QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA CASA DELLA MUSICA
L'assessore alla Cultura, Alberto Ronchi, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Marco Piazza (M5S) sulla Casa della musica.
La domanda d'attualità del consigliere Piazza:
"Visto l'appello con cui i musicisti indipendenti bolo...
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Descrizione
L'assessore alla Cultura, Alberto Ronchi, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Marco Piazza (M5S) sulla Casa della musica.
La domanda d'attualità del consigliere Piazza:
"Visto l'appello con cui i musicisti indipendenti bolognesi sollecitano uno spazio ("Casa della musica") dedicata alla musica live e ad attività didattica, promosso da Danilo Tomasetta e che tra i primi firmatari annovera Marco Dalpane, Felice del Gaudio, Alain Valsecchi e Luisa Cottifogli.
Premesso che:
Bologna è stata dichiarata dall'Unesco “Città creativa della musica”, prima in Italia e seconda in Europa dopo Siviglia;
nel nostro territorio ci sono centinaia di band e artisti che faticano a trovare luoghi e spazi adibiti alla musica in cui potersi esercitare ed esprimere il proprio talento;
Ritenendo che a Bologna il rischio economico ricade sempre più spesso sulle spalle degli artisti, costretti in alcuni casi ad affittare gli spazi nei locali per suonare, a lavorare a percentuale d’incasso o ad esibirsi per cifre modestissime, offensive per la propria professionalità e preparazione;
Considerato che:
da tempo a Bologna si parla di uno spazio dedicato ai musicisti;
anche in questo mandato amministrativo il Consiglio Comunale ha approvato in data 9/7/2012 un ordine del giorno a prima firma Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) PG 16050/2012, dando atto di essere a conoscenza delle difficoltà dei musicisti a Bologna e della necessità di promuovere le esibizioni dal vivo degli artisti.
Pone la seguente domanda d'attualità alla Giunta per sapere: come valuta la petizione in oggetto e se intende dare un qualche seguito".
La risposta dell'assessore Ronchi:
"Intanto ringrazio il consigliere Piazza, poi vorrei sottolineare che buona parte di quello che era nell'ordine del giorno noi lo stiamo già facendo. Abbiamo incrementato le occasioni per suonare dal vivo e se facciamo l'elenco delle iniziative che stanno arrivando a Bologna ci accorgiamo che sono davvero tantissime. Spero a maggio ci sarà al Teatro San Leonardo il primo centro di Musica Contemporanea in Italia, grazie al lavoro di un'associazione importantissima che da decenni opera in questa città e che si chiama Angelica, stiamo facendo un lavoro importante con il Teatro Comunale, lavoro che lei conosce bene, abbiamo chiuso un accordo storico con il Conservatorio. Quindi stiamo lavorando in questa direzione. Dico anche subito che io sono disponibile a leggere e ad ascoltare, però deve essere chiara una cosa: se si chiede che il Comune assuma un atteggiamento di assistenzialismo rispetto ai musicisti io dico di no.
Non è possibile che l'Amministrazione pubblica dia uno spazio perché i musicisti di Bologna suonino lì. Siamo a un passo dal fatto che gli dobbiamo pagare uno stipendio. La musica per definizione non sta all'interno di una città, faccio sempre questo esempio, fa ridere, lo so, ma Bob Dylan è nato a Duluth, ma non ha fatto la sua carriera a Duluth, ha girato il mondo. Viceversa, se c'è un progetto su cui discutere si può lavorare, per fare un esempio riporto quello dei musicisti della mia città che hanno aperto già da diversi anni una scuola di musica che è diventato un punto di riferimento molto importante. Insomma ci vuole un progetto, altrimenti non è possibile. Chi gestisce questa cosa, chi fa i lavori all'interno di questo spazio? Che cosa si chiede al Comune? Siamo noi che dobbiamo allestire uno spazio con il palco le sedie, sono costi. Poi chi lo gestisce? Poi come si mantiene? E poi quali musicisti? perché questo è un gruppo di musicisti, ma ce ne sono tanti altri. Allora, sono disponibile a discutere e comprendo la situazione, anzi ho avuto modo di dirlo anche oggi, io credo che tutto sommato anche questo tipo di richieste siano frutto del fatto che insomma in questa città sulla cultura finalmente si stanno muovendo delle cose ed è importante, io non sottovaluto queste cose. Però deve essere chiaro questo, noi non siamo nelle condizioni di assicurare a qualsiasi artista il fatto che vivrà e guadagnerà nella sua città, perché non è possibile, non è una richiesta che si può fare al Comune di Bologna. Viceversa se c'è un progetto serio, fermo restando che come lei ha giustamente riconosciuto ci sono delle compatibilità economiche, se c'è un progetto serio di gestione di uno spazio che però si mantiene. Io non ho capito bene, si parla di una Casa della Musica, cosa vuol dire? Vuol dire che l'Amministrazione costruisce una cosa e poi la dà in gestione a questo gruppo di musicisti perché suonino lì?
Insomma, ripeto, non ho capito, siccome tra l'altro alcuni di questi li conosco benissimo, se hanno voglia di prendere un appuntamento con me, c'è la massima disponibilità da questo punto di vista e se c'è un progetto serio, tenendo conto delle difficoltà dell'Amministrazione comunale dal punto di vista economico finanziario, siamo disponibili a ragionare. Non può però davvero passare l'idea che l'Amministrazione comunale stipendia gli artisti di Bologna. Non può passare l'idea di un assistenzialismo di questo tipo, perché evidentemente poi dopo i musicisti ci sono i pittori, gli scrittori e così via. Se invece si tratta di valorizzare un patrimonio trovando anche una progettualità comune, questo si, però vuol dire mettersi in gioco, trovare dei soggetti a cui si possa fare riferimento, che prendano degli impegni, che gestiscano questa cosa, che la mantengano, che sappiano come fare per tenerla in piedi, che siano autosufficienti dal punto di vista delle entrate, perché altrimenti si fa un po' fatica. Allora, disponibilità a questo, ma anche qui però - devo dire che nella petizione c'è scritto e questo l'ho molto apprezzato, non si sono rivolti esclusivamente all'Amministrazione comunale -ma va considerata anche la capacità di relazionarsi con i soggetti, perché il lavoro che noi stiamo facendo, ed è giusto che sia così, è quello di dare degli indirizzi ed aprire delle disponibilità, non è possibile dare delle risposte dirette a tutti. Ovvio che qualcuno fuori rimarrà, ma non è che io posso occuparmi di ogni singolo caso. Allora, noi stiamo tentando di creare una situazione in cui si lavori in questa direzione.
So che questi musicisti sono stati immediatamente interpellati dal presidente dell' Arci che ha una struttura molto bella che penso li inviterà a lavorare all'interno di questo spazio. Bene, se questo avviene l'Amministrazione comunale non solo se ne compiace, ma accompagna questa percorso, cioè l'idea che il Comune abbia risposte economico finanziarie per ogni tipo di problema culturale e creativo è un idea vecchia, è finita questa storia qua. Primo perché non abbiamo più le risorse, ma poi anche perché non è giusta. L'assessore non può dire cosa è buono e cosa non lo è. Tanto è vero che stiamo lavorando per creare un meccanismo che preveda delle strutture in cui ci siano delle persone che conoscano in maniera tecnica questi argomenti e che abbiano un'esperienza e una specializzazione precisi. Non è l'assessore alla Cultura che decide qual'è il musicista bravo, l'assessore dà gli indirizzi. Dobbiamo creare le condizioni per cui questi musicisti, a Bologna come altrove, trovino modo di lavorare, sono d'accordo con lei. Su Bologna proviamo a fare un ragionamento e se possiamo proviamo a dare delle risposte, però su una base progettuale. Non sulla base del "io suono, il Comune mi deve dare una risposta", perché non è possibile.
Arrivo alle conclusioni: quindi, massima disponibilità a ragionare e al dialgogo, come sempre, però chiarezza nei principi e negli obiettivi. Ripeto, io comunque questa richiesta l'ho letta in maniera positiva ed è per questo che dò diponibilità a dialogare da questo punto di vista. Ricordo però ancora una volta: non tiriamo sempre per la giacchetta la Città della musica Unesco, perché su questa cosa stiamo facendo veramente molto e se mettiamo insieme i programmi del Teatro Comunale, i programmi delle associazioni che si occupano di Musica colta, la rassegna di Jazz e i gruppi che organizzano Rock, c'è più musica qui che in qualsiasi altra parte del Paese, allora, prima rendiamocene conto e poi certo miglioriamo ancora. Grazie"
La domanda d'attualità del consigliere Piazza:
"Visto l'appello con cui i musicisti indipendenti bolognesi sollecitano uno spazio ("Casa della musica") dedicata alla musica live e ad attività didattica, promosso da Danilo Tomasetta e che tra i primi firmatari annovera Marco Dalpane, Felice del Gaudio, Alain Valsecchi e Luisa Cottifogli.
Premesso che:
Bologna è stata dichiarata dall'Unesco “Città creativa della musica”, prima in Italia e seconda in Europa dopo Siviglia;
nel nostro territorio ci sono centinaia di band e artisti che faticano a trovare luoghi e spazi adibiti alla musica in cui potersi esercitare ed esprimere il proprio talento;
Ritenendo che a Bologna il rischio economico ricade sempre più spesso sulle spalle degli artisti, costretti in alcuni casi ad affittare gli spazi nei locali per suonare, a lavorare a percentuale d’incasso o ad esibirsi per cifre modestissime, offensive per la propria professionalità e preparazione;
Considerato che:
da tempo a Bologna si parla di uno spazio dedicato ai musicisti;
anche in questo mandato amministrativo il Consiglio Comunale ha approvato in data 9/7/2012 un ordine del giorno a prima firma Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) PG 16050/2012, dando atto di essere a conoscenza delle difficoltà dei musicisti a Bologna e della necessità di promuovere le esibizioni dal vivo degli artisti.
Pone la seguente domanda d'attualità alla Giunta per sapere: come valuta la petizione in oggetto e se intende dare un qualche seguito".
La risposta dell'assessore Ronchi:
"Intanto ringrazio il consigliere Piazza, poi vorrei sottolineare che buona parte di quello che era nell'ordine del giorno noi lo stiamo già facendo. Abbiamo incrementato le occasioni per suonare dal vivo e se facciamo l'elenco delle iniziative che stanno arrivando a Bologna ci accorgiamo che sono davvero tantissime. Spero a maggio ci sarà al Teatro San Leonardo il primo centro di Musica Contemporanea in Italia, grazie al lavoro di un'associazione importantissima che da decenni opera in questa città e che si chiama Angelica, stiamo facendo un lavoro importante con il Teatro Comunale, lavoro che lei conosce bene, abbiamo chiuso un accordo storico con il Conservatorio. Quindi stiamo lavorando in questa direzione. Dico anche subito che io sono disponibile a leggere e ad ascoltare, però deve essere chiara una cosa: se si chiede che il Comune assuma un atteggiamento di assistenzialismo rispetto ai musicisti io dico di no.
Non è possibile che l'Amministrazione pubblica dia uno spazio perché i musicisti di Bologna suonino lì. Siamo a un passo dal fatto che gli dobbiamo pagare uno stipendio. La musica per definizione non sta all'interno di una città, faccio sempre questo esempio, fa ridere, lo so, ma Bob Dylan è nato a Duluth, ma non ha fatto la sua carriera a Duluth, ha girato il mondo. Viceversa, se c'è un progetto su cui discutere si può lavorare, per fare un esempio riporto quello dei musicisti della mia città che hanno aperto già da diversi anni una scuola di musica che è diventato un punto di riferimento molto importante. Insomma ci vuole un progetto, altrimenti non è possibile. Chi gestisce questa cosa, chi fa i lavori all'interno di questo spazio? Che cosa si chiede al Comune? Siamo noi che dobbiamo allestire uno spazio con il palco le sedie, sono costi. Poi chi lo gestisce? Poi come si mantiene? E poi quali musicisti? perché questo è un gruppo di musicisti, ma ce ne sono tanti altri. Allora, sono disponibile a discutere e comprendo la situazione, anzi ho avuto modo di dirlo anche oggi, io credo che tutto sommato anche questo tipo di richieste siano frutto del fatto che insomma in questa città sulla cultura finalmente si stanno muovendo delle cose ed è importante, io non sottovaluto queste cose. Però deve essere chiaro questo, noi non siamo nelle condizioni di assicurare a qualsiasi artista il fatto che vivrà e guadagnerà nella sua città, perché non è possibile, non è una richiesta che si può fare al Comune di Bologna. Viceversa se c'è un progetto serio, fermo restando che come lei ha giustamente riconosciuto ci sono delle compatibilità economiche, se c'è un progetto serio di gestione di uno spazio che però si mantiene. Io non ho capito bene, si parla di una Casa della Musica, cosa vuol dire? Vuol dire che l'Amministrazione costruisce una cosa e poi la dà in gestione a questo gruppo di musicisti perché suonino lì?
Insomma, ripeto, non ho capito, siccome tra l'altro alcuni di questi li conosco benissimo, se hanno voglia di prendere un appuntamento con me, c'è la massima disponibilità da questo punto di vista e se c'è un progetto serio, tenendo conto delle difficoltà dell'Amministrazione comunale dal punto di vista economico finanziario, siamo disponibili a ragionare. Non può però davvero passare l'idea che l'Amministrazione comunale stipendia gli artisti di Bologna. Non può passare l'idea di un assistenzialismo di questo tipo, perché evidentemente poi dopo i musicisti ci sono i pittori, gli scrittori e così via. Se invece si tratta di valorizzare un patrimonio trovando anche una progettualità comune, questo si, però vuol dire mettersi in gioco, trovare dei soggetti a cui si possa fare riferimento, che prendano degli impegni, che gestiscano questa cosa, che la mantengano, che sappiano come fare per tenerla in piedi, che siano autosufficienti dal punto di vista delle entrate, perché altrimenti si fa un po' fatica. Allora, disponibilità a questo, ma anche qui però - devo dire che nella petizione c'è scritto e questo l'ho molto apprezzato, non si sono rivolti esclusivamente all'Amministrazione comunale -ma va considerata anche la capacità di relazionarsi con i soggetti, perché il lavoro che noi stiamo facendo, ed è giusto che sia così, è quello di dare degli indirizzi ed aprire delle disponibilità, non è possibile dare delle risposte dirette a tutti. Ovvio che qualcuno fuori rimarrà, ma non è che io posso occuparmi di ogni singolo caso. Allora, noi stiamo tentando di creare una situazione in cui si lavori in questa direzione.
So che questi musicisti sono stati immediatamente interpellati dal presidente dell' Arci che ha una struttura molto bella che penso li inviterà a lavorare all'interno di questo spazio. Bene, se questo avviene l'Amministrazione comunale non solo se ne compiace, ma accompagna questa percorso, cioè l'idea che il Comune abbia risposte economico finanziarie per ogni tipo di problema culturale e creativo è un idea vecchia, è finita questa storia qua. Primo perché non abbiamo più le risorse, ma poi anche perché non è giusta. L'assessore non può dire cosa è buono e cosa non lo è. Tanto è vero che stiamo lavorando per creare un meccanismo che preveda delle strutture in cui ci siano delle persone che conoscano in maniera tecnica questi argomenti e che abbiano un'esperienza e una specializzazione precisi. Non è l'assessore alla Cultura che decide qual'è il musicista bravo, l'assessore dà gli indirizzi. Dobbiamo creare le condizioni per cui questi musicisti, a Bologna come altrove, trovino modo di lavorare, sono d'accordo con lei. Su Bologna proviamo a fare un ragionamento e se possiamo proviamo a dare delle risposte, però su una base progettuale. Non sulla base del "io suono, il Comune mi deve dare una risposta", perché non è possibile.
Arrivo alle conclusioni: quindi, massima disponibilità a ragionare e al dialgogo, come sempre, però chiarezza nei principi e negli obiettivi. Ripeto, io comunque questa richiesta l'ho letta in maniera positiva ed è per questo che dò diponibilità a dialogare da questo punto di vista. Ricordo però ancora una volta: non tiriamo sempre per la giacchetta la Città della musica Unesco, perché su questa cosa stiamo facendo veramente molto e se mettiamo insieme i programmi del Teatro Comunale, i programmi delle associazioni che si occupano di Musica colta, la rassegna di Jazz e i gruppi che organizzano Rock, c'è più musica qui che in qualsiasi altra parte del Paese, allora, prima rendiamocene conto e poi certo miglioriamo ancora. Grazie"
A cura di
Piazza Maggiore, 6