QUESTION TIME, L'INTERVENTO DI APERTURA DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI
Di seguito l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale Simona Lembi sull'attacco talebano ad una scuola in Pakistan, subito dopo il consiglio comunale ha effettuato un minuto di silenzio.
"Signori colleghi di Giunta, signo...
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Di seguito l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale Simona Lembi sull'attacco talebano ad una scuola in Pakistan, subito dopo il consiglio comunale ha effettuato un minuto di silenzio.
"Signori colleghi di Giunta, signori consiglieri, signore consigliere, d'intesa con la conferenza dei capigruppo apro oggi i lavori del Consiglio comunale su quanto avvenuto pochi giorni fa in una
scuola pubblica del Pakistan, in una scuola di Peshawar, in Pakistan, il 16 dicembre alle ore 10,30 (ore 6,30 italiane), sono entrati uomini armati e hanno compiuto una vera e propria carneficina: 148 le vittime di cui 132 alunni tra i 6 e i 16 anni.
"Abbiamo scelto con cura l'obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore", ha detto il portavoce dei talebani pachistani, Mohammed Umar Khorasani, rivendicando l'attacco.
Invito il Consiglio comunale a prestare molta attenzione a questa affermazione che mostra tutta la gravità di quanto accaduto. Non è cura quella usata nell'attentato a quella scuola.
Non è sufficiente spiegare quel massacro solo come un attacco ad una scuola frequentata da bambini i cui genitori sono componenti dell'esercito.
Quell'area è da molto, troppo tempo, attraversata da tensioni enormi.
Per alcuni, lo hanno ricostruito molti autorevoli commentatori, giornalisti nel corso di questi ultimi giorni, i taliban pakistani non godono da tempo del sostegno di ampie parti della popolazione locale e in Afganistan si è da poco insediato un nuovo Governo e i rapporti tra Kabul e Islamabad stanno definendo strategie comuni.
Tutto questo non ha nulla a che fare con la cura.
Questo attentato segue invece una lunga striscia di sangue che ha colpito bambini e bambine la cui unica colpa è quella di essere seduti dietro un banco scolastico.
Il 15 giugno 2013 una kamikaze all'università d Quetta si è uccisa causando la morte di 14 studentesse. Tre Istituti femminili sono stati rasi al suolo in diversi attentati notturni ai confini con l'Afghanistan tra il 2013 e il 2014. Anche gli scuolabus sono recentemente oggetto di attacco nei dintorni di Peshawar.
Nulla di tutto questo ha ha che fare con la cura che è invece amore per il prossimo, rispetto per ogni differenza ed esercizio della propria piena responsabilità.
Bologna è da tempo, lo sosteniamo con forza, la città dei bambini e delle bambine, perché nella sua storia ha dimostrato quanto sia necessario guardare ai più piccoli abitanti delle nostre comunità perché la città sia più coesa e più giusta. Per questo ci è sembrato naturale prestare la nostra attenzione quando l'infanzia, in molte parti del mondo, viene negata.Sono certa di interpretare il dolore di tutti nell'invitare il Consiglio comunale ad un minuto di silenzio per i bambini assassinati nella scuola pubblica Warsak Road".
"Signori colleghi di Giunta, signori consiglieri, signore consigliere, d'intesa con la conferenza dei capigruppo apro oggi i lavori del Consiglio comunale su quanto avvenuto pochi giorni fa in una
scuola pubblica del Pakistan, in una scuola di Peshawar, in Pakistan, il 16 dicembre alle ore 10,30 (ore 6,30 italiane), sono entrati uomini armati e hanno compiuto una vera e propria carneficina: 148 le vittime di cui 132 alunni tra i 6 e i 16 anni.
"Abbiamo scelto con cura l'obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore", ha detto il portavoce dei talebani pachistani, Mohammed Umar Khorasani, rivendicando l'attacco.
Invito il Consiglio comunale a prestare molta attenzione a questa affermazione che mostra tutta la gravità di quanto accaduto. Non è cura quella usata nell'attentato a quella scuola.
Non è sufficiente spiegare quel massacro solo come un attacco ad una scuola frequentata da bambini i cui genitori sono componenti dell'esercito.
Quell'area è da molto, troppo tempo, attraversata da tensioni enormi.
Per alcuni, lo hanno ricostruito molti autorevoli commentatori, giornalisti nel corso di questi ultimi giorni, i taliban pakistani non godono da tempo del sostegno di ampie parti della popolazione locale e in Afganistan si è da poco insediato un nuovo Governo e i rapporti tra Kabul e Islamabad stanno definendo strategie comuni.
Tutto questo non ha nulla a che fare con la cura.
Questo attentato segue invece una lunga striscia di sangue che ha colpito bambini e bambine la cui unica colpa è quella di essere seduti dietro un banco scolastico.
Il 15 giugno 2013 una kamikaze all'università d Quetta si è uccisa causando la morte di 14 studentesse. Tre Istituti femminili sono stati rasi al suolo in diversi attentati notturni ai confini con l'Afghanistan tra il 2013 e il 2014. Anche gli scuolabus sono recentemente oggetto di attacco nei dintorni di Peshawar.
Nulla di tutto questo ha ha che fare con la cura che è invece amore per il prossimo, rispetto per ogni differenza ed esercizio della propria piena responsabilità.
Bologna è da tempo, lo sosteniamo con forza, la città dei bambini e delle bambine, perché nella sua storia ha dimostrato quanto sia necessario guardare ai più piccoli abitanti delle nostre comunità perché la città sia più coesa e più giusta. Per questo ci è sembrato naturale prestare la nostra attenzione quando l'infanzia, in molte parti del mondo, viene negata.Sono certa di interpretare il dolore di tutti nell'invitare il Consiglio comunale ad un minuto di silenzio per i bambini assassinati nella scuola pubblica Warsak Road".
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Piazza Maggiore, 6