oggi. Quella violenza, ogni violenza è inaccettabile. Sempre.
La violenza poi perpetrata nei confronti di un giornalista, un lavoratore, è ancora più ributtante. Violenza squadrista, vigliacca e codarda. In tanti, come una mandria fuori controllo, contro una persona che sta facendo il suo lavoro. Comportamento vigliacco all'ennesima potenza. Non ci sono altre parole. La nostra solidarietà va quindi a Enrico Barbetti del Resto del Carlino e a tutti i giornalisti che, osservando pienamente il loro codice etico, sono sempre lì a raccontare a tutti quello che succede, anche quando l'imbecillità prende il sopravvento, a loro rischio e pericolo.
Poi la solidarietà va ai cittadini bolognesi che vivono in via erbosa, strumentalizzati da una politica vuota che non propone ma impone solo parole e azioni a mo' di miccia, per arrivare a una notorietà a fin di voto che distorce la realtà, atta solo alla vuota provocazione.
La solidarietà va all'assessore Frascaroli e a tutti i dipendenti del comune che quotidianamente lavorano in quel campo per arrivarne alla chiusura, in un percorso civile che tiene conto dei tanti bambini che li vivono.
La solidarietà va alla città, che non si merita questo, Lei, medaglia d'oro alla Resistenza. Salvini ha detto una cosa giusta ieri: "Questa non è Bologna". Infatti, non c'è cittadinanza per la violenza qui, ma nemmeno per la provocazione, che sta estendendo alla nostra regione, con una tournée elettorale atta sola a continuare la provocazione. Poche ore fa, a Imola, è arrivato a intonare "Bella ciao" davanti a un centro profughi bengalesi. Salvini! Non si permetta di prendere un canto simbolo della resistenza e farne una canzoncina di quelle da cantare casualmente sotto la doccia. La Resistenza è stata una cosa seria, non una provocazione politica. E' stata combattuta contro quelli che nello straniero indicavano il nemico, il cattivo, il mangiapane a tradimento, per poi prenderlo e bruciarlo nei campi di concentramento, come hanno fatto tra gli altri, con migliaia di Rom e Sinti. Salvini! STUDI prima di aprire la bocca, anche prima di cantare.
Veniamo ai collettivi. Basta! Avete stancato questa comunità. Non è così che si ha ragione, non è questo il modo. Non è abboccando strumentalmente alle provocazioni della bassa politica che si sta dalla parte della verità e si difendono i deboli. Così si scava ulteriormente il solco che divide la nostra società in buoni e cattivi, senza un pensiero cogente che sia uno.
La Questura agisca velocemente, insieme alla Procura sia lesta nell'individuare i colpevoli e noi Comune interrompiamo i rapporti con quei collettivi o centri sociali dove si annida quella violenza. E altri centri che affermano "I compagni che sbagliano non sono quelli che spaccano il vetro, siamo noi che siamo altrove": si fermino subito, non citino Ghandi a caso e facciano quello per cui hanno una convenzione con il Comune. Non abbocchino anche loro alla provocazione e dal Mahatma imparino che la non violenza e i suoi metodi non si attuano a spot ma quotidianamente e sopratutto non servono per farsi giustizia da soli o per giocare al piccolo poliziotto che decide chi può entrare in posto o meno. In uno stato democratico, nel 2014, c'è chi nella comunità, quel servizio è deputato a farlo e proprio a loro, alle Forze dell'ordine, va in ultimo tutta la solidarietà". 

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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