QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE MODALITÀ CON LE QUALI VENGONO EFFETTUATI GLI INVITI PER LE GARE SOTTO SOGLIA, IN SEGUITO ALL'APPELLO DELL'ANCE
L'assessore Riccardo Malagoli, ha risposto questa mattina , in sede di Question time, alle domande d'attualità dei consiglieri Michele Facci e Lorenzo Tomassini (FI-PDL) in merito alle modalità con le quali vengono effettuati gli inviti per le ga...
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L'assessore Riccardo Malagoli, ha risposto questa mattina , in sede di Question time, alle domande d'attualità dei consiglieri Michele Facci e Lorenzo Tomassini (FI-PDL) in merito alle modalità con le quali vengono effettuati gli inviti per le gare sotto soglia, in seguito all'appello dell'ANCE.
La domanda del consigliere Facci:
"In relazione alle critiche sollevate dalle associazioni delle imprese di costruzione del territorio, circa le modalità con le quali vengono effettuati gli inviti per le gare sotto soglia, si chiede se il Sindaco e la Giunta non ritengano maggiormente opportuno coinvolgere esclusivamente le imprese territoriali, anziché estendere gli inviti anche ad imprese fuori regione, al fine di permettere il sostentamento delle realtà imprenditoriali del nostro hinterland, che qui svolgono la propria attività, contribuendo in tal modo non solo allo sviluppo del p.i.l. locale, bensì anche a sostenere (e pagare) i servizi pubblici erogati dagli Enti locali".
La domanda d'attualità del consigliere Tomassini:
"Con riferimento all'appello dell'ANCE, chiede al Sindaco di conoscere il giudizio del Sindaco sulla richiesta espressamente fatta dal rappresentante dei costruttori bolognesi".
La risposta dell'assessore Malagoli:
"E' ben strada questa cosa, non credo di aver fatto Tafazzi, ma di aver sempre cercato di salvaguardare alcune cose.
Nel caso specifico, proprio perché mi vengono da due avvocati queste domande, vorrei articolare la mia risposta anche in termini di AVCP (Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici).
Il settore gare invita alle procedure negoziate le imprese come esattamente individuate dal RUP (Responsabile Unico del Procedimento) che, ai sensi del "Codice degli Appalti" è responsabile anche rispetto la decisione di quali imprese invitare, nel rispetto del principio di rotazione e di competenza.
Il D.Lgs 163/06, in particolare l'art. 57 6° comma, indica espressamente la necessità di rispettare i principi di trasparenza, concorrenza rotazione, così come si esprime, in generale, tutta la giurisprudenza degli ultimi 20 anni, fornendo indicazione che l'ambito territoriale non può rappresentare il solo criterio utilizzato.
La stessa AVCP fornisce indicazioni in tal senso come, ad esempio, le determinazioni 2/2011 e 8/2011, in particolare:
la 8/2011 richiama anche nel nuovo testo del comma 7 dell'articolo 122 del Codice "si rimanda alle considerazioni svolte nella determinazione 2/2011 che rimangono valide", le quali recitano: 1.1 Le stazioni appaltanti devono assicurare comunque che le procedure in economia avvengano nel rispetto del principio della massima trasparenza contemperando altresì l'efficienza dell'azione amministrativa con i principi della parità di trattamento, non discriminazione e concorrenza tra gli operatori economici. Contestualmente, al punto 2.2: "Il criterio di rotazione ha come finalità quella di evitare che la stazione possa consolidare rapporti solo con alcune imprese, venendo meno al rispetto della concorrenza; al 2.4 "La stazione appaltante sceglie l'operatore economico che ha offerto le condizioni più vantaggiose, secondo il criterio del prezzo più basso e dell'offerta economicamente più vantaggiosa, previa verifica del possesso dei requisiti di qualificazione previsti per l'affidamento dei contratti di eguale importo mediante procedura aperta, ristretta o negoziato previo bando; al punto 2.5 "..che in linea di massima la stazione appaltante non possa individuare i 5 operatori richiesti come minimo dall'art. 122 comma 7 bis del Codice, nonché dall'art. 125 del Codice per l'affidamento lavori, sezione forniture, effettuati mediante cottimo fiduciario, con modalità chiuse rispetto al mercato".
Ora, come vedete bene, questi giudizi della AVCP impongono anche determinate scelte.
Va comunque evidenziato che nelle procedure negoziate per l'aggiudicazione di lavori espletate dal Comune di Bologna, soprattutto quelle ai sensi dell'art 122, una percentuale non inferiore all'85% di aziende invitate ha sede nella regione Emilia Romagna, anche perché bisogna definire bene cos'è la circoscrizione territoriale: dobbiamo scegliere una ditta del Navile per un appalto al Navile, o intendiamo solo aziende di Bologna? Non credo che ci venga consentito dalla legge.
Di fatto, quindi, nelle procedure negoziate, sono assolutamente prevalenti le aziende con sede nella Regione Emilia Romagna, avendo fornito queste aziende, nelle opere realizzate in passato, garanzie di tempestività e qualità nell'esecuzione dei lavori appaltati.
Ricordo, che nei due appalti citati dal giornale, nella prima gara sono state invitate 12 imprese, hanno partecipato con offerte valide 6 imprese, di queste 3 di Bologna, e ha vinto l'azienda di Cosenza con un ribasso dell'8,25%, quindi non parliamo di ribassi eccessivi, come alcune volte vediamo; nella seconda gara sono state invitate 7 aziende, tutte dell'Emilia Romagna e ne hanno partecipato 4, ma nessuna di Bologna anche se ce ne erano 2 invitate. Quindi, di cosa stiamo parlando?
Ma soprattutto: un'azienda che ha sede legale in Italia, a Cosenza o altrove in Calabria, venga giudicata per la zona appartenenza della sede legale. Mi preme precisare che l'impresa aggiudicataria dell'intervento di via del Piratino collabora da oltre 30 anni con il Comune di Bologna, in quanto componente del gruppo UNIFICA, che è un consorzio che ha sede a Bologna. Questa società ha una sede a Bologna e la ragione sociale a Cosenza perché la residenza è in quella sede. E vi potrei portare anche a vedere lavori eseguiti da quest'impresa a Bologna.
Il rapporto di fiducia che si è creato nel tempo tra Amministrazione Comunale ed aziende provenienti da ambiti extra regionali non può venire alterato e modificato da considerazioni geografiche, che non sarebbero, in assoluto, garanzia di qualità.
Non esistono, inoltre, valide motivazioni per escludere ad aeternum ditte in possesso dei requisiti che chiedano di essere invitate a procedure negoziate. Questo è il ruolo che svolge l'Amministrazione.
E' singolare l'appello dell'ANCE, perché ci chiede di violare o anestetizzare le regole nazionali. Se manca la concorrenza, viene meno l'interesse per il Comune di fare lavori fatti bene, con ditte di qualità già comprovata, a prezzi inferiori. E non stiamo parlando di cifre esagerate, ma di ribassi molto piccoli: tra la prima e la seconda c'è un o,5% di differenza.
Credo, come ho anche dichiarato, che le ditte bolognesi abbiano tutti i requisiti per partecipare a questi bandi, vengono regolarmente invitate. Il mercato è sovrano per noi, e il mercato prevede anche che aziende che lavorano da anni su questo territorio e hanno delle credenziali validissime non vengano messe alla gogna perché hanno sede a Cosenza, o a Reggio Calabria o a Palermo.
Lavorano qui da 30 anni, fanno parte di consorzi che hanno sede a Bologna: Artigiano amico, ad esempio, fa parte di Unifica, come molte aziende, la stessa azienda fa parte del nostro Global Service.
Di che cosa stiamo parlando? Non vorrei che sotto questa richiesta dell'ANCE, ci fosse una sorta di cartello velato che poi l'Amministrazione fa fatica a rompere, come è già successo in passato.
Credo ci sia bisogno di ragionare su altro, su come aggredire la situazione del poco lavoro esistente".
La domanda del consigliere Facci:
"In relazione alle critiche sollevate dalle associazioni delle imprese di costruzione del territorio, circa le modalità con le quali vengono effettuati gli inviti per le gare sotto soglia, si chiede se il Sindaco e la Giunta non ritengano maggiormente opportuno coinvolgere esclusivamente le imprese territoriali, anziché estendere gli inviti anche ad imprese fuori regione, al fine di permettere il sostentamento delle realtà imprenditoriali del nostro hinterland, che qui svolgono la propria attività, contribuendo in tal modo non solo allo sviluppo del p.i.l. locale, bensì anche a sostenere (e pagare) i servizi pubblici erogati dagli Enti locali".
La domanda d'attualità del consigliere Tomassini:
"Con riferimento all'appello dell'ANCE, chiede al Sindaco di conoscere il giudizio del Sindaco sulla richiesta espressamente fatta dal rappresentante dei costruttori bolognesi".
La risposta dell'assessore Malagoli:
"E' ben strada questa cosa, non credo di aver fatto Tafazzi, ma di aver sempre cercato di salvaguardare alcune cose.
Nel caso specifico, proprio perché mi vengono da due avvocati queste domande, vorrei articolare la mia risposta anche in termini di AVCP (Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici).
Il settore gare invita alle procedure negoziate le imprese come esattamente individuate dal RUP (Responsabile Unico del Procedimento) che, ai sensi del "Codice degli Appalti" è responsabile anche rispetto la decisione di quali imprese invitare, nel rispetto del principio di rotazione e di competenza.
Il D.Lgs 163/06, in particolare l'art. 57 6° comma, indica espressamente la necessità di rispettare i principi di trasparenza, concorrenza rotazione, così come si esprime, in generale, tutta la giurisprudenza degli ultimi 20 anni, fornendo indicazione che l'ambito territoriale non può rappresentare il solo criterio utilizzato.
La stessa AVCP fornisce indicazioni in tal senso come, ad esempio, le determinazioni 2/2011 e 8/2011, in particolare:
la 8/2011 richiama anche nel nuovo testo del comma 7 dell'articolo 122 del Codice "si rimanda alle considerazioni svolte nella determinazione 2/2011 che rimangono valide", le quali recitano: 1.1 Le stazioni appaltanti devono assicurare comunque che le procedure in economia avvengano nel rispetto del principio della massima trasparenza contemperando altresì l'efficienza dell'azione amministrativa con i principi della parità di trattamento, non discriminazione e concorrenza tra gli operatori economici. Contestualmente, al punto 2.2: "Il criterio di rotazione ha come finalità quella di evitare che la stazione possa consolidare rapporti solo con alcune imprese, venendo meno al rispetto della concorrenza; al 2.4 "La stazione appaltante sceglie l'operatore economico che ha offerto le condizioni più vantaggiose, secondo il criterio del prezzo più basso e dell'offerta economicamente più vantaggiosa, previa verifica del possesso dei requisiti di qualificazione previsti per l'affidamento dei contratti di eguale importo mediante procedura aperta, ristretta o negoziato previo bando; al punto 2.5 "..che in linea di massima la stazione appaltante non possa individuare i 5 operatori richiesti come minimo dall'art. 122 comma 7 bis del Codice, nonché dall'art. 125 del Codice per l'affidamento lavori, sezione forniture, effettuati mediante cottimo fiduciario, con modalità chiuse rispetto al mercato".
Ora, come vedete bene, questi giudizi della AVCP impongono anche determinate scelte.
Va comunque evidenziato che nelle procedure negoziate per l'aggiudicazione di lavori espletate dal Comune di Bologna, soprattutto quelle ai sensi dell'art 122, una percentuale non inferiore all'85% di aziende invitate ha sede nella regione Emilia Romagna, anche perché bisogna definire bene cos'è la circoscrizione territoriale: dobbiamo scegliere una ditta del Navile per un appalto al Navile, o intendiamo solo aziende di Bologna? Non credo che ci venga consentito dalla legge.
Di fatto, quindi, nelle procedure negoziate, sono assolutamente prevalenti le aziende con sede nella Regione Emilia Romagna, avendo fornito queste aziende, nelle opere realizzate in passato, garanzie di tempestività e qualità nell'esecuzione dei lavori appaltati.
Ricordo, che nei due appalti citati dal giornale, nella prima gara sono state invitate 12 imprese, hanno partecipato con offerte valide 6 imprese, di queste 3 di Bologna, e ha vinto l'azienda di Cosenza con un ribasso dell'8,25%, quindi non parliamo di ribassi eccessivi, come alcune volte vediamo; nella seconda gara sono state invitate 7 aziende, tutte dell'Emilia Romagna e ne hanno partecipato 4, ma nessuna di Bologna anche se ce ne erano 2 invitate. Quindi, di cosa stiamo parlando?
Ma soprattutto: un'azienda che ha sede legale in Italia, a Cosenza o altrove in Calabria, venga giudicata per la zona appartenenza della sede legale. Mi preme precisare che l'impresa aggiudicataria dell'intervento di via del Piratino collabora da oltre 30 anni con il Comune di Bologna, in quanto componente del gruppo UNIFICA, che è un consorzio che ha sede a Bologna. Questa società ha una sede a Bologna e la ragione sociale a Cosenza perché la residenza è in quella sede. E vi potrei portare anche a vedere lavori eseguiti da quest'impresa a Bologna.
Il rapporto di fiducia che si è creato nel tempo tra Amministrazione Comunale ed aziende provenienti da ambiti extra regionali non può venire alterato e modificato da considerazioni geografiche, che non sarebbero, in assoluto, garanzia di qualità.
Non esistono, inoltre, valide motivazioni per escludere ad aeternum ditte in possesso dei requisiti che chiedano di essere invitate a procedure negoziate. Questo è il ruolo che svolge l'Amministrazione.
E' singolare l'appello dell'ANCE, perché ci chiede di violare o anestetizzare le regole nazionali. Se manca la concorrenza, viene meno l'interesse per il Comune di fare lavori fatti bene, con ditte di qualità già comprovata, a prezzi inferiori. E non stiamo parlando di cifre esagerate, ma di ribassi molto piccoli: tra la prima e la seconda c'è un o,5% di differenza.
Credo, come ho anche dichiarato, che le ditte bolognesi abbiano tutti i requisiti per partecipare a questi bandi, vengono regolarmente invitate. Il mercato è sovrano per noi, e il mercato prevede anche che aziende che lavorano da anni su questo territorio e hanno delle credenziali validissime non vengano messe alla gogna perché hanno sede a Cosenza, o a Reggio Calabria o a Palermo.
Lavorano qui da 30 anni, fanno parte di consorzi che hanno sede a Bologna: Artigiano amico, ad esempio, fa parte di Unifica, come molte aziende, la stessa azienda fa parte del nostro Global Service.
Di che cosa stiamo parlando? Non vorrei che sotto questa richiesta dell'ANCE, ci fosse una sorta di cartello velato che poi l'Amministrazione fa fatica a rompere, come è già successo in passato.
Credo ci sia bisogno di ragionare su altro, su come aggredire la situazione del poco lavoro esistente".
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Piazza Maggiore, 6